giovedì, aprile 24, 2008

Riflessioni sul tedesco e sugli isomorfismi semantici italo-germanici

Ho cominciato a frequentare lezioni di tedesco nel 2000, circa un anno dopo il mio arrivo in Germania. Inizialmente però non impegnavo troppe energie nello studio di questa lingua, impegnato com'ero a migliorare il mio inglese.
Trovavo inizialmente molte difficoltà a memorizzare i vocaboli in quanto per la maggior parte non fornivano alcun appiglio o somiglianza acustico-sintattica. Mi accorsi presto però delle scorciatoie mnemoniche che offriva la struttura semantica dei vocaboli di questa lingua e cominciai a sfruttarle.
Mi piace classificare Questi miei appigli mnemonici in due categorie. (Non sono un linguista. Quello che scrivo è quindi privo di ogni base scientifica. È solo il risultato delle elucubrazioni dei miei tre neuroni residui.)

  1. Posso spiegare con degli esempi quello che chiamo isomorfismo semantico. Durante le prime lezioni appresi che "televisore" si dice "Fernseher". Assurdo! Pensai. Come è possibile memorizzare vocaboli di questa lingua in cui anche questi termini internazionali risultano (sintatticamente) così diversi! Scomponendo però i termini e riducendoli alle loro valenze semantiche, ci si accorge che sono identici: "fern" = "lontano", "seher" = "visore".
    Due parole come "Vaterland" e "patria" sembrano non avere nulla in comune, ma "Vater" = "padre" e "Land" = "terra".
    "entscheiden" e "decidere": "ent" = particella che di solito indica l'atto dell'allontanamento e "scheiden" = "separare", cioè "tagliare", esattamente uno dei significati che aveva "decidere" in latino, ma anche nell'italiano del XIV sec. La parola è infatti composta da "de" particella che come "ent" di solito indica l'atto dell'allontanamento e "caedere" = tagliare. Infatti quando si decide si tagliano via una o più alternative.
    "entleeren" e "svuotare" o "evacuare" (ex-vacuus): "ent" come sopra, "leer" = "vacuo", "vuoto", "leeren" = "vuotare".
    "Gleichgewicht" ed "equilibrio" (aequi-libra): "gleich" = "identico", "stesso", "gewicht" = "peso".
    "unterhalten" ed "intrattenere": "unter" = "tra", "halten" = "tenere".
    "entwickeln" e "sviluppare": "ent" come sopra, "wickeln" = "avviluppare".
    Mi sono spesso chiesto il perché di queste somiglianze semantiche. Il mio primo insegnante di tedesco mi disse che quando i popoli germanici vennero a contatto con la lingua latina ci fu la coniazione di molti nuovi termini, i cui concetti associati, quei popoli non conoscevano e usarono quindi probabilmente il calco semantico latino germanizzandolo.

  2. Un altro appiglio, in qualche modo correlato con il primo, consiste nella logicità della struttura di questa lingua. Questa caratteristica la definirei matrioschismo. Come le famose bambole russe, se si apre (scompone) un vocabolo tedesco ci si trovano quasi sempre degli altri vocaboli. Questo fa sì che una volta che uno ha fatto una buona scorta mnemonica di questi mattoncini, può usarli per costruire o scomporre l'edificio logico di questa lingua.
    Ad esempio: "Umweltverschmutzung" = "inquinamento". Scomposizione: "um" = particella che di solito indica l'intorno, "Welt" = "mondo", "ver" = particella che di solito ha un valore peggiorativo, "Schmutz" = "sporcizia", "-ung" = particella che sostantivizza e astrae.
    Poi c'è la parola di 74 caratteri, costruita con un po' di creatività, che viene sempre citata: Donaugrossschifffahrtswegdampfschifffahrtgesellschaftskapitänsuniformknopf, che significa: "bottone dell'uniforme del capitano della compagnia di navigazione a vapore della grande linea di navigazione Danubio".
    La precedente parola ha, diciamo così, solo valenza teorica. È molto facile però incontrare parole tra i 20 e i 30 caratteri. Ad esempio, usando il già citato "Umweltverschmutzung" = "inquinamento", se si vuole dire problema d'inquinamento si dirà: Umweltverschmutzungsproblem: 27 lettere.
    Ci sono poi molti giochini su queste parole lunghe. Questa è ad esempio la parola più lunga senza ripetizioni di lettere Heizölrückstoßabdämpfung: 24 lettere. Non so esattamente che cosa significhi: assorbimento della ripercussione della nafta? Boh!


Queste due tecniche mi consentono spesso di dedurre il significato di vocaboli mai visti prima.

Altri aspetti da citare.

In tedesco esistono dei verbi composti da preposizione + verbo che nella coniugazione si separano. Prendo come esempio il verbo "unterordnen" ("subordinare"), composto di "unter" = "sotto" e "ordnen" = "ordinare". Se voglio dire: "Oggi subordino i miei interessi al bene comune", dovrò dire: "Heute ordne ich meine Interessen dem Gemeinwohl unter". Riportando la frase parola per parola risulterebbe: "Oggi ordino i miei interessi al bene comune sub". Si capisce cioè il significato del verbo solo alla fine della frase: all'inizio sembrerebbe che uno voglia mettere ordine tra i propri interessi e alla fine si capisce che invece che li si vuole subordinare.

In tedesco, quando un tempo verbale richiede un ausiliare, il verbo va alla fine. Inoltre nelle frasi subordinate i verbi vanno sempre alla fine e se i verbi della subordinata sono due questi si invertono.
Ad esempio, se voglio dire: "Ho mangiato la mela, che ho comprato ieri dal fruttivendolo", dovrò dire: "Ich habe den Apfel gegessen, den ich gestern bei dem Gemüseladen gekauft habe". Riportando la frase parola per parola risulterebbe: "Ho la mela mangiato, che ieri dal fruttivendolo comprato ho".

Se si hanno più subordinate (Schachtelsätze) si ha addirittura le possibilità di mettere tutti i verbi alla fine.
Ad esempio, se voglio dire: "Ho mangiato la mela, che ho comprato ieri dal fruttivendolo che mi hai consigliato", potrò anche formulare la frase in questo modo: "Ich habe den Apfel, den ich gestern bei dem Gemüseladen, den du mir empfohlen hast, gekauft habe, gegessen". Cioè: "Ho la mela, che ieri dal fruttivendolo, che mi consigliato hai, comprato ho, mangiato".

27 commenti:

Anonimo ha detto...

praticamente hai lanciato un assist a Fabio r.
Mò sono curioso di cosa ci dirà...
Sei pronto Fabio?

fabio r. ha detto...

et voila!!! allora mi provochi? io - come direbbe Albertone - ce campo con questa robbba :-D

perfette le delucidazioni, congratulazioni! era ora che ti dedicassi un po' alla linguistica teutonica..
il primo caso che hai citato in linguistica si chiama "calco semantico", poichè - come hai ben spiegato - la parola ce l'aveva cesare e non asterix, quindi asterix la "calca" su suoi concetti pre esistenti.
E' un trucco molto vecchio che però funziona.

Si fa poi spesso riferimento (in filologia) alla coesistenza di 2 termini per indicare lo stesso oggetto: 1 calco semantico ed 1 prestito (Leihwort) dalla nuova lingua. esempiuccio: Wand e Mauer, dove Wand è germanico (da windan < bindan, piegare, quindi le pareti sono frutto di rami piegati delle capanne) e Mauer da murus..

potrei andare avanti per giorni ma mi fermo qui per ora (è una minaccia? forse...)
Bravo !!

Anonimo ha detto...

Compliments bel colegament!!!
sono lontanissimo da te ed anni luce da fabio r.
complimenti per la lezione gratuita, chiara e diretta.
mai pensato di insegnare?

dioniso ha detto...

ubik ha detto...

praticamente hai lanciato un assist a Fabio r.
Mò sono curioso di cosa ci dirà...
Sei pronto Fabio?

fabio r., te m'ha' provocato? E io me te magno, te distruggo! ;-) Mitico Albertone!
Grazie per i complimenti e per le delucidazioni.
Avendo fatto la mia tesi in logica matematica amo molto gli isomorfismi e la mia mente distorta riporta tutto a quello stupendo concetto si simmetria astratta ;-)

Non sapevo che Wand avesse tale etimologia. Chissà quale sarà l'etimologia del latino murus?

Se hai altre osservazioni, pergo, serviti pure

gianlu,
veramente l'insegnamento è sempre stato un mio sogno nel cassetto.

dioniso ha detto...

Scusate ma un riferimento alla pagina che spiega gli Isomorfismi è d'uopo!

Anonimo ha detto...

@dioniso-linguista
meco!(dal romanesco "me complimento")
bacione

Anonimo ha detto...

Sì, confermo, tutto esatto :-D
Ho studiato un pò di tedesco alla Wiener Universitaet (CHE BEL PERIODO, AVEVO 25 ANNI ED ERO INNAMORATA PERSA DI UN CERTO HELMUT...), ho fatto più o meno le stesse tue considerazioni, ma non per ricordare i vocaboli (stranamente non è mai stato un problema per me....vai sapè, forse in una precedente vita stavo lì, vicino al Donau...boh...), ma proprio perchè è immediatamente evidente come il tedesco sia strutturato. Ed è una lingua, tra l'altro, relativamente semplice. L'italiano, credo, sia più complicato.

Bacioni a voi lì!

fabio r. ha detto...

@Eli: una precisazione da maniaco linguista:...forse in una precedente vita stavo lì, vicino alla Donau...boh. Il Danubio in tedesco (caso raro) è femminile!!
Un saluto dal fabio petulante :-)

dioniso ha detto...

eva kant, veramente io pensavo che
meco fosse l'abbreviazione di altro ;-)
baci e abbracci

Eli, ma era Ermut Col? Quello che magna i biuste?
Beh, insomma, relativamente semplice non direi. I miei tre neuroni ci stanno sputando sangue!
Risulta difficile giudicare la difficoltà della propria lingua. Però qualche volta mi sono chiesto se l'italiano sia più facile o più difficile del tedesco e secondo me il tedesco è più difficile.
L'unica cosa che forse è più complessa in italiano sono le coniugazioni dei modi e dei tempi verbali, per il resto (casi, declinazioni, verbi separabili, verbi di movimento, riconoscimento dei 3 generi) penso che il il tedesco sia più complicato.
Sentiamo che ne pensa Fabio.
Bacioni anche a te!

fabio r., eh, ma quanto sei pignolo! ;-) E poi quando si parla in italiano i termini strnieri si maschilizzano di solito.

Anonimo ha detto...

Pensa che sta cosa di buiustel a mortadella ma taijo fina fina ma mettonbocca se squaja era venuta in mente anche a me?
Anchío ho un dubbio, ma visto che non azzecco mai il genere dei nomi, qualé´il piü frequente?
Credo il femminile.
Cosi´uso quello e almeno ho piü probabilitä.....
Fabio, tu che puoi....per favore svela!´
P.S. non e´che sono peggiorato in ortografia e´sta tastiera crucca della socera che mi fa impazzire!

PPS oggi altra giornata splendida di sole...ma che s´é ribaltato il mondo?

Anonimo ha detto...

infatti "meco" è l'abbreviazione di qualcos'altro, ma ho voluto tenere alto il livello del blog!!
buona domenica

Anonimo ha detto...

Io non lo sapevo che il Danubio fosse femmina. Forse (sicuramente) non sono mai stata corretta, e quindi non l'ho mai saputo.
HO IMPARATO UNA COSA NUOVA! ;-)

Baci baci baci!
(sappi che ti invidio, Fabio linguista: è una cosa affascinante occuparsi di queste materie):-)

Anonimo ha detto...

P.S. NON ERA KOHL!
Ma un Helmut biondo, con due occhi azzurri da favola, e aveva poco più di vent'anni...ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh( nostalgiaaaaaaa)

fabio r. ha detto...

Grazie a tutti per il pensiero gentile verso un vecchio linguistista,, ed un Danke particolare ad Eli ( in quanto ad imparare i tedeschi la sanno lunga: man lernt nie aus... come dire "non si disimpara mai")per non essersela presa (vedi Bacchus??).
Il mio caro Goethe "soleva" dire: "wer fremde Sprachen nicht kennt, weiß von seiner eigenen nichts.."

Bis bald, Fabio

Anonimo ha detto...

Complimenti, che dissertazione interessante... e vera!
La cosa che mi fa più ridere del tedesco sono le parole composte, come ossigeno (Sauerstoff = "sostanza dell'acido", nel senso di ossidante appunto, ossi-geno) e idrogeno (Wasserstoff = "sostanza dell'acqua", generatore d'acqua, idro-geno): stessa logica greco-latina con parole nordiche!
La cosa che mi fa più disperare, invece, sono appunto i verbi con particella mobile e la struttura della frase... :-( Mi dimentico sempre qualche auf o ein alla fine, che tragedia!

dioniso ha detto...

gianlu, se ricordo bene il genere dei più frequente dovrebbe essere il machile, seguito dal femminile e poi dal neutro.
Fabio, illuminaci!

Eva kant, brava, brava!!;-)

Eli, un classico! :-)

fabio r., auslernen! Non conoscevo il verbo. Bello!

melusina76, Grazie!
A chi lo dici!
Con un mio amico inglese ci divertivamo ogni tanto a provare ad indovinare come si traducevano in tedesco delle parole che sia in italiano che in inglese hanno una radice latina. Mettevamo quindi insieme i mattoncini e creavamo i nostri candidato. Spesso ci indovinavamo.

Mi ricordo ad esempio che ci chiedevamo come si sarebbe potuto tradurre epicentro.
Lui propose Erdbebenzentrumpunkt, io proposi Erdbebenzentrum.

Anonimo ha detto...

...AIUTOOO!

296 SEZIONI SU 2600:
RUTELLI 47,9%
ALEMANNO 52,1%

...SI SALVI CHI PUO'!!!

Anonimo ha detto...

...AAAHHH!!!
912 SU 2600
52,8 A 47,2

Anonimo ha detto...

e buonanotte
ai suonatori...
:-((

fabio r. ha detto...

a propos Komposita: a scuola mi divertivo con gli amici (pensate che infanzia triste...) a comporne alcuni a casaccio, tipo gara a chi ce l'aveva più lungo (il TERMINE! che avete capito??) ed io vinsi con questa:
Streichholzschattelchenstrassenverkaeuferin (oh, manco ci sta sul post). Bacchus e Melusina: ora a voi la soluzione. Cosa intendevo??

p.s. sui generi delle parole c'è una vexata quaestio da sempre, forse prevale il maschile, ma noi italiani siamo naturalmente portati ad usare DIE per comodità (è l'articolo che finisce con una vocale, ci è più familiare..) è un errore comune cmq.

dioniso ha detto...

ziomassimo, disfatta totale. Ci dovremo abituare.

Fabio, allora, vediamo... si applica la regola della scomposizione a gambero:

Streichholzschattelchenstrassenverkaeuferin

verkaeuferin : venditrice
strassenverkaeuferin : venditrice di strada o ambulante
schattel : scatola
schattel-chen : (diminutivo) : scatoletta
holz : legno
Streichholz : fiammifero

Ergo:
vendtrice ambulante di scatolette di fiammiferi.
Marò, quanto so bravo! ;-)

A proposito spero vi sarete già accorti che LEO ha aggiunto l'italiano tra le lingue:

http://dict.leo.org/itde?lang=de&lp=itde&search=

Ho notato anch'io noi italiani siamo naturalmente portati ad usare DIE. Pensavo però che fosse per l'influenza dell'inglese il cui articolo somiglia più a die che a der e das. Infatti avevo notato che anche gli anglofoni hanno questa tendenza.

Anonimo ha detto...

CItandomi addosso....
posso bestemmiare (questa seconda volta un po´meno) in aramaico antico sul tuo blog?

Ziomassimo, non dirmi che er grande sindaco dér grande centro era il tuo candidato?
MA come si fa a pensare di vincere qualsiasi cosa candidando RUTELLI eddai....
O, Zingaretti dico ZINGARETTI, ha preso piu´di lui a Roma. Sara´indicativo o no?
Adesso se non fosse RUTELLI ti potrei dire che uniti non si vinceva lo stesso neanche alle politiche.

MA non posso perche´non cé´controprova con
RUTELLI...non ci posso pensare.
Uolter ti prego non farmelo mai piü vedere.

Anonimo ha detto...

Allora:
1) posso dedicarmi a seguire il calcio, comprando tutti i giorni la Gazzetta e andando in curva tutte le domeniche;
2) drogarmi cosi annebbio mente e spirito. Non ci penso piu' e mi occupo solo di dosi, euro e birre;
3) mi metto sotto a fare soldi e fare il riccastro;
4) mi attrezzo a fare l'oppositore.

Ricordate Caparezza: sono un eroe perche' lotto tutte le ore !!!!!!
:-)

Anonimo ha detto...

Riguardo l'esito delle elezioni romane, mi ronzano nella testa mille pensieri, ma stavolta mi voglio sforzare e fare silenzio.
Però due cose voglio dirle: c'è una curiosa, quanto inquietante, coincidenza. Il 28 aprile, data nella quale un ex fascista si appresta a governare Roma, nel 1945 veniva fucilato Benito Mussolini.
Nella via crucis dei tg ieri sera, notavo uno striscione tra i militanti di destra in festa, c'era scritto "Veltroni santo subito"...

ubik, per quanto mi riguarda, io mi dedicherò al punto 4 e anche al punto 1 (sostituendo solamente la Gazzetta con il Cor.Sport).

Anonimo ha detto...

@gianlu:
Naturalmente Rutelli non sarebbe stato assolutamente il mio candidato ideale, ma si sa in democrazia si vota il menopeggio e di là c'era "eia eia alemanno"!
Pur non essendo il mio candidato io l'ho votato lo stesso, ma circa sessantamila romani non hanno fatto altrettanto, dando il voto a Zingaretti (forse più presentabile anche per la poltrona ben più importante di sindaco) ma non a cicciorutelli.

fabio r. ha detto...

o.t. grazie a bacchus per avermi suggerito il dizionario on line web! molto utile per chi - come me - fa traduzioni ted-ita-ing..
Danke nochmals

dioniso ha detto...

Ma è un piacere Fabio!