sabato, marzo 10, 2012

Frittura come ammazzacaffè


Oggi finalmente, dopo un paio di decenni, ho provato anch'io l'ebbrezza delle proverbiali gesta - ma non di certo eguagliandole - di un mio caro amico.
Mi scusino i non-sabinofoni, ma questa cosa la devo dire in dialetto: me só magnatu 'n frittéllu dopp'o caffè.
Li ho cucinati per il pranzo con gli ospiti. Li abbiamo mangiati come antipasto. Poi abbiamo gustato le fettuccine di Zucchero, i suoi involtini con contorno di piselli e funghi, la mia mousse scientifica al cioccolato e il caffè.
Alla fine, dopo che i graditissimi ospiti ci avevano lasciato, ho cominciato a riordinare la tavola. E alla vista di quei fiori avanzati, con quella pastella decentemente riuscita, non ho saputo e non ho voluto resistere.

9 commenti:

francesca ha detto...

Quindi sarai passato dal fruttivendolo italiano...Ha ancora carciofi? Io e` un po che non ci vado...Frittelle di fiori di zucca le mangerei anche a colazione!
Francesca

dioniso ha detto...

Ciao Francesca. Eh sì! I carciofi ce l'ha ancora. Anche quelli piccoli da fare soprattutto sott'aceto. Ne aveva anche molti di quelli liguri spinosi. Io però ho comprato solo i fiori di zucchina e i.... Ecco, qui vorrei ricollegarmi al tuo ultimo post e ad un mio post di qualche anno fa: Capodanno solitario a frittélli e champagne e nevralgia posterpetica.
Noi nel Lazio li chiamiamo broccoletti. Quelle che porta Antonio sono le cime di rapa. In Campania si chiamano frierielli. Ma secondo te sono proprio la stessa cosa o sono varietà dello stesso ortaggio? No perché a me i broccoletti di mio padre paiono diversi dalle cime di rapa di Antonio. Quelli di mio padre sono più teneri e hanno poche cimette. Anche se il sapore è quasi lo stesso. Quelli che coltivi qui in Germania somigliano a quelli che porta Antonio o sono qualcos'altro?
Verrai venerdì alla prossima proiezione seguita da aperitivo con tammurriate?

francesca ha detto...

I miei sono questi
http://francesca-voglioviverecosi.blogspot.com/2009/12/salsiccie-e-friarielli.html
Sono quelli amari che che si coltivano in provincia di Napoli e mi ha dato i semi il mio papa` ...fin ora non sono riuscita a fare una buona produzione anche perche ` avrebbero bisogno di essere seguti un pochino di piu` mentre io li semino e poi spero di farci un contorno una sera....
Per venerdi` provo...il fatto di vivere fuori Heidelbeg limita molto i nostri spostamenti serali

dioniso ha detto...

Quelli amari! Buonissimi! Particolarmente adatti per essere fritti in pastella. Mio nonno ne riportava sempre tanti. Ma proprio l'ultima volta che sono stato giù mio padre mi ha detto che a causa dei pascoli abusivi di pecore quelli amari sono scomparsi nel suo terreno. Quindi se tu avessi un'eccedenza di semi accetterei volentieri il dono.

francesca ha detto...

Qui ho un po di semini che ti posso dare subito, se vado giu` a Napoli ne chiedo di piu` al mio papa`... scrivimi a tuorto@yahoo.com che ci troviamo.
Francesca

Crazy time ha detto...

me só magnatu 'n frittéllu dopp'o caffè.
:)))

dioniso ha detto...

:-) Immagino tu non abbia avuto problemi a capire. In reatino si direbbe in modo identico? Mi ricordo che quando andavo a scuola a Rieti e mi capitava di parlare in dialetto con il mio compagno compaesano i compagnucci reatini ci prendevano in giro :-)

Anonimo ha detto...

forse "dopu lu caffe'".
non so esattamente.
qualche U di differenza e una p in meno? :))

valescrive

dioniso ha detto...

Ah, quindi non conosci bene il reatino eh!? :-)
Però, da quello che ricordo dagli anni scolastici quello che scrivi mi suona bene.