È stata una piacevole intredima meneghina cominciata con la visione di "Viva la libertà".
Un capolavoro! - mi è venuto da dire a pelle subito dopo la proiezione. Servillo è un vero e proprio gigante. Il suo sorriso dopo il bacio mi ha ricordato quello di De Niro nella scena finale di "C'era una volta in America". Molto indovinata secondo me anche la scelta de "La forza del destino" come motivo conduttore. La pellicola fa riflettere, fa ridere e suscita molte emozioni. Diverse scene mi hanno causato il groppone. E più di una volta durante la proiezione ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a un pezzo d'arte tipicamente italiano. Impressione condivisa dalla nostra amica menegino-abbruzzese. Meriterebbe sicuramente un riconoscimento internazionale. In ogni caso spero che riusciremo a portarlo ad uno dei prossimi cineforum di Volare.
La parte culturale del viaggio è poi proseguita la sera con la visione del "Don Giovanni" di Filippo Timi. La rilettura moderna di Da Ponte si apre con un Don Giovanni che fuma, si buca e poi cade stremato su di un materasso a forma di croce. Il protagonista non è solo Don Giovani ma anche altri personaggi hanno una loro storia da raccontare. E queste altre storie riescono a emozionare, credo volutamente, più dello stesso protagonista. Come, ad esempio, la drammatica infanzia di Donna Anna e il toccante monologo di Zerlina. Divertenti il rapporto sado-maso tra Donna Anna e Don Ottavio e quello romano-coatto-macellaresco tra Zerlina e Masetto.
Spettacolo sicuramente bello, interessante e che consiglierei di vedere. Devo confessare però che mi sarei aspettato di vivere emozioni un po' più forti. Ma forse ciò è dovuto alle aspettative che mi ero costruito e forse anche all'idea di base dell'opera.
Per il resto abbiamo chiacchierato, mangiato e passeggiato.
Un capolavoro! - mi è venuto da dire a pelle subito dopo la proiezione. Servillo è un vero e proprio gigante. Il suo sorriso dopo il bacio mi ha ricordato quello di De Niro nella scena finale di "C'era una volta in America". Molto indovinata secondo me anche la scelta de "La forza del destino" come motivo conduttore. La pellicola fa riflettere, fa ridere e suscita molte emozioni. Diverse scene mi hanno causato il groppone. E più di una volta durante la proiezione ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a un pezzo d'arte tipicamente italiano. Impressione condivisa dalla nostra amica menegino-abbruzzese. Meriterebbe sicuramente un riconoscimento internazionale. In ogni caso spero che riusciremo a portarlo ad uno dei prossimi cineforum di Volare.
La parte culturale del viaggio è poi proseguita la sera con la visione del "Don Giovanni" di Filippo Timi. La rilettura moderna di Da Ponte si apre con un Don Giovanni che fuma, si buca e poi cade stremato su di un materasso a forma di croce. Il protagonista non è solo Don Giovani ma anche altri personaggi hanno una loro storia da raccontare. E queste altre storie riescono a emozionare, credo volutamente, più dello stesso protagonista. Come, ad esempio, la drammatica infanzia di Donna Anna e il toccante monologo di Zerlina. Divertenti il rapporto sado-maso tra Donna Anna e Don Ottavio e quello romano-coatto-macellaresco tra Zerlina e Masetto.
Spettacolo sicuramente bello, interessante e che consiglierei di vedere. Devo confessare però che mi sarei aspettato di vivere emozioni un po' più forti. Ma forse ciò è dovuto alle aspettative che mi ero costruito e forse anche all'idea di base dell'opera.
Per il resto abbiamo chiacchierato, mangiato e passeggiato.
1 commento:
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Francesca - eddai, mezzo capolavoro pure Don Giovanni... il cappottino a fiori e' geniale....
14 minutes ago · Like
Dioniso - Vabbè, vada per il mezzo capolavoro. Sì, il cappottino a fiori, ma ancor di più quello con le parrucche e quello con gli abiti, che, come ti dicevo mi hanno ricordato Il Profumo di Süskind.
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