Domenica scorsa, dopo la lunga prima prova finesettimanale, ho avuto un'interessante discussione con Zucchero e due amiche.
Si parlava di pronunce delle varie regioni e macro-regioni italiane. Alla fine una sintesi esemplificativa condivisa è stata: buona la pronuncia delle vocali (leggasi accenti) tra Roma e Toscana e non altrettanto buona la pronuncia delle consonanti (leggasi raddoppi (tubbo) e alterazioni (amisci)).
Poi mi è tornato in mente il discorso del raddoppio delle consonanti a inizio parola se precedute da certe vocali ma non ricordavo né regola né nome del fenomeno. Per cui la mia credibilità agli occhi delle amiche padane (che se mi leggeranno so che mi perdoneranno un tale epiteto :-) non era proprio massima. Tornato a casa dopo mezzanottela mia tigna il mio amore per la scienza linguistica mi ha spinto alla ricerca della benedetta regola e Santa Wikipedìa (notate l'accento) è intervenuta in mio aiuto. Indi per cui:
Raddoppiamento fonosintattico
"Il fenomeno è tipico del toscano e dell'italiano centro-meridionale, ma quasi totalmente assente al Nord. Poiché è regolare nei dialetti toscani e centrali, fa parte della pronuncia normativa (ortoepia) dell'italiano standard, tanto da essere insegnato nelle scuole di dizione, e rintracciabile nella grafia univerbata di diverse locuzioni fisse..."
Sulla pagina potrete trovare la lunga serie di regole. Ma ho anche trovato un bignamino del raddoppio:
"... dopo qualsiasi parola con un accento grafico (sarà vvero, più fforte, perché nno, partì ppresto); dopo le congiunzioni e, o, ma, se, e le preposizioni a, fra, su (e ppoi, se vvuoi, a ccasa, fra ppoco, su Mmarte); dopo i verbi monosillabi (ho ddetto, va bbene, sto mmale); dopo il numerale tre, il pronome tu e dopo che, congiunzione o pronome che sia (tre ccase, tu ddici, che ffortuna). Non provocano raddoppiamento le parole con più di una sillaba, tranne quelle accentate (quando parti, fare piano), gli articoli, le particelle pronominali e la preposizione di (la casa, lo vedo, di notte)."
Ah, come dicevo all'inizio, nel frattempo ho cominciato le prove con la mia orchestra. Per questa stagione c'è un programma pazzesco. Di solito suoniamo sempre tre pezzi e io già mi confondevo. Stavolta abbiamo 14 pezzi (mediamente più brevi ovviamente). Inoltre i miei due amici trombonisti, che spesso colmavano le mie lacune di comprendonio, hanno deciso di saltare questa stagione. Mi ritrovo quindi da solo a scartabellare in continuazione tra le mie partiture alla ricerca del pezzo perduto o mancante, a convertire mentalmente numeri e nomi di note, e a chiedere conferme al malcapitato vicino di sezione di turno. Comunque credo e spero che il risultato finale sarà un concerto leggero e godibile anche per un pubblico meno preparato. Infatti, oltre a Smetana, Mahler, Honegger e Villa-Lobos, dentro ci sono anche colonne sonore tipo Ben Hur e Harry Potter. D'altra parte due dei tre concerti li faremo per un pubblico di giovani scolari.
Si parlava di pronunce delle varie regioni e macro-regioni italiane. Alla fine una sintesi esemplificativa condivisa è stata: buona la pronuncia delle vocali (leggasi accenti) tra Roma e Toscana e non altrettanto buona la pronuncia delle consonanti (leggasi raddoppi (tubbo) e alterazioni (amisci)).
Poi mi è tornato in mente il discorso del raddoppio delle consonanti a inizio parola se precedute da certe vocali ma non ricordavo né regola né nome del fenomeno. Per cui la mia credibilità agli occhi delle amiche padane (che se mi leggeranno so che mi perdoneranno un tale epiteto :-) non era proprio massima. Tornato a casa dopo mezzanotte
Raddoppiamento fonosintattico
"Il fenomeno è tipico del toscano e dell'italiano centro-meridionale, ma quasi totalmente assente al Nord. Poiché è regolare nei dialetti toscani e centrali, fa parte della pronuncia normativa (ortoepia) dell'italiano standard, tanto da essere insegnato nelle scuole di dizione, e rintracciabile nella grafia univerbata di diverse locuzioni fisse..."
Sulla pagina potrete trovare la lunga serie di regole. Ma ho anche trovato un bignamino del raddoppio:
"... dopo qualsiasi parola con un accento grafico (sarà vvero, più fforte, perché nno, partì ppresto); dopo le congiunzioni e, o, ma, se, e le preposizioni a, fra, su (e ppoi, se vvuoi, a ccasa, fra ppoco, su Mmarte); dopo i verbi monosillabi (ho ddetto, va bbene, sto mmale); dopo il numerale tre, il pronome tu e dopo che, congiunzione o pronome che sia (tre ccase, tu ddici, che ffortuna). Non provocano raddoppiamento le parole con più di una sillaba, tranne quelle accentate (quando parti, fare piano), gli articoli, le particelle pronominali e la preposizione di (la casa, lo vedo, di notte)."
Ah, come dicevo all'inizio, nel frattempo ho cominciato le prove con la mia orchestra. Per questa stagione c'è un programma pazzesco. Di solito suoniamo sempre tre pezzi e io già mi confondevo. Stavolta abbiamo 14 pezzi (mediamente più brevi ovviamente). Inoltre i miei due amici trombonisti, che spesso colmavano le mie lacune di comprendonio, hanno deciso di saltare questa stagione. Mi ritrovo quindi da solo a scartabellare in continuazione tra le mie partiture alla ricerca del pezzo perduto o mancante, a convertire mentalmente numeri e nomi di note, e a chiedere conferme al malcapitato vicino di sezione di turno. Comunque credo e spero che il risultato finale sarà un concerto leggero e godibile anche per un pubblico meno preparato. Infatti, oltre a Smetana, Mahler, Honegger e Villa-Lobos, dentro ci sono anche colonne sonore tipo Ben Hur e Harry Potter. D'altra parte due dei tre concerti li faremo per un pubblico di giovani scolari.
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