Ho appena letto questa interessantissima analisi del discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden.
Il discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden « D I S . A M B . I G U A N D O
Fui contento quando Obama fu eletto ma questo discorso mi suscita un certo disagio attraverso gli echi di altre dichiarazioni di annoverazioni divine tra i propri tifosi.
«The cause of securing our country is not complete. But tonight, we are once again reminded that America can do whatever we set our mind to. That is the story of our history, whether it’s the pursuit of prosperity for our people, or the struggle for equality for all our citizens; our commitment to stand up for our values abroad, and our sacrifices to make the world a safer place.»
«Let us remember that we can do these things not just because of wealth or power, but because of who we are: one nation, under God, indivisible, with liberty and justice for all. Thank you. May God bless you. And may God bless the United States of America.»
Citazione dall'articolo di Giovanna Cosenza "Il discorso che Barack Obama ha pronunciato due notti fa per annunciare l’uccisione di Osama Bin Laden è perfetto nella sua semplicità, perché applica alcune regole elementari per la costruzione di storie che stanno alla base di molte fiabe antiche, regole che la semiotica e la narratologia esplicitarono fin dalla metà del secolo scorso. Sono le stesse, per intenderci, che si ritrovano in molti best seller e film statunitensi di successo. In questo tipo di narrativa il giovane Jon Favreau, direttore dello staff di speechwriting della White House, dà sempre il meglio di sé. Cercherò di evidenziare in breve la struttura fondamentale del discorso."
Il discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden « D I S . A M B . I G U A N D O
Fui contento quando Obama fu eletto ma questo discorso mi suscita un certo disagio attraverso gli echi di altre dichiarazioni di annoverazioni divine tra i propri tifosi.
«The cause of securing our country is not complete. But tonight, we are once again reminded that America can do whatever we set our mind to. That is the story of our history, whether it’s the pursuit of prosperity for our people, or the struggle for equality for all our citizens; our commitment to stand up for our values abroad, and our sacrifices to make the world a safer place.»
«Let us remember that we can do these things not just because of wealth or power, but because of who we are: one nation, under God, indivisible, with liberty and justice for all. Thank you. May God bless you. And may God bless the United States of America.»
Citazione dall'articolo di Giovanna Cosenza "Il discorso che Barack Obama ha pronunciato due notti fa per annunciare l’uccisione di Osama Bin Laden è perfetto nella sua semplicità, perché applica alcune regole elementari per la costruzione di storie che stanno alla base di molte fiabe antiche, regole che la semiotica e la narratologia esplicitarono fin dalla metà del secolo scorso. Sono le stesse, per intenderci, che si ritrovano in molti best seller e film statunitensi di successo. In questo tipo di narrativa il giovane Jon Favreau, direttore dello staff di speechwriting della White House, dà sempre il meglio di sé. Cercherò di evidenziare in breve la struttura fondamentale del discorso."
15 commenti:
io vorrei essere rappresentato di una capo di stato capaci: 1) di difendere la mia terra; 2) di difendere dai terroristi; 3) di limitare la violenza.
Bush che era un cretino ha scatenato una guerra senza fine, Obama ha usato 14 persone e ucciso poche altre comunque coinvolte. Cosa chiedere di più?
La metto giù dura, come ogni tanto mi capita: delle fumisterie tardo sinistre (ad esempio quelle che si leggono oggi su il manifesto -con tanto di citazione colta: Derrida-) non importa a nessuno, me compreso.
Proprio non capisco queste continui distinguo, spezzettamenti tutto fatto (almeno questa è l'impressione che ne ricevo) per un eccesso di zelo perchè si è smarrita la capacità di dire cosa è bene e cosa è male. Ma basta! In Italia festeggiamo la liberazione dal fascismo con l'immagine che ci accompagna del duce con la testa all'ingiù dopo essere stato fucilato. E non so te o gli altri, ma quando vedo i filmati d'epoca con le folle e i partigiani che corrono allegri e pazzi di gioia per le strade mi commuovo. Come mi sono commosso agli americani che hanno cantato l'inno e festeggaito a Grounf Zero. Il resto -mi dispiace- è fuffa!
io vorrei essere rappresentato di una capo di stato capaci: 1) di difendere la mia terra; 2) di difendere dai terroristi; 3) di limitare la violenza.
Bush che era un cretino ha scatenato una guerra senza fine, Obama ha usato 14 persone e ucciso poche altre comunque coinvolte. Cosa chiedere di più?
La metto giù dura, come ogni tanto mi capita: delle fumisterie tardo sinistre (ad esempio quelle che si leggono oggi su il manifesto -con tanto di citazione colta: Derrida-) non importa a nessuno, me compreso.
Proprio non capisco queste continui distinguo, spezzettamenti tutto fatto (almeno questa è l'impressione che ne ricevo) per un eccesso di zelo perchè si è smarrita la capacità di dire cosa è bene e cosa è male. Ma basta! In Italia festeggiamo la liberazione dal fascismo con l'immagine che ci accompagna del duce con la testa all'ingiù dopo essere stato fucilato. E non so te o gli altri, ma quando vedo i filmati d'epoca con le folle e i partigiani che corrono allegri e pazzi di gioia per le strade mi commuovo. Come mi sono commosso agli americani che hanno cantato l'inno e festeggaito a Grounf Zero. Il resto -mi dispiace- è fuffa!
Caro ubik, ognuno la pensa come vuole ovviamente.
Personalmente questi discorsi, indipendentemente da chi li faccia, mi mettono molto a disagio; specialmente quando si tirano in ballo le divinità che stanno dalla parte nostra e quando si evocano doti di onnipotenza.
Tanto per essere chiari ubik, mi pare che tu abbia un po' travisato il senso dei due post trovandoci cose che né io né tanto meno la Cosenza abbiamo scritto. Nei due post non troverai nessun giudizio relativamente alla morte di Bin Laden. I giudizi riguardano solamente il discorso di Obama. Per quanto riguarda la morte di Bin Laden non mi sono espresso e non mi esprimerò in quanto non so bene come giudicarla. Comunque anche quelle folle che esultano, sia le partigiane che le americane, non mi esaltano.
1° parte.
Tutt'altro. Correggo solo la "felicità" della morte di Osama con un più pacato nè contento ma neanche dispiaciuto. Ho scritto quello che ho scritto per un paio di motivi molto semplici: 1) la notizia era l'uccisione di bin Laden 2) mi ero lasciato incuriosire dal post che proponevi e che prendeva tra le tante cose un elemento francamente inessenziale: l'analisi del breve discorso di Obama. La Cosenza spezzettando il discorso e (l'ho riletto per sicurezza) facendo finta di analizzarlo, in realtà infila un rimando "colto" e niente più se nono una superficiale considerazione sul tipo di narrazione fiabesca. Ammetto solo l'errore di aver tratto una conclusione, ma rimane forte la sensazione che la pignoleria era un pò (ri)cercata e inutile (ovviamente ciascuno fa e scrive quello che vuole, ripeto mi sono fatto incuriosire -non succederà in futuro, però prevede anche delle critiche) ed è un metodo un pò "di moda" in alcuni che con sottigliezza osservano, stimano, analizzano ed è il loro modo per esprimere critiche o dissensi. Mi dispiace, ma confermo la sensazione avuta con il post recente: "emozioni in chiaroscuro dopo la morte di bin Laden": apparentemente neutro esprime ad una attenta lettura quello che pensa la sua autrice e la cosa che mi ha irritato è che per dirlo "trucca" il discorso con toni "neutri" e analitici, ma poco significativi. Mi è sembrata la tipica risposta fumosa e anche ambigua: non aggiunge nulla per chi legge perchè troppo eccentrico il tema scelto rispetto alla notizia importante e centrale, anche storica. E sono iper-sensibile alle pignolerie da salotto.
2° parte. L'altra cosa riguarda le parole a corredo sul tuo post rispetto al richiamo "divino" che suscita disagio. Davvero non capisco come ti sfugga che Obama è un presidente laico e come tutti i presidenti americani ha giurato sulla Bibbia e chiude i discorsi con il "God Bless America" come fanno tutti i presidenti e però non mi sembra che questo abbia compromesso la laicità di un paese dove ognuno esprime il suo modo di essere: dagli antiabortisti ai libertari individualisti, dai creazionisti ai radicali. O per meglio dire non capisco come ti sfugga che ogni paese si fonda su tradizioni e retroterra culturali; di come ogni nazione traduce i suoi miti fondativi con parole, gesti simbologia e per questo non essere arretrati culturalmente e anzi esprimere un modo di essere democratico invidiabile (e se ci pensi noi italiani che non abbiamo grandi riti e non possediamo un religione civile, dei miti condivisi siamo un paese debole e diviso oltre che clericale). Non so, ma ogni volta che un presidente americano (Obama o Clinton, Reagan e altri -Bush è a parte) cita o giura sulla Bibbia non suscita dissensi e rifiuti, tantomeno danneggia nessuno. E' il carattere di quella nazione (che ovviamente non conosco, ma posso considerarmi mediamente informato e sufficientemente curioso da approfondire) e le citazioni (per tornare alla Cosenza) da "besteller" o da "film statunitensi" in realtà provengono da più lontano e precisamente da Lincon, Jefferson che vengono definiti da Howard Zinn (grande storico e autore di un bellissimo libro sulla storia degli Stati Uniti d'America vista dalla parte delle persone comuni) come populisti e che in negli USA non hanno l'accezione negativa che vale per noi italiani (a conferma che tradizioni e storia fanno un paese e dando valore e peso diverso allo stesso concetto) e che anzi potremmo tradurre come popolari.
3° parte. E' il carattere di quella nazione (che ovviamente non conosco, ma posso considerarmi mediamente informato e sufficientemente curioso da approfondire) e le citazioni (per tornare alla Cosenza) da "besteller" o da "film statunitensi" in realtà provengono da più lontano e precisamente da Lincon, Jefferson che vengono definiti da Howard Zinn (grande storico e autore di un bellissimo libro sulla storia degli Stati Uniti d'America vista dalla parte delle persone comuni) come populisti e che in negli USA non hanno l'accezione negativa che vale per noi italiani (a conferma che tradizioni e storia fanno un paese e dando valore e peso diverso allo stesso concetto) e che anzi potremmo tradurre come popolari. Quindi sarà irritante per qualche italiano che rilegge in funzione italiana senza dare un contesto nazionale. Un populismo ad esempio spiegato molto bene da Alessandro Portelli in libri di qualche anno fa e che spiegano bene da dove vengono i Bob Dylan, i Pete Seeger e i Bruce Springsteen: quando Obama accenna, nel suo discorso alla sedia vuota, al padre mancato in realtà si esprime come si esprimerebbe ogni americano e sentendosi il presidente di ogni americano non potrebbe esprimersi diversamente. Una volta saputo questo non c'è molto dda aggiungere sul discorso di Obama nè sui riferimenti "divini". Mi sembrano gli elementi meno essenziali a tutta la vicenda. Comunque ho fatto alcuni fioretti e uno di questi è la promessa di non infilarmi in commenti e discussioni di questo genere. Riguardo i festeggiamenti li trovo comprensibili e se non i entusiasmano almeno mi commuovono. Ti abbraccio e a presto
È tornato l'Ubbikketto logorroico e infrangitore di fioretti che mi mancava! :-)
Allora, come scrivevo, non era e non è mia intenzione stare a disquisire sui sentimenti che mi ha suscitato la morte di Bin Laden. Né stabilire la gradazione gioa/dispiacere provocatami dall'evento.
Per quanto riguarda l'osservazione su quello che ho scritto io (disagio divinità, ecc.) forse è vero quello che dici tu, ma la cosa non lenisce il mio disagio. Certo, forse non è una caratteristica di questo particolare discorso. Forse la cosa vale per quasi ogni discorso di ogni presidente degli USA. Ma forse ancora più disagio me lo provoca una frase come "America can do whatever we set our mind to" e questa invece avrebbe potuto risparmiarsela.
Per quanto riguarda le approfondite osservazioni su quello che ha scritto la Cosenza, io non sono un esperto di semiotica e narratologia. Lei lo è. Ti consiglio di discuterne direttamente con lei sul suo blog. Sarà ben lieta di rispondere alle tue obiezioni.
Se lo fai fammi sapere. Leggerò sicuramente l'interessante discussione.
Un abbraccio
e sì, il nostro ubik è proprio un "infrangitore di fioretti"...
;-D
sembra una frase di Vulvia di Rieducational Channel, tipo "spingitori di cavalieri!"
:-)
Brao! Era proprio il mio modello :-)
A proposito, ma sabato ci sarete pure voi?
Sì,
:-)
questo però é uso privato del mezzo... privato!
;-)
ciao, a domani allora.
Sempre che oggi il volo parta.
... enon dimenticatevi che il 2012 e' alle porte, e il nostro (da me amato) presidente vuole essere rieletto. Non lo dico con cinismo, ma e' la realta'. Qui ci sono milioni di cristiani di diverse denominazioni che hanno il potere di cambiare i risultati di un'elezione.
God Bless America e il Pledge of Allegiance sono parte della quotidianita' degli americani cosi' come in Italia lo e' fare gli acquisti al mercato. E' la normalita', il Pledge viene recitato prima delle lezioni a scuola, prima di meeting in varie situazioni... in questo forse gli americani si dimostrano piu' "sempliciotti" degli italiani, che con scetticismo disdegnano i discorsi sull'essere uniti e patrioti (eccetto quest'anno, da quello che ho visto sui vari blog). La differenza e' che gli americani ancora ci credono, e gli italiani a parte i vari Mazzini e Cavour, non ci hanno mai creduto veramente. Il motto degli italiani potrebbe benissimo essere "God bless myself, screw the others"... :)
"God bless myself, screw the others"... :-)) Hai ragione!! :-)
Sì, a volte noi siamo forse troppo cinici. Però pure questo riferimento alla divinità ad ogni pié sospinto mi mette molto a disagio.
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