domenica, settembre 02, 2012

Cilento: Acciaroli, Novi Velia e Padula

Siamo giunti ad Acciaroli dopo un viaggio di circa 250 km con suoceri e nipotello. Rimarremo una settimana, ma il portabagagli è stipatissimo. E non solo il portabagagli. C'è mancato poco che non mi ritrovassi qualche pacco di pasta tra l'acceleratore e il freno. Pomodori, zucchine, patate, caffè, zucchero, crostate... e.... limoni. Giustamente! Uno va a sud di Amalfi e che fa!? Non si porta i limoni!? Probabilmente qundo Totò e Peppino andarono a Milano avevano meno scorte di noi. Purtroppo a noi mancavano i polli vivi. Penso che il nipotello avrebbe apprezzato molto un viaggio con le coccò.

Durante la permanenza balneare l'amore del nipotello per gli zii e in particolare per il pbone verde dello zio Babbu è cresciuto a dismisura. Il primo giorno non si voleva staccare dalla culisse. Pianti disperati quando ho dovuto togliergliela. Il giorno dopo l'ha vista sul mobile e gliel'ho data a patto che non la sbattesse. Visto che si è mostrato coscienzioso lo zio Babbu l'ha premiato montandogli pure la campana e il bocchino e spiegandogli che per suonare doveva fare una pernacchia senza la lingua ma solo con le labbra. E magicamente il nipotello è riuscito a far suonare il pBone. Ha intrattenuto tutta la famiglia. Chiama mamma! Chiama nonna! E poi ha voluto pure duettare con lo zio: "Zio Babbu, pendi l'oganetto". Ho foto e video che sarei molto tentato di condividere ma purtroppo non si può. Alla fine ho imparato pure come farlo smettere senza grossi traumi. E ora per ricattarlo ho l'arma del pBone: guarda che se non mi ascolti il trombone non te lo faccio più suonare. Prevedo un nuovo J.J. Johnson.

L'ultimo giorno di agosto siamo andati in questo bel paesino di alta collina che è Novi Velia. Leggendo il quotidiano del Cilento "La città" avevo infatti scoperto che a Novi Velia avrebbe ospitato il Festival Antichi Suoni.


Non avevo mai visto una tale quantità di bancarelle di artigiani di cose ballo-popolaresche. Organetti, castagnette, zampogne, ciaramelle, tammorre, tamburelli, triccheballacche... E ovviamente non potevamo non acquistare un bel paio di castagnette.
Poi ci è scappata pure un'abballatina nell'affollatissima piazza. Tra l'altro ho scoperto cose interessanti su questa zona.
Sembrerebbe che questo festival celebri "gli antichi raduni di tanti pellegrini, provenienti dalle regioni vicine, che facevano tappa a Novi Velia, per raggiungere poi il Santuario della Madonna di Novi Velia, posto sulla vetta del Monte Gelbison, 1707 m. slm, antico luogo di culto, la cui origine si perde nella notte dei secoli."
Strano toponimo per un monte italiano, eh!?... A meno che... 
"Il Santuario della Madonna del Monte si trova sulla cima del Monte Gelbison, sul luogo di un antico insediamento sacro pagano. Probabilmente gli Enotri eressero un tempio ad una loro divinità, in seguito identificata con Era. Quasi certamente il sito fu conosciuto al tempo dei Saraceni: infatti Gelbison sembra derivare da Gebel-el-son, che in arabo significa Monte dell'Idolo."
C'erano anche bambini che suonavano. La ragazzina all'organetto era bravissima. E ce n'era un altro ancora più piccolo che batteva un ritmo di pizzica fenomenale.
Ovviamente c'era anche sovrabbondanza di specialità gastronomiche locali: mozzarella con mirto, prosciutti, salsicce al finochietto, pizze con friarielli (i nostri broccoletti), vino e percoche, fichi, dolci...

...e cose dietetiche come "melanzane mbuttute", panino cu' suffritto, e fritture varie.
Ieri infine abbiamo visitato la bellissima Certosa di Padula







Purtroppo non ho il programma per ruotarla. Quindi, per apprezzare appieno il fascino di questa strabiliante scala a chiocciola, dovrete ruotarvela voi.

Al ritorno dalla Certosa siamo ripassati per Novi Velia dove abbiamo partecipato al laboratorio di tammurriata della bravissima Raffaella Coppola nella chiesa sconsacrata il cui soffitto vedete nella foto.
Sono state tre ore dense di apprendimento ballo-popolaresco e non solo di nozioni tecniche, ma anche di filosofia e valori correlati ad esso.

2 commenti:

ziomassimo ha detto...

"Quindi, per apprezzare appieno il fascio..." credo che tu volessi intendere "il fascino" :-)
PS conosco quei paraggi, la Certosa ed in particolare Scario, dove parecchi anni fa passammo due settimane indimenticabili.

dioniso ha detto...

Grazie, ho corretto.