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sabato, agosto 22, 2015

Marmellata di more 2015 - 2016

Secondo tradizione inaugurata nel 2010 anche quest'anno abbiamo prodotto i nostri vasetti di marmellata di more. E, per la seconda volta, siamo andati nel posto delle more di mia zia che è la depositaria di varie conoscenze boschivo-micotico-gastronomiche. Quest'anno la concentrazione di more, vicino a quel fontanile di abbeverazione per le vacche maremmane della zona, non era così alta come lo scorso anno. Ma, impiegando poco più di due ore, con l'aiuto della gentile zia, il 18 agosto abbiamo colto 3,8 Kg circa: esattamente come lo scorso anno.
Per trasformarle in marmellata abbiamo usato la stessa procedura di quattro anni fa ma con una nuova tecnica rivoluzionaria che ci ha consentito di ridurre enormemente i tempi di eliminazione dei semini: l'uso del passapomodoro elettrico.
Come lo scorso anno abbiamo ottenuto 2,8 Kg circa di passato di more perdendo circa il 25% della quantità totale. Abbiamo aggiunto 1,5 Kg di zucchero (cioè il 53% invece del consigliato 50%).
E dopo l'ebollizione necessaria (un'ora scarsa) abbiamo riempito sette barattoli da 400 g, spingendoci dentro circa 450 g di marmellata, più un barattolo piccolo: 3,3 Kg circa.
Note per il prossimo anno
Non dimenticare i seguenti utilissimi strumenti: guanti di tessuto nero (ancor meglio guanti di pelle vecchi), uncini e forbici da potatura. Oppure comprare le apposite forbici con prolunga. Per eliminare i semini usare filtro più fine del passapomodoro.

Nel 2016 abbiamo colto 3,4 Kg circa e abbiamo ottenuto 1,4 Kg circa di passato di more. Abbiamo aggiunto 0,7 Kg di zucchero (cioè il 50% invece del consigliato 50%)

giovedì, agosto 28, 2014

Marmellata di more 2014

Secondo tradizione inaugurata nel 2010 anche quest'anno abbiamo prodotto i nostri vasetti di marmellata di more. Ma, per la prima volta, abbiamo cambiato posto spostandoci di pochi chilometri e sconfinando nel territorio di in un altro comune. Quello dove abita mia zia che, dallo scorso anno, ci ripete: il prossimo anno venite con me. Ed, effettivamente, la concentrazione di more, vicino a quel fontanile di abbeverazione per le vacche maremmane della zona, era molto più alta. Il che ci ha consentito di cogliere tre chili e ottocento grammi in un'ora e mezza circa con l'aiuto della gentile zia.

Per trasformarle in marmellata abbiamo usato la stessa procedura di tre anni fa. Dopo averle lavate, fatte appassire e aver eliminato i semini, abbiamo ottenuto 2,8 Kg di passato di more. Abbiamo aggiunto 1,6 Kg di zucchero (cioè il 57% ma la prossima volta proverei con il 50%)
e dopo l'ebollizione necessaria (più di un'ora quest'anno ma un po' meno sarebbe stato meglio: è venuta troppo solida) abbiamo ottenuto ..... tre chili e settecento grammi circa di marmellata.
Note per il prossimo anno
Non dimenticare i seguenti utilissimi strumenti: guanti di tessuto nero (ancor meglio guanti di pelle vecchi), uncini e forbici da potatura. Oppure comprare le apposite forbici con prolunga. Per eliminare i semini usare filtro più fine. Tu sai dov'è, tu sai com'è, tu sai perché. Oppure comprare passaverdura elettrico.
Aggiungo le foto di qualche giorno fa. Un acquazzone improvviso ci ha regalato la meraviglia di questo arcobaleno doppio che incorniciava fiabescamente il mio paese natìo. Non avevo mai visto un arcobaleno di una tale bellezza e intensità cromatica.


martedì, dicembre 24, 2013

Cinghiali e boschi

Fettuccine materne al ragù di cinghiale
e passeggiate montane con uno o due amici possono a volte riconciliare un po' con il mondo anche in momenti difficili.

Buon Natale!







martedì, agosto 27, 2013

Marmellata di more 2013

Dopo la pausa dello scorso anno, causa grossa penuria di more, quest'anno, per la precisione una settimana fa, siamo riusciti a cogliere due chili e seicento grammi di more in due sessioni: mattutina e pomeridiana.

Per trasformarle in marmellata abbiamo usato la stessa procedura di due anni fa. Dopo averle lavate, fatte appassire ed aver eliminato i semini, abbiamo ottenuto 1,67 Kg di passato di more. Abbiamo aggiunto 1 Kg di zucchero (meno del 60% contro il 65% di due anni fa)

e dopo l'ebollizione necessaria (meno di un'ora quest'anno) abbiamo ottenuto due chili e mezzo circa di marmellata.

Note per il prossimo anno
Non dimenticare i seguenti utilissimi strumenti: guanti da piluccatura di tessuto nero, uncini e forbici da potatura. Per eliminare i semini usare filtro più fine. Tu sai dov'è, tu sai com'è, tu sai perché.

giovedì, agosto 23, 2012

Escursione sui Monti Lucretili

Stamane siamo partiti alle 8:30. (Lo so, saremmo dovuti partire prima. Me l'ha detto pure l'amico pastore organettista che abbiamo incontrato riscendendo. Ma la vacanza è vacanza.) L'obiettivo era Cima Coppi (1211 m). Ma strada facendo la mia memoria ha fallito (considerate che saranno 15 anni che non frequento questi boschi) e abbiamo mancato l'obiettivo proseguendo, proseguendo, proseguendo. Man mano che proseguivamo mi tornavano in mente i luoghi e le storie, ma mi mancavano i nomi dei luoghi. Fortunatamente l'amico pastore ha poi fornito una stampella ai miei recalcitranti neuroni. Mi son così ricordato dell'"Ara du puzzu" e della storia del commercio di ghiaccio da neve che veniva ammassato dentro le fosse nel periodo invernale e trasportato, presumibilmente poco prima del disgelo, verso Roma dove veniva probabilmente conservato in grotte di ville nobiliari ed utilizzato per i sollazzi dei signori. Mi sono anche ricordato delle fenditure carsiche (che non ho ritrovato) e dei lagustelli di Percile. E mi sono ricordato anche de "u Ripar' 'ell'aquila" con il suo panorama spettacolare reso spesso più interessante dal volteggiare di un'aquila. Purtroppo di aquile non ne abbiamo avvistate. Mi sono chiesto se fosse a causa del caldo, o per coincidenza. Oppure se fosse a causa dei miei ricordi fallaci che mi facevano riaffiorare gli avvistamenti frequenti del passato. Poi l'amico mi ha anche ricordato il nome della valle del fontanile al centro del prato punteggiato come sempre da vacche maremmane. Era forse valle sambucu? Un altro amico mi ha detto che "u Ripar' 'ell'aquila" è in realtà un nome moderno. Il vero nome di quel punto panoramico è "a sforcatura d'i piani"
Alla fine siamo arrivati alle pendici del Monte Pellecchia. A quaranta minuti dalla vetta. Ma si era fatto un po' tardi e abbiamo desistito.
Al ritorno poi mi sono pure ricordato che il nostro obiettivo, la Cima Coppi, era quella alla sinistra de u Ripar' 'ell'aquila. Ci siamo così avventurati nella scalatina raggiungendo la cima più bassa.
Complessivamente ci siamo fatti 11 km in poco più di tre ore. Giunti a casa, per non deludere la genitrice, ci siamo visti costretti a consumare un piatto di fettuccine fatte in casa con asparagi selvatici e "spinaróli" (un ottimo fungo locale), porchetta e fichi di mio padre. Eh sì, è stata dura. Per fortuna il 9 settembre rivalicheremo le Alpi verso nord.

mercoledì, settembre 07, 2011

Marmellata di more 2011

Come lo scorso anno, ieri Zucchero ed io siamo andati a cogliere le more all'interno del Parco dei Monti Lucretili. Non distanti da "u Passionnaru". Quest'anno le nere bacche erano poche, piccole e bruciate dal sole. Per trovarne di decenti abbiamo dovuto sfrascare con le forbici da potatura. Dopo due ore e mezza, vari graffi, perforazioni epidermiche e imprecazioni, il nostro raccolto è stato di solo un chilo e duecento grammi. Lo scorso anno per un chilo e mezzo di more avevamo impiegato  poco più di un'ora. Sarà anche la vecchiaia che avanza?

Per la "marmellatificazione" abbiamo usato la stessa procedura dello scorso anno. L'unica differenza è stata la minore quantità di zucchero. Dopo averle lavate, fatte appassire ed aver eliminato i semini, abbiamo ottenuto 740 g di passato di more. Abbiamo aggiunto 480 g (65% contro il 72% dello scorso anno) di zucchero e dopo l'ebollizione necessaria (solo mezz'ora quest'anno) abbiamo ottenuto 1020 g marmellata. La prossima volta forse proveremo con il 60% di zucchero.

Bilancio: due ore e mezza per la raccolta più due ore e mezza per la preparazione per produrre circa un chilo di marmellata. Applicando una tariffa di 10 € l'ora, se dovessimo venderlo quel chilo di marmellata costerebbe 100 €. Qualche offerente?

Nota per il prossimo anno
Non dimenticare seguenti utilissimi strumenti: guanti da lavoro di tessuto e forbici da potatura.

domenica, settembre 26, 2010

Amanita muscaria

Oltre ad una dozzina di castagne la mia camminata silvana odierna mi ha anche regalato l'avvistamento di questo bell'esemplare di Amanita muscaria.

"La consumazione di questo fungo causa l'insorgenza della sindrome psilocibinica e psicotropa. Questa sindrome è caratterizzata da manifestazioni quali: disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida."

Chissà, magari assunta dalle persone giuste potrebbe essere la risoluzioni di alcuni dei nostri mali partii.

domenica, agosto 22, 2010

Marmellata more

Stamane verso le 11 Zucchero ed io siamo andati a cogliere le more all'interno del Parco dei Monti Lucretili. Non distanti da "u Passionnaru". Ne abbiamo raccolte un chilo e mezzo in poco più di un'ora.


Dopo averle lavate siamo partiti con il processo per trasformarle in marmellata sotto la consulenza di mia madre; la quale, insieme a mio padre, ha affinato negli anni un'ottima tecnica.
Abbiamo cominciato lasciando appassire le more a fuoco lento per mezzora circa.

Zucchero ha quindi eliminato i fastidiosissimi semini usando un passaverdure. Il passato di more, 1,1 Kg, è stato quindi trasferito in una pentola più piccola insieme a 800 g di zucchero. Mentre i semini sono stati usati da mia madre per produrre sciroppo di mora.

Verso la fine dell'abbondante ora di ebollizione i barattolini e i rispettivi coperchi sono stati immersi in acqua bollente.





Dopo la prova cottura mediante piattino inclinato i barattolini sono stati singolarmente prelevati, immediatamente riempiti con la marmellata ancora in ebollizione e chiusi all'istante dalle dionisiache mani alias morse.
Il procedimento dovrebbe garantire una sterilizzazione con conseguente lunga conservazione.

Risultato finale verso le 15: sei barattolini da 200 g più una tazza per l'assaggio al quale mi sono dovuto mio malgrado sottomettere: un pezzetto di terra natìa per allietare le nostre colazioni teutoniche autunnali.
Forse prossimamente proveremo anche a cimentarci con la pectina fatta in casa.

venerdì, agosto 06, 2010

Rivelazione esistenziale: ci sono le lucciole anche in Germania

Già immagino i sorrisi ironici e il pensiero suscitato dal titolo: bella scoperta!
No, parlo dell'insetto. Quello della foto qui sotto.

Conoscevo già il suo nome quasi impronunciabile: Glühwürmchen (letteralmente vermicello ardente, espressione che alle orecchie di un romano potrebbe risultare un po' ambigua). Ritenevo tuttavia che l'esistenza dell'animaletto in queste lande teutoniche fosse confinata ai libri di fiabe.
Un paio di settimane fa invece, ridiscendendo le colline heidelberghensi all'imbrunire, dopo una cena con amici al Bierhelderhof, le abbiamo viste. Dopo 11 anni! Per la prima volta.
La discesa si è protratta abbondantemente dopo l'imbrunire. E i simpatici insettini ci hanno accompagnato per quasi tutto il percorso. Mi sembrava di esser tornato ad una di quelle serate estive della mia infanzia.
Lo scenario mi ha suscitato due pensieri. Il primo è che forse non le avevo mai viste perché era la prima volta che attraversavo i boschi teutonici all'imbrunire di una serata quasi mediterranea di mezza estate. Il secondo è che se sono ancora vive e vegete persino qui allora Pasolini si era sbagliato.

lunedì, settembre 28, 2009

Weinheim

Nonostante i soli 15 Km che ci separano dalla cittadina della Bergstraße non avevamo mai visitato Weinheim. La città ci ha fatto una buona impressione. È sicuramente un'ottima meta per una gitarella domenicale con ospiti. L'abbiamo aggiunta nella nostra lista.

Dopo un veloce attraversamento del centro storico raggiungiamo l'Exotenwald. È questa l'unica attrazione turistica che riusciamo a visitare. D'altra parte l'obiettivo della giornata era proprio una camminata silvana di una decina di chilometri.

Ad avviare le piantagioni esotiche dell'Exotenwald fu Christian Freiherr von Berckheim (1817–1889), Großhofmeister a Karlsruhe. Tra il 1872 e il 1883 Christian von Berckheim piantò 12494 alberi su di una superficie si 36 ettari. Circa 1460 di questi alberi erano sequoie.
A causa del clima il catalogo originale che contava 150 specie si è ridotto a circa 50 specie.
Tra le altre specie che hanno resistito c'è anche la Sequoiadendron giganteum che potete ammirare nella fotografia.

lunedì, febbraio 09, 2009

Una fine settimana a Triberg

Nella fine settima ci siamo concessi un viaggetto a Triberg. Città della Foresta Nera conosciuta per motivi non turistici.
Abbiamo pernottato da Pfaff. Il nostro amato ristorante (1, 2, 3) che ci ha visto per la prima volta ospiti dell'albergo.
La cittadina era leggermente innevata.
Dopo l'abbondante colazione con annessa preparazione di panini per il pranzo ci siamo incamminati verso il bosco lungo uno dei percorsi che battevo durante le mie riabilitazioni.
Eravamo un po' dubbiosi relativamente all'accessibilità e la pericolosità dei sentieri.
Effettivamente erano tutti totalmente ricoperti di neve ghiacciata. Siamo stati costretti a camminare ai bordi dei sentieri.
Ad un certo punto ha anche cominciato a nevicare.
Nonostante le insidie di percorso e meteorologiche la salita è stata piacevole...

e siamo riusciti a raggiungere l'altipiano che si trova intorno ai 900 m slm.

Continuiamo il cammino.


Dopo un breve tratto di strada asfaltata ci riaddentriamo nel bosco più innevato del precedente e continuiamo per i saliscendi dell'altipiano.

Riprendiamo quindi la discesa.

Dopo la lunga discesa rientriamo a Triberg e con una certa sorpresa (bè, veramente c'era da aspettarselo, viste le temperature delle scorse settimane) troviamo il laghetto ghiacciato.
Mi sono divertito come un matto a vedere le anatre che scivolavano per rincorrere i pezzetti di pane che distribuivamo loro.

Immagino che lo spessore di ghiaccio consentisse anche la pattinata.

Lasciato il laghetto riprendiamo la discesa fino alla nostra pensione.
Alla fine della camminata il mio contapassi conta 14,5 Km.
Dopo una bella fetta di Schwarzwälder Kirschtorte ci concediamo un lungo e meritato riposo.

Non poteva mancare una visita notturna alle cascate prima di cena.

Dulcis in fundo.... la nostra amata trota della foresta nera con patate duchessa (Forelle Gasthof-art).

Il sabato notte la nevicatina è continuata a tratti e la domenica Triberg era lievemente imbiancata.

giovedì, agosto 28, 2008

Dolomiti 5: Fanes

Oggi, 26 giugno 2008, siamo diretti verso l'altipiano di Fanes, all'interno del Parco naturale Fanes - Sennes e Braies. Lo raggiungiamo da sud salendo da Pederü.
L'altipiano è circondato da cime che raggiungono anche quota 3.000. I panorami e gli scenari sono forse i più belli tra quelli visti finora.

La camminata è lunga ma non difficile. Le bimbe non hanno grossi problemi.

Dopo più di un'ora di salita raggiungiamo l'altipiano. Il paesaggio cambia. Ora è punteggiato da piccole rocce e cespugli di conifere. Scorgiamo in lontananza lago...

Ghiaioni

Queste pareti stratificate attraggono il mio occhio.





Raggiungiamo lago.... non ricordo più il nome.

Il terreno è pieno di piccole fenditure carsiche.

Ci reincamminiamo.