martedì, settembre 16, 2008

Crimea (Крим) 4: le nozze civili

Venerdì 5 settembre

Siamo preparati ad una lunga giornata. Max avrebbe voluto la sola cerimonia civile e Olga avrebbe voluto solo quella religiosa. Alla fine hanno tagliato la testa al toro decidendo per la doppia celebrazione.

Zucchero ed io siamo già svegli prima delle otto. Purtroppo pare che in Crimea non ci sia la possibilità di consumare una colazione prima delle dieci. Tutti i caffè e locali affini aprono alle dieci. Rimangono i chioschetti del lungomare che paiono non avere orari; ma lì al massimo si può prendere un gelato e non il mio amato latte e caffè.
In albergo sono disposti a concederci un'eccezione, ma solo per il primo giorno. La divenenda sposa gli ha spiegato che il giorno delle nozze dovremo stare fino alle 18:30 senza pasti.

Zucchero ed io usciamo verso le 8 e percorriamo i tre Km circa del lungo mare. Io mi vedo costretto a tranquillizzare il mio stomaco con un gelatino.

Tornando dalla camminata questa vecchietta, che vende strani frutti verdi e spezie mentre legge un libro, cattura la nostra attenzione.

L'appuntamento con l'altro nostro amico/vicino Claude e con la coppia tedesca che risiede nel nostro stesso albergo è per le 11 sulla piazza del teatro.

Aspettiamo per un po' anche gli altri, ma visto che non si vedono prendiamo un taxi. Fortunatamente l'uomo della coppia tedesca parla il russo.

Dopo cinque minuti siamo già davanti all'ufficio.

Arrivano altri invitati. Pare che la tradizione preveda il dono di un mazzo di fiori alla sposa. Noi ne siamo sprovvisti.

Finalmente a mezzogiorno arrivano gli sposi.

Un'altra tradizione locale prevede che prima della celebrazione lo sposo debba stare in una stanza con soli uomini e la sposa in una stanza con sole donne.

Siamo tutti pronti!

Si entra nella sala.

Ho subito l'impressione che il livello di ritualità e cerimoniosità della celebrazione civile sia maggiore rispetto a quello di un rito civile italiano.

Gli sposi si dovranno disporre su questa specie di scialle sia qui che in chiesa.
Ho l'impressione che la maggiore ritualità della celebrazione civile sia dovuta al fatto che ai tempi dell'Unione Sovietica si doveva cercare in qualche modo di rimpiazzare i riti e le cerimonie religiose senza però perdere troppo della teatralità dell'evento.

Firme.

Brindisi.

Ballo.

Foto con la fontana.

lunedì, settembre 15, 2008

Crimea (Крим) 3: sistemazione e cena prematrimoniale

Il nostro amico/vicino di casa e futuro sposo Maxym viene a prenderci all'aeroporto di Simferopoli con un piccolo autobus. Dobbiamo raggiungere Eupatòria o Yevpatòria (Евпатория) che dista 75 Km.
Durante quell'ora di viaggio abbiamo il primo incontro con lo stile di guida crimeo di cui riparlerò.

Giunti a Yevpatoria raggiungiamo l'ostello Sherlok (ШЭPЛOK) dove risiederanno i nostri giovani compagni di viaggio e che rimarrà il punto di riferimento della compagnia.

I nostri amici/vicini di casa/futuri sposi, oltre ad averci prenotato le stanze, ci hanno anche organizzato molti altri eventi. Il primo è questa cena prematrimoniale.
Ci portano delle insalate come antipasto e come piatto principale una fettina panata fritta nello strutto ed affogata nel formaggio fuso (apporto calorico vicino alle 4000 Kcal) con delle patate.
Capito vicino a Oli e Ingrid: una coppia di signori tedeschi di età probabilmente vicina ai 70. Penso che una coppia di settantenni italiani come Oli e Ingrid sia molto improbabile. Almeno io non ne conosco.
Oli e Ingrid frequentano la Crimea dai primi anni '90 quando vennero come rappresentati di un'associazione di amicizia crimeo-tedesca. Da allora vengono ogni estate e da quando sono andati in pensione passano diversi mesi nella penisola. Recentemente hanno comprato un appartamento per 4000 € e lo stanno arredando. Oli e Ingrid non erano in aereo con noi. Sono arrivati dalla Germania in automobile percorrendo più di 2700km ed attraversando Austria, Ungheria, Romania, Moldavia e Crimea.
Oli parla qualche parola di russo, è molto estroverso e teatrale e somiglia a quello che nel mio immaginario definirei un vecchio lupo di mare.
Anche Ingrid conosce qualche parola di russo (qualcuna in meno rispetto a Oli). Anch'essa è estroversa, ma è meno teatrale del marito.
Ci raccontano che conobbero la divenenda sposa nel 1998, quando la nostra amica/vicina aveva 17 anni. Ella lavorò come interprete del loro gruppo. L'anno successivo la diciottenne si trasferì in Germania.

La divenenda sposa ha addirittura pensato a procurarsi una somma sufficiente di denaro liquido (гривня - grivnia) per facilitarci le operazioni di cambio.

Dopo cena passeggiamo per il lungo mare. Tra le decine di chioschetti ed altre attrazioni, ci sono anche dei tipi con dei pavoni

e un'aquila. Penso che si facciano pagare da chi vuole una foto con i volatili.

domenica, settembre 14, 2008

Crimea (Крим) 2: il volo, l'arrivo e l'incontro con il cirillico

Dopo esserci buttati alle spalle la disavventura della biondina burocratica ed averne riso con i nostri compagni di viaggio teutonici ci godiamo le nostre letture durante le tre ore di viaggio.

Dopo meno di due ore di continente raggiungiamo il Mar Nero.

Dopo un po' raggiungiamo anche la Crimea, il cui suolo ci appare subito piuttosto arido.

Atterriamo all'aeroporto di Simferopoli (Симферополь) verso le 15.

Durante il recupero bagagli ho il mio primo incontro con l'alfabeto cirillico. Non avendo mai imparato questo alfabeto mi sento un po' come un bambino nei primi giorni di scuola elementare.

Le lingue sono una mia grande passione. Comincio quindi immediatamente a cercare di decifrarlo.
Purtroppo siamo poco organizzati, non abbiamo comprato una guida. Il mio lavoro di decodifica risulta quindi un po' complicato.
La mia stele di rosetta è costituita dalle lettere in comune tra il cirillico e l'alfabeto greco e latino e dalle parole internazionali che riesco ad intuire.
Non sempre la somiglianza dei caratteri grafici aiuta. Ci sono diversi trabocchetti. Ad esempio si potrebbe pensare che il simbolo И possa corrispondere alla nostra N. Ebbene no! Rappresenta il suono I.
Inoltre il simbolo H non corrisponde alla nostra acca, ma alla nostra N.
Л potrebbe sembrare una Pi greca, e invece è una L.
Si potrebbe pensare che Я è una R, e invece si pronuncia JA.
Per la C e la P non ci sono problemi. Tutti sanno che CCCP equivale ad SSSR.

Come già detto, le parole internazionali mi aiutano molto a decifrare i caratteri diversi. Ad esempio, l'insegna "МАГАЗИН", letta all'ingresso di un negozio, mi consente di decifrare il carattere З. Avevo già decifrato И e Н. L'insegna doveva quindi corrispondere a "МАGАZIN". Infatti З è proprio la S sonora di rosa.

Riesco così a decifrare i caratteri diversi dall'alfabeto greco e latino:

carattere: Б
traslitterazione: B
pronuncia: b

c: В
t: V
p: v

c: Ё
t: Ё
p: io

c: Ж
t: Ž
p: j del francese jardin

c: З
t: Z
p: s sonora di rosa

c: И
t: I
p: i

c: Й
t: I
p: i

c: Л
t: L
p: l

c: H
t: N
p: n

c: Y
t: U
p: u

c: X
t: Ch
p: ch del tedesco achtung

c: Ц
t: C
p: z sorda di ozio

c: Ч
t: Č
p: c dolce di ciao

c: Ш
t: Š
p: sc di scivolo

Per i seguenti caratteri ho invece dovuto usare un frasarietto Russo-Italiano acquistato in Crimea oppure la consulenza dei vicini di casa:

c: Щ
t: ŠČ
p: come sc di scivolo, ma più lungo e palatalizzato

c: Ъ
t: "
p: "segno duro" - muto, fa da pausa all'interno di una parola

c: Ы
t: Y
p: "i gutturale", un suono intermedio tra i e u (come la ü tedesca immagino)

c: Ь
t: '
p: "segno debole", palatalizza la consonante che lo precede; esempi : НЬ = N'= gn in stagno ЛЬ = L' = gl in aglio

c: Э
t: E
p: e aperta di bello

c: Ю
t: Ju
p: iu

c: Я
t: Ja
p: ia quando accentata, altrimenti i breve

Alfabeto russo completo.

Dopo aver memorizzato i rudimenti dell'alfabeto cirillico russo mi si apre un mondo: non mi sento più come un bambino nei primi giorni di scuola elementare, ma comincio a sentirmi come un bambino al secondo trimestre (ai miei tempi c'erano i trimestri) di prima elementare.
Rivivo quindi le sensazioni dell'inverno del 1976, quando cercavo disperatamente di affrettarmi a leggere i titoli in TV prima che scomparissero.
Leggo tutti gli annunci e le segnaletiche che mi capitano a tiro, ma spesso non ho tempo a sufficienza.
La quasi totalità delle parole sono comunque incomprensibili. Non proprio tutte però: qualche parola si capisce e qualcun'altra s'intuisce. Il gioco mi piace e mi dà soddisfazione.
Un'altra caratteristica del russo pare che sia che ogni suono della loro lingua viene rappresentato da una lettera diversa. A differenza dell'italiano pare che non esistano gruppi di caratteri che rappresentano un unico suono.
A dir la verità non è che la cosa aiuti moltissimo visto che la A a volte suona al mio orecchio come una A e a volte come una O, e che fenomeni simili si ripetono anche per altre lettere (soprattutto per le vocali).

Gradualmente comunque riesco a costruirmi un mio frasarietto personale che a fine viaggio consisterà più o meno delle seguenti frasi e parole:

хорошо (khorosho) = va bene
Спасибо (Spasiba) = Grazie
Пожалуйста (Pojalujsta) = Prego, Per favore
Да (Da) = Sì
Нет (Net) = No
ЭТОТ (etot) = questo
ТОТ (tot) = quello
РЫБА (rüba) = pesce
Я HE ПОНИМАЮ (ya nie panimayu) = non capisco
САЛАТ (salat) = insalata
МЯСО (miaso) = carne
ПРИВЕТ (priviet) = ciao (hallo tedesco)
ИЗВИНЯТE (isvinitie) = scusi
Доброе утро (dobre utro) = buon giorno
Добрый день (dobre dien) = buon pomeriggio
Добрый вечер (dobre viece) = buona sera
До свидания (do svidaniya) = arrivederci
Как дела? (Kak dilà?) Come va?
Где? (Gde) = Dove?
сколько это стоит? (scoglco eto stoit) = quanto costa?
ТОЛЬКО (toglko) = solo
ВОДА (vodà) = acqua
ХЛЕБ (khleb) = pane
ЧАЙ (chai) = tè
КОФЕ (kofe) = caffè

ОДИН (adìn) = 1
ДВА (dva) = 2
ТРИ (tri) = 3
ЧЕТЫРЕ (citíri) = 4
ПЯТЬ (piat) = 5
ШЕСТЬ (schest) = 6
СЕМЬ (sem) = 7
ВОСЕМЬ (vosim) = 8
ДЕВЯТЬ (devit) = 9
ДЕСЯТЬ (desit) = 10

Qualcuno si potrebbe chiedere, ma era veramente necessario questo frasarietto? Non vi capivano se parlavate inglese o tedesco?
La risposta è assolutamente no!

È la prima volta che mi capita di trovarmi in un ambiente con un livello di incomunicabilità orale così alto. Anche in albergo. Non solo non parlano, ma neppure capiscono nessun'altra lingua che il russo e forse l'ucraino (nonostante la Crimea si trovi in Ucraina, la maggioranza della popolazione è russa e parla russo; gli ucraini sono circa il 20% e i tartari circa il 13%, ma di questo ne riparlerò successivamente).

venerdì, settembre 12, 2008

Crimea 1: la partenza

Giovedì 4 settembre

Il volo della Ukraine Airlines per Simferopoli (Симферополь) è previsto per le 11:10. Siamo stati fortunati a riuscire a prenotarlo. È l'unica possibilità di un volo diretto per la Crimea. Vola solo due volte la settimana. Il nostro vicino di casa Claude è stato più sfortunato: non potendo partire il giovedì ha dovuto prenotare un volo con scalo a Mosca, pernottamento su una panchina dell'aeroporto e nuova partenza la mattina successiva verso le 5.

Partiamo da Heidelberg con l'autobus delle 8 e arriviamo a Francoforte poco dopo le 9. Siamo in perfetto orario. Abbiamo il tempo per spedire i bagagli e rilassarci con un caffè.
Raggiungiamo il banco e ci mettiamo in fila. Davanti a noi c'è un gruppo di giovani tedeschi. Immaginiamo che siano i nostri compagni di viaggio. Infatti una ragazza ci riconosce e ci fa un cenno con la mano.
Aprono un secondo banco, la fila è più corta, ci spostiamo. Davanti a noi ci sono solo due gruppetti. Non sappiamo ancora che ce ne saremmo amaramente pentiti.
Il primo gruppetto deve spedire degli strumenti musicali. L'operazione pare richiedere molto tempo. Pensiamo che la giovane biondina sia un po' inesperta. L'operazione dura però veramente molto. Nel frattempo i nostri compagni di viaggio teutonici hanno ricevuto le loro carte d'imbarco e se ne sono andati.
Dopo circa mezzora la biondina riesce finalmente a sistemare le cose con i musicisti.
Per sbrigare le pratiche del secondo gruppetto non impiega di meno.

Finalmente è il nostro turno. Le passiamo prenotazione e passaporti. La biondina comincia a scrutare i passaporti con un'espressione di disorientamento e perplessità. Sembra come aver ricevuto dei passaporti della neo-proclamata repubblica dell'Ossezia del Sud.
Le chiediamo se ci sono problemi. "Avete bisogno del visto", risponde. La ragazza ha dei modi gentili. Non è indisponente. Pare solo aver preso un po' troppo sul serio il suo ruolo. Forse ha frequentato da poco il primo corso per apprendere il suo nuovo lavoro. Magari era la prima della classe e vuole continuare ad esserlo.
"Non abbiamo bisogno del visto", le rispondiamo, "ci siamo informati". Nessun paese che aderisce a Schengen ne ha bisogno per entrare in Ucraina.
La biondina non è convinta. Chiede alle colleghe che confermano la nostra affermazione. I dubbi e le perplessità non scompaiono dal suo volto. Comincia a sfogliare i passaporti. In una pagina trova un timbro: "This passport is valid for all Countries whose Govemments are recognized by the Italian Government".
- "E come faccio a sapere se il governo ucraino è riconosciuto dal governo italiano!?"
- "L'Italia fa parte dell'Unione Europea, esiste una politica estera comune."

Non è convinta. Nuova attesa. Nuova consultazione con le college che cercano di convincerla:
"se non fosse riconosciuto lo avrebbero scritto chiaramente"
le dicono. Dopo diverse rassicurazioni riescono a convincerla, ma l'espressione dubbiosa persiste nella pallida faccina. Zucchero ed io siamo un po' divertiti, ma cominciamo anche un po' a spazientirci. Rimaniamo comunque sempre molto calmi.
La radiografia dei nostri passaporti prosegue. La giovine comincia ad effettuare un'analisi comparata dei passaporti.
Trova un nuovo cavillo!
La quarta pagina del passaporto di Zucchero contiene un timbro che è assente dalla rispettiva pagina del mio.
Nuovo consulto, nuovo tentativo di persuasione da parte delle colleghe. Stavolta non ci riescono. Decidono di telefonare a qualcuno - forse l'esperto di politica internazionale della linea aerea - e richiedere il suo intervento.
Nel frattempo siamo gli unici passeggeri rimasti al banco. Negli ulteriori dieci minuti di attesa cerchiamo di convincere la giovinetta dicendole che usiamo quei passaporti da nove anni e siamo stati in paesi come la Giordania, il Canada e gli Stati Uniti senza aver mai avuto un minimo problema. Sembra sinceramente dispiaciuta del disagio che ci sta procurando, ma probabilmente nella sua testolina la burocrazia del timbro occupa un ruolo gerarchico molto elevato.
Finalmente arriva l'esperto di politica internazionale. Sfoglia rapidamente i passaporti e le conferma quello che già noi e le sue colleghe le avevano detto.
"Ma guardi! Non ha visto che in questa pagina manca un timbro che è invece presente nell'altro passaporto!!".
Mi metto le mani nei miei ex-capelli. Non so se ridere, piangere o strozzare la biondina.
Finalmente la convincono. È passata un'ora. Riusciamo ad avere le nostre carte d'imbarco.
- "Dovreste un po' affrettarvi", ci dice.

Invece dell'agognato caffè dobbiamo quindi correre stressati verso la porta d'imbarco. Nonostante la disavventura siamo comunque contenti di partire per questo breve viaggio.
Siamo molto curiosi di scoprire questa cultura e questi luoghi per noi nuovi.

lunedì, settembre 01, 2008

Drew Westen: The Political Brain

Ho letto un interessante articolo di Drew Westen, illustre psicologo e neurologo in cui parla del suo libro: The Political Brain, che analizza il ruolo delle emozioni nelle scelte elettorali.

"Il voto non è razionale e i programmi contano poco. L'unica strategia di comunicazione efficace in politica è quella che suscita emozioni. In America i Repubblicani lo hanno capito per primi,"... e in Italia?
"Da quasi 40 anni i progressisti parlano alle parti sbagliate del cervello. Se volete conquistare il cuore e la mente degli elettori dovete partire dal cuore, perché altrimenti loro non proveranno grande interesse per il contenuto della vostra mente."

Il problema è: su quali sentimenti bisogna far leva?
La destra lo sa bene: la paura! E purtroppo molto spesso tale sentimento primordiale travolge tutti gli altri.
Potrebbe essere uno spunto di riflessione. A quali sentimenti potrebbe rivolgersi la sinistra?

Durante la campagna elettorale, "Hillary Clinton ha dimostrato molto presto il proprio straordinario livello intellettuale e il suo saldo controllo praticamente di tutte le questioni che la nazione deve affrontare. Nessun giornalista, per quanto le ponesse domande spinose, è riuscito a metterla in difficoltà su una qualsiasi questione."
La domanda è quindi: "che cosa ha sbagliato Hillary?" ... "Le nostre forze e le nostre debolezze scaturiscono di solito dalla stessa fonte e in questo senso la notevole performance di Hillary ai dibattiti appare emblematica. .. ha saputo appellarsi ai valori degli elettori con maggior forza di quella a cui si era abituati nelle tradizionali campagne democratiche.."
"La si è sempre vista tuttavia decisa a condurre quel genere di campagna inesorabilmente incentrata sul programma che presenta dieci punti per ogni problema e negli ultimi trent'anni ha portato alla sconfitta dei democratici, con la sola eccezione di suo marito: lui però si è rivolto al popolo americano con uno stile carismatico, un messaggio di speranza molto più vicino a quello di Obama e quel tanto di programma che bastava per dimostrare di non essere un peso piuma..."

"Le questioni - la guerra in Iraq, le risorse energetiche, l'immigrazione, il servizio sanitario o altro - hanno un ruolo importante nelle elezioni. Ma come hanno dimostrato tutte le elezioni presidenziali da quando esistono i metodi di sondaggio, i candidati vincenti sono quelli che hanno una storia personale, dei principi, una maniera di parlare delle proprie virtù e di come si preoccuperanno della nazione, un modo di essere, capaci di catturare l'immaginazione del pubblico (o di creare sufficienti dubbi sull'avversario per batterlo anche se la sua storia è più forte della loro). I candidati che vincono sono quelli che stabiliscono l'ordine delle priorità emotive dell'elettorato."

giovedì, agosto 28, 2008

Dolomiti 5: Fanes

Oggi, 26 giugno 2008, siamo diretti verso l'altipiano di Fanes, all'interno del Parco naturale Fanes - Sennes e Braies. Lo raggiungiamo da sud salendo da Pederü.
L'altipiano è circondato da cime che raggiungono anche quota 3.000. I panorami e gli scenari sono forse i più belli tra quelli visti finora.

La camminata è lunga ma non difficile. Le bimbe non hanno grossi problemi.

Dopo più di un'ora di salita raggiungiamo l'altipiano. Il paesaggio cambia. Ora è punteggiato da piccole rocce e cespugli di conifere. Scorgiamo in lontananza lago...

Ghiaioni

Queste pareti stratificate attraggono il mio occhio.





Raggiungiamo lago.... non ricordo più il nome.

Il terreno è pieno di piccole fenditure carsiche.

Ci reincamminiamo.





venerdì, agosto 22, 2008

Festa a "u Passionnaru"

La nostra festa estiva quest'anno si è tenuta a "u Passionnaru".

La sera prima c'è stata un anteprima con l'arrivo dei quattro amici dalla Germania che Dionismammà ha voluto accogliere con:

1. Maccaruni (capellini all'uovo) tagliati a mano con salsa di salsiccia e asparagi selvatici
2. Lasagna
3. Involtini
4. Abbacchio arrosto
5. Torta di ricotta

Sono riuscito a frenarla sull'antipasto di prosciutto e melone.

Prima della cena ero andato a u Passionnaru con un mio amico per occupare il caminetto e il tavolo. Abbiamo montato una tenda come specchietto per le allodole e marcato il territorio con vari oggetti per scoraggiare altri eventuali avventori.

La mattina prepariamo il tutto. Vado a ritirare i 12 Kg di pecora e gli 11 Kg di pane. Tre cocomeri pronti all'uso giacciono nella cella frigorifera insieme a una porchetta di 13 Kg.
Zucchero e Dionismammà sono impegnate nella preparazione del condimento per la bruschetta a base di pomodori, olio e altri odori: tutto prodotto dalla terra di Dionispapà.

Verso le 11 portiamo il tutto a u Passionnaru e poco dopo cominciano i primi arrivi. La pioggia del giorno prima ha reso l'aria molto piacevole. Ci troviamo a circa 800 m slm.

Comincia la preparazione dei fuochi.

Abbiamo a disposizione un caminetto comunale e il barbecue del sindaco del paese.

Ci si intrattiene in attesa degli arrivi.

Si parte con pane e pomodoro.

Le viole.

I fuochi bruciano ormai a pieno regime

Si è passati alla carne.

Sono arrivati tutti. Siamo cinquantacinque più bambini.

Gli ospiti paiono apprezzare.

L'indomani si torna nelle lande nordiche e la porta d'imbarco dell'aeroporto vede i nostri amici teutonici consumare gli avanzi della porchetta confezionata in panini da Dionismammà.