Oggi abbiamo parlato con il nostro architetto italiano di fiducia per decidere disposizione e composizione della cucina, in modo tale da capire anche la posizione delle prese e dei punti luce che dovremo poi comunicare all'architetto tedesco per la modifica del progetto.
Nelle tre ore mattutine siamo riusciti a decidere disposizione e composizione della cucina. E nelle due ore pomeridiane abbiamo organizzato il salone.
Purtroppo siamo arrivati alla conclusione che forse dovremo rinunciare al gas in cucina. Un altro pezzetto d'italianità che se ne va.
La situazione è la seguente. Nel nuovo quartiere in costruzione, in cui stanno costruendo anche la nostra casa, non è previsto il passaggio del gas. Tutto il quartiere è costruito con il concetto di casa passiva. Ci è stato assicurato che l'accensione dei riscaldamenti sarà necessaria solo per brevi periodi. In quei casi e anche per l'acqua calda verrà usato il teleriscaldamento. Visto quindi che i tedeschi usano esclusivamente le cucine elettriche (che personalmente penso siano un abominio) ai progettisti della citta di Heidelberg è parso inutile prevedere il passaggio delle tubature del gas nel nuovo quartiere. A quel punto, per evitare gli scomodissimi e inefficientissimi fornelli a gas, abbiamo pensato alla cucina a induzione.
Tuttavia, anche l'induzione presenta svantaggi nei confronti del gas. Si perde in immediatezza e sensibilità della regolazione. E proprio per questo avevamo pensato a una soluzione intermedia che ci consentisse di non perdere del tutto i vantaggi del gas: un piano cottura con quattro fornelli a induzione e due a gas, alimentati da bombola, da usare solo nei casi in cui il gas è indispensabile.
Ma oggi, dopo la chiacchierata con l'architetto, abbiamo capito che questa soluzione comporterebbe una serie di svantaggi pratici. Quindi, forse decideremo rinunciare ai fornelli a gas.
Tra le varie cose, questo implicherà la rinuncia alle caldarroste e alle moke di alluminio. Per le seconde ho pensato che il problema si potrebbe aggirare facendomi costruire dei dischi di acciaio da interporre tra induttore e moka. Per le seconde ci vedremo costretti ad usare il forno. Oppure un fornelletto da campo. Se a qualcuno venissero in mente altri suggerimenti sarò ben lieto di accoglierli.
Comunque alla fine mi ha dato molta soddisfazione vedere l'immagine tridimensionale creata insieme dell'aspetto che più o meno avrà la nostra cucina. I colori che vedete non sono quelli scelti. Probabilmente la parte inferiore sarà scura. Interessante è stata anche la decisione del materiale per il piano di lavoro. L'architetto ci ha detto che l'opzione marmo o granito presenta degli svantaggi: assorbono liquidi e quindi cambiano colore. Come soluzione ottimale ci ha proposto l’okite: "uno speciale materiale a base di quarzo, resine e pigmenti realizzato con una speciale lavorazione di vibrocompattazione sottovuoto". Sembra che non si macchi, non si graffi, non assorba e resista alle alte temperature: una benedizione di dio per la cucina in poche parole.
Ora vado ad aiutare Zucchero nella preparazione delle lenticchie e della focaccia a rosette con la scarola.
Vi saluto augurandovi una buona fine di 2011.
Nelle tre ore mattutine siamo riusciti a decidere disposizione e composizione della cucina. E nelle due ore pomeridiane abbiamo organizzato il salone.
Purtroppo siamo arrivati alla conclusione che forse dovremo rinunciare al gas in cucina. Un altro pezzetto d'italianità che se ne va.
La situazione è la seguente. Nel nuovo quartiere in costruzione, in cui stanno costruendo anche la nostra casa, non è previsto il passaggio del gas. Tutto il quartiere è costruito con il concetto di casa passiva. Ci è stato assicurato che l'accensione dei riscaldamenti sarà necessaria solo per brevi periodi. In quei casi e anche per l'acqua calda verrà usato il teleriscaldamento. Visto quindi che i tedeschi usano esclusivamente le cucine elettriche (che personalmente penso siano un abominio) ai progettisti della citta di Heidelberg è parso inutile prevedere il passaggio delle tubature del gas nel nuovo quartiere. A quel punto, per evitare gli scomodissimi e inefficientissimi fornelli a gas, abbiamo pensato alla cucina a induzione.
Tuttavia, anche l'induzione presenta svantaggi nei confronti del gas. Si perde in immediatezza e sensibilità della regolazione. E proprio per questo avevamo pensato a una soluzione intermedia che ci consentisse di non perdere del tutto i vantaggi del gas: un piano cottura con quattro fornelli a induzione e due a gas, alimentati da bombola, da usare solo nei casi in cui il gas è indispensabile.
Ma oggi, dopo la chiacchierata con l'architetto, abbiamo capito che questa soluzione comporterebbe una serie di svantaggi pratici. Quindi, forse decideremo rinunciare ai fornelli a gas.
Tra le varie cose, questo implicherà la rinuncia alle caldarroste e alle moke di alluminio. Per le seconde ho pensato che il problema si potrebbe aggirare facendomi costruire dei dischi di acciaio da interporre tra induttore e moka. Per le seconde ci vedremo costretti ad usare il forno. Oppure un fornelletto da campo. Se a qualcuno venissero in mente altri suggerimenti sarò ben lieto di accoglierli.
Comunque alla fine mi ha dato molta soddisfazione vedere l'immagine tridimensionale creata insieme dell'aspetto che più o meno avrà la nostra cucina. I colori che vedete non sono quelli scelti. Probabilmente la parte inferiore sarà scura. Interessante è stata anche la decisione del materiale per il piano di lavoro. L'architetto ci ha detto che l'opzione marmo o granito presenta degli svantaggi: assorbono liquidi e quindi cambiano colore. Come soluzione ottimale ci ha proposto l’okite: "uno speciale materiale a base di quarzo, resine e pigmenti realizzato con una speciale lavorazione di vibrocompattazione sottovuoto". Sembra che non si macchi, non si graffi, non assorba e resista alle alte temperature: una benedizione di dio per la cucina in poche parole.
Ora vado ad aiutare Zucchero nella preparazione delle lenticchie e della focaccia a rosette con la scarola.
Vi saluto augurandovi una buona fine di 2011.
16 commenti:
Fate bene a studiare a fondo la cucina. Non solo è il locale più problematico (elettricità, acqua, eventuale gas) ma è anche quello che, se ben congegnato, costituirà il cuore della casa.
Per i consigli: quando vivevo al Puerto, in una casa dove non si poteva mettere il gas, per la caffettiera usavamo un fornellino da campeggio, di quelli dove però la caffettiera riposa stabilmente, senza traballamenti. La bombola in casa la sconsiglio, però se hai un terrazzino confinante con la cucina, potresti davvero installare lì la bombola, con relativo impianto fatto da un tecnico.
Altro consiglio: aggiungi almeno 2 prese elettriche a quelle già previste, alla fine ti accorgi che non bastano mai.
Il ripiano di Silestone che abbiamo è stato immediatamente rovinato dai montatori, con la cocacola, e successivamente da noi con qualsiasi liquido acido: se la composizione del tuo è la stessa, attento! Dagli acidi è difficile salvarsi, dal calore puoi difendere il ripiano usando sottopentole e taglieri di legno (Ikea ne ha uno bello grande).
Auguri!
buon anno a te e a Zucchero!
un assaggino della focaccio a rosette con la scarola lo accetterei volentieri :)
valescrive
Bruna, grazie per i consigli. Sì il balcone ce l'abbiamo e mettere la bombola lì è stata una delle prime cose a cui abbiamo pensato. Ma l'architetto teutonico ce l'ha bocciata in quanto nelle case passive "non possono esserci buchi". E anche per possibili proteste dei vicini.
Di prese ce ne sono già molte, ma anch'io la penso come te: meglio una di troppo che una in meno.
L'architetto italiano mi ha assicurato che l'okite resiste anche agli acidi. A differenza di marmo e granito. E poi pare pure che sia un prodotto italiano. E in questo periodo sto cercando di comprare più prodotti italiani.
Ciao Valeria! Perché no? Se siete dalle nostre parti... Adesso siamo in Ciociaria, ma tra qualche minuti partiremo alla volta della Sabina. Comunque non è venuta benissimo. Ci sarebbe dovuto essere almeno il doppio di scarola secondo me.
Auguri a entrembe!!
intanto buon anno! poi per ciò che riguarda l'abuso elettrico e l'assenza o quasi di gas, la pendo esattamente come te... ma bisogna adeguarsi, aihmè allo spreco..
Ciao
Buon anno anche a te Fabio!
Considerando che il quartiere è stato progettato con criteri di ecosostenibilità la cosa fa ancora più impressione.
Bella la vostra cucina! Peccato per la cottura a induzione...ma tant'è.
Auguri di buon anno a te e Zucchero!
PS Mi sa che una bella fettazza di focaccia alla scarola me la potrei pappare anch'io, vero?
Ricetta, please!!!!
dioniso: siamo negli states :(
Be' allora non posso far altro che passare la ricetta ad entrambe.
INGREDIENTI
Per la pasta: farina bianca g 400 - farina di grano duro g 100 - lievito di birra g 25 - sale. - Per farcire: scarola g 300 - uvetta g 60 - 3 acciughe salate - 12 olive nere - capperi - aglio - olio d'oliva - sale
Preparazione
Impastate sulla spianatoia (o nell'impastatrice) la farina bianca, quella di grano duro, un pizzico di sale e il lievito sciolto in g 250 di acqua tiepida. Lasciate lievitare la pasta in luogo tiepido, coperta da un tovagliolo umido, finché sarà raddoppiata di volume. Intanto, mondate e lavate la scarola. Risciacquate le acciughe e tritatele insieme con le olive snocciolate, l'uvetta e un cucchiaio di capperi. In una casseruola, soffriggete in un filo d'olio caldo 6 spicchi di aglio non pelati; unite il trito piccante, stemperatelo nel condimento, aggiungete la scarola.sminuzzata, sale e saltate il tutto a fuoco vivo per 2'. Spegnete e lasciate raffreddare la scarola. Quando la pasta sarà lievitata, stendetela con il matterello a circa mezzo centimetro di spessore, formando un rettangolo regolare. Cospargetelo con la scarola.fredda, quindi arrotolate la pasta e tagliate il rotolo in 15-16 tranci. Ungete d'olio uno stampo a cerniera, di cm 24 di diametro, e accomodatevi i tranci sistemandoli a rosetta (cioè, uno vicino all'altro, con il lato tagliato verso l'alto). Fate lievitare la focaccia ancora per un'ora poi infornatela a 180° per 45' circa.
Buon ultimo anno dell'umanità!
grazie per la ricetta :)
valescrive
Prego!
Grazie per la ricetta! La farò con una variante vegan (al posto delle acciughe metterò le alghe arame).
Se mi riesce bene pubblico e linko. Altrimenti mi taccio!! ;-)
Bene, bene. È interessante scoprire gli equivalenti vegani. Facci sapere.
Dioniso, io faccio le puntarelle con le alghe arame al posto delle acciughe e sono deliziose!! Le alghe arame hanno un gusto delicatissimo, anche per palati onnivori.
dovrei provarle allora
Sono d'accordo anche io con lo sdegno verso i "fornelli" elettrici che per fortuna, a parte un paio di puntate negli alberghi quando ci siamo trasferiti da una parte all'altra, non ho mai dovuto subire... pero'qui c'e' gente che usa la moka anche con l'elettricita'... mi sembra di aver capito che bisogna stare proprio al pelo quando sale il caffe' e calcolare il momento di toglierla dal calore...
La cucina sembra proprio bella!! Aspetteremo le foto!!
Ciao Moky! I nostri fornelli non saranno propriamente elettrici. O meglio. Funzioneranno ad elelttricità, ma consumeranno molto meno e saranno molto più vicini alla sensibilità del gas. Sono a induzione. Il problema è che l'induzione funziona solo con materiali ferromagnetici e la moka è di alluminio.
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