domenica, ottobre 21, 2007

Alcantara e Naxos

Giovedì 6 settembre

Partiamo la mattina alla volta di Taormina. Decidiamo di non percorrere l'autostrada avventurandoci per la litoranea. La scelta si rivela felice; non troppo traffico e possibilità di ammirare bei panorami. Attraversiamo Giarre, ancora parzialmente ricoperta di ceneri etnee.
Poco prima di Giardini Naxos deviamo verso l'interno dirigendoci verso le gole dell'Alcantara. Il paesaggio qui è arido e si rivedono i fichi d'India. Si vede l'Etna con la cima fumante e isolate rocce verticali rendono ancora più interessante il quadro.
Come molti nomi di località siciliane, il nome Alcantara deriva dall'arabo القنطرة al-qantara, "il ponte".
Giunti sul posto scendiamo nella gola, ci togliamo le scarpe e cominciamo a risalire il fiume: l'acqua è freddissima, ma dopo un po' ci si abitua. Non mi abituo invece ai sassolini che torturano i miei piedi.
La gola è spettacolare: pareti alte 20-30 metri di basalti neri e lucidi; parti lisce si alternano a formazioni a canne d'organo e a cataste di legna.
In alcuni punti l'acqua arriva al ginocchio. Risaliamo per un centinaio di metri fino al punto in cui sarebbero stati necessari gli stivaloni. Avanzando ulteriormente si arriva al punto in cui servirebbe la muta.
Ripartiamo e arriviamo a Giardini Naxos per pranzo: pasta alla Norma e pesce spada. Visitiamo gli scavi che non risultano particolarmente interessanti, anche se da un punto di vista archeologico probabilmente lo sono.
Tra gli scavi fotografo un insetto che avrò visto tre o quattro volte nella mia vita e il cui nome non sono mai riuscito a scoprire, ma che mi ha sempre affascinato per le sue capacità mimetiche.
Nel museo ci sono reperti che vanno dal IV millennio a.C. al periodo romano, tra i quali l'arula Heidelberg Naxos con sfingi, del VI secolo a.C.. L'arula è così denominata in quanto il frammento minore fu acquistato nel 1904 da un famoso archeologo tedesco, Friederich Von Duhn, ed era custodito presso il Museo dell'Università di Heidelberg. Nel 1985, si scopre che i due frammenti appartengono ad una stessa àrula, ma solo nel 1997, il frammento di Heidelberg viene ceduto al Museo di Naxos, permettendo la ricomposizione dell'àrula.
Apprendiamo inoltre che Naxos fu la prima colonia greca in Sicilia. Fu fondata verso la metà dell'VIII sec. a.C.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

le gole dell'Alcantara per me stanno tra le diciannove meraviglie del mondo...tornerei da quelle parti solo per quelle. Pensa che una volta ci arrivammo in bicicletta con un mio amico.

Hai capito sti heidelberghesi con l'arula. Bravi, bravi...

dioniso ha detto...

In bicicletta!? Oltre al giro della Sardegna hai fatto anche quello della Sicilia? Non lo sapevo. E che giro hai fatto?

Anonimo ha detto...

Feci la costa orientale da Messina fino a Noto. Il ritorno in treno.
Aggiungi che in bici nei tempi gloriosi feci anche l'Umbria: Subasio (la vetta) compreso. Un'esperienza entusiasmante.

dioniso ha detto...

Sei un professionista! Niente a confronto dei nostri (..... quanti Km erano? 200? Sebastiano! Zucchero!) xxx Km lungo la Mosella.