Martedì 4 settembre (sera)
Sulla via Etnea c'è molto traffico. Cominciamo a vedere in lontananza l'eruzione: un'enorme pioggia di lapilli infuocati. Zucchero si impegna a scattare delle foto. Io le dico di non scattarne in quanto sicuramente avremmo potuto scattarne di migliori l'indomani durante l'escursione che ci avrebbe portato sopra il cratere a quota 3000.
Troviamo il rifugio (1900 m) dopo varie peripezie. Io sono in maniche corte e calzoncini. A Catania c'erano 30° qui ce ne saranno 10.
Mercoledì 5 settembre
Solita sveglia antelucana. Scendo alle 7:30 mentre Zucchero dorme ancora. Sia dentro il rifugio che fuori c'è il deserto. Solo dalla finestra riesco a scorgere un gruppetto di uomini che poi scoprirò essere una troupe della RAI e una guida: hanno trascorso la notte a filmare l'eruzione. Nell'attesa che la sala colazione venga allestita torno in camera e mentre Zucchero dorme ancora mangio dei pezzi di arancine e di pasticcini. Più tardi consumiamo una ricca colazione: ci prepariamo alla lunga camminata verso la vetta. Io mangio due cornetti, due cappuccini e pane, burro e miele.
Scendo a prenotarmi per l'escursione e scopro con enorme delusione che l'eruzione è cessata alle 4. La delusione aumenta quando apprendo che le escursioni sono annullate a causa del tempo.
Ci incamminiamo sconsolati verso i vicini Crateri Silvestri. Decidiamo di continuare verso Acqua Rocca e Schiena d'asino. Partiamo da quota 1500. Il terreno è completamente nero, ma ricoperto di vegetazione: inizialmente da grosse ginestre, con il loro perenne aspetto di morente aridità. Continuando a salire il bosco s'infittisce, prima di castagni, dai frutti ormai quasi maturi, poi di grandi faggete. Infine i castagni cessano e nel bosco si alternano querce, olmi, aceri e faggi. Troviamo anche delle more di forma un po' strana: piccole con i granelli di forma allungata, che nascono da rovi molto piccoli. Sono buone.
Raggiungiamo agevolmente la cascata di Acqua Rocca: un'alta parete di basalto in quel momento asciutta. Aggiriamo e risaliamo la cascata portandoci alla sorgente, anch'essa quasi asciutta. Lì fotografo un bellissimo faggio che mi suscita una riflessione sul diversissimo valore semantico-evocativo di parole che dovrebbero avere lo stesso significato: faggeta e Buchenwald.
6 commenti:
Una delle più belle camminate della mia vita,grazie per aver condiviso ;-)
Benvenuta Lory!
Sei stata anche tu sull'Etna? A me piacerebbe sicuramente tornarci. Considerando sopratttto che non sono riuscito a fare quello che mi ero prefisso.
Vorrei sapere se Sally Spectra ha detto o no al marito che sta aspettando un figlio...
l'Etna in genere fa quest'effetto, e a voi?
Ma come un cinefilo come te!!
Quello era Stromboli.... o Vulcano. Era alle Eolie comunque!
Ti denuncerò presso Mereghetti!! ;-)
Bè vabbè. Mi ero lasciato suggestionare dalle foto, molto belle e lunari...perdonami, ma non mi denunciare a Mereghetti!!!
Vabbè, per stavolta ti grazio.
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