Questa è la ricetta di un piatto che ho mangiato per la prima volta qualche anno fa a casa di un amico di Roma. Zucchero invece conosceva già il piatto, ma non ero riuscito a capire dove lo avesse assaggiato. In seguito Zucchero ha cominciato a cucinarlo anche per me ed è quindi entrato a pieno titolo nel ricettario famigliare. La ricetta è molto semplice e gustosa.
Ingredienti: (per 4 persone)
340 g di paccheri (nella foto ci sono i pennoni che hanno un formato simile ai paccheri), 375 g di mozzarella, 800 g di pelati (MUTTI se riuscite a trovarli), 1 cipolla, pepe, 2-3 cucchiai d'olio.
Preparazione:
Soffriggete la cipolla in una padella a fuoco molto basso.
Quando la cipolla si sarà appassita aggiungete i pelati e lasciate cuocere fin quando la salsa non si sarà addensata.
Tagliate la mozzarella a dadini e un minuto prima di scolare la pasta scolate la mozzarella, aggiungetela al sugo, riaccendete il fornello del sugo, scolate la pasta, aggiungetela al sugo e mescolate bene cercando di evitare che si crei un unico malloppo di mozzarella.
Mi sembra di aver già detto che la mozzarella migliore che riusciamo a trovare nei supermercati di qui è questa.
13 commenti:
deve essere ottima!!!
mi viene l'acquolina in bocca, non vi dico che la rifarò perchè devo ancora provare la ricetta della scarola, mi devo mettere in pari!
E' iniziato il freddo e ho ricominciato a preparare i miei piatti più riusciti: le zuppe.
Il vostro blog mi riscalda il cuore, è un piacere leggerlo e sentirvi così vicini, un abbraccio
Eva, mi sento onorato da questo tuo commento. Mi fa molto piacere che ti faccia questo effetto.... nei momenti di sconforto a volte mi viene da pensare: ma a che serve tutto ciò (compreso il blog)? Fortunatamente sono momenti che di solito durano poco.
Come "a che serve tutto ciò (compreso il blog)?". Mister...niente psicologie...continua così...
Al "piccolo Santoro" (chi deve capire capisce) gli avete fatto mangiare una delle vostre cosette?
Come è andata?
Ah Gennà! E ogni tanto capita a tutti.... pure nelle migliori famiglie ;-)
No, Santörchen purtroppo non ha ancora ancora avuto il piacere. Ci siamo sempre incontrati in campanili, studi legali, sedi patronali, missioni e pseudo pizzerie italiane.
Maronna...studi legali...sedi patronali...pseudo pizzerie...che sfiga...vi siete mai domandati quanto siano opportune queste frequentazioni? ;-)
Che poi...sti paccheri...anche io li ho fatti un po' di tempo fa...ma non ricordo con che sugo...era qualcosa al pomodoro...con salsiccia calabra?...boh...rossi erano...e boni :-P.
Scusa l'intrusione di un argomento terribile, ma ieri ho letto questa cosa terribile su The Independent ed è stato pubblicato sulla FAZ. Io lo trovo agghiacciante, il link è questo:
http://www.faz.net/s/RubCF3AEB154CE64960822FA5429A182360/Doc~E80C3B48CF951482AA8E0C6CFD7D2341A~ATpl~Ecommon~Scontent.html
Gennaro, ho dimenticato di dirti che l'incontro è andato bene. C'è stato un animato dibattito che ha coinvolto i seguenti temi: PD, Mastella, Grillo, ondata antipolitica, censure di blog e altri ameni argomenti.
Ma la salsiccia era quella piccante? O era addirittura la 'nduja?
ubik, delitto e castigo o match point?
scusa ma non ho capito. In che senso?
non conosci la morale di "Delitto e castigo" e quella di "Match point" di Woody Allen?
Le conosco, le conosco. Ma li per lì non ci avevo pensato. Aggiungo il bellissimo "Crimini e Misfatti" e poi stessa morale, ma titanica nei Karamazov, che sto finendo in questi giorni...
"Delitto e castigo" e "Match point": due visioni etiche reciprocamente agli antipodi.
ma sempre dell'omicidio si occupano. Match Point ribaltava l'ipotesi di Crimini e Misfatti. e prendeva lo spunto da Delitto e Castigo :-)
ubik, quello che intendevo è questo. Semplificando molto:
da quello che ho capito (in quanto non ho letto il libro) in Delitto e Castigo l´autore del delitto viene punito, o meglio si autopunisce; Woody Allen ribalta la morale mostrando che non solo l´autore del crimine non viene punito, ma continua a vivere privo di sensi di colpa la sua bella vita agiata e opulenta.
Leggendo quella storia della famiglia Tyssen mi è tornato in mente questo messaggio a cui ho pensato anche per il caso Pinochet.
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