sabato, luglio 21, 2012

Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi

Oggi ho letto l'articolo Silenzio di stato di Alessandro Portelli. Spero proprio che, così com'è successo per altri enti, il governo torni sui suoi passi nella decisione di sopprimere l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi. Riporto di seguito qualche stralcio dell'articolo di Alessandro Portelli.


Un pomeriggio pochi giorni fa ero nella sala dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi. Stavamo continuando una lunga intervista con Mario Fiorentini, matematico di fama mondiale e protagonista della Resistenza romana. Il racconto si dipanava, digressivo e articolato come quelli di chi ha tanto da raccontare e sente di avere poco tempo per farlo. ... La registrazione era destinata ad aggiungersi all’incredibile patrimonio di voci e ai circa 500.000 documenti che l’Istituto ha accumulato e reso disponibile dal tempo della sua fondazione negli anni ’20 come Discoteca di Stato. Tutto questo però è come se non fosse mai avvenuto. Infatti quella stessa mattina, nell’ambito della cosiddetta spending review (vuol dire, banalmente, “esame della spesa”; ma in inglese fa tutt’altro effetto) era stata annunciata la soppressione dell’Istituto. ... Che volete che ne importi a Moody’s o ai mitici “mercati” del nostro più grande patrimonio sonoro e audiovisivo, della nostra memoria in immagini e suoni? Ma d’altra parte il disprezzo per la cultura e per la ricerca, la convinzione della loro irrilevanza, si armonizzano bene con una prospettiva di declassamento del nostro paese ben più pesante di quello di Moody’s: un paese di seconda categoria, senza passato e senza futuro. Ma con licenziamenti facili e novanta cacciabombadieri.

Articolo completo

2 commenti:

Penfold Manifold ha detto...

Thanks for sharing this, Dioniso. Cutting off such a resource is a typical move for a company and its finance wizards - but on a country level, it raises the Churchillian question:

what are we trying to save if not precisely this sort of treasure?

Cutting out the culture leaves only the shell. Let's hope that there is some (private?) way of saving the institute, without it having to revert to the original name: discoteca...

dioniso ha detto...

I couldn't find any additional information about it. Which might mean that there is already some solution to save it. Otherwise, I think there would be some protest.
Don't you like the name discoteca? Culture and disco dancing, why not?
Actually this would be in the meaning of the ancient greek ethimology. Like biblioteca. The place where you guard books. I'm not sure if guard is the correct verb.