Queste vacanze di fine anno non le classificherei di certo tra le migliori della mia vita. Di conseguenza neppure il mio umore si è espresso al meglio. Sicuramente a migliorarlo ha contribuito il regalo di Zucchero che mi è arrivato il 29 dicembre. Il regalo era per una ricorrenza di più di 4 mesi fa. Nella nostra consuetudine di coppia i regali si fanno se e quando si trova la giusta ispirazione.
Per usufruire del regalo abbiamo dovuto occupare l'enorme salone della casa di Sugarbrother.
Poco dopo le 4 Eduardo e Oriana scendono dalla macchina: lui, fisico asciutto, capelli lunghi legati e lunga barba rossa e ispida curata con un pizzico trasandatezza, viene dalla provincia di Isernia; lei, capelli lunghi, gonna lunga tra il fricchettone ed il tradizionale, viene da Atina.
Mentre Oriana ci espone una breve introduzione storico-etnologica, nella quale ci spiega l'origine e la tripartizione del ballo in
pizzica tarantata o taranta,
pizzica pizzica e
pizzica-scherma o
danza delle spade, Eduardo è impegnato nella messa a punto degli strumenti di riproduzione acustica. Si parte quindi con la lezione.
Io ho appreso a suonare il trombone quando avevo 12 anni e ormai dopo quasi tre decenni di pratica musicale percepisco e seguo immediatamente quasi ogni ritmo, coinvolgendo sia elementi razionali che istintivi. Nonostante ciò mi sono sempre trovato molto in imbarazzo nel momento in cui la mia percezione ritmica provava ad esprimersi attraverso i movimenti del mio corpo piuttosto che attraverso il mio strumento o la mia voce. Per dirla con parole più semplici, sono da sempre consapevole - e questa consapevolezza ha sempre funzionato da freno inibitore - di essere negato per il ballo. Mi accingo quindi a cominciare la lezione con un certo imbarazzo.
L'imbarazzo aumenta dopo aver visto la grazia e la perizia del ballo di Eduardo e Oriana. Nonostante l'imbarazzo dobbiamo buttarci nella mischia (si fa per dire). Sono scettico. A Zucchero avevo preventivamente imposto il vincolo di assenza di pubblico. Ci sono solo Sugarsisterinlaw e Sugarnephew che ci guardano.
Cominciamo con il passo base: una semplice marcia in battere. Il mio imbarazzo non diminuisce. Ho l'impressione che i miei movimenti siano rigidi e legnosi.

Dopo qualche esercizio Oriana ed Eduardo si dividono i compiti: lei istruisce Zucchero e lui istruisce me.

Eduardo mi suggerisce di arricchire il battere del passo base con un saltello in levare dello stesso piede. Provo un paio di volte. Mi pare di riuscirci. Eduardo conferma. Raggiungo l'illuminazione. Avete presente
la scena dei Blues Brothers in cui John Belushi viene raggiunto dall'illuminazione e comincia a ballare sulle note della canzone di James Brown? Ecco, mi sento un po' come John Belushi in quella scena. Non credo proprio che quelli che mi circondano mi percepiscano in quel modo. L'importante è che mi ci senta io. Oriana rivolta verso Eduardo commenta: ma che gli hai dato?
Dopo il passo base apprendiamo il passo zoppicato: tutto il peso sul sinistro che poggia in battere mentre il destro accompagna zoppicando sempre in battere. Questo è il passo utile per riposarsi. Mi risulta però meno coinvolgente e meno immediato.
È quindi la volta dell'invito che si tripartisce in semplice, doppio e completo.
Nel primo un piede fa il passo base mentre l'altro è sollevato e tocca in battere con la punta verso l'interno.
Nel secondo si aggiunge il movimento del piede sollevato che tocca con la punta alternativamente verso l'interno e verso l'esterno.
Nel terzo si aggiunge il movimento del piede sollevato che segue il ritmo: 1-2-1,2,3 (battere, battere, battere levare battere).

Dopo tutte le spiegazioni pratico-teoriche Oriana ed Eduardo ci fanno ballare in coppia osservando i nostri movimenti. Oriana ci indica le varie figure: cerchio grande, cerchio piccolo, faccia a faccia, scambio, rotazione, donna che gira ed uomo che le descrive un cerchio intorno.
Il bilancio finale è totalmente positivo. Per la prima volta ho l'impressione che il mio corpo sia entrato in sintonia con i movimenti di un ballo. Abbiamo ballato per due ore consecutive quasi senza pause. Il dispendio energetico è nettamente superiore a quello delle nostre corsette mattutine. Alla fine avevo la maglietta totalmente zuppa di sudore ma le endorfine danzavano insieme a me. Ho salutato Eduardo e Oriana dicendogli che non mi divertivo così da tempo.
Zucchero aveva organizzato questo regalo conoscendo bene sia la mia passione per (e desiderio represso di apprendere) la musica e i balli tradizionali del centro-sud Italia che il mio rapporto difficile con il ballo. L'esito non era scontato ma la scommessa di Zucchero si rivela vincente.
Spero proprio di riuscire a coltivare un po' quella che potrebbe trasformarsi in una nuova passione.
I ragazzi ci lasciano i loro contatti e altri riferimenti interessanti:
Eduardo Vessella
Haakbus
Oriana Iannetta
I nostri insegnanti che ballano insieme
Danza della Terra
zampogna.org
La Taranta - Ernesto De Martino (documentario) (
seconda parte)
Il sibilo lungo della taranta di Paolo Pisanelli
TARANTA - Associazione Culturale Tradizioni Popolari di Firenze
P.S. (F.T.(fuori tema)) Stamane ho goduto di una nuova sorpresa: le calze della Befana di Zucchero. Lo scorso anno le ricevette lei. Quest'anno io.