mercoledì, ottobre 11, 2006

Eolie 3: Salina

Riporto qui la pagina del diario della visita a Salina.

Verso le 13 partiamo da Valdichiesa per la nostra scalata a Monte Fosse delle Felci. L'inizio della salita è ripido, ma il sentiero è reso più percorribile dalla presenza di scale. Ad un certo punto, forse a quota 6-700, si entra nel bosco di eucalipti. Più in alto ci sono anche castagni e soprattutto pini. A quota 800 un quadrivio consente di visitare un'altra cima: Monte Rivi, 850 m. circa. La folta presenza di felci spiega l'origine del nome.
Giunti sulla cima ci troviamo ad ammirare un panorama spettacolare. Ci spostiamo lungo quello che un tempo deve essere stato il cratere del vulcano, anche se il cratere è invisibile data la presenza di una folta vegetazione sviluppatasi nei millenni di inattività. L'aria è fresca e la visibilità buona. Riusciamo a vedere le coste della Sicilia, probabilmente da Messina a Palermo. Anche l'Etna con il suo pennacchio è visibile, così come le altre sei isole.
Nel nostro peregrinare avvistiamo anche un falco della regina. Questa specie arriva in primavera dal Madagascar per ripartire in autunno.
Al ritorno seguiamo un altro sentiero che dovrebbe condurci direttamente a S. Marina in circa un'ora, secondo quanto scritto sulla nostra guida. Sono le 16:30 e l'ultimo aliscafo salpa alle 18:40, siamo quindi sicuri di avere tempo a sufficienza.
Le indicazioni sono molto carenti, andiamo quindi un po' a naso. Il percorso sembra essere l'unico possibile, ma ad un certo punto, forse verso le 17, ci troviamo ad imboccare un sentiero che scende molto rapidamente lungo i bordi di un canalone. Il terreno è coperto da uno strato molto sdrucciolevole di resti vulcanici, tipo pozzolana. Un abbozzo di gradini vuole semplificare la discesa del sentiero che rimane comunque piuttosto scomodo, stretto e a strapiombo. In alcuni punti, delle staccionate al bordo del sentiero proteggono dalla caduta certa nel burrone, in altri punti, dei fichi d'india funzionano a mo' di staccionata. Abbiamo qualche difficolta a scendere e la discesa sembra non finire mai. Alla fine riusciamo a completarla senza cadere mai, ma quando siamo sulla strada asfaltata sono le 18:30 e manca ancora qualche chilometro al porto: l'unica speranza è riuscire a convincere qualcuno a darci un passaggio. Provo io, passano due macchine, ma non si fermano. Prova mia moglie, passa una Panda bianca, e il signore si ferma. È bersagliato da tutti i nostri ringraziamenti e benedizioni. Alle 18:37 siamo al porto, compriamo il biglietto, saliamo sull'aliscafo che salpa immediatamente.

Racconti sulle altre isole

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ma tu vuoi rispondere su l'anonimo presunto di tormarancia?

dioniso ha detto...

A Michelù, e damme 'n po' de tregua. Io c'ho pure 'na famija e 'n lavoro;-)

dioniso ha detto...

Non raccolgo la provocazione :^)

Anonimo ha detto...

wow... :-)
ho trovato molto bello e interessante il tuo post e l'ho segnalato qui all'interno dell'articolo dedicato a Salina
http://www.inspiaggia.com/2008/07/03/salina/
ciao, enrico

dioniso ha detto...

Grazie Enrico. Mi fa molto piacere. Mi farà molto piacere anche se vorrai tornare a leggermi.
Sei di Salina?

Saluti