Mercoledì 5 dicembre6:50 sveglia. 8:10 taxi per Francoforte. 9:00 sull'autostrada i continui ed interminabili lavori causano le solite code. 10:00 arriviamo comunque in orario e dopo aver risposto oralmente e per iscritto alle usuali domande mi imbarco.
Riporto alcune delle più interessanti domande del questionario.
1. Avete malattie infettive, disordini fisici o mentali; oppure fate abuso di droghe o siete tossicodipendenti?
2. State cercando di entrare per commettere attività criminali o immorali?
3. Siete stati coinvolti in spionaggio, sabotaggio, attività terroristiche, o genocidio?
4. Siete stati coinvolti nelle attività del regime hitleriano?
... e altre amenità del genere.
11:00 quando siamo sulla pista per il decollo il pilota ci annuncia di essere stato informato dall'aereo retrostante che una delle nostre gomme sembra essere sgonfia. Dopo una decina di minuti di controllo ci riannuncia che era solo un pezzo di plastica che si era attaccato alla gomma. Decolliamo alle 12 senza ulteriori problemi. Leggo fino al pranzo: pollo, ""risotto"", carote lesse e insalata con ""Italian dressing"". Durante il pranzo mi vedo un film, di cui mi perdo il titolo, dalla trama scontatissima ma piacevole. Storiella d'amore. Protagonisti: una bimba che rimane orfana, la zia, presso la quale la bimba andrà a vivere, cuoca in carriera in un famoso ristorante ed un neoassunto affascinante secondo cuoco.
Dopo pranzo il mio vicino, che fortunatamente si è spostato nei sedili vuoti di fronte a me, si anestetizza i sensi con un rumoroso videogioco. Io continuo a leggere.
Consumo diverse lattine di succo di pomodoro. Bevanda con cui mi disseto solamente durante i voli lunghi.
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Alle 15 ora locale (21 per me) atterriamo a Cincinnati. C'è la neve e fa un freddo cane (-2° circa). So già quel che mi aspetta: controllo immigrazione. Consegno la mia bella scheda dove ho dichiarato che non sono un ambasciatore della 'ndrangheta, né un genocida, né un ex-gerarca. Mi fanno quindi premere l'indice sul lettore: si presenta il solito problema di illeggibilità delle mie impronte. Stavolta non funziona neppure il metodo dello sfregamento dell'indice sulla fronte, così la guardia si procura una bottiglietta e mi spruzza del liquido sulle dita: "don't worry! It's just cleaner".
Nuovo controllo dei bagagli e delle scarpe. Devo ritirare il bagaglio per farlo controllare alla dogana dove consegno anche il mio secondo questionario: no, non porto terra e non sono stato recentemente in una fattoria.
Il mio volo dovrebbe essere alle 16:50 (22:50) ma viene ritardato alle 18 (00:00) a causa del maltempo.
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Mi consolo con un "Italian sandwich" di Subway: il rivenditore di panini per macdonaldari pentiti che aspirano all'emancipazione gastronomica. Subway fa scegliere il pane e gli ingredienti. L'"Italian sandwich" lo preparano schizzando del ""pesto"" da un distributore tipo sapone liquido su una fetta di pane e dell'""aceto balsamico"" da un altro distributore sull'altra fetta. Poi dispongono sul pane fette già pronte di pomodoro e "mozzarella cheese"" (sottilette), lo inseriscono su un nastro che gli fa attraversare un forno elettrico: "it tastes better!", e all'uscita si possono aggiungere altri ingredienti a piacere.
Mi reimbarco. L'aereo è corto stretto e basso: appena sufficiente per la mia statura. Prima di decollare viene spruzzato del liquido sulle ali da un apposito mezzo con una sorta di idranti. Non avevo mai visto una cosa del genere... sarà forse collegato alle basse temperature?
Giungiamo a destinazione alle 19:30 (1:30). Alle 20 sono in albergo. Nonostante la stanchezza cerco di tirare avanti per abituarmi al nuovo fuso.