Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di ascoltare e partecipare a discorsi sul tema della globalizzazione, purtroppo sono stato anche colpito da decisioni prese sulla base di questa formula.
Il ritornello che sento spesso ripetere è più o meno questo: Cina e India producono a basso costo perché lavorano molto di più e hanno molti meno diritti; quindi se vorremo essere competitivi nel futuro mercato globale, anche noi europei dovremo prima o poi lavorare di più e rinunciare ad alcuni dei diritti acquisiti.
È questa la strada? Questa opinione collettiva è frutto di riflessione o viene fatta circolare ad arte per preparare il terreno a future spoliazioni di diritti facendole passare per modernizzazioni, snellimenti e vantaggi per i lavoratori?
Ricordo il commento di una mia ex-collega proveniente dall'Europa dell'est che chiosava così lo sciopero dei netturbini: non dovrebbero consentirgli di scioperare, lo sciopero danneggia l'economia.
È l'economia l'unico parametro da considerare per il benessere di una società?
Queste riflessioni le avevo scritte da alcuni giorni. Un paio di giorni fa abbiamo poi sentito una puntata di "Parla con me" in cui come ospite c'era Maurizio Pallante. Durante l'intervista ho sentito delle riflessioni che avevo già scritto qui e ho deciso quindi di aggiungere queste informazioni.
Pallante è membro del comitato scientifico di "M'illumino di meno", collabora con la trasmissione radiofonica Caterpillar ed è fondatore del movimento della Decrescita felice. Il manifesto del movimento sostiene che esistano situazioni frequenti in cui un aumento del PIL innesca una diminuzione della qualità della vita. Viceversa, vi sarebbero casi piuttosto frequenti in cui attraverso processi di autoconsumo, di risparmio energetico e di relazioni di scambio che non transitino necessariamente per il mercato, si verifichi un incremento della qualità della vita materiale associata addirittura a, pensate un po': una diminuzione del PIL.
Tutto questo mentre i media ci bombardano in continuazione con i dati e le classifiche sui vari PIL e indici di borsa, diffondendo unanimemente il messaggio che se questi valori crescono allora stiamo tutti meglio.
22 commenti:
Sottoscrivo quanto scrivi.
E pensa le coincidenze: fu Pallante a girarmi l'indirizzo di Palazzetti (un ingengere che e' un vero geniaccio, cerca in rete il Totem: una sua invenzione) per intervistarlo.
Di Palazzetti non mi convincono le tesi sullo scambio basato sul baratto, ma il resto lo condivido, compresa la provocazione difarsi lo yogurt in casa. Io e Anna per ora ci siamo attrezzati a fare il pane e il formaggio in casa. E oggi in libreria abbiamo comprato Leo Hickman "la vita ridotto all'osso" diario semiserio sul suo cambiamento di vita in senso etico e votato alla riduzione dei consumi. E' divertente e anche un poco istruttivo. Forse puoi leggere on line la sua rubrica che tiene per il Guardian.
Abbracci e spero che a distruggere questa volta sarai tu queste malefiche.
Ti abbraccio e buona notte
Ma quindi conosci Pallante di persona? E producete già lo yogurth e il formaggio? Pecorino? ;-) E l'orto?
Riguardo al pane nutro dei dubbi che facendolo in casa ci sia un risparmio di emissioni di CO2....
'Cci loro: le massacro!
Viva la decrescita felice! Io purtroppo non sono un buon esempio, non autoproduco nè yogurth nè formaggio, ma per ridurre le emissioni ricorro a dosi massicce di ascetismo.
Sicuramente aborro la religione del PIL che ammorba i nostri giornali e telegiornali.
Forse proverò a produrre lo yogurth. Sul sito della decrescita felice viene spiegato come si fa e sembra abbastanza semplice. Anche se comunque bisogna sempre comprare il latte....
Tra l'altro attraverso quel sito abbiamo finalmente scoperto perché l'antica saggezza consiglia di avvolgere in una copertina di lana i recipienti dove avviene la lievitazione. Pare che serva per mantenere il calore sviluppato dal processo stesso.
Ah, questa la sapevo!!! Comunque il latte deve provenire da stalle poste in prossimità, per ridurre il CO2 emesso per il trasporto! A Chieri vendono il latte fresco non pastorizzato, userò quello!
Buon Yogurth a tutti!
Però lo devo prima sterilizzare, con spreco di energia! Allora tanto vale bere direttamente il latte e fare a meno dello Yogurth, no?
Genau! ;-)
Però altre abitudini, tipo andare in bicicletta, non prendere l'ascensore, non abusare di riscaldamenti e acqua calda, spegnere luci e apparati inutilizzati, e così via, riducono nettamente le emissioni.
Noi abbiamo rinunciato alla macchina. Personalmente vado sempre a piedi, qualche volta in autobus (la bicicletta mi è stata rubata dai tossici). Stiamo molto attenti a quello che compriamo, l'inverno una bella tuta pesante e magari un maglione in più per risparmiare sul riscaldamento...spesa al mercato, sacched i tela...quante ne potrei aggiungere? Per ora quando qualcuno si avvicina con discorsi ambientalisti o dice 'io sono un ambientalista' io mi regolo chiedendogli patente e libretto!!!
E vi consiglio caldamente un libro divertentissimo e utile: Leo Hickman, La vita ridotto all'osso', il sottotitolo recita: Un anno senza sprechi: le disavventure di un consumatore coscienzioso. Anna lo sta divorando...
Questa è la suarubrica:
http://lifeandhealth.guardian.co.uk/experts/leohickman/
Qui trovate gli articoli che ha scritto per Internazionale:
http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=58
...perchè l'importante è non esagerare e non prendersi sul serio :-)
Grazie per le informazioni ubik. Considera comunque che non tutti possono rinunciare cosi' agevolmente alla macchina. Secondo me non bisogna creare capri espiatori (....anche se in alcuni casi estremi tipo i possesori di suv divento talebano pure io), se uno ha una coscienza ambientale puo' regolarsi secondo i proprio bisogni e sopprimere quelli a cui e' piu' facile rinunciare. Ognuno ha soggettivamente dei bisogni piu' o meno irrinunciabili.
Certo in teoria, estremizzando il discorso, tutti potrebbero rinnunciare a tutto, potremmo tornare a usare la pietra scheggiata e a nutrirci di bacche e radici e forse allora potremmo dire almeno che i problemi ambientali non dipendono da noi.
ironizzavo sulle emissioni di CO2 per fare il pane. E la battuta su 'patente e libretto' mi sembrava efficace: hai presente certi spaccac... che pur avendo 2 macchine, 1 moto e una bicicletta ti fanno la morale sulla decrescita? Ecco io ne conosco uno che si sta facendo strada con queste tesi, ma il suo impatto ambientale penso che sia devastante. Io sono d'accordissimo con te che ognuno si regola secondo le sue esigenze, pur mantenendo una 'tensione etica' verso queste cose. Per questo dicevo di non prendersi troppo sul serio, sennò rischiamo di essere gli ennesimi rompic...
Per quanto riguarda la macchina devo dire che la fortuna di abitare in centro e il modo ottimo con cui è stato organizzato il CarSharing qui a Firenze ci agevola in questa scelta, al contrario di quando abitavamo in collina...paradossalmente consumavano più CO2 quando volevamo vivere all'aria 'aperta'.
Un bacio è meno ecologico di un abbraccio?
Pare che ci siano espressioni corporali ancora meno ecologiche di un bacio e un abbraccio ;-)
Stamane, venendo al lavoro in bicicletta, mi si è parato innanzi un vero modello di comportamento ecologico. Mentre pedalavo ho sentito una specie di tuono alle mie spalle, mi giro e c'era dietro di me una fichissima spider cabrio, che se ci fossero stati almeno 12° invece degli attuali 10 avrebbe avuto il tettino abbassato.
Velocità media tra un semaforo e l'altro: più o meno quella della mia bicicletta.
Velocità massima tra un semaforo e l'altro: vicina alla barriera del suono.
Penso che le sue emissioni di C02 superassero ampiamente quelle delle espressioni corporali di tutte le mucche padane. Pare che per mantenersi dentro i parametri di Kyoto, il governo tedesco debba fermare un'industria della Ruhr ogni 5 di questi Alboreti in autostrada ;-)
Ammettilo: in cuor tuo lo invidiavi. Oh, unaspider è una spider.
Qui Kyoto è lontana, l'Europa ci ha appena ricordato di quanto vanno ridotte. Siamo fuori parametro.
Comunque la spider è la spider. A
Ammazza, avete 10°? Qui viaggiamo intorno ai 22° - 25°. La scorsa settimana credo intorno ai 30°
Beh, io sono uno di quelli che ha sia la moto che la macchina... Ma se andando in moto consumo assai meno che andando in macchina è meglio, no? Ditemi di sì! Ahimè, la coerenza assoluta non è nella natura umana... E andare con la mia Guzzi è tanto bello...
ubik, in compenso ad aprile avevamo più di 30 gradi e niente pioggia.
Sebastiano, sì dai, sei assolto ;-)
Una Guzzi assolve chiunque
...dimenticavo. Altro trucchetto per ridurre le emissioni: spegnere il gas 5 minuti prima che la pasta sia cotta e lasciarla li' per altri 5 minuti. Viene perfettamente cotta.
Non vorrei fare troppo Belehren ;-), ma volevo precisare la mia idea sulle emissioni di CO2 per fare il pane.
Supponiamo che un fornaio serva 500 clienti e che per produrre il pane per essi emetta una quantità X di CO2. Se tutti i 500 clienti si facessero il pane in casa, ognuno di essi emetterebbe una quantità Y di CO2 molto minore di X.
Ora, non possiedo dati di misurazioni, ma a intuito direi che:
(500 x Y) > X
Per questo dicevo che nutro dei dubbi che facendolo in casa ci sia un risparmio di emissioni di CO2.
Rimanendo in tema di ecologismo, stamane mentre pedalavo per venire al lavoro un falco mi ha planato ad un metro dalla testa atterrando a due metri da me, inoltre il garage in cui parcheggio era pieno di nidi di fringuelli che mi svolazzavano allegramente intorno e sul balcone del mio ufficio si sta svolgendo l'avvincente scena di un uccellino che non sa ancora volare e che viene periodicamente incoraggiato dalla madre.
La scena è bellissima.
Aggiungo brevemente che alle emissioni di CO2 non consideri il costo ambientale dell'eventuale trasporto del pane: oggi il fornaio che fa e distribuisce nel suo quartiere è sempre più raro, i distributori la fanno da padrone. Aggiungi ancora le emissioni di chi va a farela spesa non sotto casa, ma in un supermercato, con la macchina per caricare più cose (è vero in questo caso che l'emissione del singolo andrebbe divisa tra tutti i prodotti, ma moltiplica per i clienti...)
Vabbè, forse ho semplificato un po' perché a comprare il pane ci vado in bicicletta dal fornaio che sta a 1 Km da casa.
Però secondo me ci sono sicuramente comportamenti più facile da applicare e diffondere e il cui risparmio energetico è netto e indiscutibile. Tipo la vostra rinuncia alla macchina e quelli che citavo in precedenza (mar mag 15, 12:08:00 PM 2007).
Il pane e lo yogurth li vedo più come uno sifzio divertente per pochi volenterosi.
Bè, ffa un pò fico. Non lo nego. Anche perchè dal fornaio sotto casa ci andiamo che tra l'altro ha il forno nel retrobottega e fa anche dolci, pizzette, bomboloni caldi (dalle 4 del pomeriggio), pan di ramerini e 'schiacciate' farcite (la pizza bianca qui si chiama così) che sono favolosi e non costa neanche molto.
Se venite una volta vi promettiamo abbuffatta fornara!!!
Affare fatto!
Scrivo dalla casa editrice Ponte alle Grazie per ringraziarvi dell'attenzione che avete voluto dedicare al primo libro di Hickman, e cogliere l'occasione per segnalarvi l'uscita a inizio Marzo 2008 di ULTIMA CHIAMATA, il libro di Hickman sui danni del turismo di massa sull'ambiente e sulle possibilità di viaggiare in maniera ecologicamente sostenibile.
L'autore sarà in Italia il 5-6-7 marzo a Milano e Roma. A Roma presenterà il suo nuovo libro giovedì 6 marzo alle 18 alla Feltrinelli di piazza COLONNA con Giovanni De Mauro e Patrizio Roversi.
Spero di vostro interesse. Per maggiori informazioni, contattami senza problemi. Grazie e ciao, matteo.
matteo.columbo@ponteallegrazie.it
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