...è il titolo di
questa puntata di Radio 3 scienza.
Ascoltandola ho scoperto che...
La regione Veneto dal 2008 ha sospeso l’obbligatorietà delle vaccinazioni. A cinque anni di distanza un’indagine ha fatto il punto sulle scelte e le motivazioni dei genitori che hanno deciso di non vaccinare i propri figli. Massimo Valsecchi, responsabile scientifico della ricerca e direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 20 di Verona, ci illustra i risultati dell’indagine e spiega cosa avrebbero da imparare le istituzioni sanitarie.
Andando a curiosare tra le loro pagine (
Indagine sui Determinanti del Rifiuto dell'Offerta Vaccinale nella Regione Veneto) ho avuto l'impressione di un lavoro davvero ben fatto. Con approfondimenti non solo nell'ambito medico ma anche nell'ambito sociologico, psicologico e mediatico.
Avviata come ricerca sulle motivazione del rifiuto delle vaccinazioni, non praticate o praticate selettivamente da una piccola parte della popolazione, questa indagine si è trasformata in una preziosa occasione di ascolto e di dialogo con genitori, gruppi, associazioni, operatori. E' stato possibile pertanto ripensare modi e strumenti di approccio e passare quindi dall'analisi della motivazioni al rifiuto alle motivazioni che sostengono le scelte, di adesione o di rifiuto verso le vaccinazioni.
La pagina che ho citato è densa di informazioni e documenti. Particolarmente interessanti mi sono sembrati questo documento -
Il popolo web e le vaccinazioni – Report di Sintesi Nazionale Sinodé - Novembre 2011 - che analizza le motivazioni che spingono un genitore al rifiuto totale o parziale delle vaccinazioni e queste "
conclusioni e proposte operative" di cui riporto alcuni stralci
"La fotografia del mondo dei genitori messi di fronte alla scelta di vaccinare o meno il proprio figlio, risulta dai
dati raccolti molto complessa. Si richiede pertanto un approccio capace di reggere la complessità... Il contesto Veneto della
sospensione dell’obbligo costituisce
in questo senso una premessa ed un’occasione per l’apertura di un dialogo.
Se, come risulta dai dati, il campo è fluido e la scelta di vaccinare o meno, indipendentemente dall’obbligo,
non è scontata, e se il patrimonio di fidelizzazione e di adesione acritica (ma anche di rifiuto acritico) va
perdendo consistenza, i campi di azione suggeriti dalla ricerca, ineludibili, risultano i seguenti:
1.
Ad un genitore sempre più informato ed esigente, (ma anche più dubbioso), bisognoso di essere ascoltato
e disposto al dialogo,
deve corrispondere una risposta di qualità, trasparente, non paternalistica, che fornisca
un quadro obiettivo, completo e indipendente riguardo alle vaccinazioni, che tenga conto anche di eventuali
aree grigie. ...
2. All’opinione diffusa tra i genitori di una scarsa trasparenza del sistema ed alla presenza di conflitti di
interesse la risposta non può che essere la
massima accessibilità di informazioni indipendenti, con una
particolare attenzione all’omogeneità delle risposte ad alle modalità comunicative, che spesso aumentano
l’incertezza e minano la fiducia negli operatori. Tra i dati che è necessario rendere più disponibili in modo
diffuso sono
in primo piano quelli relativi alle reazioni avverse...
3. Ad un genitore attivo nella ricerca di informazioni, ma spesso altrettanto disorientato, che incontra nel
passaparola pareri diversi e nei media - soprattutto in internet - una comunicazione fortemente sbilanciata in
senso contrario alle vaccinazioni e lacunosa dal punto di vista della diffusione e gravità delle malattie,
eterogenea nei contenuti ed indistinta nella qualità ed autorevolezza,
vanno garantite informazioni
tempestive e diffuse sulla propagazione delle malattie infettive e sulle loro conseguenze.
I genitori
dovrebbero inoltre poter trovare, in particolare in Internet, voci affidabili che diano risposte o forniscano
strumenti di lettura davanti ad informazioni infondate scientificamente e orientate pertanto in modo
ingiustificato contro l’offerta vaccinale.
Questo comporta un lavoro periodico di revisione delle informazioni
disponibili e una sistematica azione informativa, rigorosa, chiara e comprensibile.
Le proposte di azione sono pertanto riassumibili in 4 punti:
A. strutturare i servizi vaccinali in modo tale da consentire loro di esercitare effettivamente un’offerta attiva
delle vaccinazioni, anche rafforzando la rete con i Pediatri di Famiglia
B. intervenire sul sistema di informazioni sulle vaccinazioni via web fornendo informazioni trasparenti e
complete, monitorando i siti contrari alle vaccinazioni ed intervenendo sui contenuti infondati e fuorvianti. C. migliorare il sistema di informazione sui dati reali relativi alle reazioni avverse D.
attivare un sistema (attualmente inesistente) di informazione ai genitori e agli operatori sanitari sulle epidemie da malattie prevenibili con le vaccinazioni in atto
È in atto una ricerca nell’ambito di GenitoriPiù su quanto sia utilizzato tra gli operatori questo strumento e quale la
conoscenza delle reazioni avverse registrate (
per inciso, su c.ca 21.680.000 dosi somministrate nel 1993-2010: Eventi
gravi con sequele 5, su 327 gravi causalmente correlabili; Decessi giudicati non attribuibili: 4, decessi attribuibili: 0).
Mi è stato segnalato anche
questo articolo del Corriere della Sera che descrive molto bene questa indagine.
Vorrei anche citare
una notizia rimbalzata di recente dagli antipodi fino a noi.
"La delirante crociata antivaccinista non manca di far danni. In Nuova Zelanda, la vittima è un bambino di 7 anni, Alijah. Il padre, dopo aver vaccinato i suoi due figli più grandi, è condizionato dalle letture su internet, quelle che parlano di gravi effetti collaterali dei vaccini, di complotti, di medici cattivi e multinazionali truffaldine e così decide di non vaccinare suo figlio, ma le cose non vanno bene, il piccolo, attorno alle festività di Natale, è colpito dal tetano. Finisce in rianimazione con gravi sintomi e per 26 giorni lotta tra la vita e la morte (i genitori lo definiscono, in una straziante intervista, agonizzante). Fortunatamente le cure funzionano e dopo un periodo di ricovero il bambino esce dall'ospedale (in sedia a rotelle, i postumi del tetano gli procurano ancora spasmi muscolari). Avrà bisogno di riabilitazione verbale e fisica per almeno un anno.
La vicenda ha scioccato il padre "è tutta colpa mia", dice..."
Qui c'è l'articolo in inglese dell'ABC Perth