Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
lunedì, giugno 29, 2009
La prova della bara roboante
Fu deciso che doveva sottoporsi alla prova della bara roboante.
Dopo averlo trafitto lo adagiarono quindi nell'asettico sarcofago.
I suoi timpani ovattati venivano penetrati dai loro suoni: regolari, assordanti e ipnotici; mentre le sue vene venivano attraversate dai loro persuasivi veleni.
Il verdetto della prova lo lasciò sospeso tra vecchie cicatrici di milioni di invisibili aghi.
giovedì, giugno 25, 2009
Un percorso storico tra Numeri e Geometria - Parte 12: Al-Khwārizmī
Dicevamo quindi che nelle prime fasi dell'apprendimento e dello sviluppo della Matematica gli Islamici attinsero molto ai risultati delle grandi culture che li precedettero: ovviamente da quella greca, ma anche da quella indiana e babilonese; e che fu proprio grazie alle traduzioni dei lavori dei matematici indiani effettuate dai matematici islamici che in Europa si cominciò a diffondere il sistema numerico indù che andò lentamente sostituendo gli scomodi sistemi numerico-alfabetici romano e greco.
Abbiamo anche visto che un altro grande dono dei matematici indiani veicolatoci dai matematici islamici fu lo Zero.
Il più celebre tra i matematici islamici è sicuramente Al-Khwārizmī
(محمد خوارزمی Corasmia o Baghdad, 780 circa – 850 circa).
Produsse risultati rilevanti in diversi campi del sapere matematico-scientifico, come la trigonometria, l'astronomia/astrologia, la geografia e la cartografia.
Il suo nome però è inestricabilmente legato agli algoritmi e all'Algebra.
Le stesse parole "algoritmo" (o "algorismo") e "algebra" derivano rispettivamente da Algoritmi, la latinizzazione del suo nome, e dal nome del suo libro al-Kitāb al-mukhtasar fī hisāb al-jabr wa 'l-muqābala (الكتاب المختصر في حساب الجبر والمقابلة), scritto verso l’825 e tradotto in latino nel XII secolo con il titolo “Algoritmi de numero Indorum”, che fu forse la prima opera completa sul sistema di numerazione indo-arabico. Grazie a questa traduzione tale sistema di numerazione, che introduceva anche il numero zero, si diffuse nel Vicino e Medio Oriente e successivamente in Europa.
Girolamo Cardano, nel suo Ars Magna, considera al-Khwārizmī addirittura il creatore dell'algebra.
Fu solo nel secondo decennio del XVII secolo, soprattutto grazie alla famosa traduzione in latino di Bachet (1621) dell'"Arithmetica" di Diofanto - come abbiamo già visto la prima traduzione fu di un italiano, Raffaele Bombelli, nel 1570, ma non venne mai pubblicata
- che si cominciò ad essere consapevoli anche del grande contributo di Diofanto allo sviluppo dell'Algebra.
Oggi si sa che abbozzi di metodi algebrici erano già presenti nella matematica babilonese e in quella egiziana nel II millennio a.C.
Ciò non toglie importanza al lavoro di al-Khwārizmī che raccolse materiale dalle tradizioni greca, indiana e siriaco-mesopotamica, ampliò il lavoro di Brahmagupta e di Diofanto sulle equazioni algebriche e compilando così un'opera che divenne un punto di riferimento per lo sviluppo dell'algebra moderna.
La sua opera (al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-ǧabr wa-al-muqābala) si diffuse in Europa grazie soprattutto alle traduzioni in latino di Roberto di Chester a Segovia (con il titolo Liber algebrae et almucabala), nel 1145, e quella di Gerardo da Cremona.
Nella prossima puntata parleremo degli ulteriori sviluppi dell'algebra presso i matematici islamici.
Indice della serie
Abbiamo anche visto che un altro grande dono dei matematici indiani veicolatoci dai matematici islamici fu lo Zero.
Il più celebre tra i matematici islamici è sicuramente Al-Khwārizmī
(محمد خوارزمی Corasmia o Baghdad, 780 circa – 850 circa).
Produsse risultati rilevanti in diversi campi del sapere matematico-scientifico, come la trigonometria, l'astronomia/astrologia, la geografia e la cartografia.
Il suo nome però è inestricabilmente legato agli algoritmi e all'Algebra.
Le stesse parole "algoritmo" (o "algorismo") e "algebra" derivano rispettivamente da Algoritmi, la latinizzazione del suo nome, e dal nome del suo libro al-Kitāb al-mukhtasar fī hisāb al-jabr wa 'l-muqābala (الكتاب المختصر في حساب الجبر والمقابلة), scritto verso l’825 e tradotto in latino nel XII secolo con il titolo “Algoritmi de numero Indorum”, che fu forse la prima opera completa sul sistema di numerazione indo-arabico. Grazie a questa traduzione tale sistema di numerazione, che introduceva anche il numero zero, si diffuse nel Vicino e Medio Oriente e successivamente in Europa.
Girolamo Cardano, nel suo Ars Magna, considera al-Khwārizmī addirittura il creatore dell'algebra.
Fu solo nel secondo decennio del XVII secolo, soprattutto grazie alla famosa traduzione in latino di Bachet (1621) dell'"Arithmetica" di Diofanto - come abbiamo già visto la prima traduzione fu di un italiano, Raffaele Bombelli, nel 1570, ma non venne mai pubblicata
- che si cominciò ad essere consapevoli anche del grande contributo di Diofanto allo sviluppo dell'Algebra.
Oggi si sa che abbozzi di metodi algebrici erano già presenti nella matematica babilonese e in quella egiziana nel II millennio a.C.
Ciò non toglie importanza al lavoro di al-Khwārizmī che raccolse materiale dalle tradizioni greca, indiana e siriaco-mesopotamica, ampliò il lavoro di Brahmagupta e di Diofanto sulle equazioni algebriche e compilando così un'opera che divenne un punto di riferimento per lo sviluppo dell'algebra moderna.
La sua opera (al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-ǧabr wa-al-muqābala) si diffuse in Europa grazie soprattutto alle traduzioni in latino di Roberto di Chester a Segovia (con il titolo Liber algebrae et almucabala), nel 1145, e quella di Gerardo da Cremona.
Nella prossima puntata parleremo degli ulteriori sviluppi dell'algebra presso i matematici islamici.
Indice della serie
martedì, giugno 23, 2009
sabato, giugno 20, 2009
gioia e dolore
"...come i bambini ed i vecchi si mise a piangere, senza sapere il perché: di dolore che era gioia, di gioia che era dolore..."
Oslo 1: prima lezione: sui taxi
Domenica 31 maggio
Atterriamo all'aeroporto Gardermoen di Oslo verso mezzanotte. Nel cielo c'è ancora un po' di luce.
Come prima cosa cerchiamo dell'acqua per la notte. Notiamo un "duty free" con molte bottiglie esposte. È preso d'assalto dai Norvegesi. Ci chiediamo il perché.
Entriamo: non vendono acqua, ma solo alcolici e superalcolici. Capiamo così il motivo della folla: i superalcolici sono estremamente cari in Norvegia a causa delle tasse.
Dopo esserci procurata l'acqua usciamo dall'aeroporto. Zucchero nota un autobus:
- Forse potremmo informarci se va verso il centro
- Ma vuoi andare in autobus con queste valigie pesanti!? Manco per sogno!! Andiamo in taxi è molto più comodo.
Saliamo quindi in taxi. Dopo qualche minuto mi cade l'occhio sul tassametro e mi faccio una conversione mentale corone-euro: segna una cifra pazzesca e corre ad un ritmo folle.
Chiedo al tassista se ci sia ancora molta strada da fare. Risponde che il centro di Oslo dista 55 Km dall'aeroporto. Faccio di nuovo lavorare il calcolatore cerebrale e formulo la stima: la corsa ci costerà tra i 200 e i 250 euro. La stima si rivelerà abbastanza corretta: 1936 corone, cioè circa 220€.
Atterriamo all'aeroporto Gardermoen di Oslo verso mezzanotte. Nel cielo c'è ancora un po' di luce.
Come prima cosa cerchiamo dell'acqua per la notte. Notiamo un "duty free" con molte bottiglie esposte. È preso d'assalto dai Norvegesi. Ci chiediamo il perché.
Entriamo: non vendono acqua, ma solo alcolici e superalcolici. Capiamo così il motivo della folla: i superalcolici sono estremamente cari in Norvegia a causa delle tasse.
Dopo esserci procurata l'acqua usciamo dall'aeroporto. Zucchero nota un autobus:
- Forse potremmo informarci se va verso il centro
- Ma vuoi andare in autobus con queste valigie pesanti!? Manco per sogno!! Andiamo in taxi è molto più comodo.
Saliamo quindi in taxi. Dopo qualche minuto mi cade l'occhio sul tassametro e mi faccio una conversione mentale corone-euro: segna una cifra pazzesca e corre ad un ritmo folle.
Chiedo al tassista se ci sia ancora molta strada da fare. Risponde che il centro di Oslo dista 55 Km dall'aeroporto. Faccio di nuovo lavorare il calcolatore cerebrale e formulo la stima: la corsa ci costerà tra i 200 e i 250 euro. La stima si rivelerà abbastanza corretta: 1936 corone, cioè circa 220€.
mercoledì, giugno 17, 2009
Oblio
Ad un tratto la parte in alto a destra del suo campo visivo fu invasa da una chiazza sfocata. Per quanto si sforzasse, tutti i tentativi (fisici e mentali) di eliminarla fallivano. Spostare lo sguardo, alzarlo, abbassarlo, strizzare gli occhi; persino chiudendo gli occhi la chiazza persisteva.
La sua visuale si era ridotta e aveva qualche difficoltà a camminare nel corso affollato, illuminato da un accecante sole al vertice dell'eclittica.
Qualcosa di nuovo sopraggiunse.
Come si dice "aspettare" in questa lingua? Non ricordo! Com'è possibile!
Come si chiama quel nostro amico? .....Non ricordo.
E sua figlia?! ....Non riesco a ricordarlo....
E come si chiama mia nonna!!?? Non ricordo!
E io!?!? Come mi chiamo io!?!?
Non lo so! Chi sei!? Non riesco a vederti e non riconosco la tua voce.
La sua visuale si era ridotta e aveva qualche difficoltà a camminare nel corso affollato, illuminato da un accecante sole al vertice dell'eclittica.
Qualcosa di nuovo sopraggiunse.
Come si dice "aspettare" in questa lingua? Non ricordo! Com'è possibile!
Come si chiama quel nostro amico? .....Non ricordo.
E sua figlia?! ....Non riesco a ricordarlo....
E come si chiama mia nonna!!?? Non ricordo!
E io!?!? Come mi chiamo io!?!?
Non lo so! Chi sei!? Non riesco a vederti e non riconosco la tua voce.
domenica, giugno 14, 2009
L'esperimento
Non riusciva più neppure a ricordare il momento in cui il pensiero era affiorato dal suo ipotalamo imprimendosi tra le sue sinapsi. Forse tra l'infanzia e la fanciullezza.
Attraverso gli anni l'idea si era consolidata e aveva assunto contorni netti.
Ora possedeva la certezza: era la cavia dell'esperimento. Tutto era stato costruito appositamente per lui. Tutti lo sapevano.
Quello che gli altri non sapevano era che adesso anche lui ne era a conoscenza.
Attraverso gli anni l'idea si era consolidata e aveva assunto contorni netti.
Ora possedeva la certezza: era la cavia dell'esperimento. Tutto era stato costruito appositamente per lui. Tutti lo sapevano.
Quello che gli altri non sapevano era che adesso anche lui ne era a conoscenza.
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