Interessante articolo sulla percezione della mafia in Germania. Quel CD del 2000 lo ricordo molto bene.
"Era il 2000 quando la Germania scoprì che la mafia non è altro che un piccolo popolo minacciato dal rischio dell’estinzione, qualcosa come i Chiapas. Una cultura antica, insomma. Magari con riti bizzarri, ma comunque una cultura. E una cultura non si può giudicare in Tribunale.
Questo era il messaggio di tanti articoli usciti per promuovere la cosiddetta “musica della mafia”, considerata ancora oggi da tanti giornalisti tedeschi come „autentica cultura mafiosa calabrese”. "
"Un altro giornalista prescelto è Andreas Ulrich, corrispondente di cronaca nera del settimanale Der Spiegel. Un anno dopo il massacro di Duisburg, Der Spiegel si vantava in un editoriale che due dei suoi reporter erano stati guidati nella realizzazione di un reportage sulla ‚Ndrangheta proprio da Francesco Sbano, persona che “gode della fiducia dei boss”. Il più grande settimanale tedesco comunicava allora con orgoglio che le sue informazioni sulla mafia provenivano dalla mafia stessa."
"Sbano regala al pubblico tedesco quasi ogni anno una nuova iniziativa per fornire ai tedeschi un’immagine folcloristica della mafia. Nel 2010 è riuscito ad allegare la sua musica a un libro i cui autori (tra cui Roberto Saviano) non sapevano nulla di questa compagnia"
"Andreas Ulrich, giornalista di Der Spiegel e fidato amico di Sbano ha scritto una prefazione degna dell’opera, sferrando una serie di attacchi frontali contro lo Stato italiano e contro i suoi colleghi giornalisti che hanno osato scrivere sulla mafia in Germania e i cui libri (tra cui il libro “Santa Mafia” della sottoscritta) sono stati censurati in Germania.
L’attacco più violento però viene indirizzato contro il movimento antimafia italiano: Ulrich lo definisce come “Wanderzirkus”, circo ambulante, composto di “giornalisti, fotografi, autori e attivisti d’altro genere che cavalcando l’onda della lotta dell’antimafia vogliono diventare famosi”. La storia della mafia deve essere raccontata solo dai mafiosi, dice Ulrich, gli unici credibili. Parola d’onore."
"L’anno scorso, il tribunale di Reggio Calabria ha condannato Francesco Sbano per ingiuria, minaccia e diffamazione in seguito alla sua intrusione nel museo della ‘Ndrangheta.
Oggi Sbano gestisce un ristorante italiano ad Amburgo. Qui i clienti tedeschi vengono trattati “come i preti”. E continuano a credere che la mafia esista solo in alcuni villaggi italiani arretrati. Missione compiuta."
Articolo completo:
La ‘Ndrangheta cantata.