Lunedì 10 settembre
Alle 14:30 partiamo dal porto di Canneto alla volta di Panarea e Stromboli. La prima tappa è a Calajanca di Panarea. Il capitano della barca annuncia che ci troviamo in una delle spiagge più esclusive d'Italia, contemporaneamente un membro dell'equipaggio si libera della cicca di sigaretta gettandola in mare.
Ci lasciano fare il bagno. L'acqua è cristallina con riflessi verde-azzurro. Avvisto una sola medusa orlata di viola che nuota leggiadra in prossimità del fondo. Nuoto fino a riva ammirando i colori di diversi pesci.
Risaliamo in barca, sbarchiamo a Panarea e riprendiamo il viaggio verso Stromboli passando in prossimità di Lisca Bianca e Basiluzzo. Raggiunta l'isola ci fermiamo per qualche minuto a Ginostra senza attraccare. È il porto più piccolo d'Europa e l'attracco è consentito esclusivamente ai trasporti pubblici. In passato le imbarcazioni si dovevano fermare a una decina di metri dal porto e una barchetta sbarcava passeggeri e merci. In seguito è stato costruito un attracco di cemento da poter usare anche in caso di evacuazione improvvisa. Piano necessario soprattutto ora che pare che lo Stromboli stia evolvendo in un vulcano di tipo esplosivo.
Oltrepassiamo un'altra frazione e la Sciara del Fuoco mentre il vulcano ci regala periodiche esplosioni e conseguenti variazioni cromatiche dei fumi del suo respiro. Sbarchiamo infine a S. Vincenzo, la frazione più grande.
Alle 19 ci reimbarchiamo e dopo una breve circumnavigazione di Strombolicchio raggiungiamo di nuovo la Sciara del Fuoco all'imbrunire e di lì ci godiamo lo spettacolo. Alcune esplosioni colorano di rosso il cratere. Altre sono alte a sufficienza e riusciamo a vedere anche i lapilli.
Ceniamo in barca con pizza, peperonata e arancini alle melanzane.
Poco dopo le 20 si riparte e verso le 22:30 siamo di nuovo a Canneto.
Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
mercoledì, novembre 28, 2007
giovedì, novembre 22, 2007
Castelli in aria di Edoardo Lombardi Vallauri
"Sono castelli di cristallo, questi che costruisce nell'etere il linguista fiorentino e romano, Edoardo Lombardi Vallauri": "esemplificazioni di cose complesse" come dice lui. Ho trovato estremamente interessanti queste riflessioni e domande su fatti e comportamenti della nostra natura umana.
Lombardi Vallauri analizza e smonta ragionamenti o luoghi comuni confermandoli o confutandoli al termine di una piacevole e logica passeggiata dialettica.
Queste esemplificazioni mi hanno indotto a riflessioni su me stesso e sulle persone che mi circondano.
Una delle puntate più interessanti è forse la ventinovesima "Frittate e grattacieli - Perseveranza ed eclettismo al vaglio della vita ... ". Qui il semplificatore classifica l'umanità in due tipologie: i grattacieli e le frittate. Mi sono subito ritrovato come frittata (ovviamente! mi direte: quando si parla de magna'!...). Ho pensato però che in un momento della mia vita ho avuto l'ambizione di essere un grattacielo, magari anche a più vette. Poi mi sono accorto che la mia natura era quella di frittata. Devo aggiungere però che ora mi ci trovo piuttosto bene in questa tipologia.
I grattacieli sono molto più rari. Se penso ai miei conoscenti me ne viene in mente solo uno che si avvicini a tale tipologia.
Ho dato uno sguardo al Curriculm di Lombardi Vallauri ed è impressionante. Tanto per citarne una ha tradotto opere scientifiche dal francese, dal tedesco e dall'inglese.
Ho anche visto che ha scritto un libro il cui titolo mi incuriosisce: "Capire la mente cattolica".
Mi sono piaciute particolarmente anche la ventitreesima puntata: "Natura Matrigna - Noi, menti illimitate condannate a vivere nello spazio e nel tempo....", che mi ha fatto notare che il pessimismo leopardiano non è poi così distante dalla critica di Voltaire all'ottimismo leibniziano e che mi ha insegnato un nuovo vocabolo tedesco: streben (dal Faust) che è l'opposto del Nirvana, della pace interiore buddista; la decima puntata: "Educare al dovere e al piacere - Il dovere è un mezzo, il piacere un fine..."; e l'undicesima: "Come e perché si discute - C'è davvero qualcuno che non vuole sempre avere ragione? ... "
Per ascoltare le puntate:
http://www.radio.rai.it/radio3/elenco.cfm?Q_PROG_ID=786
Per scaricare gli mp3 (si trovano solo le ultime puntate):
http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=3831
Pagina iniziale di Castelli in aria:
http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/castelliinaria/index.cfm
Lombardi Vallauri analizza e smonta ragionamenti o luoghi comuni confermandoli o confutandoli al termine di una piacevole e logica passeggiata dialettica.
Queste esemplificazioni mi hanno indotto a riflessioni su me stesso e sulle persone che mi circondano.
Una delle puntate più interessanti è forse la ventinovesima "Frittate e grattacieli - Perseveranza ed eclettismo al vaglio della vita ... ". Qui il semplificatore classifica l'umanità in due tipologie: i grattacieli e le frittate. Mi sono subito ritrovato come frittata (ovviamente! mi direte: quando si parla de magna'!...). Ho pensato però che in un momento della mia vita ho avuto l'ambizione di essere un grattacielo, magari anche a più vette. Poi mi sono accorto che la mia natura era quella di frittata. Devo aggiungere però che ora mi ci trovo piuttosto bene in questa tipologia.
I grattacieli sono molto più rari. Se penso ai miei conoscenti me ne viene in mente solo uno che si avvicini a tale tipologia.
Ho dato uno sguardo al Curriculm di Lombardi Vallauri ed è impressionante. Tanto per citarne una ha tradotto opere scientifiche dal francese, dal tedesco e dall'inglese.
Ho anche visto che ha scritto un libro il cui titolo mi incuriosisce: "Capire la mente cattolica".
Mi sono piaciute particolarmente anche la ventitreesima puntata: "Natura Matrigna - Noi, menti illimitate condannate a vivere nello spazio e nel tempo....", che mi ha fatto notare che il pessimismo leopardiano non è poi così distante dalla critica di Voltaire all'ottimismo leibniziano e che mi ha insegnato un nuovo vocabolo tedesco: streben (dal Faust) che è l'opposto del Nirvana, della pace interiore buddista; la decima puntata: "Educare al dovere e al piacere - Il dovere è un mezzo, il piacere un fine..."; e l'undicesima: "Come e perché si discute - C'è davvero qualcuno che non vuole sempre avere ragione? ... "
Per ascoltare le puntate:
http://www.radio.rai.it/radio3/elenco.cfm?Q_PROG_ID=786
Per scaricare gli mp3 (si trovano solo le ultime puntate):
http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=3831
Pagina iniziale di Castelli in aria:
http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/castelliinaria/index.cfm
martedì, novembre 20, 2007
Anniversario a Lipari (da Filippino)
Domenica 9 settembre
È il nostro settimo anniversario. Passiamo la mattinata tra bagni, letture e punture di meduse. Dopo un pranzo in casa e un pisolino torniamo in spiaggia.
La sera festeggiamo: da Filippino ovviamente. Apprendo da uno dei proprietari che il ristorante possiede due barche e propongono solo il pesce pescato da esse.
Vengo a scoprire così che le aragoste vivono anche in alcune zone del mediterraneo, tra cui le Eolie. Io pensavo che fossero creature oceaniche. Quelle che si vedono nell'acquario stasera sono state pescate a Filicudi.
Prendiamo pasta con le sarde,
risotto al nivuro di siccia,
aragoste (erano proprio d'uopo lasciatemelo dire), caponata, sorbetto limone e more e mousse al limone. Tutto ottimo.
L'ammontare del conto non lo riporto ;-)
È il nostro settimo anniversario. Passiamo la mattinata tra bagni, letture e punture di meduse. Dopo un pranzo in casa e un pisolino torniamo in spiaggia.
La sera festeggiamo: da Filippino ovviamente. Apprendo da uno dei proprietari che il ristorante possiede due barche e propongono solo il pesce pescato da esse.
Vengo a scoprire così che le aragoste vivono anche in alcune zone del mediterraneo, tra cui le Eolie. Io pensavo che fossero creature oceaniche. Quelle che si vedono nell'acquario stasera sono state pescate a Filicudi.
Prendiamo pasta con le sarde,
risotto al nivuro di siccia,
aragoste (erano proprio d'uopo lasciatemelo dire), caponata, sorbetto limone e more e mousse al limone. Tutto ottimo.
L'ammontare del conto non lo riporto ;-)
domenica, novembre 18, 2007
Zuppa di bieta, ceci e zucca - Risotto alla melagrana
Questa zuppa l'ho preparata per la prima volta domenica scorsa ispirandomi ad una ricetta della Cucina Italiana e modificandola un po'. È venuta bene: l'abbiamo usata per diversi pasti. Oggi ho voluto riprovarla aggiungendo un ingrediente molto comune in questo periodo: la zucca. È venuta meglio.
Ingredienti: (per 4 persone)
150 g di pasta da minestra, 600 g di bieta, 200 g di ceci secchi, 1/2 zucca, 100 g di cipolla, 80 g di carota, 50 g di sedano, 2 spicchi d'aglio, 2 foglie di salvia, timo, 1,3 l di brodo di carne, 80 g di parmigiano, 3 cucchiai d'olio d'oliva, sale e pepe.
Preparazione:
Lasciate i ceci in ammollo per almeno 8 ore. Cuoceteli quindi in pentola a pressione con un cucchiaio di sale ed un litro d'acqua per poco meno di 40 minuti.
Preriscaldate il forno a 200°, affettate la mezza zucca e infornatela per 30 minuti.
Eliminate la buccia dalle fette di zucca e riducetele a dadini.
Mondate la bieta, lavatela, scolatela.
Mondate il sedano, la cipolla, l'aglio e la carota. Tritateli insieme all'aglio, la salvia e il timo e fateli appassire in una pentola con 3 cucchiai d'olio.
Quando tutti gli odori si saranno appassiti aggiungete i dadini di zucca e un pizzico di sale.
Tritate grossolanamente la bieta, aggiungetela nella pentola, distribuitevi un pizzico di sale e fatela appassire mescolando ogni tanto.
Unite i ceci e il brodo bollente e fate cuocere per 35 minuti circa.
Aggiungete quindi la pasta, regolate di sale e lasciate cuocere per il tempo di cottura della pasta meno un minuto.
Condite quindi con olio a crudo, parmigiano, una generosa spolverata di pepe nero macinato fresco e gustatevi la zuppa. Noi ci siamo riscaldati le viscere gustandola per cena.
Abbiamo quindi concluso la cena con caldarroste e vino rosso.
Zucchero per pranzo invece mi ha preparato uno dei miei piatti preferiti: il risotto alla melagrana.
Ingredienti: (per 4 persone)
150 g di pasta da minestra, 600 g di bieta, 200 g di ceci secchi, 1/2 zucca, 100 g di cipolla, 80 g di carota, 50 g di sedano, 2 spicchi d'aglio, 2 foglie di salvia, timo, 1,3 l di brodo di carne, 80 g di parmigiano, 3 cucchiai d'olio d'oliva, sale e pepe.
Preparazione:
Lasciate i ceci in ammollo per almeno 8 ore. Cuoceteli quindi in pentola a pressione con un cucchiaio di sale ed un litro d'acqua per poco meno di 40 minuti.
Preriscaldate il forno a 200°, affettate la mezza zucca e infornatela per 30 minuti.
Eliminate la buccia dalle fette di zucca e riducetele a dadini.
Mondate la bieta, lavatela, scolatela.
Mondate il sedano, la cipolla, l'aglio e la carota. Tritateli insieme all'aglio, la salvia e il timo e fateli appassire in una pentola con 3 cucchiai d'olio.
Quando tutti gli odori si saranno appassiti aggiungete i dadini di zucca e un pizzico di sale.
Tritate grossolanamente la bieta, aggiungetela nella pentola, distribuitevi un pizzico di sale e fatela appassire mescolando ogni tanto.
Unite i ceci e il brodo bollente e fate cuocere per 35 minuti circa.
Aggiungete quindi la pasta, regolate di sale e lasciate cuocere per il tempo di cottura della pasta meno un minuto.
Condite quindi con olio a crudo, parmigiano, una generosa spolverata di pepe nero macinato fresco e gustatevi la zuppa. Noi ci siamo riscaldati le viscere gustandola per cena.
Abbiamo quindi concluso la cena con caldarroste e vino rosso.
Zucchero per pranzo invece mi ha preparato uno dei miei piatti preferiti: il risotto alla melagrana.
giovedì, novembre 15, 2007
Lipari: il ritorno (da Filippino)
Venerdì 7 settembre
Verso le 17:30 siamo a Lipari e verso le 20 siamo già seduti a tavola dal nostro amato Filippino. Il nome non ha nulla a che vedere con le isole orientali: il figlio del fondatore del ristorante si chiamava Filippo. I due figli di Filippino gestiscono ora l'eredità in modo magistrale.
Prendiamo un antipasto: sformato di pesce spada e capperi;
un primo: tagliolini di cernia e ricci;
e i deliziosi totani con pangrattato.
Sabato 8 settembre
Colazione da Subba, traslazione mattutina a Canneto, pranzo in casa con mozzarella e pomodori e puntata tardo pomeridiana alla spiaggia bianca. Lì faccio il mio primo bagno in mare della post-rinascita (escludendo quello accidentale di un anno prima a Tropea).
La sera siamo di nuovo da Filippino: tagliolini alle vongole, frittura, l'ottima caponata e l'indimenticabile mousse al gelsomino. Il cameriere ci dice che la base della mousse non è ricotta, ma crema chatilly: non siamo totalmente convinti.
Verso le 17:30 siamo a Lipari e verso le 20 siamo già seduti a tavola dal nostro amato Filippino. Il nome non ha nulla a che vedere con le isole orientali: il figlio del fondatore del ristorante si chiamava Filippo. I due figli di Filippino gestiscono ora l'eredità in modo magistrale.
Prendiamo un antipasto: sformato di pesce spada e capperi;
un primo: tagliolini di cernia e ricci;
e i deliziosi totani con pangrattato.
Sabato 8 settembre
Colazione da Subba, traslazione mattutina a Canneto, pranzo in casa con mozzarella e pomodori e puntata tardo pomeridiana alla spiaggia bianca. Lì faccio il mio primo bagno in mare della post-rinascita (escludendo quello accidentale di un anno prima a Tropea).
La sera siamo di nuovo da Filippino: tagliolini alle vongole, frittura, l'ottima caponata e l'indimenticabile mousse al gelsomino. Il cameriere ci dice che la base della mousse non è ricotta, ma crema chatilly: non siamo totalmente convinti.
martedì, novembre 13, 2007
Divertimenti culinari domenicali: broccolo con zafferano uvetta e pinoli; e chiocciola di brioche alla crema
Domenica ci siamo dedicati di nuovo ad una delle nostre poche fonti di divertimento.
Per provare a rendere il cavolfiore un po' più interessante mi sono ispirato ad una ricetta di mia madre e l'ho un po' arricchita. Domenica però l'ho applicata al broccolo romano.
Ingredienti: (per 4 persone)
Un cavolfiore (o un broccolo), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di uvetta, 2 cucchiai di pinoli, 1 bustina di zafferano, 1/2 bicchiere di whisky, 2-3 cucchiai d'olio.
Preparazione:
Schiacciate l'aglio e mettetelo nella padella.
Aggiungete il cavolfiore e mezzo bicchiere d'acqua.
Cominciate a far cuocere a fuoco allegro moderato coperchiando.
Contemporaneamente mettete l'uvetta e i pinoli nel mezzo bicchiere di whisky e aggiungetevi lo zafferano.
Quando tutta l'acqua sarà evaporata aggiungete il contenuto del bicchiere e lasciate sfumare.
Quando il whisky sarà evaporato aggiungete l'olio, abbassate la fiamma e lasciate cuocere ancora per 5 minuti circa a fuoco lento appassionato.
Qui sotto invece vi lascio ammirare il racconto fotografico dell'ultima delizia di Zucchero che ormai si è data alla chiocciocultura: Chiocciola di brioche farcita con crema pasticcera, mele e mandorle.
Per provare a rendere il cavolfiore un po' più interessante mi sono ispirato ad una ricetta di mia madre e l'ho un po' arricchita. Domenica però l'ho applicata al broccolo romano.
Ingredienti: (per 4 persone)
Un cavolfiore (o un broccolo), 1 spicchio d'aglio, 2 cucchiai di uvetta, 2 cucchiai di pinoli, 1 bustina di zafferano, 1/2 bicchiere di whisky, 2-3 cucchiai d'olio.
Preparazione:
Schiacciate l'aglio e mettetelo nella padella.
Aggiungete il cavolfiore e mezzo bicchiere d'acqua.
Cominciate a far cuocere a fuoco allegro moderato coperchiando.
Contemporaneamente mettete l'uvetta e i pinoli nel mezzo bicchiere di whisky e aggiungetevi lo zafferano.
Quando tutta l'acqua sarà evaporata aggiungete il contenuto del bicchiere e lasciate sfumare.
Quando il whisky sarà evaporato aggiungete l'olio, abbassate la fiamma e lasciate cuocere ancora per 5 minuti circa a fuoco lento appassionato.
Qui sotto invece vi lascio ammirare il racconto fotografico dell'ultima delizia di Zucchero che ormai si è data alla chiocciocultura: Chiocciola di brioche farcita con crema pasticcera, mele e mandorle.
domenica, novembre 11, 2007
Stafano Battaglia: quando non sai cos'è, allora è jazz
"Quando non sai cos'è, allora è jazz", diceva un personaggio del monologo "Novecento" di Baricco. Credo che questa definizione si adatti bene alla musica di Stafano Battaglia.
Siamo stati ieri ad un suo concerto alla Alte Feuerwache di Mannheim. Avevamo addirittura i posti riservati con su scritto il nome di Zucchero. È la prima volta che ci capita.
L'organico è abbastanza atipico: pianoforte, violoncello, contrabbasso, tromba, clarinetto/clarinetto basso e batteria. Non è una musica facile quella di Battaglia, la struttura formale un po' schematica e prevedibile del jazz classico è praticamente assente. Non vi si trovano facili e ammiccanti citazioni, le semplificanti concessioni al pubblico sono quasi del tutto assenti... anche se qualche volta forse non dispiacerebbero ;-) Come diceva giustamente Baricco: a volte si sentono i critici sentenziare tronfi: non fa concessioni al pubblico. Ma come!? È il pubblico a pagare il biglietto!
Eseguono le musiche di "Re: Pasolini". "Pasolini in musica nasce dal desiderio di rappresentazione della sua unitas multiplex caratterizzata dalla vastità di contenuti assoluti capaci di riunire e comprendere gli opposti (colto e popolare, sacro e profano, politico, etico e religioso nel contempo) attraverso percorsi e linguaggi così diversi, talvolta apparentemente distanti tra loro."
Canzone Di Laura Betti è il pezzo che mi piace di più. "È ispirato dalla melanconia scolpita sul volto della musa del poeta."
Da citare una bella improvvisazione clarinettistica su scale orientaleggianti (o forse minori armoniche). Spettacolare l'esibizione musical-coreografica del percussionista: ipnotico, dinoccolato, apparentemente scoordinato e disarticolato, ma con un risultato di impressionante precisione e appropriatezza.
Qui si trovano due recensioni: 1, 2.
Siamo stati ieri ad un suo concerto alla Alte Feuerwache di Mannheim. Avevamo addirittura i posti riservati con su scritto il nome di Zucchero. È la prima volta che ci capita.
L'organico è abbastanza atipico: pianoforte, violoncello, contrabbasso, tromba, clarinetto/clarinetto basso e batteria. Non è una musica facile quella di Battaglia, la struttura formale un po' schematica e prevedibile del jazz classico è praticamente assente. Non vi si trovano facili e ammiccanti citazioni, le semplificanti concessioni al pubblico sono quasi del tutto assenti... anche se qualche volta forse non dispiacerebbero ;-) Come diceva giustamente Baricco: a volte si sentono i critici sentenziare tronfi: non fa concessioni al pubblico. Ma come!? È il pubblico a pagare il biglietto!
Eseguono le musiche di "Re: Pasolini". "Pasolini in musica nasce dal desiderio di rappresentazione della sua unitas multiplex caratterizzata dalla vastità di contenuti assoluti capaci di riunire e comprendere gli opposti (colto e popolare, sacro e profano, politico, etico e religioso nel contempo) attraverso percorsi e linguaggi così diversi, talvolta apparentemente distanti tra loro."
Canzone Di Laura Betti è il pezzo che mi piace di più. "È ispirato dalla melanconia scolpita sul volto della musa del poeta."
Da citare una bella improvvisazione clarinettistica su scale orientaleggianti (o forse minori armoniche). Spettacolare l'esibizione musical-coreografica del percussionista: ipnotico, dinoccolato, apparentemente scoordinato e disarticolato, ma con un risultato di impressionante precisione e appropriatezza.
Qui si trovano due recensioni: 1, 2.
giovedì, novembre 08, 2007
Rinascita (Wiedergeburtstag)
mercoledì, novembre 07, 2007
Taormina e Castelmola
Venerdì 7 settembre
Visitiamo di nuovo il teatro alla luce del sole e poi ci dirigiamo verso corso Umberto che percorriamo da Porta Messina a nord fino a Porta Catania a sud.
Corso Umberto si trovava a metà strada del percorso degli scambi commerciali tra Messina e Catania: è un'alternarsi di ricchi palazzi risalenti ad un periodo compreso tra il XV e il XIX secolo.
Alle 13 partiamo alla volta di Castelmola: un borgo sovrastante Taormina arroccato a più di 500 m. Pranziamo con dei panini nel bar Turrisi con il suo particolare arredamento dionisiaco. Provo il vino alla mandorla: una specialità del luogo. Dopo pranzo visitiamo i ruderi del castello allestiti per spettacoli di falconieri e ci godiamo i bei panorami su Taormina.
Ripartiamo alla volta di Milazzo e passando per Messina riusciamo ad ammirare qualche scorcio di stretto.
Visitiamo di nuovo il teatro alla luce del sole e poi ci dirigiamo verso corso Umberto che percorriamo da Porta Messina a nord fino a Porta Catania a sud.
Corso Umberto si trovava a metà strada del percorso degli scambi commerciali tra Messina e Catania: è un'alternarsi di ricchi palazzi risalenti ad un periodo compreso tra il XV e il XIX secolo.
Alle 13 partiamo alla volta di Castelmola: un borgo sovrastante Taormina arroccato a più di 500 m. Pranziamo con dei panini nel bar Turrisi con il suo particolare arredamento dionisiaco. Provo il vino alla mandorla: una specialità del luogo. Dopo pranzo visitiamo i ruderi del castello allestiti per spettacoli di falconieri e ci godiamo i bei panorami su Taormina.
Ripartiamo alla volta di Milazzo e passando per Messina riusciamo ad ammirare qualche scorcio di stretto.
lunedì, novembre 05, 2007
Aggiornamenti botanici autunnali
Ho già detto che in molti aspetti delle nostre vite la fortuna non ci assiste. Pare però che la nostra flora domestica sia riuscita a mantenersi immune da questa malasorte che ci si è tanto affezionata. Chissà quale anticorpo avrà sviluppato? Forse dovremmo cominciare a nutrirci di tisane ricavate dal nostro famigerato habanero. Notate come è cresciuto rigoglioso da quando ve ne avevo parlato a maggio.
Anche i peperoncini variopinti di Tropea dopo aver mostrato tutta la loro tavolozza, dal verde al giallo al violetto all'arancione, hanno raggiunto la loro rossa maturità.
Il sopravvissuto continua a rimanere tale e tra un po' giocherà il suo ruolo annuale da protagonista.
Il pino domestico il cui pinolo genitore mi era stato regalato da Zucchero qualche anno fa sprizza salute da tutti i pori.
Abbiamo inoltre dei nuovi arrivi: il fico d'india regalatomi da sugarmammà e Zucchero, i gelsomini regalati a Zucchero da sugarmammà, un incognito che potrebbe essere un banano, e dei neonati peperoncini messicani. Presi i semi di questi ultimi dai peperoncini che mi aveva regalato un amico del mio paese, il quale mi aveva detto che si trattava di una specie sterile. Prodigiosamente hanno invece germogliato.
Anche i peperoncini variopinti di Tropea dopo aver mostrato tutta la loro tavolozza, dal verde al giallo al violetto all'arancione, hanno raggiunto la loro rossa maturità.
Il sopravvissuto continua a rimanere tale e tra un po' giocherà il suo ruolo annuale da protagonista.
Il pino domestico il cui pinolo genitore mi era stato regalato da Zucchero qualche anno fa sprizza salute da tutti i pori.
Abbiamo inoltre dei nuovi arrivi: il fico d'india regalatomi da sugarmammà e Zucchero, i gelsomini regalati a Zucchero da sugarmammà, un incognito che potrebbe essere un banano, e dei neonati peperoncini messicani. Presi i semi di questi ultimi dai peperoncini che mi aveva regalato un amico del mio paese, il quale mi aveva detto che si trattava di una specie sterile. Prodigiosamente hanno invece germogliato.
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