lunedì, luglio 30, 2012

Dinamiche trombonistiche

La discussione di oggi con Juhan mi ha riportato alla memoria un episodio di una prova bandistica di molti anni fa. Avevo 13 anni e l'anziano maestro ci stava facendo provare il nuovo pezzo. Era una prova a sezioni separate. E noi eravamo solo tromboni e flicorni. Sapevamo che quel maestro era molto sensibile alle dinamiche e ci diceva sempre di suonare più piano. Quel giorno però il maestro ci sorprese.
- Forte! - ci diceva.
E a noi non parse vero. Aumentammo il volume.
- Forte!! - continuava lui con più impeto.
E noi ancora più contenti demmo libero sfogo al fiato.
- Forte!!! - ripeteva lui fuori di sé.
E noi giù! Vicino ai limiti della sopportabilità umana. Fino a quando...

Fortunatamente qualcuno si accorse dell'equivoco. Quello che l'anziano maestro si stava in realtà sgolando a dirci era: "corte!".

sabato, luglio 28, 2012

Zone di guerra

Settembre 2001

Mercoledì 19 era stato il giorno peggiore della sua vita.
L'incertezza lo dilaniava. Le letture lo sprofondavano nel baratro. Il dubbio lo lacerava e lo condannava alla sofferenza solitaria imprigionandogli i sentimenti nel silenzio.
Per un po' si era voluto illudere che la seconda ipotesi potesse essere quella giusta. Ma durante una delle decine di letture compulsive vide un indizio. Immediatamente una voragine gli si aprì nel petto. E il cuore cominciò a combattere per non sprofondarci. I movimenti del torace erano i segni esteriori di quella battaglia.
Non può essere!
Lesse di nuovo.
 No! Come nei peggiori incubi!
Aveva scritto, aveva pianto incredulo, si era inginocchiato, aveva imprecato, aveva pregato da agonistico sopraffatto dalla disperazione.
Che ne sarà di me? Sarà una condanna definitiva? O avrò una possibilità d'appello? E se ci sarà un appello quanta sofferenza porterà con se. Come faranno i miei? E Sara? Come farà Sara?
Le immagini di un film gli attraversarono la mente.
Sì, se muoio vorrei tornare a trovarla. Di tanto in tanto. Per darle una carezza. Per farle forza.
Quando lei era tornata in casa non aveva voluto dirle nulla di quell'indizio. Chissà forse pure lei era giunta alle stesse conclusioni.
La notte insonne fu l'inevitabile preludio all'appuntamento con Frau Doktor Licht.

Giovedì mattina l'assistente della dottoressa lo chiamò:
- Herr Chiellini, la dottoressa vorrebbe vederla a mezzogiorno.
- Va bene, grazie. Lei sa già quali sono i risultati?
- No, dovrà parlare con la dottoressa.
- Ho capito. Grazie.
- Se la notizia fosse stata buona me l'avrebbe data subito no? - disse dopo aver riagganciato.
- Non lo so - rispose Sara con dolcezza. - Lo sapremo tra poco.
Raggiunsero l'ambulatorio camminando sotto il sole. - Si accomodino, prego.
Nella sala d'attesa c'erano tre pazienti. Dopo pochi minuti una signora uscì dalla sala visite seguita dalla dottoressa. I muscoli di Fosco si contrassero.
Ora chiama me. Si tratta di una comunicazione importante. Gli altri possono aspettare.
La dottoressa chiamò il signore col bastone mentre l'orologio della chiesa scoccava dodici rintocchi. Sara lo consolò con un sorriso.
Dopo un'eternità il signore col bastone uscì e fu la volta del secondo paziente: una signora dai capelli violacei. Durante l'interminabile visita della signora il citofono suonò. Entrò un quarantenne in giacca, cravatta e ventiquattrore di pelle. Pingue e sudaticcio attraversò il corridoio e si presentò all'assistente della dottoressa. Era il rappresentante di una casa farmaceutica. Il terzo paziente fu chiamato nella sala visite. Fosco guardò l'orologio. Ancora venti o trenta minuti al massimo e sarebbe stato chiamato. Ma se la notizia fosse stata buona mi avrebbe fatto aspettare così tanto? Sara gli sfiorò una mano. Sembrava avergli letto nel pensiero. Il rappresentante aveva aperto la ventiquattrore e scartabellava tra i suoi fogli. Fosco lo guardò ed ebbe un sussulto. Fa che non chiami lui prima di me. Quando anche l'era del terzo paziente fu terminata la dottoressa uscì con lo sguardo inequivocabilmente rivolto verso il rappresentante di medicinali.
- Porca puttana! - sibilò Fosco.
 - Lo so, è difficile, ma cerca di stare calmo - sussurrò Sara carezzandogli il viso.
Erano rimasti solo loro in quella giornata di fine estate stranamente calda e soleggiata per quelle latitudini. Loro e l'assistente che apriva le finestre per arieggiare l'ambulatorio. Fosco si alzò e si portò di fronte alla finestra. Dalla vicina porta della sala visite filtravano le voci indistinte della dottoressa e del rappresentante. L'orologio della chiesa scoccò un unico rintocco: quello piccolo. Due merli si rincorrevano svolazzando su e giù, azzuffandosi e distanziandosi tra i rami degli alberi e l'erba del giardino. Le braccia di Sara lo cinsero da dietro.
- Vorrei essere come loro - sussurrò Fosco posando le sue mani su quelle di Sara.
- Herr Chiellini, si accomodi prego.
La dottoressa sedeva di fronte a loro oltre la scrivania. Li salutò, guardò lo schermo e poi si volto verso Fosco con volto sereno.
- Con i dati che abbiamo adesso è possibile formulare la diagnosi definitiva. Non si tratta di una mononucleosi. Lei ha una leucemia linfatica acuta.
Una vertigine pietrificò il corpo di Fosco per un istante. Era l'ultimo anelito di speranza inconscia che lo abbandonava. Poi andò a cercare la mano di Sara. Le dita dei due si serrarono in una stretta indissolubile.
Sono entrato in una zona di guerra, pensò Fosco fissando la dottoressa.

lunedì, luglio 23, 2012

Viaggio pitagorico: Metaponto

Martedì 5 giugno

Nel pomeriggio attraversiamo i confini calabro-lucani per proseguire il nostro viaggio sulle orme di Pitagora e raggiungere la terza tappa: Metaponto, la città che diede i natali a Ippaso e che vide spegnersi il maestro dopo che egli ebbe trascorso in esilio gli ultimi giorni della sua vita.
Anche Metaponto fu fondata dagli achei, un secolo dopo Sibari, nella seconda metà del VII secolo a.C. Fu Sibari stessa a richiedere alla madre patria la fondazione di una nuova colonia per contrastare l'espansione della colonia spartana di Taranto, che insieme a Crotone costituiva la tenaglia dei nemici di Sibari. I coloni scelsero ovviamente una posizione bella e strategica, delimitata dai fiumi Bradano e Basento e su tre lati dal mare. Metaponto divenne molto presto una delle città più importanti della Magna Grecia.
Nel Museo Archeologico Nazionale di Metaponto ammiriamo molti reperti interessanti. Tra cui questi vasi prodotti a Metaponto nel VI sec. a.C. Da notare anche qui le svastiche orientate in senso antiorario.


Ma più interessante di tutto mi sembra la sezione dedicata alla donna della Magna Grecia. Guardate ad esempio questi orecchini d'oro a navicella e lo specchio di bronzo visibile dietro di essi (IV sec. a.C.).
E che dire di questa ricostruzione dell'abbigliamento femminile dell'epoca?
Qui vengono mostrati vari tipi di fibula,
qui i chitoni di tipo ionico e dorico
e qui vari tipi di acconciature femminili.


Lasciato il museo andiamo a visitare gli scavi.

La parte più interessante è la zona centrale della città. Quella riservata alle funzioni di carattere pubblico: con il santuario, il teatro e l'agorà. A me interessano in modo particolare il tempio di Hera e quello di Apollo.
Il tempio di Hera è quello più grande dell'area urbana ed è costruito secondo i canoni dello stile dorico-acheo. Quella delle grandi dimensioni dei templi e dei santuari di Hera è una costante in molte città della Magna Grecia. Alla divinità, infatti, veniva riconosciuto un indiscutibile primato in tutte le colonie achee della Magna Grecia. Sarà un caso che queste zone conobbero in epoche diverse una vasta diffusione del culto della vergine Maria? 
Addirittura a Paestum c'è il santuario della Madonna del Granato. Sarà un caso che il frutto sacro ad Hera era la melagrana?
In particolare il tempio di Hera di Metaponto era costituito da 8 x 17 colonne. Queste dimensioni unite allo stile pesante delle forme architettoniche ed al mancato rispetto dei rapporti dimensionali tra le varie parti, segno dell'alta arcaicità dell'edificio (570-530 a.C.), lo fanno classificare come uno dei primi e più grandi templi della Magna Grecia concepiti interamente in pietra.
Prospetto frontale orientale - Prospetto laterale 


Il tempio di Apollo Liceo presenta due distinte fasi costruttive entrambe caratterizzate dalla presenza del colonnato centrale all'interno della cella e dall'assenza dell'ambiente porticato posteriore (opistòdomo). Caratteristiche che si trovano anche nel tempio arcaico di Hera di Poseidonia-Paestum. Il progetto del primo edificio, iniziato intorno alla metà del VI sec. a.C., propone una pianta stretta e lunga, con una peristasi maggiori di quella del tempio di Hera, 9 x 17 colonne doriche, ma il progetto non fu mai portato a termine. 
La peristasi del nuovo e definitivo tempio è minore della precedente: 7 x 15 colonne. Ed essa venne inoltre parzialmente chiusa con un muro la cui struttura portante era formata da mezze colonne. Questa di struttura con mezze colonne decorative e portanti è il primo esempio noto del genere nell'architettura greca.


Dopo aver visitato il Santuario visitiamo infine la zona del teatro e dell'agorà e quindi ci rimettiamo in auto per andare a visitare santuario extraurbano di Hera.

Così come Crotone con il santuario di Hera a Capo Lacinio anche Metaponto aveva il suo luogo sacro esterno alla città dedicato alla dea. Posto in un'area strategica questo santuario rappresenta una tappa importante per il nostro viaggio. 
La tradizione popolare lo vuole infatti sede della tomba di Pitagora.
Il tempio è in stile dorico periptero con 6x12 colonne. Fu costruito nella seconda metà del VI sec. a.C. con lo stesso progetto architettonico del santuario urbano dedicato anch'esso a Hera.


Dopo le visite archeologiche decidiamo di non pernottare a Metaponto e ci rimettiamo in viaggio per Taranto. Il viaggio pitagorico in senso stretto finirebbe qui. Nel luogo della morte del maestro. Ma come non considerare il Museo nazionale della Magna Grecia come un completamento ideale di tale percorso?

domenica, luglio 22, 2012

W la sanità pubblica - Ecco perché ringrazio chi paga le tasse

Dato che il 21 luglio di sette anni fa anche per me cominciava un percorso simile a quello  della signora della lettera non posso far altro che diffondere ed unirmi al ringraziamento.


Aggiungo anche che non è affatto scontato ricevere tali costosi trattamenti in modo gratuito. Basti guardare la prima economia del mondo. Mi sono meravigliato molto nel sentire recentemente due storie di due college d'oltreoceano. 
Una ha appena cominciato il percorso della signora della lettera e l'ultima volta che ci siamo sentiti mi ha detto che la sua assicurazione sanitaria non vuole pagare la sua ultima analisi del sangue in quanto secondo loro inutile. Sono rimasto molto sorpreso: ma anche dopo la riforma? Mi ha risposto di sì. Qualche lettore conosce i dettagli di quella riforma? Sarei curioso di capire che cosa è cambiato.
All'altra collega è morta la figlia qualche settimana fa in seguito a una leucemia. E ora si trova una causa in corso con l'assicurazione per farsi rimborsare delle spese ritenute inutili.
Credo che tutti siano d'accordo che la battaglia contro un'assicurazione è l'ultima cosa che uno vorrebbe fare quando si trova in quelle situazioni.

Questo è uno dei motivi per cui dovremmo sempre ricordarci quanto è importante avere un sistema sanitario pubblico. Non facciamocelo mai rubare.

sabato, luglio 21, 2012

Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi

Oggi ho letto l'articolo Silenzio di stato di Alessandro Portelli. Spero proprio che, così com'è successo per altri enti, il governo torni sui suoi passi nella decisione di sopprimere l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi. Riporto di seguito qualche stralcio dell'articolo di Alessandro Portelli.


Un pomeriggio pochi giorni fa ero nella sala dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi. Stavamo continuando una lunga intervista con Mario Fiorentini, matematico di fama mondiale e protagonista della Resistenza romana. Il racconto si dipanava, digressivo e articolato come quelli di chi ha tanto da raccontare e sente di avere poco tempo per farlo. ... La registrazione era destinata ad aggiungersi all’incredibile patrimonio di voci e ai circa 500.000 documenti che l’Istituto ha accumulato e reso disponibile dal tempo della sua fondazione negli anni ’20 come Discoteca di Stato. Tutto questo però è come se non fosse mai avvenuto. Infatti quella stessa mattina, nell’ambito della cosiddetta spending review (vuol dire, banalmente, “esame della spesa”; ma in inglese fa tutt’altro effetto) era stata annunciata la soppressione dell’Istituto. ... Che volete che ne importi a Moody’s o ai mitici “mercati” del nostro più grande patrimonio sonoro e audiovisivo, della nostra memoria in immagini e suoni? Ma d’altra parte il disprezzo per la cultura e per la ricerca, la convinzione della loro irrilevanza, si armonizzano bene con una prospettiva di declassamento del nostro paese ben più pesante di quello di Moody’s: un paese di seconda categoria, senza passato e senza futuro. Ma con licenziamenti facili e novanta cacciabombadieri.

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giovedì, luglio 19, 2012

Bazooka o sassolino?

Perché usare il bazooka quando basterebbe lanciare un sassolino per ottenere lo stesso risultato?

Questo motto l'ho coniato oggi, ma inconsciamente cerco di applicarlo quotidianamente da anni. Nella mia vita privata e al lavoro. E tra ieri e oggi ho avuto un esempio in cui questo tipo di approccio ha dato i suoi frutti. Qualcuno al lavoro mi aveva fornito un bazooka. Ma il sassolino è bastato.

martedì, luglio 17, 2012

I nostri concerti: Schwäbisch Hall, Neckargemünd e Heidelberg Stadthalle

La nostra serie di concerti con questo programma è cominciata domenica 8 luglio a Schwäbisch Hall. La partenza alle 12 mi ha fatto perdere il pranzo con Michela Murgia, ma mentre sgambettavo allegramente con il gruppo di orchestrali per le vie soleggiate della città non sapevo che cosa mi stavo perdendo.




Ad ogni modo, non ero mai stato a Schwäbisch Hall e la città mi ha lasciato un'ottima impressione. La chiesa tardogotica di St. Michael mi è piaciuta molto. Forse una delle più belle che io abbia visto in Germania. Sicuramente dopo il duomo di Colonia e quello di Ulm.


Anche gli interni della chiesa sono molto interessanti. Cosa non scontata qui.
Tra le altre cose la nostra guida ci mostra questa tomba e ci fa notare il tocco di autoironia un po' macabra di Herr Johann Lorenz Sanwald che morendo senza eredi volle immortalare se stesso nell'atto di sostenere il suo albero sradicato. Ho apprezzato l'ironia.

... e poi questa città, per quanto possa averlo una città sveva, ha un vaghissimo tocco d'italianità...

...o no?!

Eseguiamo il nostro concerto alle 18 in questo edificio dall'acustica pessima. Credo la peggiore acustica in cui io abbia mai suonato. Forse proprio per questo la nostra esecuzione non è stata tra le migliori. Soprattutto quella di La Valse di Ravel. Dove le sezioni che dovevano entrare dopo l'attacco di violoncelli e contrabbassi hanno perso l'attimo.

Molto meglio è andato il concerto di martedì 10 luglio nel Gymnasium di Neckargemünd. Lo Schülerkonzert è andato molto meglio rispetto a quello di domenica e come al solito i divertimenti istrionici del nostro direttore hanno divertito sia noi sia i ragazzi. Tre sono stati i ragazzi che ci hanno diretto.

E infine è arrivato il concerto di fine stagione alla Stadthalle di Heidelberg. 
Che dire. Stadthalle piena. Esecuzione molto soddisfacente (di gran lunga la migliore tra le tre). E Schlossbeleuchtung per il post-concerto.
Con l'orchestra si si rivedrà a ottobre con l'inizio delle prove per la stagione invernale.

lunedì, luglio 16, 2012

Carnevale della Matematica #51: La matematica francese ... e lo sport

Il Carnevale numero 51 di luglio l'ha ospitato Popinga e stavolta i temi sono addirittura due: La matematica francese e Matematica e sport.
E inoltre...

Per la scena finale del film Zabriskie Point (1970) di Michelangelo Antonioni, quella dell’esplosione della villa di Lee immaginata da Daria, i Pink Floyd incisero una versione diversa di Careful with That Axe, Eugene, in mi minore invece che in re minore. Chiamarono questa versione Come in Number 51, Your Time is Up, e mi sembra bello iniziare questo Carnevale, il numero 51, con questo brano che, grazie alle immagini del film, mi assicura un inizio col botto:




Avrò visto questa scena e ascoltato questa musica decine di volte di volte nei miei anni (pre)univeristari.

Così Popinga introduce il mio contributo (stavolta molto fuori tema):


Dioniso vive in Germania, e ha deciso, come Goethe, di intraprendere un viaggio di piacere e formazione in Italia, nei luoghi dove visse e filosofò Pitagora. Del suo Pythagoreische Reise ha scritto alcuni appunti di viaggio, che ha pubblicato a puntate sul suoBlogghettoViaggio pitagorico: Crotone, Capo Lacinio e museiViaggio pitagorico: Crotone, Parco Pitagora, Rossano, Sila e TrebisacceViaggio pitagorico: Sibari e Civita. 



Il carnevale si conclude con la segnalazione del prossimo ospite.

Non mi resta che dare appuntamento all’edizione n.52, che si terrà a ridosso di Ferragosto presso Mr. Palomar di Paolo Alessandrini, con il tema Connessioni, nessi, legami, collegamenti, relazioni.... Insomma, alla francese, liaisons.
Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale




venerdì, luglio 13, 2012

L'incubo è tornato

Avete presenti quei filmacci "de paura" degli anni '80 in cui il mostro sembra morto ma poi risuscita sempre due o tre volte?
Ecco, noi ci viviamo dentro.

giovedì, luglio 12, 2012

Ricerche sugli animali

Qualche giorno fa un'amica ricercatrice che si occupa proprio del tipo di cellule staminali che mi furono infuse l'otto novembre del 2006 mi ha spiegato il disagio e il senso di colpa che prova nel sacrificare quei topolini per le sue ricerche. E mi ha pure spiegato che purtroppo in questo momento non ci sono alternative.
A me, nel caso in cui avessi rifiutato quelle cellule staminali, erano stati pronosticati 6 mesi di vita. Lascio immaginare le mie conclusioni.

mercoledì, luglio 11, 2012

Volare: Michela Murgia parla di "donne tra modernità e tradizione"

Anche la seconda serata con Michela Murgia è andata molto bene. Il tema era sicuramente interessate, ma a generare quella lunga e interessantissima discussione, che a fatica la moderatrice è riuscita a non far sforare troppo i tempi prestabiliti, sono state soprattutto le qualità della scrittrice. Quel suo modo di interloquire: acuto, preciso, deciso e allo stesso tempo pacato e persuasivo; quella sua capacità di smontare e far riconsiderare le proprie convinzioni; quel calore umano e quella simpatia.
Ovviamente quello che ho appena scritto non basta per descrivere le qualità di Michela Murgia. Forse un'idea migliore riescono a darla i commenti che alcuni di noi aidelberghensi volanti e altri amici hanno scritto dopo la serata. Ne riporto qui qualche stralcio.
"credo che voi tutti, come me, siate tornati a casa ieri sera con una sensazione di calore molto forte nel cuore... Quelle con Michela Murgia sono state due giornate bellissime, cariche di solidarietà, lotta, desiderio di condivisione, scambio...pensare che se Volare non fosse esistito, tutto questo non sarebbe mai potuto accadere, accende ancora di più  in me un fuocherello di gioia...prima di tutto volevo ringraziare voi tutti di esserci e di aver creduto nel progetto e in quello che facciamo e poi il pensiero che mi ha accompagna fin da ieri sera e che vorrei esprimervi è questo mio desiderio di creare quella comunità che penso noi tutti in fondo al cuore desidereremmo avere dopo aver sentito le storie di Michela...un gruppo di persone che ci sono, che condividono e che sono presenti nel momento del bisogno come in quello dello scambio conviviale...certo ognuno ha le sue vite e non viviamo tutti attaccati come a Cabras ma Heidelberg è in fondo una piccola cittadina e noi potremmo renderlo possibile, per quanto e quello che desideriamo...io ci sono...nonostante i piccoli mostri che da oggi in avanti devo cercare di educare con molto più consapevolezza di prima mi piacerebbe che condividessimo di più o che perlomeno sapessimo che è possibile farlo..."
"la tua è una grandissima idea che accolgo con la maggiore disponibilità e positività possibili. 
Parlando di ieri: nel mio caso, proprio quella sensazione di calore - forse anche unita ad una brutta notizia sulla figlia di una collega nel cui caso ero stato un po' coinvolto - mi ha lasciato un po' di senso d'insoddisfazione pensando a quello che mi sono perso durante la mia assenza. Avrei voluto essere più presente. Ma stavolta è andata così."

"Io trovo che sia una bellissima idea e anch'io sono tornata a casa con la sensazione che bisogna fare di più che leggersi bellissimi libri su temi importanti come quelli trattati in questi due giorni digerendoli in compagni solo di se stessi. I semi vanno gettati ma anche curati e io ho abdicato a questo compito forse da troppo tempo.
Vi ringrazio tutti per il lavoro che avete svolto ed hai assolutamente ragione senza volare tutto ciò non ci sarebbe stato."
"concordo con tutti voi...è stato veramente bellissimo poter conoscere Michela Murgia e tutto il suo entusiasmo e passione che mette nelle cose in cui crede ed è veramente contagioso!!! Si si si!!!! : ) ci sono anch'io nella Comunitá Volare...anzi ci siamo anche NOI!!! : )) Potremmo veramente parlare di un "Effetto Michela Murgia", quando persone, dopo che hanno avuto il piacere e la gioia di stare e confrontarsi con lei, si sentono particolarmente entusiaste e cariche di energie positive!!! "

"questo incontro con Michela Murgia, indimenticabile e bellissimo,ha smosso anche in me cose che avevo/ho dentro ma che non ho mai avuto il coraggio di affrontare attivamente, anche perchè qui non ho mai incontrato prima le persone per condividerle e attivarle. Oggi, grazie e voi tutti, mi sento anch'io presa nel vortice di tante cose che si devono dire, fare e soprattutto divulgare. "


"Condivido appieno l'invito a creare comunità. Io personalmente ho sempre creduto in questa cosa. Nei diversi periodi della vita talvolta sono riuscita a farlo talvolta no, ma ci ho sempre provato e sono davvero felice della possibilità che abbiamo ora tutti insieme.
Forse non riusciremo a fare grandi cose, ma credo che siano grandi anche le piccole cose che ognuno di noi può fare ogni giorno nel piccolo della vita quotidiana.
Senza contare la grande responsabilità, ma allo stesso tempo opportunità che abbiamo nel cercare aiutare i nostri figli e nipoti a diventare persone di valore per la società futura."


"ci sono anche io! e la comunità è una cosa bellissima, ma voi rappresentate per ma una comunità già adesso .. :-)), nel senso che per la prima volta dopo 4 anni che sono qua, ho trovato in voi quel calore, entusiasmo, supporto e condivisione che mi fanno sentire a casa, nel senso vero del termine! Quindi grazie di cuore. "

lunedì, luglio 09, 2012

Sulla strada della musica: ovvero storie di bambini dalla strada al palcoscenico

L'Italia che mi piace è quella che non si perde in sterili e noiose lamentele; è quella che cerca di proporre e sostenere belle idee e bei progetti; è quella che risponde con azioni concrete e costruttive quando qualcosa non va; è quella che riesce a costruire nella difficoltà e anche ricostruire dalle macerie.
Di queste realtà in Italia ce ne sono molte. E tutti dovremmo valorizzarle, incoraggiarle ed indicarle ad esempio. Non abbiamo solo la corruzione e il malcostume. Un esempio l'ho visto giovedì scorso con l'Orchestra di Piazza Vittorio e il suo progetto di orchestra multietnica. Un altro esempio, di cui parlerò a breve, l'ho visto nella Città di Matera durante il nostro recente viaggio pitagorico.
Il terzo esempio di cui voglio parlare oggi è un bellissimo progetto del Conservatorio di Milano in collaborazione con la Casa della Carità. L'ho scoperto guardando l'ultima puntata dell'Infedele. Il progetto si chiama Sulla strada della musica e così viene descritto dal presidente del Conservatorio Arnoldo Mosca Mondadori

"Nel momento in cui a Milano erano continui gli sgomberi dei campi nomadi e i bambini finivano sulla strada e non potevano più seguire un percorso scolastico coerente, mi sono detto: noi come istituzione dobbiamo rispondere e non solo con le parole ma soprattutto con la musica.
L'arte può essere uno straordinario strumento di unione che superi i discorsi destra-sinistra e quindi abbiamo deciso di aprire due corsi: di violino e fisarmonica. Solo che ci mancavano gli operatori sociali. Quelli con una conoscenza più ravvicinata del problema. Così siamo andati da Don Virginio Colmegna e abbiamo firmato una convenzione con la Casa della Carità. I ragazzi hanno cominciato a varcare le porte del conservatorio e sono iniziati questi sabati in cui il conservatorio si trasforma in un paese diverso.
Ci sono le famiglie, i bambini, ci siamo noi. E piano piano i ragazzi hanno imparato a leggere, hanno imparato a unire alla loro passione e al loro istinto naturale anche la didattica. Per cui oggi sono pronti per un concerto per me meraviglioso. Una risposta della bellezza alla violenza verso l'uomo, all'usurpazione, alla strumentalizzazione. La bellezza e l'allegria che rispondono in un altro modo: una terza via."

Il conservatorio "ha offerto e continua a offrire gratuitamente un corso di violino e uno di fisarmonica... I docenti sono gli allievi degli ultimi corsi che lavorano con la supervisione dei docenti del Conservatorio"

C'è da aggiungere qualcosa a queste parole? Non credo. Ora tra "Orchestra di Piazza Vittorio" e "Sulla strada della musica" noi di Volare non abbiamo che l'imbarazzo della scelta. La probabilità di poter realizzare un evento qui a Heidelberg con una delle due orchestre è molto bassa, forse è solo un bel sogno. Ma i sogni non sono fatti per poter essere realizzati? Non ho appena detto che mi piace l'Italia che cerca di proporre e sostenere belle idee e bei progetti? E non è ancor più stimolante quando i progetti sono anche un po' visionari e improbabili?

Altre informazioni sul progetto "Sulla strada della musica" le trovate nel video sottostante e nei primi minuti della puntata dell'Infedele  e sul blog di Gad Lerner.

giovedì, luglio 05, 2012

L'orchestra di Piazza Vittorio

L'abbiamo ascoltata stasera a Mannheim nella loro rilettura de Il Flauto Magico.
Bella l'idea, piena di colore e diversità. Strumenti di culture diverse, con scale diverse, colori e lingue diverse: italiano (con vari accenti), wolof, spagnolo, arabo, tedesco, portoghese e inglese.
Alla fine Mario Tronco ha detto che l'idea gli venne dopo l'11/9/2001. Per mostrare che la diversità genera anche bellezza.
Durante il concerto mi era venuta in mente una domanda. In quelle armonie di strumenti provenienti da culture diverse, come viene affrontato il discorso delle scale diverse? È noto che gli strumenti occidentali sono accordati con il temperamento equabile, mentre strumenti tipo la Kora hanno accordature e scale diverse. Però purtroppo durante il discorso finale di Mario Tronco ho dimenticato di proporre la mia domanda.
Comunque alla fine, con la scusa della firma sul libro, ci siamo fatti lasciare anche il numero di Mario Tronco. Chissà, magari riusciamo a farli venire per il prossimo festival di Volare e la mia domanda potrò proporla lì.

domenica, luglio 01, 2012

Casa: gli interni

 Salone, cucina e balcone.
Pannelli isolanti in fibra minerale. Spero non sia amianto.
Parete interna con doppio pannello di cartongesso, strato di materiale isolante e nuovo doppio pannello di cartongesso.
Cortile interno del complesso. Alla fine dovrebbe ospitare i giardini che faranno da tetto ai posti auto.