giovedì, dicembre 30, 2010

Figure retoriche: metalessi

La metalessi è una figura retorica che consiste nel celare il senso o il significato di quanto è detto dietro uno o più anelli intermedi che vengono omessi.

Esempi:
"Quel ballerino aveva una calzamaglia così stretta che non solo si distingueva il sesso, ma anche la religione."

lunedì, dicembre 27, 2010

I primi passi del pensiero matematico: Numeri e Geometria attraverso la storia

Nelle prime grandi civiltà della storia che si svilupparono in Egitto e in Mesopotamia l’uso dei numeri e della geometria consisteva principalmente nell’applicazione a problemi pratici di formule e procedimenti noti.
Queste culture erano venute a conoscenza di metodi, che sembravano valere per numeri e figure geometriche, attraverso l’intuizione, l’esperienza e i tentativi. In tal modo era venuto a costituirsi un bagaglio di conoscenze matematiche che veniva usato come un ricettario da cui estrarre il rimedio giusto per il problema in questione: sia che si trattasse di questioni di vita quotidiana, come problemi relativi ad attività commerciali, agricole o di ripartizioni di eredità; sia che si trattasse di attività collegate alla sfera religiosa. Se i fiumi esondavano si usavano le conoscenze geometriche per ricostruire i confini persi. Se il sovrano voleva costruire un tempio si conoscevano formule e metodi utili. Non era importante capire perché il rimedio funzionasse, l’importante era che funzionasse.
Essendo quindi assente un atteggiamento investigativo volto alla comprensione dei meccanismi di base, mancava anche un’impalcatura teorica e qualsiasi forma di discussione filosofica sui principi.

Come esempi delle più antiche testimonianze scritte di natura matematica a noi pervenute si possono citare il papiro egizio di Ahmes (o di Rhind) (1650 a.C. circa trascritto da un papiro precedente composto probabilmente fra il 2000 e il 1800 a.C.), che contiene problemi aritmetici, e geometrici; il papiro egizio 6619 di Berlino (tra il 2000 e il 1786 a.C.), che contiene un problema che suggerirebbe una possibile conoscenza applicativa di quello che in seguito sarà denominato teorema di Pitagora;
e la tavoletta babilonese chiamata Plimpton 322 (1800 a.C. circa), che contiene una lista di cosiddette terne pitagoriche, cioè terne di numeri, scritti in questo caso in caratteri cuneiformi, che sono soluzioni del teorema di Pitagora.

La discussione filosofica sui principi e sui metodi dell’Aritmetica e della Geometria ebbe inizio nell’ambito della civiltà greca intorno al VI sec. a.C. Fu allora che si cominciò a costruire quell’impalcatura teorica della Matematica che dopo più di due millenni e mezzo di aggiunte, restauri, crolli e ricostruzioni, costituisce ancora il fondamento della materia linguaggio comune di tutte le scienze.

La tradizione occidentale concorda nel ritenere Talete di Mileto (620-550 a.C. ca.) e Pitagora di Samo (580-500 a.C. ca.) come i pionieri, in ambiti un po’ diversi, dell’impostazione logico-deduttiva che diventerà la caratteristica essenziale della Matematica. Gli stessi termini di “matematica” (“ciò che si impara”), “matematico” (“incline ad apprendere”) e “filosofia” (“amore per la saggezza”), sarebbero stati coniati da Pitagora per descrivere la propria attività intellettuale e quella dei suoi allievi.

Nella prossima puntata parleremo di Talete di Mileto.

Indice della serie

Figure retoriche: antitesi

L'antitesi è una figura retorica di accostamento di due parole o frasi di significato opposto.

Esempi:
vita/morte, riforma/Gelmini, onorevole/Calderoli, trovata specie extraterrestre/nata e sviluppatasi sulla Terra

martedì, dicembre 21, 2010

Buon solstizio speciale

In questo giorno di solstizio invernale più eclissi lunare auguro a tutti un buon inizio d'inverno.
Queste rare congiunzioni astrali non ci sono state molto favorevoli visto che sia io che Zucchero ci siamo beccati la bronchite.
Per chi gradisse ulteriori informazioni posso aggiungere che l'ultimo evento di solstizio invernale più eclissi lunare avvenne il 21 dicembre 1638 e il prossimo si verificherà il 21 dicembre 2094
Purtroppo stavolta l'eclisse me la sono persa. Visto che alle 4 di stamattina ero intento a scaldare il cuscinetto per Zucchero. Però la prossima non me la voglio perdere. 
Chi si unisce all'appuntamento per la notte del 21 dicembre 2094?

lunedì, dicembre 20, 2010

Perché mi piace l'iPad?

iPad o portatile? - elibro o libro?

L'iPad: un portatile ancora più portatile

Ho comprato l'iPadio (iPad nel nostro lessico famigliare) meno di due settimane fa. Già dopo un paio di giorni di prova il mio entusiasmo per la tavoletta aveva raggiunto livelli molto alti. Mi sono chiesto perché.

Premetto l'ovvia osservazione che i miei giudizi che riporterò di seguito sono molto soggettivi e probabilmente inlfuenzati anche dall'entusiasmo per la novità. Il principale elemento della soggettività credo dipenda dal tipo di attività che l'utente dei dispositivi digitale predilige.

Già da tempo avevo pianificato che durante il mio viaggio nella Carolina del Nord avrei comprato un nuovo giocattolino. Siccome la novità degli elibri (o ebooks come qualcuno si ostina a chiamarli :-) mi interessava molto ero indeciso se limitarmi ad un Kindle. Il mio compagno di viaggio danese Thomas, un fanatico del mondo Apple, mi aveva pero fatto notare che esiste anche un'applicazione Kindle per l'iPad e che lui non avrebbe avuto dubbi viste le migliaia di altre potenzialità della tavoletta. Io avevo opposto l'argomento carta elettronica, ma senza riuscire a smuovere la sua convinzione. Alla fine e stato lui a convicermi e ho optato per l'iPad. Che alla fine poi è stato un regalo di Zucchero. Ora devo ammettere che Thomas aveva ragione.

Mi è risultato un po' difficile razionalizzare il mio entusiasmo per la nuova tavoletta in quanto diversi aspetti risiedono nell'area istintivo-soggettiva.
Un'amica che possiede un portatile Mac mi chiedeva: ma perché dovrei preferirlo al mio portatile? Questa osservazione mi ha spinto a pensare a vantaggi e svantaggi dell'iPad sul portatile. Di seguito riporterò quali sono secondo me. Visto che ho ancora un'esperienza molto limitata e visto che vantaggi e svantaggi sono molto soggettivi mi interesserebbe molto conoscere anche i pareri altrui.

Vantaggi dell'iPad sul portatile
1. Il portatile è portatile ma l'iPad è ancora più portatile. Io non avrei mai neppure considerato l'idea di usare il portatile in posti tipo: sale di attesa, mezzi pubblici, letto, bagno, ecc. La tavoletta invece la uso tranquillamente in tutti questi posti. Soprattutto nella sua funzione di lettore, ma non solo.
Il motivo che mi ha fatto cambiare comportamento? Soprattutto le dimensioni e l'immediatezza del nuovo strumento. Fondamentale è anche la scelta di una custodia-cornice ottimale. La mia ad esempio (che potete vedere nella foto - ma sicuramente ce ne saranno di migliori) mi consente di disporre la tavoletta sia in posizione verticale che orizzontale con diverse inclinazioni senza doverla sostenere con le mani. Da seduto e da sdraiato posso quindi leggere, ma anche scrivere, con una certa comodità. La sera a letto mi consente inoltre di leggere tenendo le mani comodamente sotto la coperta. Il che non è affatto male in questa stagione.

2. Una conseguenza del punto 1 è che ora ho molto più tempo per leggere i miei (e)libri e altro materiale. Sto sperimentando ad esempio un abbonamento mensile all'Espresso. Inoltre i pdf possono essere letti quasi come degli elibri.

3. Un'altra conseguenza del punto 1 è che posso scrivere molto facilmente note e appunti ovunque mi trovi.

4. La batteria dura molto di più di quella di un portatile.

5. Il sistema operativo e l'interfaccia grafica dell'iPad sono molto immediati ed intuitivi.

6. Questo punto è in realtà una lista di vantaggi dell'elibro sul libro cartaceo:
  a. non c'è bisogno di tagliare alberi per la carta
  b. non c'è bisogno di enormi scaffalature per contenerli
  c. si puo' viaggiare portandosi dietro tutta la libreria personale
  d. quando si passa da un elibro all'altro l'applicazione si ricorda l'ultima pagina che avevamo letto
  e. posso inserire segnalibri e commenti nel testo
  f. posso ricercare parole o frasi
  g. selezionando una parola posso ottenere immediatamente la sua definizione su un dizionario o su wikipedia oppure avviare una ricerca su google
  h. posso leggere anche in una stanza buia (questo è un vantaggio dell'iPad sulla carta elettronica (tecnica usata dal Kindle), ma per alcuni potrebbe anche essere uno svantaggio)

L'unico svantaggio che riesco a trovare è che l'elibro ha bisogno di essere ricaricato mentre il libro cartaceo no. Tuttavia non e inimmaginabile un futuro in cui l'intervallo di ricarica possa tendere idealmente all'infinito.

Svantaggi dell'iPad sul portatile

1. Una conseguenza del punto 1 dei vantaggi potrebbe essere una sempre maggiore dipendenza dal mondo virtuale.

2. Il sistema operativo dell'iPad non possiede tutte le potenzialità del sistema operativo di un portatile. La multiprocessualità è ad esempio molto più limitata.

Complessivamente, usando una grossa esemplificazione, direi che l'iPad è nettamente preferibile quando l'attività da svolgere rientra nell'area ludico-ricreativa o quando l'utente si trova in condizione di mobilità. Per attività più legate a questioni produttivo-lavorative - tra cui includo anche la scrittura per il blog - in cui l'utente ha anche la possibilità di lavorare per più ore dallo stesso posto allora il portatile preferibile.

venerdì, dicembre 17, 2010

È ormai definitivo: il freddo quest'anno mi segue

Se tre indizi fanno una prova, allora è provato che in questa fine autunno 2010 l'ondata di freddo si sposta con me.

A fine novembre ero in Germania e le temperature viaggiavano tra i -5° e i -10°. Agli inizi di dicembre mi sono spostato negli USA, le temperature erano simili e la gente mi diceva: ma il freddo l'hai portato tu dalla Germania? qui non fa mai così freddo in questo periodo.
Infine mi sono spostato nella mia natia Sabina e qui stanotte abbiamo raggiunto i -7°, la caldaia si è ghiacciata e siamo quindi senza acqua calda né termosifoni. Sto lavorando con i piedi appoggiati alla stufa.
Inoltre si è verificato un evento che non accadeva da anni. Si è ghiacciato u Fontano'.

giovedì, dicembre 16, 2010

Carnevale della Matematica #32

Con qualche giorno di ritardo dovuto a viaggi fuori programma segnalo l'edizione natalizia del Carnevale della Matematica. È la numero #32 e il giorno di pubblicazione è stato il 14 dicembre. Ad ospitarla  è stata Annarita Ruberto sul blog Matem@ticaMente.

Annarita Ruberto, eccezionale insegnate di matematica che molti studenti desidererebbero avere (sicuramente avrei voluto averla io tra i miei insegnanti), ha fatto un lavoro enorme per questa edizione a tema. Si stenta molto a crederlo, ma Annarita Ruberto è stata anche un'alunna matofoba. Qui racconta la sua storia di ex matofoba. Ed il tema di questa edizione è proprio la Matofobia, e cioè, la paura della matematica.

Cito Annarita:
Perché si ha paura della matematica? E’ l’interrogativo al quale hanno provato a rispondere i contributi di diversi insegnanti che hanno raccolto l’invito. Punti di vista condivisibili, cui si aggiungono anche quelli dei diretti interessati: gli studenti. Avrete modo di acquisirli dalla lettura degli articoli proposti.

La mole e la qualità del materiale è impressionante. Quindi, studenti matofobi e non, adulti, bambini e diversamente giovani, che aspettate ad andare a leggere il carnevale di Annarita?!

Purtroppo io non sono riuscito a produrre nulla a tema, vista la mia scarsa esperienza in materia. Nonostante ciò ho inviato due contributi fuori tema che vengono introdotti così:


Dioniso del Blogghetto invia:

"Il rinascimento: Pacioli, i matematici tedeschi, gli irrazionali e le nuove notazioni (+, -, √, x0 = 1)", Parte 22 della rassegna "Numeri e Geometria".

Nell'Arithmetica integra Stifel prende anche in considerazione una questione che tormentò molti matematici che lo avevano preceduto e che ne tormenterà altri che lo seguiranno. E cioè se gli irrazionali possano  essere considerati numeri oppure no. Da una parte Stifel propenderebbe ad accettarli come veri numeri, in quanto, nella geometria, gli irrazionali riescono a risolvere problemi irrisolubili con i soli numeri razionali. D'altra parte, il fatto che la rappresentazione in notazione decimale degli irrazionali richiederebbe un numero infinito di cifre dopo la virgola condusse Stifel alla conclusione che gli irrazionali non possono  essere considerati come dei veri numeri in quanto "l'infinito stesso non più essere considerato come un numero". In realtà poi le cose cambieranno: circa tre secoli dopo con Dedekind.


Potete consultare l'indice della serie e le puntate precedenti.

Se il primo contributo riguarda la matematica e i matematici del Rinascimento, il secondo fa un notevole salto cronologico e tematico, proponendo "World Wide Web, Ragnatela Mondiale o Megaragnatela? - la lingua nella comunicazione scientifica", che affronta il problema dell'uso di anglicismi nella comunicazione scientifica.

Uso riduttivo perché fa emergere in maniera inequivocabile la passività della comunità scientifica italiana che "...non sente la necessità di disporre di parole nella lingua nazionale per esprimere una parte significativa della propria cultura".


La prima edizione del 2011 del Carnevale della Matematica, la numero 33 verrà ospitata Il 14 gennaio da .mau.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale

Pagina fan del Carnevale su Facebook

giovedì, dicembre 09, 2010

Presentazione mondiale (asiatico-americana)

Ieri mi sono finalmente tolto il grande pensiero. Dopo il piccolo pensiero dell'altra presentazione. Quella di intrattenimento sulla mia cultura e le mie tre "hometowns" di martedì.
Lunedì avevo provato la presentazione mondiale nel "teatro" di fronte al collega europeo e alla super segretaria americana organizzatrice dell'evento. Più tardi si è unita pure la mia capa. Pensavo che oramai la versione fosse abbastanza definitiva. Ho chiesto ai colleghi di interrompermi quando volevo. Ma poi mi sono pentito. Mi interrompevano un po' troppo spesso. Con la segretaria che mi faceva notare anche un paio di cose secondo lei poco opportune in quel contesto. Dopo due ore di prova ero depresso.
Nei giorni successivi ho dovuto lavorare un po' per sistemare la presentazione. Alla fine la maggior parte dei commenti si sono rivelati utili.
Tra il pubblico c'erano prevalentemente persone del mio dipartimento. Tra cui anche la capa suprema. Come previsto in collegamento non c'era nessun europeo, visto che in Europa erano le 21, c'erano però degli asiatici e diversi americani.
Ero abbastanza tranquillo. Sono riuscito a mantenere lo stress entro i limiti produttivi. Ho riascoltato della registrazione mi ha soddisfatto. Devo solo cercare di migliorare l'abbassamento del tono di voce alla fine delle frasi. Penso di aver gestito abbastanza bene anche le domande e il momento in cui per sbaglio ho chiuso il collegamento al pubblico remoto. Il collega europeo mi ha detto che apparivo molto sicuro.
Una cosa che penso non riuscirò mai a fare è dare un tocco ludico alle mie presentazioni.
Ieri sera quindi ho deciso di premiarmi con una cena solitaria a base di filet mignon di Black Angus (lettori vegetariani: scusatemi!), ottimo Merlot californiano e letture sul mio nuovo acquisto: l'iPadio (iPad nel nostro lessico famigliare).
Ora mi rimane solo il corso di "crucial conversation", l'incontro con gli sviluppatori e la valutazione con la mia capa. Penso che questo sia stato il mio viaggio di lavoro più denso di impegni.

Figure retoriche: antonomasia

L'antonomasia:  (dal verbo greco ἀντονομάζειν, antonomázein, "cambiare nome") è una figura retorica che consiste nel sostituire ad un nome una parola o una perifrasi che ricordi in modo univoco la qualità della persona o cosa stessa, o viceversa un nome comune ad un nome proprio

Esempio (posso utilizzare quello che ho usato per l'adynaton):

«È più facile che una Trota comprenda la teoria delle stringhe, che un presidente del consiglio residente ad Arcore si dimetta.

Un'adynaton che racchiude due antonomasie. Uau!

domenica, dicembre 05, 2010

Dallas: tassista etiope, stivali e Buffalo filet (tatanka)

Sabato 4 dicembre
Stavolta è andato tutto liscio: sveglia alle 6 (con pre-sveglia alle 4), volo alle 10:30, atterraggio (morbido e non come le picchiate di quei criminali di Ryan Air) 11 ore dopo alle 14:30 locali... E mi hanno pure risparmiato il random screening!

Il tassista che mi porta in albergo (quello dello scorso anno) è come al solito un immigrato. È etiope e mi risulta simpatico. Ha vissuto un anno a Roma come rifugiato per poi spostarsi in Canada e parla quindi qualche parola di italiano.
Penso però che non indovinerete mai qual'è stato l'argomento di conversazione durante il viaggio! Abbiamo parlato del.......
...le vite dei matematici.
E qui è come se vi sentissi. Il solito noioso che assilla persino i tassisti texano-etiopi con la matematica.
No! Vi giuro che è stato lui a provocarmi! Mi ha fatto una raffica di domande. Dove vivi, quante lingue parli, che lavoro fai, che cosa hai studiato. Si è mostrato dapprima ammirato per le mie conoscenze linguistiche. Ma quando ha sentito che avevo studiato matematica è rimasto letteralmente estasiato.
Dapprima ho pensato che lo facesse per la mancia. Ma poi mi è sembrato che oltre a quel'intento nutrisse effettivamente un sincero interesse per la materia.
Mi ha detto che una volta giunto a Dallas, passando prima per l'Italia e per il Canada, si messo a studiare economia. Durante questi studi si sarebbe appassionato molto all'analisi matematica in quanto il professore di analisi condiva le lezioni con racconti sulle vite dei matematici. Mi ha parlato dell'affascinante figura del grande matematico francese Évariste Galois, morto in duello a soli 20 anni. Poi abbiamo parlato di Talete, Pitagora, Fibonacci, Cartesio e Gauss. È la prima volta che mi capita un tassista appassionato di matematica. Peccato che non ho pensato a lasciargli l'indirizzo del blog :-)
Comunque alla fine una generosa mancia gliel'ho lasciata. Se l'era meritata no?
In albergo sono stati gentilissimi. In serata c'è stato un problema con il loro servizio di navetta. E soprattutto per colpa mia. Nonostante ciò, per riparare, mi hanno chiamato un taxi e l'hanno pagato loro. In questo paese il cliente e' trattato mediamente molto bene.
Il mio obiettivo era il Dallas Market. Ed in particolare il kitchissimo Wild Bill Western Store. Già visitato durante il viaggio dello scorso anno. Mi era rimasto sul groppone il mancato acquisto di un paio di stivali.
Quest'anno ho riparato acquistando stivali texani per me e nipote. Un bel paio di hand-crafted Justin Boots per zio ...

... e un paio di Old Werstern per nipote.
Dulcis in fundo un bel buffalo filet tatanka alla Y.O. Ranch Steakhouse.

venerdì, dicembre 03, 2010

Una stagione orchestrale con due orchestre: inverno 2010-2011

Come scrivevo in "Dubbi orchestrali: io vorrei, non vorrei....", essendo un po' insoddisfatto della mia interazione con i giovani colleghi dell'orchestra in cui ho suonato negli ultimi quattro anni mi sono messo ad esplorare altre possibilità ed ho trovato una nuova orchestra: la Musikfreunde Heidelberg.

L'ambiente mi ha fatto subito una buona impressione. E dopo una decina di prove, tra cui anche un intero fine settimana, l'impressione è confermata. Mi trovo più a mio agio. Forse perché la composizione umana è più variegata. Non è ridotta alla tipologia giovane studente universitario tedesco interessato solo al suo gruppetto. Ci sono infatti molti diversamente giovani come me, ma anche più diversamente giovani di me. Ci sono stranieri come me. Il mio collega primo trombone è inglese, ingegnere aeronautico, simpatico e parla pure l'italiano; il terzo è tedesco e anche lui simpatico, così come la tuba. La seconda tromba è molto diversamente giovane, americano e fa l'infermiere nella clinica chirurgica. Simpatico pure lui. E in generale c'è molta più socievolezza nell'aria.
Il direttore merita un capitolo a parte. Ha un anno più di me ed è un vero istrione. Durante le prove dirige con molto senso dell'umorismo usando una mimica facciale formidabile.

Suonerò quindi ai concerti della Musikfreunde. Allo stesso tempo non volevo rinunciare al divertimento di suonare la Sinfonia dal nuovo mondo con la mia vecchia orchestra. Ho deciso così per questa stagione di portare avanti tutte e due le orchestre. Il che mi impegna tutti i lunedì e i martedì sera più alcuni finesettimana. Per ora però il divertimento supera di gran lunga il disagio.  
Se vi troverete nei dintorni tra fine gennaio e inizi febbraio siete invitati ai concerti!

Programmi e appuntamenti

Vecchia orchestra (AufTakt e.V.)

Antonín Dvořák: Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 (1893), più nota col titolo di Sinfonia "Dal nuovo mondo" - quarto movimento diretto da Von Karajan su youtube

Jean Sibelius: Concerto per violino e orchestra in Re minore, Op.47 (1903/1905)

Venerdì 21 Gennaio in località e orario ancora a me ignoti

Sabato 22. Gennaio alle 19:30 Concerto per i 10 anni dell'orchestra presso la Lutherkirche (Vangerowstr. 1 Heidelberg)

Nuova orchestra (Musikfreunde Heidelberg)

Felix Mendelssohn-Bartholdy: Ouverture Die Hebriden (Le Ebridi) op. 26

Ralph Vaughan-Williams: Concerto in fa minore per basso-tuba e orchestra (1954) - primo movimento su youtube

Albert Roussel: Sinfonia n°3 in sol minore op. 42 (1930) - primo movimento su youtube

Sabato  12 Febbraio alle 20:00 nella Stadthalle di Heidelberg
Per i biglietti:: Crazy Diamond: Poststr. 42, 06221-161480
Ticket online: www.ticketonline.com, Tel: 01805-4470

La Nasa, il batterio alieno e le fallacie de "La Stampa"

Su Radio Tre Scienza di oggi si parlava della scoperta del batterio capace di sopravvivere all’arsenico. Una domanda che mi sono posto è: bisognerà aggiornare l'albero della vita adesso?

Per curiosità sono andato a cercare altre informazioni con Google e ho trovato questo articolo de "La Stampa":

La Nasa: scoperto un batterio che dimostra l'esistenza della vita aliena

Se per "alieno" si intende "extraterrestre" già questo titolo di per sé pecca della fallacia del non sequitur. Non è affatto vero che la scoperta dimostri l'esistenza della vita aliena e non è neppure vero che "potrebbe dimostrare l’esistenza degli alieni", come più prudentemente viene scritto nell'articolo. La scoperta può semmai condurci ad un nuovo stato di conoscenze che forse ci porterà ad aumentare la nostra probabilità soggettiva relativa all'evento "esistenza di forme di vita extraterrestri".

Ma la cosa più interessante è che se provate a premere il pulsantino di condivisione per Facebook, il titolo si trasforma in:

Nasa, scoperta una forma di vita extraterrestre - LASTAMPA.it

E questo è un vero e proprio ossimoro! Come si fa a dichiarare extraterrestre una forma di vita che si è sviluppata sulla Terra? Da quanto ho capito il batterio non proviene da meteoriti o materiale extraterrestre.

giovedì, dicembre 02, 2010

Figure retoriche: entimema

L'entimema: nella Retorica di Aristotele è un'argomentazione in forma di sillogismo in cui almeno una delle premesse è solamente probabile.

Esempio:
È tedesco, quindi porta i sandali con i calzini (preferibilmente di lana).

Nell'esempio è taciuta la premessa solamente probabile: Tutti i tedeschi portano i sandali con i calzini (preferibilmente di lana).

20 anni di centrosinistra in 5 minuti

Preso da Questione della decisione.

mercoledì, dicembre 01, 2010

Vocabolario internazionale: Schadenfreude

Schadenfreude è un termine tedesco che deriva da Schaden (danno) e Freude (gioia). Potrebbe tradursi come "delizia per le disgrazie altrui".

Penso che sia un sentimento molto meschino. Ma penso anche che capiti a molti di frequentarlo ogni tanto. Solo che c'è chi cerca di gestirlo ed arginarlo e chi ne fa un vero e proprio stile di vita. Io di solito cerco di evitare la seconda tipologia di persone.

Alcuni studi hanno mostrato che le persone con una bassa autostima siano più propensi a sentirsi Schadenfreude, che quando le persone intorno a noi hanno avuto eventi sfortunati, guardiamo meglio noi stessi, che la Schadenfreude è in stretta correlazione con l'invidia e che gli uomini hanno una maggiore propensione alla Schadenfreude rispetto alle donne. Tutti risultati abbastanza intuitivi direi.

In tedesco esistono anche dei detti sulla Schadenfreude:
Schadenfreude ist die schönste Freude (denn sie kommt von Herzen): "La Schadenfreude è la migliore forma di gioia (in quanto viene dal cuore)."
Das Wort Schadenfreude kennt man nur im Deutschen: "La parola Schadenfreude è conosciuta solo in Tedesco."

Ecco, la Schadenfreude è il sentimento che vedo spesso affiorare quando qualcuno qui mi chiede spiegazioni circa le nostre patrie disavventure politiche e archeologiche (giusto per fare degli esempi). E a provocarmi la maggior parte del disagio non è solo ciò che i miei interlocutori dicono - che ha spesso un fondo di verità, anche se appreso, quando va bene, attraverso un servizio di due minuti della TV tedesca, oppure attraverso il popolarissimo quotidiano scandalistico. Non è neppure solamente la superficialità di voler ridurre un fenomeno di estrema complessità ad una frase letta o ascoltata. No! La cosa che mi provoca più inquietudine, e a volte anche un po' di irritazione, è proprio la Schadenfreude che percepisco in alcuni dei miei interlocutori.

martedì, novembre 30, 2010

Figure retoriche: iperbole

L'iperbole (dal greco ὑπερβολή, hyperbolé, «eccesso») è una figura retorica che consiste nell'esagerazione nella descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino, per eccesso o per difetto.

Esempio:
«Le montagne di monnezza di Napoli sono arrivate a fromare una cordigliera talmente suggestiva che l'UNESCO le ha dichiarate patrimonio dell'umanità

lunedì, novembre 29, 2010

Nel circolo polare verso Capo Nord: da Svolvær a Finnsnes - Norvegia 21

8-9 giugno 2009



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Ci imbarchiamo verso le 21 sulla Vesterålen. La nave è più piccola e più vecchia della Midnatsol. Tuttavia l'equipaggio si rivelerà molto più gentile e simpatico di quello della più blasonata sorella.
Salpiamo da Svolvær verso  le 22:30.
Dopo mezzora circa di navigazione entriamo nello strettissimo Trollfjord

Trascorreremo il tempo ad ammirare i paesaggi sul ponte. Rientrando di tanto in tanto per non congelare.


L'effetto speculare dell'acqua è sorprendente.



Io sono affetto dal morbo della foto al sole di mezzanotte...


... e anche al sole dell'una, che è poi la mezzanotte solare.
Non so se si è notato, ma questi ponti norvegesi mi affascinano molto.

 Sbarchiamo a Finnsnes...

...nulla di rilevante. Ci reimbarchiamo dopo mezzora alla volta di Tromsø.

Giornate precedenti ....

giovedì, novembre 25, 2010

Figure retoriche: sottostima (Understatement)

La sottostima (o Understatement) è una figura retorica che consiste nel ricorso a parole per difetto, oltre i limiti della verosimiglianza e fino alla deformazione del reale.

Esempio:
Ratzinger: in singoli casi particolari l'uso del preservativo potrebbe essere giustificato

 

Chemical Party

Bellissimo!

mercoledì, novembre 24, 2010

Il rinascimento: Pacioli, i matematici tedeschi, gli irrazionali e le nuove notazioni (+, -, √, x0 = 1) - Numeri e Geometria attraverso la storia - Parte 22

Nella puntata precedente ho parlato della fine del medioevo e dell'inizio del rinascimento introducendo figure importanti come il cardinale Bessarione e il Regiomontano. Tra le opere del Regiomontano ho parlato del De Triangulis Omnimodus (completata nel 1464 ma stampata nel 1533) che segnò la rinascita della trigonometria e fece assurgere l'Europa occidentale ad una posizione di preminenza in questo campo.

Tuttavia non è lo sviluppo della trigonometria a caratterizzare principalmente la matematica rinascimentale. Il titolo di regina della matematica del tempo spetta sicuramente all'algebra. Questo aspetto diversifica leggermente lo sviluppo rinascimentale della matematica rispetto a quello delle altre scienze ed arti di quel periodo. Se infatti a stimolare il movimento rinascimentale fu per buona parte la riscoperta di opere del mondo greco antico, nel caso specifico della matematica questa riscoperta giocò sì un ruolo importante, ma un ruolo altrettanto importante fu assunto dalla continuazione e dallo sviluppo della tradizione medievale. Tale differenza traspare proprio attraverso il suddetto ruolo dell'algebra. Questa disciplina fu infatti sviluppata soprattutto nel medioevo: prima tra gli arabi e poi tra i cristiani. Lo stesso Regiomontano, ridimensionando l'apoteosi dell'ellenismo, diffusa dagli umanisti del tempo, riconosceva l'importanza dell'algebra medievale araba e latina. 

L'opera più famosa per l'algebra di quel periodo venne pubblicata dal frate Luca Pacioli  (1445, Borgo San Sepolcro – 1514) con il titolo di Summa de arithmetica, geometria, proportioni e proportionalità, scritta in volgare e pubblicata a Venezia nel 1494. La Summa di Luca Pacioli, pur essendo l'opera più influente per l'algebra del tempo, non è in realtà nulla di più di una sintesi di alcune precedenti opere inedite dell'autore di carattere fondamentalmente compilativo. Non fu quindi tanto l'originalità a rendere celebre la Summa quanto piuttosto la sua diffusione ed il suo carattere sinottico. L'opera non si limita in realtà alla sola algebra, ma è una raccolta delle conoscenze dell'epoca relative a quattro campi diversi della matematica: algebra, aritmetica, geometria e metodi aritmetici usati nel commercio. Potrebbe apparire un po' inconsueto che quest'ultimo campo della matematica venga affiancato agli altri tre. Bisogna tuttavia considerare che Luca Pacioli insegnò la matematica presso alcune famiglie di ricchi mercanti veneziani.
La sezione geometrica della Summa è piuttosto elementare mentre quella aritmetica espone principalmente tecniche per il calcolo di moltiplicazioni e radici quadrate. La più corposa parte algebrica riporta i procedimenti per la risoluzione delle equazioni di primo e secondo grado - per quanto riguarda le equazioni di terzo grado Pacioli, così come Omar Khayyám, pensava che non fosse possibile risolverle con metodi algebrici. In questa sezione l'autore fa ampio uso di forme abbreviate tipiche dell'algebra sincopata. La quarta ed ultima parte include informazioni relative alla registrazione a partita doppia e alle monete e misure dei diversi regni, ducati e stati italiani. Questa quarta sezione conobbe un grande successo ed è grazie ad essa che Luca Pacioli è tuttora generalmente considerato il padre della registrazione a partita doppia.

È piuttosto noto che il paese che più contribuì allo sviluppo del Rinascimento fu l'Italia. Anche altre regioni culturali europee fornirono tuttavia consistenti contributi a questo grande movimento artistico e culturale. Nell'ambito matematico l'apporto dell'area culturale tedesca fu, ad esempio, tutt'altro che trascurabile. Soprattutto sotto l'aspetto dell'introduzione di nuove notazioni.
Un matematico tedesco che si guadagnò un posto nella storia della matematica essenzialmente per essere stato il primo ad usare i simboli + e - per l'addizione e la sottrazione fu Johannes Widmann (Cheb 1460 Lipsia 1489). 
Widmann fu docente presso l'università di Lipsia e nell'anno della sua morte a soli 38 anni pubblicò il suo trattato di Mercantile Arithmetic intitolato Behende und hüpsche Rechenung auff allen Kauffmanschafft che, come potete constatare nell'immagine di sinistra, fa uso dei simboli che divennero in seguito lo standard universale soppiantando la notazione italiana p ed m.

Un altro matematico di area tedesca che va citato solamente per il fatto di aver introdotto nuove notazioni è Christoph Rudolff (Jawor, 1499 – Vienna, 1545). Il simbolo da lui introdotto è quello attualmente in uso per la radice quadrata: √. In seguito Eulero propose la congettura che questo simbolo sia stato ottenuto attraverso deformazioni della lettera "r" (dall'iniziale della parola latina radix). Rudolff introdusse inoltre la notazione e la definizione di x0 = 1. Quindi ora sapete con chi prendervela quando vi chiedete: ma perché x0 = 1?
Rudolff detiene anche il primato di essere stato il primo ad usare il tedesco  per scrivere un libro di algebra: il suo Die Coss (versione integrale).

Il terzo tra i matematici tedeschi che citerò qui è Michael Stifel (Esslingen 1487 – Jena 1567). Stifel è l'autore della più importante fra le algebre tedesche del XVI secolo: l'Arithmetica integra (1544); in cui, attraverso l'introduzione dei coefficienti negativi, Stifel unificava i vari casi di equazioni di secondo grado.
Nell'Arithmetica integra Stifel prende anche in considerazione una questione che tormentò molti matematici che lo avevano preceduto e che ne tormenterà altri che lo seguiranno. E cioè se gli irrazionali possano  essere considerati numeri oppure no. Da una parte Stifel propenderebbe ad accettarli come veri numeri, in quanto, nella geometria, gli irrazionali riescono a risolvere problemi irrisolubili con i soli numeri razionali. D'altra parte, il fatto che la rappresentazione in notazione decimale degli irrazionali richiederebbe un numero infinito di cifre dopo la virgola condusse Stifel alla conclusione che gli irrazionali non possono  essere considerati come dei veri numeri in quanto "l'infinito stesso non più essere considerato come un numero". In realtà poi le cose cambieranno: circa tre secoli dopo con Dedekind.
Anche Stifel detiene inoltre un primato. E cioè quello di essere stato il primo ad usare la giustapposizione senza simboli tra i termini per la moltiplicazione. Cioè l'uso di X1X2X3 per indicare il prodotto tra X1, X2 e X3.

Concludo questa puntata con un ultimo primato che si ricollega a vicende della nostra attualità (non più molto attuale oramai). E cioè il "greve uso dell'acronimo S.P.Q.R. Sembra che, con grande dispiacere di una parte dei nostri concittadini, il primato spetti al nostro frate Luca Pacioli.

Nella prossima puntata parleremo di altri matematici del rinascimento italiano come Del Ferro, Tartaglia e Cardano e del loro ruolo nella scoperta della formula risolutiva per le equazioni di 3° e 4° grado.

Puntate precedenti...

Indice della serie

domenica, novembre 21, 2010

Figure retoriche: adynaton

L'adynaton: è una figura retorica il cui nome deriva dal greco ἀδύνατον e significa "impossibile". Esso è un metalogismo che consiste nell'evidenziare l'assoluta irrealizzabilità di un evento attraverso la constatazione della maggiore probabilità che ne accada un altro assolutamente impossibile, descritto con una perifrasi iperbolica e paradossale.

Esempio:

« È più facile che una Trota comprenda la teoria delle stringhe, che un presidente del consiglio residente ad Arcore si dimetta. »

venerdì, novembre 19, 2010

Presentazione mondiale

Sto lavorando alla presentazione per il mio viaggio americano di dicembre. Inizialmente mi era stato detto che sarebbero stati invitati solo i membri di un dipartimento. Una settimana fa mi è stato comunicato che sarebbero stati invitati i membri di due dipartimenti. Adesso ho appena ricevuto l'invito alla partecipazione mandato dalla segretaria americana. È stato inviato alla lista "Worldwide". E dice che la presentazione sarà trasmessa in diretta in mondovisione e pure registrata.
Ora, cari colleghi americani, vabbè che sono migliorato negli ultimi anni, ma vi vorrei fare presente che state parlando con uno che fino a qualche anno fa era divorato dall'ansia se doveva parlare davanti a più di quattro o cinque persone.
Madonna che stress! Consigli?

Pasta con crema di broccoli siciliani, salmone e pinoli

Era da un po' che non mi cimentavo in questa ricetta. Dall'ultima volta saranno passati 5-6 anni. L'ho riprovata affidandomi alla mia memoria. Sono sicuro quindi che sarà piena di rivisitazioni e contaminazioni. Zucchero ha apprezzato molto la mia riedizione. Dopo qualche settimana di ripetizioni si è però stancata. Per evitare di lasciare la ricetta di nuovo parcheggiata per altri 5-6 anni la riporto qui.

Ingredienti (per due):
2-300 g di broccolo siciliano sbollentato, 100 g di salmone affumicato, un paio di cucchiai di pinoli, olio d'oliva di buona qualità, cipolla, aglio, peperoncino, sale.

Preparazione:
Sbollentatate i broccoli per un minuto circa. Separate le cimette più piccole. Fate appassire la cipolla in una padella con 2-3 cucchiai d'olio a fuoco bassissimo. Aggiungete quindi i broccoli sbollentati e lasciate cuocere coperchiando per 12-13 minuti aggiungendo poca acqua bollente all'occorrenza. In una padella più piccola scaldate mezzo spicchio d'aglio spezzettato a fuoco super-bassissimo.

Aggiungete quindi i pinoli e le cimette più piccole. Frullate il contenuto della padella più grande. Mescolate il frullato con il contenuto della padella più piccola. Ripassate brevemente la pasta in padella con la salsa aggiungendo i pezzetti di salmone.

martedì, novembre 16, 2010

Pane burro e ....

Pensavo che pane burro e philadelphia fosse l'ultima frontiera. Di recente invece sono venuto a sapere che c'è anche chi, come Futuro e libertà, sta oltre. Con pane burro e nutella.

domenica, novembre 14, 2010

Carnevale della Matematica #31

L'edizione numero #31 del Carnevale della Matematica la troverete sul blog Science Backstage di Gianluigi Filippelli. Blog che vi consiglio di frequentare indipendentemente dal Carnevale della Matematica. In questa edizione a coadiuvare Gianluigi c'è un'ospite d'eccezione: il Cappellaio Matto.

Il mio contributo viene introdotto troppo generosamente in questo modo:

Ed eccoci a uno dei contributi più attesi, o almeno io lo attendevo con trepidazione, visto il bel lavoro che, con la matematica (e non solo) fa sul suo blog (ricordo ciò che fece per il Carnevale russelliano). Ovviamente il buon Dioniso prosegue con la sua serie Numeri e Geometria attraverso la storiaLa fine del medioevo e l'inizio del rinascimento: il Regiomontano. L'episodio ruota o parte se preferite dalla caduta di Costantinopoli e dalla sua importanza per la storia della matematica. Spero che siate abbastanza curiosi da voler approfondire l'argomento andando a leggere direttamente l'articolo di Dioniso.


L'edizione natalizia, la numero #32 del 14 dicembre, sarà ospitata da Annarita Ruberto sul blog Matem@ticaMente.

 Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale

Pagina fan del Carnevale su Facebook

lunedì, novembre 08, 2010

Wiedergeburtstag

Cito di nuovo l'ignoto signore che sulla spiaggia di Ostia stappava la sua quinta bottiglia di vino: ....


 ... "e sò cinque!"

domenica, novembre 07, 2010

World Wide Web, Ragnatela Mondiale o Megaragnatela? - la lingua nella comunicazione scientifica

Qualche mese fa ho letto "Le parole di Einstein - Comunicare scienza fra rigore e poesia" di Daniele Gouthier ed Elena Ioli.
Tra gli interessanti temi trattati dagli autori c'è naturalmente anche quello linguistico. Essendo io un neo-crusc semipentito, sono stato particolarmente stimolato dal tema della contaminazione linguistica e dell'attuale passività dell'italiano rispetto all'inglese.
Gli autori introducono l'argomento riportando il frammento di un'immaginaria conversazione tra due scienziati in un laboratorio: "Non va bene! La gaussiana che hai tracciato non fitta quell'insieme di dati che hai plottato. Il range dei valori è troppo piccolo. Ci serve altro input".
Anche nel mio ambiente, quello delle aziende informtatiche, conversazioni analoghe sono all'ordine del giorno. Mi è capitato addirittura di sentir dire "deletiamo (delete) quei file". Per non parlare poi, in ambito più generale, dei famigerati miscion e lochescion. Ed entrando nell'ambito dei termini inglesi usati a sproposito: gadget, trolley, outing e molti altri. Linguaggio che in una mia lettura precedente viene definito "il prestigioso linguaggio manageriale" con cui "ci s'illude d'essere avveniristici, mentre non si fa altro che risuscitare il linguaggio dei vecchi medici ciarlatani che sulle ricette scrivevano aqua fontis invece di acqua e il malato si sentiva subito meglio".

Gouthier e Ioli affermano che "la traduzione pedissequa di parole come to fit, adattare, to plot, costruire un grafico, nei fastidiosi anglicismi non aiuta a fare chiarezza e denota una certa povertà lessicale". Se tra gli specialisti la comprensione si realizza senza intralci, "quando il fruitore del messaggio diventa un pubblico che non condivide la stessa specializzazione, ecco che il ricorso ad una simile terminologia rende un cattivo servizio e alimenta la confusione".
Sarebbe secondo me auspicabile che il comunicatore si ponesse una domanda: quanti italiani capiscono l'inglese? Una stima nasometrica molto ottimistica potrebbe arrivare al 20%. A questo punto il comunicatore dovrà quindi decidere se rivolgersi principalmente ad una minoranza di meno di un quinto della popolazione del proprio paese oppure se cercare di rivolgersi anche a quella parte meno linguisticamente dotata.

Ma il comunicatore potrebbe spingersi oltre e riflettere sulla passività dell'italiano rispetto all'inglese e sulla mancanza di coraggio nel proporre e far circolare novità linguistiche.

"Per arginare il rischio di sottosviluppo e decadenza della lingua nazionale è importante avere il coraggio di proporre e far circolare novità linguistiche, nella consapevolezza che l'ambiente e la pratica ne decreteranno o meno la permanenza" attraverso una selezione naturale. "La passività dell'italiano è tanto più preoccupante poiché è grave che una comunità scientifica non senta la necessità di disporre di parole nella lingua nazionale per esprimere una parte significativa della propria cultura". Pur mantenendo un certo grado di consapevole apertura alle contaminazioni esterne, "dovrebbe essere sentito come un imperativo quello di accogliere il conio di nuovi termini piuttosto che il semplice prestito da altri bacini linguistici".
"La scienza appartiene all'esperienza collettiva e deve entrare a far parte del dibattito intellettuale nella lingua nazionale, pena la riduzione di quest'ultima a reperto semifossile, incapace di divenire strumento di pensiero e di cultura moderni".
Mi sentirei di aggiungere che molti termini irrinunciabili del nostro attuale patrimonio linguistico collettivo sono nati proprio attraverso la  coraggiosa proposta di neologismi. Coraggio che non manca sicuramente nel mondo germanofono dove ad esempio l'uso del calco semantico viene praticato sin dai tempi dei primi contatti tra cultura germanica e cultura classica greco/romana. Ma la maggior parte delle volte non sarebbe neppure necessario lo sforzo di coniare e proporre un neologismo. Spesso sarebbe sufficiente una semplice traduzione.

Un altra considerazione interessante è quella del potere evocativo delle parole. Ad esempio nella mia mente di fruitore italiano dilettante della domenica, il termine passeggiata evoca qualcosa. Mentre il termine walk non evoca nulla. E allora perché usare random walk al posto di passeggiata aleatoria? L'espressione buco nero evoca immediatamente un immagine, l'espressione black hole no.
Concludo con la citazione dell'iniziativa Le magnifiche cinque (traduzioni), di cui sono venuto a conoscenza attraverso l'articolo Il Cogitario Fuffatico di Egolalipazia, come esempio di incoraggiamento alla proposta e alla circolazione di novità linguistiche.

venerdì, novembre 05, 2010

Cose nostre: maratona per la legalità, ricordando il sindaco Angelo Vassallo

Riporto e rilancio questa iniziativa. Copiata dal blog Michele Dotti.

Venerdì 5 novembre 2010 (dalle 20 alle 24), esattamente a due mesi di distanza dal brutale assassinio del "sindaco pescatore" andrà online "a rete unificata" una straordinaria maratona per la legalità.
..
Cose+nostre+logo.jpg"Cose nostre: per la legalità e la cultura, ricordando Angelo Vassallo", questo il titolo della diretta, alla quale io avrò il grande onore di portare un mio personale contributo.
.
Per l'occasione sarà attivo questo sito (cosenostre.tv) che raccoglierà adesioni, testimonianze di solidarietà, segnalazioni e denunce di illegalità. La diretta sarà trasmessa anche su tutte le micro web tv aderenti e rilanciata dai grandi network editoriali italiani ed esteri.

Provenzano rimpiazza Lenin

Cari comunisti, e soprattutto voi giudici, mi dispiace comunicarvelo, ma avete perso anche questo di primato.

martedì, novembre 02, 2010

Berlusconi e le intercettazioni

"Presenteremo un provvedimento di iniziativa parlamentare..."  "L' ultilizzo di questo strumento dovrà essere limitato al terrorismo internazionale, alle organizzazioni criminali, alla pedofilia e agli omicidi..."
Quindi per quanto riguarda le intercettazioni nei suoi confronti non dovrebbe cambiare nulla.

venerdì, ottobre 29, 2010

Viaggio verso l'ignoto

Chissà come riemergeremo tra tre giorni....

Multiculturalismo e integrazione

Sempre più spesso, e soprattutto a queste latitudini, mi capita di sentire la parola "integrazione" usata in un modo che mi turba. E non mi riferisco all'integrazione matematica.
Ieri mi è capitato di sentire una citazione di Patrick Savidan (filosofo francese). Ri-cito e reinterpreto a memoria: "L'integrazione non dovrebbe essere intesa come assimilazione ma come un processo basato sul rispetto reciproco".

Definizione presa dal dizionario:
integrazione: fusione fra diversi gruppi etnici e razziali.

Fusione! E non assimilazione! E tanto meno annullamento!

Viagracrazia: la nuova frontiera dopo plutocrazia e mediacrazia

È motivo d'orgoglio essere cittadini di un paese che è da sempre all'avanguardia nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi modelli socio-politici. Faro ed esempio in un mondo senza più ideologie e punti di riferimento. Voltaire, Diderot, Franklin, Jefferson e Tocqueville ci fanno un baffo!

Bungagiorno!

giovedì, ottobre 28, 2010

Le 10 regole di Chomsky sulla manipolazione dell’informazione

Riporto qui queste 10 regole di Chomsky sulla manipolazione dell’informazione in quanto sono piuttosto in tema con il discorso sull'egemonia sottoculturale.

  • La prima norma è la “strategia della distrazione”. Dice Chomsky: «Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. E’ anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia». 
  • Seconda norma è quella che potremmo definire “falso problema/risposta demagogica”: «Si crea un problema, una ‘situazione’ prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desidera far accettare. Ad esempio si possono lasciar dilagar la violenza urbana e i disordini sociali, oppure creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici». 
  • Terza norma è la gradualizzazione delle soluzioni politiche, e quindi «Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, col contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta». 
  • Quarta norma è quella dello spostamento nel tempo: «Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento». 
  • Quinta norma è il comunicare ai cittadini come fossero bambini. «La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, questa tenderà, con una certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico: come quella di una persona di 12 anni o meno». 
  • La sesta norma è quella che definirei “patemica”. «Sfruttare l’emozione – afferma Chomsky – è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti». 
  • La settima, è la progettazione e gestione di un’ignoranza diffusa. «La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori». 
  • E questa norma è legata a doppia mandata con l’ottava. Quella che prevede che il pubblico mediatico si convinca che «è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti. E che questi sono valori positivi e condivisibili». 
  • La norma numero nove è quella del “senso di colpa”, e quindi: «Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è ribaltamento né rivoluzione, non c’è nessuna possibilità di cambiamento in senso democratico» 
  • L’ultima norma, la numero dieci, è quella che possiamo definire del “doppio binario della conoscenza scientifica”. Per Chomsky il vero potere consiste nel conoscere compiutamente i predicati psicobiologici del pubblico (mediante gli assoluti progressi della biologia, della neurobiologia e della psicologia applicata), e poter confidare sul fatto che i cittadini (scientificamente analfabeti) non siano in grado di conoscere sé stessi.

mercoledì, ottobre 27, 2010

Zuppa di ceci, farro e porcini

La scorsa fine settimana mi ha visto impegnato nell'ideazione e nella sperimentazione di questa ricetta. Il risultato non è stato affatto male. Inoltre il piatto è molto adatto per questo periodo. Sia per gli ingredienti che per il calore interiore che esso effonde.

Ingredienti (per 4 porzioni):
1 litro di brodo di verdure, 100 g di ceci, 150 g di farro, 150 g di porcini, salvia, rosmarino, timo, uno spicchio d'aglio, olio extravergine d`oliva, parmigiano, sale e pepe

Preparazione:
Lasciate i ceci in ammollo per 12 ore circa. Cuoceteli per 45 minuti nella pentola a pressione. Scolateli e metteteli da parte. Lasciate il farro in ammollo per un paio d'ore. (Nota del 2015: provare a cuocere il farro in acqua e solo gli ultimi 5 minuti nel brodo) Quindi scolatelo e versatelo nel brodo in ebollizione. Nel contempo soffriggete a fuoco bassissimo in 1-2 cucchiai d'olio mezzo spicchio d'aglio con la salvia, il rosmarino e il timo. Dopo 3-4 minuti aggiungete i ceci. Alzate leggermente la fiamma e lasciateli soffriggere per altri 3-4 minuti. Versateli quindi nella pentola con il farro e il brodo in ebollizione. Complessivamente il farro dovrà cuocere per 30 minuti circa (a meno di indicazioni diverse). Soffriggete a fuoco bassissimo in 1-2 cucchiai d'olio il resto dell'aglio. Dopo un paio di minuti alzate leggermente la fiamma, aggiungete i porcini e lasciateli cuocere per 5-6 minuti. Versateli quindi nella pentola con il farro e i ceci.
Servite la zuppa con una cucchiaiata di parmigiano e del pepe macinato fresco.

lunedì, ottobre 25, 2010

Avetrana e Tg3: Il rispetto del lenzuolo bianco

Ieri sera guardavamo il Tg3. Tra le notizie non poteva certo mancare l'aggiornamento da Avetrana. E fin qui nulla di anormale. Quello che mi ha dato molto fastidio però è stato il fatto che abbiano trasmesso gli audio degli interrogatori di Michele e Sabrina Misseri che contenevano la confessione "dettagliata e tormentata" dell’omicidio.
Il commento che ho fatto è stato: ma che cosa aggiungono questi audio a quello che già sapevamo? Qual'è il loro scopo se non quello di aumentare gli ascolti alimentando la morbosità?
Da una testata come il Tg3 ci si aspetterebbe un po' più di sensibilità.
Poco fa Zucchero mi ha letto questo articolo di Mario Calabresi: "Il rispetto del lenzuolo bianco". Mi è piaciuto molto, lo condivido e inoltre include quella riflessione che facevamo ieri sera.
Neppure Repubblica e Corriere ci hanno risparmiato quegli audio.

domenica, ottobre 24, 2010

Museo vichingo Lofotr (Lofoten - Norvegia 20)

8 giugno 2009

Ci rimettiamo in viaggio verso Borg. Ci hanno consigliato di visitare il museo vichingo Lofotr. E anche questo consiglio si rivelerà ottimo.
Il museo è stato pensato come la ricostruzione della più grande casa vichinga mai trovata in Norvegia (83 metri). L'ipotesi è che la casa appartenesse ad una famiglia molto ricca e che fosse abitata anche da una folta schiera di servitù e di schiavi.

Una ragazza italiana molto preparata ci accompagna attraverso la visita,
Con il supporto di studi archeologici si è cercato di ricostruire tutto con materiali e tecniche dell'epoca: dai costumi che indossano le guide,
agli strumenti di lavoro...
Ai tessuti.
Da notare la svastica
Ai telai.
Usavano esclusivamente la lana. Per una vela erano necessari circa dieci anni di lavoro.

Ai cibi.
Con lo stoccafisso in primis naturalmente. Sembra che i vichinghi ne caricassero enormi quantità nelle loro imbarcazioni per i lunghi viaggi. Si conservava per anni. Lo consumavano anche crudo frantumandolo a martellate.
Divinità della fertilità

Cinghiali
Zucchero che scappa dalle gelide acque del Mare di Norvegia (circa 5°). Dopo aver visto Zucchero non posso resistere e mi cimento anch'io nel pediluvio glaciale. Ed esperisco una strana sensazione: appena entrato sento l'acqua molto fredda, ma penso: tra qualche secondo mi abituerò. Dopo una decina di secondi la sensazione di freddo diventa insopportabile e si deve scappare.
E pensare che ci sono gruppi che si incontrano in inverno per farsi il bagno!

Dopo i sollazzi balneari ci rimettiamo in viaggio per Svolvær. Giunti al porto ci accommiatiamo da F ed M e nella fila per l'imbarco conosciamo A ed E: un'altra coppia di sposini in viaggio di nozze. Sono di Lecco.
Ci imbarchiamo quindi verso le 21 sulla Vesterålen. L'equipaggio si rivelerà molto più gentile di quello della Midnatsol.

Giornate precedenti ....

venerdì, ottobre 22, 2010

Concessione e revoca

L'eccellentissima comunicazione del misericordioso Pontefice Massimo lo raggiunse in mattinata.

- Il Suo Permesso presenta di nuovo qualche possibile anomalia che non possiamo ignorare. Dovrà sottoporsi di nuovo alla prova.

Di prove ne aveva già superate e si avviava verso la prossima con temerario ottimismo ed irrazionale levità.

giovedì, ottobre 21, 2010

Concessione e revoca

Come era stato già scritto la nuova prova inesorabile arrivò. Si rivolse di nuovo all'eccellentissimo Pontefice Massimo. Com'era d'uopo tuttavia gli fu concessa solamente un'udienza con la Ciambellana.

- Cercherò di metterLa al più presto in contatto con Sua Eccellenza!

Lady Gaga e gli scioperi

Dal GR3 delle 13:45: i disagi degli scioperi francesi colpiscono anche Lady Gaga che si vede costretta ad annullare il concerto di Parigi.
Mi interesserebbe molto conoscere il parere del Grande Capo Estiqaatsi a riguardo!

martedì, ottobre 19, 2010

Dubbi orchestrali: io vorrei, non vorrei....

Essendo un po' insoddisfatto della mia interazione con i giovani colleghi dell'orchestra in cui ho suonato negli ultimi quattro anni mi sono messo ad esplorare altre possibilità.

Le due più papabili mi sono sembrate queste:

Sinfonieorchester TonArt Heidelberg e.V. - c/o Gudrun Fickenscher

Musikfreunde Heidelberg - Heidrun Schinz

Li ho contattati e mi hanno risposto. Dai primi, che si trovano a qualche centinaio di metri da casa mia, sono andato martedì scorso per una prova di prova. Ma alla fine avevano bisogno di un primo trombone e io non me la sono sentita di accettare quel ruolo troppo impegnativo.
Dai secondi andrò stasera. Al mio contatto ha risposto il primo trombone e mi ha detto che stanno cercando un secondo e un terzo. Perfetto! Inoltre il primo è inglese (in questo momento ho bisogno di contatti con persone che si trovano in situazioni di espatrio simili alla mia) e mi è parso simpatico. Vedremo stasera se l'impressione sarà confermata.

Nel frattempo ieri sono stato alla prima prova della stagione con la mia vecchia orchestra. Abbiamo provato la Sinfonia dal nuovo mondo. E devo ammettere che suonare quel pezzo mi ha divertito molto. Ho paura quindi che mi potrei trovare di fronte ad una scelta difficile nei prossimi giorni.