domenica, ottobre 09, 2016

I danni del complottismo

Alcuni stralci da un interessante articolo dell'epistemologo  Gilberto Corbellini
Logo del gruppo Facebook "Complottismo"

"Diversi elementi pseudoculturali agiscono da cavalli di Troia, minando dall’interno la convivenza democratica. Tra questi, le derive più rischiose, che causano sia danni e morti a persone fisiche sia costi economici, disfunzioni istituzionali e instabilità sociale, sono le credenze pseudoscientifiche e le paranoie complottiste...

Il padre della ragazza morta perché ha rifiutato la chemioterapia, teneva un blog intitolato «Stampa Libera» – la parola libertà è forse la più abusata da chi si nutre di credenze cospirative e pseudoscientifiche – dove non mancava nessuno dei più insensati deliri cospirativi, che spesso non sono dissimili dai deliri di chi soffre di psicosi. Ma perché siamo così predisposti, tutti, a credere alle cospirazioni? E quali sono i tratti caratteristici delle persone e dei gruppi che coltivano tali credenze in maniera ossessiva? ...

…basta consultare la letteratura empirica per trovare le prove che credere alle teorie complottiste aumenta il rischio di ammalarsi o morire, come conseguenza di scelte sbagliate. Studi affidabili sul cosiddetto analfabetismo medico, che include credenze pseudoscientifiche e nei complotti ai danni dei pazienti, calcolano una mortalità nelle persone ignoranti che va dal 15 al 40% in più, a seconda delle condizioni cliniche, rispetto alle persone alfabetizzate. Ma la diffusione del complottismo peggiora anche la trasparenza delle decisioni politiche e rafforza ideologie dominanti. Chi coltiva credenze cospirative è meno egualitario rispetto ai diritti umani (tende a essere più xenofobo e razzista) e più predisposto alla violenza politica. Si sono studiate anche le differenze individuali, cioè la possibilità di misurare la predisposizione delle diverse persone a sviluppare credenze in piani cospirativi. I tratti psicologici associati più affidabilmente a forti credenze cospirative sono: sfiducia nell’autorità, cinismo politico, bassi livelli di autostima, autoritarismo e credenze nel paranormale. Credere in teorie cospirative è regolarmente associato con il rifiuto delle scoperte scientifiche!

Si può fare qualcosa per limitare il contagio complottista, che in Italia sembra essere particolarmente diffuso? Si è visto, da alcuni studi empirici, che un’epistemologia relativista favorisce le credenze nei complotti. Ora, ci sono prove che per superare lo stadio del relativismo e maturare un pensiero critico, nello sviluppo epistemologico personale, è dirimente apprendere gli elementi costitutivi del metodo scientifico. E la psicologa dell’educazione Deanna Kuhn ha dimostrato almeno da venti anni che in larga maggioranza le persone, che escono da un’istruzione superiore e non si specializzano, non vanno oltre la credenza che ogni forma di conoscenza è un’opinione che vale come le altre.

Alcuni studi hanno dimostrato che, diversamente da come si pensava, in diversi casi anche gli adulti possono essere curati dalla malattia complottista, se si somministra loro del pensiero analitico. Il pensiero analitico, che protegge anche dalle forze della superstizione dalla credenza religiosa, come ha dimostrato uno studio pubblicato qualche anno fa su «Science», fa uso di argomenti logici e basati su fatti. Quindi i decisori politici preoccupati per gli effetti negativi della teorie cospirative dovrebbero incentivare precocemente nei giovani l’uso del pensiero analitico. Rimane comunque un tema di studio importante capire i motivi di una così larga accettazione delle teorie complottiste nelle società moderne.

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Rimane comunque un tema di studio importante capire i motivi di una così larga accettazione delle teorie complottiste nelle società moderne". Il motivo è abbastanza semplice: molte persone non godono di ottima salute o non hanno denaro a sufficienza o non possono permettersi vacanze ecc. Con la TV, facebook, instagram ecc. si è costantemente bombardati da foto di gente al mare, con champagne...nasce, di conseguenza, il desiderio di avere quelle cose. Ma quel desiderio è spesso irrealizzabile. Un desiderio non realizzato porta alla insoddisfazione e, unica soluzione per non impazzire di desiderio, è far credere a se stessi che quel desiderio non esista o che, al contrario, possa essere realizzato in modi diversi. Andiamo sul pratico: Io desidero stare bene in salute. Ho visto a,b e c sottoporsi a chemioterapia e perdere i capelli, perdere le difese immunitarie e altro ancora. A e b dopo un pò sono morti. Io non voglio morire. Mi informo sull'argomento consapevole che non vorrei la chemioterapia perché mi spaventa perdere i capelli, mi spaventa la perdita dei muscoli e ancora...vedo che il signor alfa afferma che con i broccoli si può guarire senza perdere i capelli e muscoli. Leggo di altre persone che confermano (se ne trovano) e mi convinco. In caso di tumore mi regolo di conseguenza (gli effetti saranno nefasti ma, intanto, si supera quella paura di diventare un altro, di soffrire troppo ecc. dovuta alla chemio). Idem per le scie chimiche: il desiderio è: una vita bella non deve essere spezzata da un male incontrollabile e dovuto al caso. Si presenta la malattia: perché è successo? a livello inconscio è bene convincersi e dare la colpa a un qualcosa di controllabile e verificabile (scie chimiche che potranno essere contrastate con la soppressione dei voli, satana che potrà essere contrastato con la preghiera). La domanda vera però è: possibile che questo giornalista non abbia capito cose così semplici che, sinceramente, tutti sanno? La vera domanda è,in realtà, come è stato possibile sviluppare il nostro linguaggio, cosa c'è nella nostra testa, come è nato il pensiero in noi esseri umani. Questo è il grande mistero. Poi, ovviamente, bisogna sempre indagare perché di complotti ce ne sono spesso di veri. Andrea

dioniso ha detto...

Ah, se no ci fossi tu a illuminarci! Così non ci servono tutti 'sti studi.

Gilberto Corbellini non è un giornalista, è un "filosofo ed epistemologo, professore ordinario di storia della medicina e insegna bioetica alla Sapienza Università di Roma, dove è anche direttore del Museo di storia della medicina - Dipartimento di medicina molecolare"
https://it.wikipedia.org/wiki/Gilberto_Corbellini
Immagino che in materia ne sappia più di te e di me.

ang ha detto...

io mi chiedo (e me lo chiedo da docente, se hai del materiale da mostrarmi te ne sarei grato):
come si fa ad incentivare precocemente nei giovani l’uso del pensiero analitico?

dioniso ha detto...

Ciao ang, sicuramente del materiale utile ci sarà ma io non ne sono a conoscenza.
Tu che cosa insegni e in che tipo di scuola?
Quello che farei io è cominciare dai concetti basilari. Tipo: cercare sempre di capire qual è la fonte di una notizia e sviluppare le capacità per capire quando una fonte sia affidabile.
E poi investirei molto nella spiegazione di come funziona il metodo scientifico. L'atteggiamento scientifico quando si ha una convinzione è quello di cercare di smontarla e non di confermarla. Anche se alla fine tutti cadiamo nell'errore della ricerca delle conferme. Però è comunque importante saperlo.