Nelle ultime settimane ho notato un certo accanimento contro Paola Cortellesi. E mi viene da chiedermi se a scatenarlo non sia anche l’invidia verso il suo successo.
Personalmente ne sono contento e credo che lo meriti.Condivido alcune riflessioni scritte in un gruppo dove un contatto sollecitava una discussione sula "Lettera aperta a Paola Cortellesi (di Mauro Bertamè)"
Ecco le prime considerazioni che mi vengono in mente.
1. Prima di giudicare il monologo tenuto dalla Cortellesi alla Luiss bisognerebbe ascoltarlo o leggerlo per intero. L’ho cercato in rete ma non l’ho trovato. Se qualcuno lo trovasse potrebbe essere utile condividerlo.
2. Ritengo difficile giudicarlo leggendo solo brani decontestualizzati o commenti scritti da altri, di cui non sappiamo neppure se lo abbiano ascoltato o meno.
3. nello specifico, dalla lettera di Mauro Bertamé, (che non so chi sia), a prima impressione, mi pare emergere un certo livello di rancore e un’incapacità di cogliere un messaggio, probabilmente veicolato con un linguaggio iperbolico e ironico, interpretandolo alla lettera.
Quest’ultima, ovviamente, è solo un’impressione. Considerando che non ho avuto modo di leggere l’intervento della Cortellesi per intero.
Un’altra considerazione è che probabilmente quell’intervento va interpretato come una provocazione nel contesto di quel linguaggio. Non non credo voglia essere un saggio sul maschilismo delle favole su cui andare a fare le pulci per precisione e correttezza.
Questa storia dell’invidia verso il successo altrui mi ricorda quando molti intellettuali italiani degli anni 80 si affannarono a scrivere stroncature su Il nome della rosa di Umberto Eco. Un capolavoro della letteratura del ‘900 che aveva la colpa di aver avuto anche un successo popolare.
3 commenti:
Da FB
Roberto
Un classico per chi ottiene gran successo inaspettato.
Paola
Non riesco a trovare il monologo in questione e forse il motivo è che si tratta di un pezzo comico, magari creato per qualche suo spettacolo teatrale. Forse se lo si leggesse/ascoltasse tenendo presente questo, non si starebbe lì a fare tanta polemica.
Credo comunque che più che di invidia sociale si tratti della rabbia che nasce dallo smarrimento in cui si trovano tutti coloro (uomini e donne, di destra e di sinistra) i quali non riescono a comprendere che un certa cultura sessista non sia più accettabile, anche quando si tratta di questioni apparentemente secondarie. Siamo tutti responsabili di come vanno le cose perché siamo tutti immersi in questa cultura dalla quale ci risulta difficile prendere le distanze essendo per noi la normalità.
Effettivamente il discorso di Bertamè è pieno di acredine. Mi pare ci sia anzitutto antagonismo politico e disprezzo per certe istanze care alla sinistra.
Dioniso Dionisi
Paola, il tuo primo capoverso coincide con quanto ho scritto sul blog.
Per il secondo, sì, hai ragione. Forse quel tipo di rabbia prevale numericamente sull’invidia. L’invidia è forse più comune tra i vari pseudo intellettuali.
Annalisa
Non credo si tratti di accanimento o invidia consiglierei le lettura di queste considerazioni https://www.facebook.com/100044513436168/posts/935805391246567/
Dioniso Dionisi
Annalisa, mi pare che anche per l’articolo da te citato valgano tutte le osservazioni elencate qui sopra.
Annalisa
Dioniso a me sembrano decisamente più equilibrate e senza alcun accanimento ma con un sano senso critico
Dioniso Dionisi
Annalisa, non so se hai letto quanto ho scritto
Annalisa
Dioniso certo ma anche una frase estrapolata a volte può essere significativa di un pensiero troppo estremistico e divisivo, tipico dell'ormai trito e ritrito politicamente corretto. Comunque dovrei poter ascoltarlo per esprimere un mio pensiero
Modificato
Dioniso Dionisi
Annalisa, una frase estrapolata non può essere significativa soprattutto se si tratta di un monologo scritto attraverso gli strumenti della comicità.
Ogni stile va letto secondo la propria chiave. Non posso giudicare una commedia con gli strumenti con cui giudicherei un saggio specialistico.
Annalisa
Dioniso non resta che poter ascoltare il monologo...poi ti dirò
Eccolo: Paola Cortellesi e le fiabe, discorso integrale alla Luiss
Paola
Peraltro i virgolettati che le si attribuiscono sono anche sbagliati.
Dioniso Dionisi
Come spesso succede
Annalisa Santi
Ecco Dioniso Dionisi il link al discorso a cui aggiungo il mio commento https://youtu.be/5YnYZbUqqso?si=c3Brj-vrbBO-0WRY Ha iniziato con un forse eccessivo autoincensimento a cui è seguita una descrizione minuziosa del suo film (che per altro ho visto e apprezzato) e un intermezzo dedicato alla favola di Biancaneve. Nulla da eccepire sul film, sulle considerazioni sugli stereotipi e condizionamenti femminili, nonché sulle dinamiche che caratterizzano rapporti tossici, quello che mi è sembrato esagerato e quindi di facile attacco è stato proprio il discorso sulla favola. Io l'avrei evitato o diversamente caratterizzato in quanto l'insegnamento che si trae da una favola non è mai univoco e dipende da come la si racconta e su quali punti si caratterizza, il che può essere educativo o diseducativo dipende dal punto di vista e dall'interpretazione che se ne vuole dare. Lei è stata decisamente esagerata evidenziandola come assoluta negatività e legata a un fortissimo maschilismo...ma le interpretazioni di una favola possono essere altre...Gianni Rodari docet!
Dioniso Dionisi
Dopo aver visto la registrazione completa mi viene da pensare che chi nei giorni precedenti ha scritto commenti al vetriolo lo ha fatto sulla base di virgolettati sbagliati che comunque riguardavano una minima parte dell’intervento completo e seguendo inoltre una chiave di lettura sbagliata. Insomma, avrebbero fatto molto meglio a stare zitti piuttosto che giudicare qualcosa che non avevano visto. Ma continueranno a farlo perché sanno che ben pochi vanno
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