Malanimo non significa necessariamente pensare male ma è la costante di percepirsi insoddisfatti che è tipico della mente non coltivata. Perché se noi, come occidentali, ci fermassimo un attimo a riflettere. Se a mezzogiorno pensassimo alle fortune che abbiamo avuto dal momento in cui la sveglia è suonata fino a quel momento. Di quanti privilegi godiamo come se fossero dovuti. Noi in quel momento sentiremmo il cuore traboccare di gratitudine e sentiremmo anche crescere in noi il desiderio di condividere tanta fortuna. Quindi, imparare a gestire il malanimo, l’insoddisfazione, è una via reggia per incontrare la possibilità di una vita più serena, di una vita più felice. una vita in cui la gratitudine sia centrale."
Uomini e Profeti | E1 | Le basi della meditazione e gli ostacoli per entrare nella pratica | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
Gli impedimenti a dimorare nel momento presente
"Un notevole ostacolo alla continuità nella pratica meditativa, e quindi a dimorare nel momento presente, è la fretta. La fretta intesa sia come spinta che ci porta a fare velocemente una cosa dopo l’altra, sia come di vedere subito risultati concreti. L’impedimento della fretta è insidioso perché è culturalmente e socialmente condiviso. Un altro impedimento a darsi con regolarità e fiducia al momento presente è rappresentato dall’abitudine a programmare e a considerare l’evoluzione della vita come una successione di tappe e progressi prestabiliti. A tale proposito leggiamo le parole di Larry Rosberg.
“La mente fa continuamente calcoli, vogliamo andare da B. Oppure, se siamo davvero ambiziosi, da A a Z. La nostra pratica riguarda l’andare da A ad A. Sperimentare la gamma di ciò che accade richiede un approccio esteso al momento presente. Noi tendiamo a considerare il momento presente un mezzo per ottenere infine. Se nel momento A compio una determinata azione sarò felice nel momento B. Nella nostra pratica invece ogni momento è un mezzo e un fine e lo scopo del momento A è appunto il momento A.
L’insegnamento del Budda riguarda il risveglio o la liberazione e questo sembrerebbe un obiettivo. Ma il solo modo per raggiungere è essere totalmente dove siamo in questo momento”.
Ci sembra che la prospettiva offerta da Rosemberg sia completamente diversa da quella abituale, che ci spinge a vivere il presente come momento da usare per esaudire i nostri desideri e non già come un’occasione per risvegliarci alla realtà.
Un ulteriore impedimento molto diffuso a stare nel qui e ora è costituito dalla fortissima abitudine a mettere radici non già nel momento presente, ma piuttosto nel momento pensato. Incontriamo l’attimo usando la griglia delle nostre idee precostituite, dei nostri progetti, delle nostre aspettative o paure, e così facendo, sovrapponiamo il nostro pensiero della realtà alla realtà stessa.
La pratica della consapevolezza nutre la fiducia nella possibilità di accogliere e conoscere con sincerità. Infatti, come potremmo stare nel momento presente senza essere sinceri con noi stessi? Vale a dire che se ci scopriamo abitati dalla rabbia dobbiamo essere sinceri e riconoscere che qui e ora c’è la rabbia. Sincerità e umiltà ci permettono di essere a autenticamente presenti a quello che c’è anche se non è quello che vorremmo ci fosse che ci fosse. Un pesante ostacolo a vivere nel qui e ora è infine rappresentato da una vita vita non improntata a valori etici tutto questo genere di vita rafforza di disordine e la confusione e ci rende meno sensibili alla realtà nella quale viviamo. Queste insensibilità sfociano in vere e proprie separazioni tra i nostri desideri totalmente autocentrati e tutto il resto esiste solo se considerato utile ai nostri fini."
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