venerdì, giugno 10, 2011

Sardegna del sud: la terra dei Fenici - museo archeologico, Armungia, Chia, Capo Spartivento e mare

Martedì 31 maggio torniamo a Cagliari per visitare il museo archeologico.
La giovane archeologa di Nora ci ha detto lì è conservata la stele di Nora: il primo documento in cui compare il nome "Sardegna".
Il museo è organizzato molto bene. Mi piace molto la sezione dedicata alla scrittura.
Nel pomeriggio ci rimettiamo in viaggio. Vogliamo visitare la Sardegna "vera": quella dell'entroterra. Dopo quasi due ore di stradine tortuose, valli, gole e picchi panoramici raggiungiamo la nostra meta: 
Armungia. Un paesino di 500 abitanti sede di un raro esempio di nuraghe ben conservato e parte dell'abitato del paese.
Peccato che il nuraghe del XVI sec. a.C. sia stato reso invisibile a meno di accedere al piccolo museo etnografico, che ovviamente è chiuso.
Per cena andiamo nella trattoria Da Angelo a Domus de Maria. Stupefacenti sono le liste di attesa per poter mangiare in questa trattoria. Ma forse quella è l'unica cosa stupefacente di questo locale. Al Mirage troverete cibo e servizio migliori senza dover consultare agende e calendari per trovare un posto.
La giornata di mercoledì primo giugno la dedichiamo al mare.
Ci sdraiamo sulla bellissima spiaggia poco a est di Torre di Chia. Vinta la riluttanza iniziale mi decido a farmi una nuotata. L'acqua è fredda, ma penso che come al solito il movimento mi riscalderà.
Dopo una nuotata di quaranta minuti circa torno a riva. Con una certa sorpresa mi accorgo che le dita della mia mano destra sono estremamente pallide e piuttosto insensibili. Saranno necessari una decina di minuti di sabbiature calde per riattivare la circolazione della mia mano.
Dopo avere recuperato la funzionalità della mia mano destra decidiamo di avventurarci per la tortuosa strada costiera.

Attraversiamo chilometri di coste incantevoli e incontaminate fino a giungere ad una curva oltre la quale troviamo questa ecooscenità.
Da questa distanza si può ammirare l'ecooscenità in tutta la sua armonica consonanza con il paesaggio.
La recezionista dell'albergo ci dice che per qualche tempo i lavori sono stati bloccati ma ora sembra che stiano riprendendo.

Riprendiamo la strada tortuosa fino a raggiungere Capo Spartivento.
Su cui troneggia il vecchio faro trasformato di recente in un costosissimo albergo accessibile solo attraverso una quasi impercorribile strada sterrata. Strada che noi percorriamo a piedi.

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