venerdì, maggio 18, 2012

KulturFestival Italia: Cavour e Bismarck - Asimmetrie e Convergenze - Gian Enrico Rusconi

L'incarico pomeridiano di ieri per me e Zucchero era andare ad accogliere il professor Gian Enrico Rusconi all'aeroporto di Francoforte. Dopo un breve disguido iniziale dovuto a un equivoco di porte d'uscita recuperiamo l'emerito professore.
Il viaggio fila liscio e dialoghiamo piacevolmente. Dopo i consueti aggiornamenti atmosferici il discorso finisce inevitabilmente sui temi evoluzione/involuzione della cultura tedesca e rapporti tra Italia e Germania. Negli ultimi anni mi è capitato più di una volta che amici e familiari mi rimproverassero troppa severità nel giudicare l'involuzione della cultura tedesca che sto osservando da qualche tempo. Ho espresso le mie osservazioni al professor Rusconi, uno dei massimi esperti italiani di politica, storia e cultura tedesche, forse speravo un po' in un smentita, ma purtroppo il professore si è trovato d'accordo su quasi tutte le mie osservazioni. E anzi, ha detto che una simile involuzione nazionalista lui la registra addirittura tra i suoi colleghi più giovani. Quindi anche tra l'élite degli intellettuali. E la cosa lo preoccupa.
Forse proprio questa discussione in auto potrebbe aver ispirato la sua breve introduzione alla relazione. Il professore ha infatti espresso il suo disagio nel non riconoscere più la cultura tedesca che lui ha amato e conosciuto molti anni fa. E alla fine ha detto che quell'introduzione è stato un fuori programma improvvisato. Ho ripreso questa breve introduzione. Se volete potete riascoltarla o qui oppure nel video inserito qui sotto.

In tutto il professore ha parlato per quasi due ore. Ma, nonostante la complessità del tema non è mai stato noioso. Al contrario ha mantenuto vivissima l'attenzione con un eloquio che alternava fatti storici, osservazioni personali, passione, umorismo e raffronti tra presente e passato. Scherzandoci un po' sopra poi il professore ci ha detto che i tedeschi lo etichettano sempre come tempermentvoll.
Il suo discorso mi è piaciuto talmente tanto che a un certo punto mi sono messo a prendere appunti (soprattutto i concetti che più mi colpivano) come ai tempi dell'università. Li riporto per la cronaca in fondo a questo articolo.
Anche la cena con professore, pianisti e colleghe volanti è stata piacevole.










Gian Enrico Rusconi Cavour e Bismarck – Asimmetrie e Convergenze 
Appunti presi al volo (soprattutto i concetti che più mi colpivano) durante l’interessantissima conferenza "Due modelli di leadership politica: Cavour e Bismarck"
18 maggio 2012 - DAI Heidelberg
Abbreviazioni: C: Cavour – B: Bismarck – G: Garibaldi – M: Mazzini

Il concetto storico di Italia e Germania come verspätete Nationen (nazioni arrivate in ritardo) merita di essere approfondito attraverso tre riflessioni.

1. Le asimmetrie temporali: Unità Italia 1861 – Confederazione tedesca 1867, Unità dell’impero 1871 2. Le due unità nazionali non sono solo processi interni ma sono inquadrati nel conflitto delle potenze europee…
 …Si rimprovera sempre all'Italia di essersi schierata da una parte o dall'altra a seconda delle convenienze. Ma ci si deve sforzare a capire la grande complessità della realtà italiana. Complessità dovuta per buona parte all'oggettiva posizione geopolitica dell'Italia. A metà strada tra continenti e culture molto diverse.
3. Il processo converge nell'alleanza militare del 1866 tra Piemonte e Prussia. La Prussia trionfa ma l’Italia fallisce a Custoza. Bismarck avrebbe attaccato l'Austria solo se ci fosse stata l'Italia.

Le due personalità sono asimmetriche.
Cavour, Mazzini e Garibaldi si odiavano ma erano uniti sull'ideale dell'unificazione.
Garibaldi capisce che per unire ci si sarebbe dovuti alleare con Cavour: mai andati contro il parlamento.
Bismarck detestava il parlamento ma non l'ha mai chiuso. L'idea che lo si possa vedere come predecessore di Hitler è sbagliata.
La macchina da guerra prussiana ha fatto la Germania.
Con tutti i suoi limiti il sistema italiano è una monarchia parlamentare. La Germania è semi-
Cesaristi: rispettano formalmente la struttura del parlamento ma mirano molto al populismo. Cesarista: persona che non distrugge lo stato corrente ma lo condiziona fortemente. Oggi lo chiamiamo populismo, ma senza un Cesare non c'è populismo.
Nella seconda metà dell’ottocento si cominciano a usare i moderni termini politici ma con significati un po' diversi. Perfino il concetto di opinione pubblica è cambiato totalmente.
C e B: in entrambi si parla di cesarismo e populismo ma in modo diverso. C non è mai stato un mito paragonabile a B tanto meno paragonabile a G. Lincoln chiese a G di combattere in USA contro i sudisti. G disse avrebbe accettato solo se lo avessero fatto capo di tutto.
Il mito di B è scaduto. C non lo è mai stato. G onesto, M profeta. Rusconi odia i profeti.
La chiesa sbaglia tutto e lì è la radice di tanti mali che verranno dopo. C era laico e voleva ridurre potere temporale chiesa.
Né C né B inventano la Nazione (italiana o tedesca). L'idea c'era già. I borghesi e gli studenti vanno con G ma non i contadini. Nessuno sospettava che il meridione fosse ciò che era. Massimo D'Azeglio. C e B creano lo stato su una nazione preesistente. Senza guerra non ci sarebbe stata nessuna unità nazionale.
C liberale, B illiberale.
 Unificazione nazionale italiana tra 1859-61. La struttura istituzionale esportata e impone il modello del regno sardo.
Germania rimane una confederazione tra due poli: Prussia e Austria. Solo l'azione di B fa prevalere la guida prussiana.
Governi della confederazione tedesca: quelli liberali ammirano la rivoluzione Italiana, gli altri no.
Si diceva: "il Reno si difende sul Po". Allora capite perché la seconda guerra d'indipendenza si ferma. Napoleone 3 si ferma perché teme di trovare i prussiani e i bavaresi sul Mincio e allora pace.
Grossa importanza della Francia per la storia tedesca. Italia in posizione sempre un po' dipendente. Stessa dinamica oggi in Merckel, Holland, Monti.
B ha come obiettivo l'espulsione dell'Austria dalla confederazione tedesca. Prima cosa far fuori l'Austria quindi si allea con C.
1860 B dichiara che è opportuno che si formi un regno d'Italia. A lui interessa come cuneo tra Francia e Austria. B non vuole seguire il modello di C.
"Abbiamo bisogno di un C tedesco". Persino nel 1866 un liberale tedesco scrive: "come ho invidiato gli italiani, come ho desiderato un C o G tedesco". Poi di colpo è comparso B. Il liberale è disposto a sacrificare il suo liberalismo di fronte a B. La tragedia del liberalismo tedesco. Il liberalismo non riuscirà mai ad affermarsi in Germania per questo. Ma B non era un protonazista. B governa a prescindere dalle decisioni del parlamento, ma non è la rottura.
B: “La Germania non guarda al liberalismo della Prussia ma alla sua potenza. Non si decide con la maggioranza ma con il ferro e il sangue.” Non è tirannia ma cerca di convincere il parlamento.
C non avrebbe mai detto cose del genere, ma alla fine anche lui usa la violenza. Quanto a chiacchiere in parlamento C era maestro.
Differenza tra liberale e illiberale ma lo strumento è comune: la guerra.
Idea diversa di popolo e del suo manifestarsi.
Per C il popolo è parlamento e opinione pubblica. Combatte contro movimenti radicali. Se i garibaldini nel 1861 fossero scesi in piazza per evitare unità C avrebbe mandato l'esercito. G intuisce e si adegua.
Per B il popolo sono i sudditi fedeli al re. Si mobilita contro i democratici. Aprile 1861 prussiano scrive “parlamento: casa delle chiacchiere”.
Agli antipodi C. 6 mesi prima di morire: “Non ho fiducia nelle dittature. Sono figlio della libertà e ad essa devo tutto quello che sono”.
Se avessero potuto gli italiani avrebbero scelto G come dittatore.
B introduce il suffragio universale con il parlamento diviso in tre classi perché pensa che il popolo voterà per il re e per l'esercito. B gioca su complessità istituzionale e populismo.
1882 Italia 12% votava.
Verso la fine del secolo il modello prussiano attrae la classe dirigente italiana: con Crispi.
Domanda Ivana: Noi non siamo dei fanfaroni. Italiani sono pragmatici. I tedeschi sono idealisti. In Italia l'ideale non ha trainato un popolo. Che cosa dovremmo fare in Italia? A chi dovremmo riferirci per tornare a qualcuno come C?
Rusconi: C non appartiene più al nostro mondo. Lui si sarebbe offeso a sentirsi definito un idealista. I tedeschi hanno un forte senso di appartenenza nazionale che spesso sfocia nel nazionalismo, ma questa involuzione ha portato questo paese a due disastri. Questa estrema dedizione alla comunità ha portato questo paese a due esperienze mortifere. Ho combattuto anni contro stereotipi, ma sono tornati.
La Lega: chi avrebbe immaginato che sarebbero finiti con questo familismo di stampo meridionale. Le cose della lega si dicevano all'oratorio ma poi ci si autocontrollava e a scuola si diceva altro? Gli italiani sono davvero difficili da interpretare. Unità di costumi ma grandi differenze e complessità. Non sono in grado di fornire una risposta esaustiva. Monti e Fornero sono nella linea di Cavour. L'irrazionalismo porta alla Lega e al grillismo. Oggi nessuno può fare la politica di C né di giolitti né di De Gasperi. Si è perso lo spazio di libertà del nostro governo. Pensa che sia diverso in Germania? Apparentemente sembra che abbiano più spazio.

2 commenti:

fabio r. ha detto...

porcazozza... Rusconi ! m'hai detto un prospero! complimentoni! uno degli storici più lucidi che conosca e grande esperto di cose tedesche.. ti invidio germanicus !

dioniso ha detto...

Sì, Fabio! Proprio lui. Di pirsona pirsonalmente!