Leggendo
Ma il vino biodinamico è buono? di Dario Bressanini ho trovato una serie di domande e risposte sul metodo scientifico. Avendole trovate molto interessanti ed efficaci le riporto di seguito sintetizzando un po'.
FAQ
D: Se chi produce vuole seguire quelle prescrizioni esoteriche, che evidentemente non sono dannose per i prodotti, che male c’è?
R: Non c’è ovviamente nulla contro la persona che “ha fede”, ma io credo che la scienza, e gli scienziati, abbiano il diritto di spiegare cosa è dimostrato e distinguerlo da ciò che non lo è. Hanno il diritto, ma oserei dire anche il dovere, di mettere in evidenza la superstizione dalla realtà. Credo sia un dovere sociale che gli scienziati escano ogni tanto dai loro laboratori e cerchino di combattere tutti gli atteggiamenti antiscientifici che proliferano nella nostra società moderna, dall'astrologia all'omeopatia, dalle diete assurde basate sui gruppi sanguigni o sulla presunta alcalinità degli alimenti a tutte le varie pseudoscienze.
D: Perché prendi in giro Steiner e color che credono nella biodinamica?
R: Io non prendo in giro nessuno. Io riporto quello che ha scritto Steiner e lo confronto con i fatti. Non sono mica io quello che ha detto che si deve scuoiare un topo, bruciarne la pelle e spargerla per i campi. O che le corna del cervo comunicano con le energie cosmiche. E se uno “dinamizza” il letame ruotandolo per mezz'ora in senso orario e poi per mezz'ora in senso antiorario, beh, si deve aspettare qualche frecciatina
D: Ho comprato un vino biodinamico. Era buono assai. Quindi evidentemente la biodinamica funziona!
R: No. Non basta prendere una bottiglia di vino biodinamico e apprezzarla per dire che “funziona”. E non è neanche sufficiente prendere due bottiglie, una biodinamica e l’altra no, e confrontarle. Anche se avessimo la cura di prendere vini da due aziende vinicole confinanti, in modo da avere presumibilmente lo stesso suolo e le stesse condizioni climatiche, la qualità finale del vino è influenzata da moltissimi altri fattori, dai metodi di gestione della vigna alle pratiche che si effettuano in cantina, dal tipo di materiali usati per far invecchiare il vino e così via. L’unico modo per fare un confronto è un esperimento rigidamente controllato come descritto nello scorso articolo.
D: Sappiamo bene che ci sono molte cose che la scienza non riesce a spiegare
A: Certamente, la scienza ancora non riesce a dare una spiegazione di molti fatti sperimentali. Ma prima di perdere tempo nel tentativo di cercare una spiegazione ad un fatto, è necessario che l’esistenza del fatto stesso sia ben confermata. Per intenderci, non inizio a costruire teorie scientifiche su come le renne di Babbo Natale riescano a volare prima di determinare se effettivamente Babbo Natale esiste davvero e che usi delle renne.
D: Mi vuoi forse dire che uno non ha il diritto di credere in ciò che vuole?
A: Puoi credere in quello che vuoi, certamente. C’è chi crede a tutta una serie di cose non dimostrate. Basta considerare una qualsiasi religione e se ne trovano moltissime, ovviamente, di “espressioni di fede”. Tuttavia, così come c’è libertà di fede, esiste anche la libertà di critica, specialmente quando si vogliono far passare per “scientifiche” certe pratiche che proprio non lo sono. Diciamo che gli scienziati sono punti sul vivo quando invadi il loro terreno con un linguaggio pseudoscientifico, e reagiscono di conseguenza.
D: Il metodo scientifico non è l’unica maniera di indagine
A: Il metodo scientifico serve per ridurre al minimo, e se possibile eliminare, la possibilità di arrivare a conclusioni errate nell'osservazione di un fenomeno, eliminando le possibilità che il giudizio finale venga alterato da fattori estranei (ad esempio le convinzioni personali) al fenomeno che si desidera studiare. Nel far ciò è essenziale che il design dello studio sperimentale sia fatto a dovere. È per questo motivo che racconti aneddotici (vedi alla voce “mio cugino…”) non sono accettati. Nonostante tutte le precauzioni ogni tanto vengono pubblicati articoli sbagliati e che giungono a conclusioni errate. Può essere dovuto ad un cattivo design dell’esperimento o a una interpretazione statistica sbagliata dei risultati, alla mala fede o altro. Sta alla comunità scientifica, dopo la pubblicazione, criticare la metodologia con cui è stato effettuato lo studio.
Chi sostiene che il metodo scientifico non funziona solitamente non lo capisce e non ha mai proposto nulla di altrettanto valido.
D: È fastidioso che gli scienziati vogliano spiegare tutto.
R: Non tutto. Solo quello che è in linea di principio spiegabile in termini scientifici, almeno con le conoscenze attuali. Non si capisce perché se un prete parla di genetica e un filosofo di agricoltura nessuno si scandalizzi, mentre se ne parlano gli scienziati (che forse, forse, sono un po’ più titolati a parlarne) si accusi la scienza e gli scienziati di “arrogante scientismo”.
D: È indubbio che gli astri influenzino la vita sulla terra. Non è forse la forza della luna che muove le maree? E l’energia del sole che ci riscalda?
A: indubbiamente. Ma quelle sono forze ed energie ben note e studiate. Completamente comprese dalla scienza. Allo stesso modo con cui calcoliamo e prevediamo le maree, basandosi sulla forza di gravità, possiamo prevedere che l’influenza degli altri pianeti è praticamente nulla, per non parlare delle costellazioni.
Tirando le somme
Perché queste pratiche hanno seguito? Forse il motivo è da ricercare nel bisogno dell’uomo occidentale, in questo momento storico, di riscoprire una dimensione spirituale. Molto più banalmente, queste pratiche possono essere usate come segno di distinzione commerciale. In un mercato sempre più affollato di proposte, è importante trovare dei modi per caratterizzare un prodotto e distinguerlo dagli altri, vendendo al contempo anche emozioni. E il vino è il prodotto perfetto per vendere emozioni spirituali.