Riporto qualche appunto, in cui parafraso e sintetizzo l'ascolto della puntata di Radio3 Scienza del 15 Dicembre 2015: La fine del topo.
L'ospite è Fabrizio Benedetti, neuroscienziato dell'università di Torino e autore del libro Un mondo senza animali. Nel libro Benedetti cerca di rispondere alla domanda: come funzionerebbe il mondo se non si utilizzassero più gli animali e i prodotti da essi derivati? E soprattutto: è possibile pensare a una ricerca medica senza l'uso di animali? E quali ne sarebbero le conseguenze?
Il conduttore della trasmissione, Pietro Greco, cerca di ottenere risposte in due dei diversi ambiti del problema: quello etico e quello pragmatico.
Fabrizio Benedetti - Dal punto vista etico la cosa importante da dire è che purtroppo siamo tutti utenti della sperimentazione animale anche se non ce ne rendiamo conto. Di certo il problema etico resta un problema aperto. Nel mio libro dimostro che ci sono dei fatti e delle relazioni ma la risposta la lascio fondamentalmente al lettore. Lui dovrà rispondere se dal suo punto di vista etico la cosa sia giusta o no."
Dalla quarta di copertina: "L’autore spiega le ragioni dei movimenti animalisti e di chi fa ricerca biomedica, cercando di evidenziare gli aspetti positivi di entrambe le parti, ma sottolineando che in molte situazioni la rinuncia ai prodotti di origine animale costituisce una scelta possibile, mentre in altre pone un enorme dilemma etico."
Pietro Greco pone quindi una domanda secondo me molto importante: quanti sono gli animali utilizzati in ricerca rispetto agli animali utilizzati dagli esseri umani per essere consumati come cibo o per altri scopi tipo abbigliamento, cosmesi, eccetera?
Fabrizio Benedetti - Ecco questo è un punto importantissimo. Se facciamo il paragone: se si considerano tutti gli animali che vengono utilizzati dall'uomo, circa il 98% viene consumato come cibo. Contro un dato di circa lo 0,3% usato nella sperimentazione animale a scopi di ricerca medica. Quindi, approssimando un po', si può dire che per ogni animale usato per la sperimentazione scientifica ce ne sono più di 300 che vengono uccisi per scopi alimentari. Ma il fatto ancora più interessante è che dei sondaggi effettuati negli Stati Uniti e in Germania mostrano che circa il 60-65% della popolazione abolirebbe totalmente la sperimentazione animale mentre solo il 25-30% abolirebbe l'uso di animali per scopi alimentari.
Pietro Greco - Quali sono gli effetti pratici di una ricerca senza sperimentazione animale?
Fabrizio Benedetti - Si potrebbero citare centinaia di tecniche mediche e centinaia di farmaci che salvano vite e che non si sarebbero potuti mettere a punto senza l'uso della sperimentazione animale. Cita quindi i trapianti di organo.
A questo punto una domanda che è legittimo porsi è la seguente: ha senso spendere energie in una battaglia per salvare un animale, quando si sa che il suo non utilizzo potrà avere come conseguenza perdite di pazienti o grosse sofferenze negli stessi; invece di utilizzare tali energie per salvare più di 300 animali il cui uso, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbe essere rimpiazzato o ridotto di molto senza provocare né morti né sofferenze?
Consiglio a tutti quelli che parlano o si interessano del tema della sperimentazione animale di ascoltare la puntata radiofonica in cui il tema viene approfondito e vengono citati altri esempi, tra cui i vaccini, la radioterapia e i dati relativi all'uso degli animali per i prodotti cosmetici. Ancor meglio sarebbe leggere il libro. Io l'ho appena acquistato.
L'ospite è Fabrizio Benedetti, neuroscienziato dell'università di Torino e autore del libro Un mondo senza animali. Nel libro Benedetti cerca di rispondere alla domanda: come funzionerebbe il mondo se non si utilizzassero più gli animali e i prodotti da essi derivati? E soprattutto: è possibile pensare a una ricerca medica senza l'uso di animali? E quali ne sarebbero le conseguenze?
Il conduttore della trasmissione, Pietro Greco, cerca di ottenere risposte in due dei diversi ambiti del problema: quello etico e quello pragmatico.
Fabrizio Benedetti - Dal punto vista etico la cosa importante da dire è che purtroppo siamo tutti utenti della sperimentazione animale anche se non ce ne rendiamo conto. Di certo il problema etico resta un problema aperto. Nel mio libro dimostro che ci sono dei fatti e delle relazioni ma la risposta la lascio fondamentalmente al lettore. Lui dovrà rispondere se dal suo punto di vista etico la cosa sia giusta o no."
Dalla quarta di copertina: "L’autore spiega le ragioni dei movimenti animalisti e di chi fa ricerca biomedica, cercando di evidenziare gli aspetti positivi di entrambe le parti, ma sottolineando che in molte situazioni la rinuncia ai prodotti di origine animale costituisce una scelta possibile, mentre in altre pone un enorme dilemma etico."
Pietro Greco pone quindi una domanda secondo me molto importante: quanti sono gli animali utilizzati in ricerca rispetto agli animali utilizzati dagli esseri umani per essere consumati come cibo o per altri scopi tipo abbigliamento, cosmesi, eccetera?
Fabrizio Benedetti - Ecco questo è un punto importantissimo. Se facciamo il paragone: se si considerano tutti gli animali che vengono utilizzati dall'uomo, circa il 98% viene consumato come cibo. Contro un dato di circa lo 0,3% usato nella sperimentazione animale a scopi di ricerca medica. Quindi, approssimando un po', si può dire che per ogni animale usato per la sperimentazione scientifica ce ne sono più di 300 che vengono uccisi per scopi alimentari. Ma il fatto ancora più interessante è che dei sondaggi effettuati negli Stati Uniti e in Germania mostrano che circa il 60-65% della popolazione abolirebbe totalmente la sperimentazione animale mentre solo il 25-30% abolirebbe l'uso di animali per scopi alimentari.
Pietro Greco - Quali sono gli effetti pratici di una ricerca senza sperimentazione animale?
Fabrizio Benedetti - Si potrebbero citare centinaia di tecniche mediche e centinaia di farmaci che salvano vite e che non si sarebbero potuti mettere a punto senza l'uso della sperimentazione animale. Cita quindi i trapianti di organo.
A questo punto una domanda che è legittimo porsi è la seguente: ha senso spendere energie in una battaglia per salvare un animale, quando si sa che il suo non utilizzo potrà avere come conseguenza perdite di pazienti o grosse sofferenze negli stessi; invece di utilizzare tali energie per salvare più di 300 animali il cui uso, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbe essere rimpiazzato o ridotto di molto senza provocare né morti né sofferenze?
Consiglio a tutti quelli che parlano o si interessano del tema della sperimentazione animale di ascoltare la puntata radiofonica in cui il tema viene approfondito e vengono citati altri esempi, tra cui i vaccini, la radioterapia e i dati relativi all'uso degli animali per i prodotti cosmetici. Ancor meglio sarebbe leggere il libro. Io l'ho appena acquistato.