Negli untimi giorni Loredana Lipperini, ha trattato il tema in due puntate di Pagina 3: Librerie fantascientifiche e I percorsi del potere.
Nell'ultima puntata ha consigliato la lettura di questi tre articoli.
Zuckerberg non ha mai creduto in niente - Lucy
Racconta bene tutte le metamorfosi Zuckerberg: "alfiere di tutto il contrario di cui era stato il capofila fino al giorno prima". Passato dalla telefonata dopo la vittoria del 2016 in cui Zuckerberg si è congratulato con Trump per il suo “innovativo” uso di Facebook; al dietrofront, dopo lo scandalo di Cambridge Analytica), con la promessa che la sua multinazionale avrebbe fatto di più per contrastare la disinformazione; al riavvicinamento a Trump, durante la pandemia, con la famosa esternazione che Facebook non avrebbe fatto da “arbitro della verità” di fronte alle bugie di Trump sui voti per corrispondenza; al voltafaccia, seguito all’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 con la corsa di Zuck per arrivare primo nella gara a bandire il presidente dalle sue piattaforme; fino all’ultima campagna elettorale in cui Trump ha accusato apertamente Zuckerberg di aver “tramato” contro di lui nelle elezioni di quattro anni prima, spiegando che se l’avesse rifatto avrebbe “passato il resto della sua vita in prigione. Zuckerberg gli ha risposto epurando i vertici di Meta in favore di figure come il nuovo responsabile degli affari globali Joel Kaplan, trumpiano di ferro, donando un milione di euro al fondo per l’insediamento della nuova amministrazione e alleandosi alla crociata in favore della “libertà di espressione”.
Perché è il momento per un social network europeo - L'INDISCRETO
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Addio Facebook e Instagram: è ora di ricostruire le nostre case digitali - Valigia Blu
Il tema proposto da Loredana Lipperini mi coinvolge e mi fa riflettere. Continuerò a seguire il dibattito. Non escludo di maturare decisioni che mi portino ad abbandonare lentamente le reti social vicine al trumpismo.
Il tema proposto da Loredana Lipperini mi coinvolge e mi fa riflettere. Continuerò a seguire il dibattito. Non escludo di maturare decisioni che mi portino ad abbandonare lentamente le reti social vicine al trumpismo.
Mentre scrivo queste riflessioni sul blog mi viene da pensare quanto siano diversi la mia postura e il mio atteggiamento quando scrivo sulle reti sociali rispetto a quando scrivo su un blog.
Nel primo caso uso quasi sempre il cellulare e tendo a scrivere in modo più veloce e superficiale. Quel tipo do scrittura non mi spinge alla riflessione e all'approfondimento. E da lettori, si rischia di non andare oltre le tre righe e saltare compulsivamente da un post all'altro. Se leggo da un blog, posso sempre salvarmi la pagina e tornarci. Pratica rara e complicata quando si legge dalle reti sociali.
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