venerdì, maggio 27, 2011

Sì, zio Silvio, sì. i giudici cattivi che ti perseguitano... Ma vi siete dimenticati di nuovo il tavor mattutino?

Avete presente quel nonno o quel vecchio zio a cui vogliamo tanto bene, ma la cui mente è stata purtroppo un po' offuscata dagli anni. E quando ci sono le riunioni familiari vaga da tavolo a tavolo a raccontare del catetere e del vicino di casa che gli nasconde la dentiera perché lo odia?
Ecco, noi ce l'abbiamo alla guida del paese.

giovedì, maggio 26, 2011

Il mito della prestazione intellettuale

Mi è capitato più volte di osservare come "l'intelligenza" venga elevata a valore assoluto con cui giudicare l'umanità: il più importante tra i parametri con cui misurare il valore di un essere umano.
Probabilmente prima ci si dovrebbe chiedere: che cos'è l'intelligenza? In casi estremi essa viene equivocata con la prestazione scolastica. Spesso il risultato di questo abbaglio è quello di generare o dei frustrati insoddisfatti con bassa autostima oppure dei collezionatori di risultati presuntuosi e pieni di sé.
Per quanto mi riguarda devo ammettere che nei miei anni di formazione, per non far torti, ho frequentato entrambi le categorie: in certi ambiti quella dei collezionatori di risultati e in ambiti diversi quella dei frustrati insoddisfatti.
Considerate queste premesse fa molto piacere conoscere dei giovani che invece usano il loro acume in modo molto sobrio e sereno senza ansia da prestazione.

mercoledì, maggio 25, 2011

Giovani

Giovani tra 15 e 24 anni ogni 100.000 abitanti
I paesi mediterranei popolano gli ultimi posti: Italia penultima, Spagna quartultima e Grecia quintultima. Gli scandinavi invece guidano la classifica Europea.
L'opposto dello stereotipo di alcuni decenni fa.

martedì, maggio 24, 2011

Citazioni: momenti di incancellabile ridicolaggine

Ci sono momenti nella vita che uno non si rende conto di essere ridicolo e sciocco, non puoi cancellarli dal curriculum, poi ti risveglierai, li ricorderai con un po' di vergogna, ma la vergogna è qualcosa che ci attacchi dopo.

lunedì, maggio 23, 2011

Eyjafjallajökull: la vendetta - contrordine delle 13:15: non era l'Eyjafjallajökull!

Lo scorso anno il mio migliore collega virtuale che lavora a Parigi rimase bloccato a Seattle per colpa dell'Eyjafjallajökull. Sabato è partito di nuovo per gli USA. Ha organizzato lì l'equivalente di questo mio evento. Io come al solito lo sto sostituendo. Dovrei sostituirlo per questa settima. Settimana che si prevede molto movimentata, visto il preannunciato raddoppio di lavoro. Dopodiché dovremmo partire alla volta di Cagliari.
Sennonché, ho appena sentito dalla rassegna stampa che l'Eyjafjallajökull ha ripreso ad eruttare e che i voli islandesi sono già stati annullati.

Ora la domanda sorge spontanea: queste nostre vacanze sarde riusciremo a farcele?

Per chi volesse avere un chiaro esempio di come si pronuncia Eyjafjallajökull:
Eyjafjallajökull … si ma come si pronuncia?

Aggiunta delle 13:15: non era l'Eyjafjallajökull!
Bensì il Grimsvoetn. Ma che notizie danno alla rassegna stampa di radio tre!? Non sono in grado di distinguere il Grimsvoetn dall'Eyjafjallajökull!? Un'altra iterpretatione plausibile è che i miei tre neuroni si siano confusi.

Interviste impossibili: Pitagora nella bottega del fabbro (prima parte)

Giamblico scrive che Pitagora, durante le sue passeggiate per le strade di Crotone, era solito passare nei pressi della bottega di un fabbro e in questo modo si accorse che c’erano delle differenze tra i vari suoni che provenivano dall’interno della bottega: alcuni suoni risultavano gradevoli, cioè consonanti, mentre altri erano fastidiosi, cioè dissonanti. Entrato quindi nella bottega il filosofo si mise ad osservare il lavoro dei fabbri e si accorse che l’altezza dei suoni dipendeva dai pesi dei martelli. Su questa scoperta il filosofo fondò la sua interpretazione del mondo.
Ma considerando che Pitagora visse nel VI secolo a.C. voi vi fidereste di quello che Giamblico scrisse otto secoli dopo? Non preferireste conoscere la storia direttamente dalle parole di Pitagora? Qualcuno penserà che ciò è impossibile, ma alcuni di voi sanno già che con il nostro φιχιfonino oltretombale di Mηλον, l’adePhone 5, possiamo effettuare collegamenti iperspazio-temporali retrogradi. Così come per l’intervista a Talete, grazie a questa tecnologia siamo in grado di offrirvi, in esclusiva universale, un'intervista telefonica con il cofondatore dell’impostazione logico-deduttiva della Matematica nonché filosofo, mistico e teorico musicale: Pitagora di Samo in persona!
Stavolta sono riuscito a procurarmi il numero diretto di Cerbero così potremo evitare quella lugubre e fastidiosa segreteria telefonica dell'Ade. Allora, proviamo a digitare il numero fornitomi dai nostri informatori: 000 666 006 #+*~°
- Druum, Druuuum. Druum, Druuuum. Pronto! Sono la seconda testa dell’operatore Cerbero. Le interesserebbe l’offerta “Chiama l’Ade senza rate”? Con solo una ricarica potrete …
- No, grazie Cerbero, non mi interessa. Vorrei parlare con Pitagora.
- Pitagora chi? Dovrebbe essere un po’ più specifico!
- Ma Pitagora di Samo ovviamente!
- Pitagora di Samo, dice lei. E mica ce n'è stato solo uno di Pitagora a Samo! Deve essere più specifico!
- Pitagora di Samo: il filosofo-matematico!
- Aahhaahhh, non bastaaa! Senta ho capito. Facciamo così. Altrimenti qui ci stiamo fino al prossimo Sciroforione. Mi dica la paternità. È Pitagora di Samo figlio di Eratocle o Pitagora di Samo figlio di Mnemarco.
- Ehm… Mi sembra che Giamblico citasse Mnemarco.
- E non poteva dirmelo prima?! Pitagora di Samo figlio di Mnemarco non c’è!
- Come non c’è! E dove si troverebbe scusi!
- Ah, ma allora lei è proprio ignorante!! Egli dimora nei Campi Elisi.
- Nei Campi Elisi!?
- Sì! Nel regno di Crono. Dove dimorano tutti quelli che furono amati dagli Dei. Non mi dica che era all’oscuro dell’esistenza dell’Eliseo!
- No, no, è che… i tempi delle letture dei classici sono un po’ lontani e …
- Vabbè, ho capito!
- Senti Cerbero, piuttosto, non mi potresti dare il numero di questi Campi Elisi?
- Bè, sì, io il numero glielo posso anche dare, ma non le consiglierei di provare a chiamare.
- E perché?
- Mah, guardi, l’Eliseo è ancora all’età della pietra. Tutti belli e buoni, ma in fatto di tecnologie.... Hanno linee lentissime. Le costerebbe un’enormità. E poi quel Crono. È di un’antipatia! Ed è pure un po’ duro d’orecchi.
- E io come dovrei fare allora per l’intervista a Pitagora? Ormai il pezzo lo devo scrivere. Mica me lo posso inventare!
- Bè, io un’idea ce l’avrei.
- E cioè?
- Un baratto. Lei mi compra l’offerta “Chiama l’Ade senza rate” e io le racconto la vera storia di Pitagora nella bottega del fabbro.
- Quella di Giamblico?
- Ma no!! Quella che ho sentito direttamente dalla voce di Pitagora. Lo ospitai qualche ora durante l’attesa per il passaggio ai Campi Elisi. Nulla a che vedere con la versione di Giamblico.
- Bene. Affare fatto!
- Allora, le cose andarono così...

…continua…

venerdì, maggio 20, 2011

Considerazioni sociologiche sul fenomeno coppia mista

Stamane, mentre andavo in bicicletta a far la spesa dal fruttivendolo italiano, senza nessun motivo particolare, tra i miei tre neuroni hanno cominciato a materializzarsi le immagini dei nostri amici e conoscenti reali e virtuali che appartengono alla categoria coppia mista. E in seguito a una veloce stima nasometrica mi sono accorto che forse nel 90% dei casi, ma forse ancora di più nelle coppie più giovani, è la metà femminile della coppia ad essere italiana. Ho provato a chiedermi il perché.
Possibili interpretazioni:
  1. È un fenomeno limitato ai nostri amici e conoscenti reali e virtuali 
  2. È un fenomeno limitato alle coppie italo-tedesche
  3. È un fenomeno limitato alle coppie in cui una metà è italiana
  4. È un fenomeno generale e la spiegazione è che:
    1. le donne sono più disposte a traslocare per amore
    2. gli uomini impongono alle donne di traslocare 
    3. gli uomini (forse dovrei aggiungere italiani) tendono a voler rimanere in prossimità della mamma 

Altre interpretazioni?

giovedì, maggio 19, 2011

Figure retoriche: entimema confutativo?

Nella Retorica di Aristotele L'entimema è un'argomentazione in forma di sillogismo in cui almeno una delle premesse è solamente probabile o sottintesa.

Esempi:
Il fatto che Pisapia abbia preso più voti della Moratti è una dimostrazione che la supremazia mediatica non esiste.

Sgarbi: La mia trasmissione non ha avuto successo per il fatto che le trasmissioni culturali sono sempre di nicchia.
Intervistatore: E Saviano?
Sgarbi: Ha avuto successo, ergo non fa cultura.


... oppure si tratta di un Post hoc ergo propter hoc?

Questa presentazione mostra molti esempi di entimema nella pubblicità.

domenica, maggio 15, 2011

Il pesto (quasi) genovese e i cannoli seconda parte

Oggi ho provato un'altra ricetta scientifica:
Le ricette scientifiche: il pesto (quasi) genovese

Anche questa niente male. Ho usato 40 g di basilico, 20 g di parmigiano, 20 g di pecorino sabino, 2 cucchiai di pinoli, 2 spicchietti d'aglio e 6 cucchiai d'olio.

Per quanto riguarda i cannoli di Zucchero e i miei colleghi orchestrali, ieri sono stato protagonista di una simpatica scenetta. Avevo portato i cannoli la mattina e poi, visto l'impegno in una prova di soli tromboni, non avevo avuto opportunità di parlare con nessun altro. Dopodiché noi tromboni abbiamo avuto una lunga pausa, così ne ho approfittato per tornare a casa.
Giunto a casa Zucchero, mi ha chiesto: "sono piaciuti i cannoli? "
Io ho risposto: "mah, nessuno mi ha detto niente." E tra me e me ho pensato: 'sti crucchi! Non hanno proprio gusto in fatto di gastronomia.
Prima di tornare alla prova sono passato a ricomprarmi un leggìo. Il mio vecchio leggio, che usavo da ben 28 anni, si era rotto e il mio collega mi diceva ogni volta: "ma ancora non l'hai ricomprato?!"
Sono tornato alla prova un po' in ritardo. Stavano già suonando, ma c'era una pausa per i fiati. Il mio collega trombonista mi ha detto: "Complimenti! Che bel leggio!"
Poi mi sono girato verso la sezione legni e ho visto tutti gli occhi puntati su di me con diversi pollici alzati. Mi son detto: "Ammazza sto leggio piace proprio molto!". Ma poi il clarinettista si è alzato, è venuto verso di me e mi ha detto:
- "Ma che cos'era quell'opera d'arte?! Quella delizia!!".
- Aaah! I cannoli!!
Al che al trombettista si è accesa la lampadina: - Ah! I cannoli!! Quelli del Padrino parte terza!
- Vielleicht - ho risposto.

sabato, maggio 14, 2011

Carnevale della Matematica #37

La ricchissima edizione del Carnevale della Matematica di Maggio è ospitata da Gianluigi Filippelli su DropSea.
Gianluigi introduce così il mio contributo:
E poi ecco una musica lontana che ci guida... sembra Giuseppe Verdi...

E' una musica di attesa, scopro, per una intervista telefonica, quella che Dioniso ha fatto con un signore da poco conto, in fondo un semplice geometra, nel senso di un matematico che si interessa alla Geometria, tale Talete di Mileto.
L'intervista è bella e interessante, suddivisa in due parti (prima e seconda), anche se, però, per i più pigri c'è una trattazione sintetica. Per quelli che invece vogliono stamparsela, c'è anche una versione in pdf.

Il carnevale 38 di giugno sarà ospitato da MaddMaths.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina fan del Carnevale su Facebook

venerdì, maggio 13, 2011

Mousse scientifica al cioccolato e cannoli siciliani

Ieri ho provato la mousse scientifica al cioccolato di Hervè This e Dario Bressanini nota anche come cioccolato chantilly.
È semplicissima. Gli ingredienti sono solamente: cioccolato fondente al 70% di cacao e acqua. Incredibile ma vero: solo cioccolato e acqua. Semplice, buona e leggera. Penso che questa ricetta farà storia.
Siccome io sono stato approssimativo e poco scientifico nelle pesature e nella refrigerazione ho dovuto effettuare un paio di correzioni con aggiunta di cioccolato affinché montasse. Ma seguendo i consigli di Bressanini, come potete vedere, alla fine il risultato non è stato niente male. La riproverò con più rigore.
L'otto marzo 2012 l'ho provata di nuovo col cioccolato fondente al 90%. Dati i suoi 55g di grasso, con la formula di Bressanini 55x100/34 ho approssimato a 160g di acqua. Ho fatto sciogliere 200g di cioccolato dentro una bacinella metallica a bagnomaria. Ho tolto dal bagnomaria, aggiunto i 320g d'acqua, ho mescolato. Poi ho immerso la bacinella in una bacinella più grande contenente acqua raffreddata per una ventina di minuti nel congelatore. Dopo qualche minuto di lavorazione con la frusta la consistenza era perfetta. Solo che il risultato era troppo amaro. Allora ho avuto la brillante idea di aggiungere un po' di zucchero a velo. A quel punto la mousse si è smontata. È ridiventata liquida e ho dovuto buttare tutto. Quindi una cosa la posso dire: serve proprio il cioccolato al 70%.

Qualche giorno fa invece Zucchero si è cimentata per la prima volte nella preparazione di uno dei miei dolci preferiti: i cannoli siciliani.
Siccome alla dolce consorte non piace la ricotta io ho dovuto contribuire nell'importantissimo ruolo di assaggiatore nonché decisore della quantità giusta di zucchero. Dopo varie degustazioni ho concesso l'approvazione. Sembra che i colleghi tedeschi di Zucchero siano rimasti molto soddisfatti della mia calibrazione saccarosa.
Stasera l'amata Zuccherina ripeterà l'esperimento sotto mia richiesta. Stavolta ad usufruirne saranno i fortunati colleghi orchestrali durante il Probenwochenende di domani.ul

Figure retoriche: anfibologia

Reinserisco la figura retorica che blogger ha distrutto nel suo crollo di ieri. Purtroppo mi ha distrutto anche una bozza su mousse scientifica al cioccolato e cannoli siciliani. Dovrò riscriverla...

L'anfibologia o anfibolia (composto dal greco amphibolía, «incertezza», e lógos, «discorso») è una figura retorica che attraverso un'ambiguità sintattica o semantica rende il significato di quanto è scritto interpretabile in modi diversi a seconda del modo di leggerlo.

Esempi:
Posso sollevare un uomo con una mano sola.
Si vendono impermeabili per bambini di gomma.
La Moratti la calunnia vinse.

lunedì, maggio 09, 2011

Do ut des, Quid pro quo e Qui pro quo

Appena rientrato dall'n+1-esimo viaggio in Italia stamani aprirò la riunione del mio gruppo su cui ho investito una buona fetta del mio lavoro negli ultimi mesi.
Aprirò io con le introduzioni varie seguite da una mia presentazione intitolata: Do ut des, Quid pro quo and cultural diversity. Presentazione in cui ho cercato di far affiorare soprattutto i vantaggi della collaborazione e della varietà culturale del nostro gruppo. Mi è venuta l'idea di partire da tre frasi latine: "Do ut des", "Quid pro quo" e "Qui pro quo" e dai possibili equivoci generati dal fatto che:
"Nel mondo anglosassone per esprimere lo stesso concetto di Do ut des viene invece usata l'espressione quid pro quo, da non confondere con l'espressione qui pro quo, usata nei paesi latini, che ha un diverso significato."
Comincio quindi dal tema: incomprensioni e varietà culturale per poi passare alla pletora di vantaggi della varietà culturale. Vista la mia scarsa conoscenza in fatto di latino, spero di non ripetere figure di napoletoniana memoria.
In ogni caso la sera ci delizieremo con il corso di cucina!!

mercoledì, maggio 04, 2011

Interviste impossibili: Talete (seconda parte)

... segue da Interviste impossibili: Talete (prima parte)

- Allora, le cose andarono così...
La fama della saggezza dei sacerdoti della valle del Nilo mi aveva raggiunto a Mileto. Ero molto giovane e avido di nuove conoscenze. Decisi così di mettermi in viaggio verso l’Egitto.
Una volta lì riuscii ad instaurare con i sacerdoti un rapporto denso di scambi. E presto la fama delle mie doti matematiche raggiunse persino il faraone Amasis. Amasis oltre che per la sua crudeltà era anche noto per la sua passione per le sfide. Volle quindi mettere alla prova questo barbaro che era riuscito a guadagnarsi la stima dei suoi sacerdoti. Insieme ad essi mi fece così convocare a corte e mi propose questa sfida: se da solo riuscirete in un giorno a misurare l'altezza dell'obelisco di Ramses II vi ricoprirò d'oro, ma se al tramonto non vi sarete riuscito allora sarete murato nella piramide di Cheope.
- Ah, quindi in qualche modo la piramide di Cheope entra in gioco!
- Sì, ma non nel modo raccontato da Plutarco.
Ma tornando tornano alla corte di Ramses, alle parole del faraone seguì un mormorio diffuso. Il bisbiglio di qualche sacerdote mi raggiunse: “Non accettare!”, “Rifiuta!”
- Bè, certo, anch'io avrei rifiutato.
- Io invece non rifiutai. Ero giovane e le sfide piacevano anche a me. Misi così a rischio la mia vita accettando la sfida di uno dei faraoni più spietati della storia d'Egitto.
- Bel coraggio!
- Qualche giorno dopo fui scortato a Tebe, quella che voi oggi chiamate Luxor. Lì, ai piedi dell'obelisco, oltre ai sacerdoti, alla guardia e al messo del faraone, si era radunata una folla di curiosi. Il messo lesse pubblicamente il testo della sfida.
- Immagino la tensione.
- Bè, sì, non ero propriamente rilassato. Ma neppure il pubblico lo era, a giudicare dal silenzio ieratico che mi circondava. Eravamo all'inizio di Metagitnione, il solstizio era passato da qualche giorno, e il sole ardeva quasi perpendicolare sulle nostre teste.
- Quindi oltre al nervosismo contribuiva anche il sole a surriscaldare il clima.
- Il giorno prima durante il viaggio avevo impegnato tutte le mie facoltà mentali per trovare una possibile soluzione. Non appena ci trovavamo vicino a un obelisco rivolgevo tutta la mia attenzione a quell'oggetto. Lo guardavo dall'alto in basso, lo studiavo, osservavo il suolo circostante, la sua ombra; ma non mi veniva nessuna idea.
- Non eravate spaventato?
- Non lo nego, ma la determinazione superava lo spavento. Quella notte ci misi un po' per addormentarmi. E il mio sonno fu molto agitato. Verso l'alba Atena mi comparve in sogno.
- La dea Atena?
- Sì lei. "L'ombra" - mi diceva - "Guarda l'ombra. È lì la chiave." Mi svegliai con il suono di quelle parole che mi rimbalzava nella testa. Sentivo di essere vicino alla soluzione, ma ancora non capivo.
- E poi che faceste? Rimaneste in piedi fino al momento della sfida?
- No. Riuscii a riprendere sonno. E stavolta fu Ra a comparirmi in sogno.
- Ra?! Il dio del Sole?!
- Sì lui. "Devi guardare il sole" - mi disse - "Concentrati sul sole." Mi svegliai. La guardia del faraone era già pronta per scortarmi verso l'obelisco. Fu solo lì, di fronte alla folla in attesa e grondante di sudore, dopo aver osservato lo spostamento del sole e l'allungarsi dell'ombra, che ebbi l'intuizione.
- Mai intuizione fu più provvidenziale immagino.
- Immagina bene. Non ho mai più provato quella sensazione. Né durante la mia vita terrena né durante la mia vita ultraterrena. Fu come un'esplosione di calore al basso ventre. Un uragano tropicale che rimescola le viscere.
- Come mi piacerebbe provare una volta quella sensazione.
- Atena! Ra! Vi ringrazio! Urlai.
- E il faraone come la prese? Vi ricoprì d’oro come promesso? E i sacerdoti come reagirono?
- Il resto ha poca importanza. Non lo ricordo bene. E poi lo può desumere da altre fonti. Comunque volendo raccontare brevemente ciò che ricordo, mi feci portare un'asta, la piantai in prossimità dell'ombra proiettata dall’obelisco e sfruttando la similitudine tra il triangolo avente come cateti l’obelisco e la sua ombra e il triangolo avente come cateti l’asta e la sua ombra, dimostrai che il rapporto tra l'altezza dell'asta e quella dell’obelisco è uguale al rapporto tra le rispettive ombre.
- Quindi immagino che poi aspettaste il momento del giorno in cui la lunghezza dell’ombra dell’asta avesse raggiunto la stessa lunghezza dell’asta...
- Esattamente! A quel punto misurammo la lunghezza dell’ombra dell’obelisco che in quel momento coincideva con la lunghezza dell’obelisco.
- Sì, perché quello era il momento del giorno in cui l’inclinazione dei raggi solari è di 45°, no?
- Sì, ma come dicevo, questi dettagli li può trovare su uno degli innumerevoli libri che trattano il Teorema di "Talete". Ora mi lasci andare, altrimenti arriverò tardi all'appuntamento quindicinale per la tazza di idromele con i babilonesi.
- Andate, andate. Non vorrei che perdeste un appuntamento così importante. Solo un'ultima brevissima domanda. Ma è vero quello che racconta Giamblico?
- E cioè?
- E cioè che il giovane Pitagora viaggiò da Samo fino a Mileto solo per poter parlare con voi?
- Certo che è vero! Io ero vecchio e stanco, ma quel giovane mi suscitò un'immediata simpatia. Rivedevo in lui quel fervore e quell'entusiasmo che erano miei nel periodo del mio viaggio in Egitto cinquant'anni prima.
- No, la cosa mi interessava perché il personaggio della prossima intervista adeFonica sarà proprio lui: Pitagora.
- Ah! Me lo saluti tanto! Come le dicevo non è così facile parlare con i membri degli altri gironi trasversali. E poi col girone dei teorici numerici c'è una certa rivalità da qualche decina di secoli oramai. Ma ora la devo proprio salutare.
- Sì, sì, grazie mille per l'intervista.
- Non c'è di che. E se vuole sentire altri racconti non esiti a contattarmi di nuovo! Kalispera!

Per una trattazione più breve e noiosa vedi: Talete: Numeri e Geometria attraverso la storia

Indice della serie "Numeri e Geometria attraverso le interviste"

Versione integrale in pdf dell'intervista

martedì, maggio 03, 2011

Il discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden

Ho appena letto questa interessantissima analisi del discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden.

Il discorso di Obama sull’uccisione di Bin Laden « D I S . A M B . I G U A N D O

Fui contento quando Obama fu eletto ma questo discorso mi suscita un certo disagio attraverso gli echi di altre dichiarazioni di annoverazioni divine tra i propri tifosi.

«The cause of securing our country is not complete. But tonight, we are once again reminded that America can do whatever we set our mind to. That is the story of our history, whether it’s the pursuit of prosperity for our people, or the struggle for equality for all our citizens; our commitment to stand up for our values abroad, and our sacrifices to make the world a safer place.»
«Let us remember that we can do these things not just because of wealth or power, but because of who we are: one nation, under God, indivisible, with liberty and justice for all. Thank you. May God bless you. And may God bless the United States of America.»

Citazione dall'articolo di Giovanna Cosenza "Il discorso che Barack Obama ha pronunciato due notti fa per annunciare l’uccisione di Osama Bin Laden è perfetto nella sua semplicità, perché applica alcune regole elementari per la costruzione di storie che stanno alla base di molte fiabe antiche, regole che la semiotica e la narratologia esplicitarono fin dalla metà del secolo scorso. Sono le stesse, per intenderci, che si ritrovano in molti best seller e film statunitensi di successo. In questo tipo di narrativa il giovane Jon Favreau, direttore dello staff di speechwriting della White House, dà sempre il meglio di sé. Cercherò di evidenziare in breve la struttura fondamentale del discorso."

lunedì, maggio 02, 2011

Figure retoriche: sinestesia

La sinestesia è una figura retorica che prevede l'accostamento di due termini appartenenti a due sfere sensoriali diverse.

Esempi:
l'odore della notte, la voce del sole, il colore del tuono, il fetore del potere