Erano giorni che stava comparando tutte le caratteristiche delle cellule che rispondevano in modo diverso alla stimolazione del G-CSF. Linda voleva confrontare le cellule che migravano regolarmente con quelle che rimanevano al loro posto e, cercando di mettere in luce tutte le differenze, sperava di trovare la caratteristica significativa; la particolarità che rendeva statiche le une e dinamiche le altre. In ogni caso, il mistero delle cellule immobili non poteva rimanere insoluto. Ne sarebbe andata della sua autostima. Ma non solo. Forse un fallimento del genere avrebbe potuto anche compromettere il suo dottorato. Così, quel giorno, Linda passò ore a esaminare una grossa mole di dati. E, mentre rileggeva i risultati, notò per la prima volta che un amminoacido era quasi del tutto assente dalle cellule immobili ed era invece contenuto in grossa quantità in tutte le altre cellule. Quell'amminoacido era la fenilalanina. Linda ricordava poche nozioni relative a quella molecola. Ricordò che era presente nella costituzione di molte proteine alimentari, che era il principale costituente dell'aspartame, il dolcificante usato nell'industria alimentare, e che un suo accumulo nella fase della crescita poteva causare un mancato sviluppo del sistema nervoso centrale. Ma quelle poche nozioni non bastavano. Doveva saperne molto di più. Cominciò quindi una serrata ricerca su tutte le fonti di sua conoscenza. Persa in quelle ricerche Linda non si accorse di essere rimasta sola nel laboratorio. Era sera. E il silenzio avvolgeva quella stanza zeppa di scrivanie vuote.
- Stavolta non la passa liscia! Stavolta ne pagherà le conseguenze!
Linda si voltò di scatto. Chi stava sbraitando in quel modo? Vide una Limor col volto paonazzo che si allontanava dalla porta dell'ufficio di Eyal.
- Che succede? - le chiese Linda timidamente.
- Le foto! Stavolta quelle foto troveranno la loro giusta collocazione! - continuò Limor mentre usciva di fretta dalla stanza ignorando Linda.
- Non te preoccupa', capita ogni tanto - le disse Davide entrando nella stanza. - Ma solitamente non ci sono conseguenze.
- Buono a sapersi. Più che altro trovo la scena piuttosto fuori luogo in un ambiente del genere.
- Hai ragione. Sai, noi con il tempo ci siamo un po' abituati a queste cose - rispose Davide sedendosele vicino. - Senti, domani sera sono di riposo - continuò guardandola con un sorriso. - Ti andrebbe di uscire?
- Ah sì. Con piacere - rispose Linda. - Devo pur staccare ogni tanto.
- Eh certo! - rispose Davide. - Sai - proseguì poi con un po' di titubanza - siamo usciti già diverse volte e io mi trovo molto bene con te...
- Sì, pure io - rispose Linda dopo una breve pausa un po' imbarazzante. - Credo proprio che potremo diventare buoni amici - aggiunse subito per eliminare ogni ambiguità.
- Bene. A domani allora - disse Davide dopo un silenzio molto eloquente.
- Stavolta non la passa liscia! Stavolta ne pagherà le conseguenze!
Linda si voltò di scatto. Chi stava sbraitando in quel modo? Vide una Limor col volto paonazzo che si allontanava dalla porta dell'ufficio di Eyal.
- Che succede? - le chiese Linda timidamente.
- Le foto! Stavolta quelle foto troveranno la loro giusta collocazione! - continuò Limor mentre usciva di fretta dalla stanza ignorando Linda.
- Non te preoccupa', capita ogni tanto - le disse Davide entrando nella stanza. - Ma solitamente non ci sono conseguenze.
- Buono a sapersi. Più che altro trovo la scena piuttosto fuori luogo in un ambiente del genere.
- Hai ragione. Sai, noi con il tempo ci siamo un po' abituati a queste cose - rispose Davide sedendosele vicino. - Senti, domani sera sono di riposo - continuò guardandola con un sorriso. - Ti andrebbe di uscire?
- Ah sì. Con piacere - rispose Linda. - Devo pur staccare ogni tanto.
- Eh certo! - rispose Davide. - Sai - proseguì poi con un po' di titubanza - siamo usciti già diverse volte e io mi trovo molto bene con te...
- Sì, pure io - rispose Linda dopo una breve pausa un po' imbarazzante. - Credo proprio che potremo diventare buoni amici - aggiunse subito per eliminare ogni ambiguità.
- Bene. A domani allora - disse Davide dopo un silenzio molto eloquente.
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