giovedì, aprile 13, 2017

Richard Strauss, Carmen, Wagner e la musica tedesca

Richard Strauss diceva ai suoi allievi: se volete studiare una partitura orchestrale andare a studiare quella della Carmen di Bizet e non quelle di Wagner. (La fonte è Carmen, opéra-comique di Geroges Bizet - WikiMusic del 05/03/2017)

Io l'ho sempre sostenuto che Wagner, nella sua innegabile grandezza, è anche molto sopravvalutato.

Su questo tema ho una mia teoria personale che, essendo personale e soggettiva, lascia ovviamente il tempo che trova.

Allora, ecco la mia teoria semplice, semplicistica e... un po' complottistica.

Una costante che si ritrova tra gli intellettuali tedeschi attraverso i secoli è quella dell'auto-attribuzione, un po' ambiziosa e arrogante, del ruolo di riformatori nonché di fustigatori dei depravati costumi dei popoli mediterranei. Questo aspetto, riscontrabile in diversi ambiti culturali, unito alla massiccia attività in campo musicologico, ha fatto sì che, a volte su basi piuttosto soggettive, gli aspetti musicali predominanti tra i compositori tedeschi venissero fatti assurgere al ruolo di parametri fondamentali su cui misurare la qualità delle opere musicali.
Quindi, così come nella storia prevale sempre la storiografia dei vincitori, anche nella musica ha prevalso la musicologia di chi ne ha prodotta di più.


Emblematicamente modesta è, invece, l'indole di Rossini che, a 72 anni, sull'ultima pagina di quel capolavoro che è la Petite messe solennelle scrisse:

“Dio buono, ecco terminata la povera messa. Ho scritto proprio della “musique sacrée ... ou de la sacrée musique” (gioco di parole che in francese dovrebbe suonare come "musica sacra ... o musica insignificante". Per comprendere wikipedia propone un parallelo con "musica benedetta" e "benedetta musica"). Tu sai che io ero nato per l’opera buffa e non ho che un po’ di cuore e pochissima scienza. Sii dunque benedetto e accordami il Paradiso. Giacomo Rossini”.

Rossini amava anche raccontare che nel 1822 ebbe un incontro con l'allora già celeberrimo Beethoven. Il compositore renano gli avrebbe consigliato di continuare a scrivere opere comiche in quanto "questo è ciò che voi italiani sapete fare". E a Rossini piaceva suggellare tale aneddoto auto-screditandosi con la definizione di pianista della "quatrième classe". Non è da escludere che un tale atteggiamento abbia influenzato la critica dei tempi. La musica di Rossini cominciò infatti a ricevere la giusta considerazione solo a partire dalla metà del XX secolo.
Anche questo incontro tra Rossini e Beethoven mi pare molto emblematico.

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