Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
martedì, dicembre 13, 2022
mercoledì, dicembre 07, 2022
Sull’eloquio in pubblico
Riporto un commento di Stefano Massini, che ho ascoltato nella puntata del 6 novembre de La lingua batte, sul tema del parlare in pubblico.
"In un discorso pubblico può capitare di perdersi ma quello che succede è che quella sporcatura, quell’imperfezione, quella macchia, quell’errore, in quel momento diventano un sigillo di autenticità.È indubitabile che tu in quel momento sei una persona vera, una persona viva, che non c’è trucco. E che quando dici è frutto di quanto stai pensando, sentendo, vivendo in quel momento.
Nel momento in cui sbagli, una parte di te si arrabbia, ma l'altra parte sa che in quel momento c’è chi si rende conto che non c’era trucco e che eri vero, in carne e ossa: un essere umano che parla, si esprime, comunica, e di tutto questo fa parte anche l'errore."
mercoledì, novembre 23, 2022
Crozza che fa la Meloni
giovedì, novembre 03, 2022
Il gatto e la tartaruga
«Uhm» fece Apollonia muovendo lo sguardo tra le frasche degli olivi come se seguisse quella corsa immaginaria.
«Non ne sarei così sicura».
«Che vuoi dire?».
Apollonia si fermò e scrutò il sottobosco che delimitava il sentiero. Poi raccolse un ramo sufficientemente dritto e cominciò a tracciare segni su un tratto più soffice di terreno.
Dapprima tratteggiò una lunga linea e poi i due concorrenti: il gatto Achille all’inizio e la tartaruga Hermes a circa tre quarti della linea.
«Allora, quando Achille avrà percorso lo stadio di vantaggio, Hermes sarà avanzata di un centesimo di stadio» disse tracciando degli archi tra le posizioni iniziali e quelle finali dei due concorrenti. «E quando Achille avrà percorso quell’ulteriore centesimo di stadio che lo separa da Hermes, la tartaruga ne avrà percorso un centesimo di centesimo» proseguì tracciando due archi più brevi. «E sarà ancora in vantaggio».
«Sì, ma prima o poi…».
«Prima o poi, che?» lo interruppe Apollonia. «Un discorso simile può essere ripetuto illimitatamente andando avanti con i centesimi di centesimi di centesimi di centesimi…» disse tratteggiando archi sempre più piccoli. «Ed Hermes avrà sempre un vantaggio che, per quanto piccolo, non sarà mai nullo».
«Per Zeus!» esclamò Zenone. «Come hai fatto a farti venire in mente un’idea così brillante?».
«Non so…» si schermì Apollonia. «Forse sono stata influenzata dal ragionamento usato in una dimostrazione che si insegna nella scuola pitagorica. Quella dell’impossibilità di esprimere la diagonale del quadrato di lato uno come rapporto tra due numeri». Zenone ebbe un sussulto. «Anche lì compare la ripetizione illimitata di un’operazione e quel processo genera una conclusione assurda» proseguì la ragazza. «E se la conclusione è assurda allora l’ipotesi di partenza deve essere falsa. Inizialmente quella dimostrazione veniva nascosta. Pensa che il pitagorico Ippaso venne punito per averla divulgata!».
Al suono di quel nome il sussulto si trasformò in vertigine.
«Ma… in questo caso», riuscì ad articolare Zenone dopo essersi ripreso, «quale sarebbe l’ipotesi di partenza sbagliata?».
«Mah, non mi pare ci sia un’ipotesi sbagliata. Il ragionamento sembra corretto».
«Allora… significa che il movimento è davvero un’illusione?».
«A meno che», aggiunse Apollonia dopo averci riflettuto, «il ragionamento sbagliato non sia proprio nella suddivisione dello spazio e del tempo».
«Ma se funziona nell’esperimento mentale perché non dovrebbe funzionare nella realtà?».
«Beh», fece lei, «l’esperimento mentale funziona attraverso una divisione numerica che va avanti illimitatamente.
Ora, io ho imparato dai pitagorici che i numeri aiutano a interpretare la realtà. Ma…», continuò la ragazza sempre più immersa nelle sue speculazioni, «c’è anche il precedente che citavo prima. Ippaso scoprì un oggetto a cui non corrisponde nessun numero. Scoprì una corda che non può essere misurata e che quindi emette un suono senza numero». Zenone la fissava ammirato. Nel frattempo avevano raggiunto la scuola e Zenone salutò degli allievi che ciondolavano davanti all’ingresso. Alcuni di loro guardarono la coppia con una certa curiosità. «Questo ci insegna che», riprese Apollonia ignorandoli, «sebbene i numeri siano un ottimo strumento per indagare la realtà, esistono aspetti di questa a cui non corrispondono numeri e, similmente, potrebbero esistere fenomeni immaginabili attraverso i numeri ma senza riscontro nel mondo reale».
«Vorresti dire che…».
«…che forse non si può andare avanti illimitatamente nella frammentazione dello spazio e del tempo. Se lo si può immaginare attraverso i numeri deve essere necessariamente vero anche nella realtà?».
«Uhm» fece Zenone. «Quindi potrebbe esserci un limite? Un’unità elementare di spazio e un’unità elementare di tempo che non sarebbero divisibili ulteriormente?».
«Potrebbe essere così. Oppure una tale unità indivisibile potrebbe esistere solo per lo spazio o solo per il tempo».
«Hai un’intelligenza insuperabile!» fece Zenone col fiato corto mentre attraversavano uno spazio angusto tra due edifici. «No, mi correggo. La tua intelligenza è superata solo dalla tua bellezza».
«Smettila!» ridacchiò lei. «Non sono bella!».
«Lo sei!» protestò lui prendendola per mano. «E l’intelligenza ti rende ancora più bella» continuò avvicinandola a sé.
I due giovani si fissarono intensamente per alcuni istanti. Poi...
venerdì, settembre 02, 2022
Il mio terzo libro: Il mistero della discesa infinita
Argomenti
- Amori, scoperte, lotte e intrighi tra le aule della scuola di Parmenide.
- Un racconto divulgativo attorno alla figura di Zenone di Elea e del suo pensiero.
- Ricerche, paradossi, viaggi, condanne e reincarnazioni nello scenario della Magna Grecia.
Il giovane Zenone gioca, lotta e si innamora. Ascoltando le affascinanti storie di suo nonno apprende dell’esistenza di un oggetto misterioso che lo spingerà a frequentare la scuola di Parmenide e che gli condizionerà la vita. Nelle aule della scuola si appassiona e ricerca questioni filosofiche che gli daranno gloria e che lo porteranno fino alla lontana Atene. Ma gli procureranno anche contrasti e inimicizie. Tra viaggi, trame e intrighi Zenone si affanna a decifrare misteri. Ma qualcuno trama alle sue spalle…
...e su molte altre librerie virtuali.
lunedì, agosto 29, 2022
Daniela Spalletta e Gegè Telesforo
Le premesse non sembravano delle migliori:
Ma le disavventure finiscono qui. Perché ci ritroviamo in una sala concerti unica al mondo e assistiamo a uno spettacolo straordinario. Una combinazione di elementi di modernità, di tradizione, di improvvisazione ed estemporaneità molto coinvolgenti. Vi dico solo che il nipote tredicenne senza alcun interesse musicale si è divertito. Quasi come gli zii.
mercoledì, agosto 17, 2022
Gigi Proietti e il teatro musicale (musica lirica)
mercoledì, agosto 03, 2022
La Via di Francesco nel Lazio, partendo da piazza San Pietro e andando a cercare il Nepal dietro casa.
"260 chilometri in 10 giorni di cammino lungo la Via di Francesco nel Lazio, partendo da piazza San Pietro e andando a cercare il Nepal dietro casa. Seguendo le direttrici della Salaria e della Tiberina, incontrando chi abita il territorio della Sabina, scoprendo un mosaico di storie di comunità, un viaggio fatto di paesaggi remoti a pochi chilometri da casa."
Tracce - Storie di cammini
Ne consiglio l'ascolto a tutti e, in particolare, ai Sabini.
venerdì, luglio 22, 2022
Parmenides Reloaded: tra eleatismo e moderne teorie dei campi
Nel suo poema, descritto da Romero come il primo esempio conosciuto di un sistema deduttivo applicato alla realtà fisica, Parmenide afferma che il divenire è un’illusione e che la realtà è immutabile, eterna e immobile. Molti secoli dopo, dice Romero, con l'avvento delle teorie dei campi, diventa chiaro che il cambiamento può avvenire anche in un universo completo. Infatti, una perturbazione in un campo che riempie l'inntero universo è un cambiamento.
Tuttavia, sebbene il concetto di cambiamento sia “centrale nel modello multiforme dello spazio-tempo, una volta che la geometria della varietà è determinata da un campo tensoriale che rappresenta la distribuzione di energia e quantità di moto, la sua struttura è fissa. I punti della molteplicità rappresentano eventi, ma non vi è alcun evento o cambiamento che influisca sullo spazio-tempo nel suo insieme. Lo spazio-tempo quadridimensionale, rappresentato matematicamente dal molteplice, è immutabile, eterno, immobile, unico, proprio come l'universo parmenideo. Gli oggetti che popolano l'universo sono quadridimensionali. Hanno "parti temporali", così come parti spaziali. In questo modo, il bambino che ero, è solo una parte di un essere più grande, io, che è quadridimensionale. Ciò che chiamiamo "nascita" e "morte" sono solo confini temporali di un tale essere. Il cambiamento appare solo quando consideriamo fette tridimensionali di oggetti quadridimensionali. Nelle parole di Max Tegmark: ‘Il passare del tempo è un'illusione. Abbiamo questa illusione di un mondo mutevole e tridimensionale, anche se nulla cambia nell'unione quadridimensionale di spazio e tempo della teoria della relatività di Einstein. Se la vita fosse un film, la realtà fisica sarebbe l'intero DVD: i frame futuri e passati esistono tanto quanto quello presente’”.
Romero offre anche un confronto tra spazio-tempo parmenideo e una sua interpretazione del pensiero di Eraclito proponendo che, a differenza di quanto si è pensato per millenni, probabilmente per una tradizione che ha origine in Platone, queste due visioni non siano incompatibili. Il kosmos (o spazio-tempo in una visione moderna) potrebbe essere immutabile e comunque formato da cose mutevoli, come il fiume di Eraclito.
Romero conclude affermando che Parmenide esiste in una regione dello spazio-tempo situata tra Elea e la Grecia, tra la fine del VI sec. a.C. e la metà del V sec. a.C., e per un po’ di tempo condivise il suo presente con Zenone. “Io”, scrive Romero, “esisto in un’altra regione dello spazio-tempo e non incontrerò mai Parmenide. Ma popoliamo entrambi lo stesso spazio-tempo e per questo mi sento fortunato”.
1 Foundations of Science 17 (3):291-299 (2012)
lunedì, giugno 06, 2022
Alessandro Barbero: la storia come caos di cose che si sovrappongono e si contraddicono
Barbero conclude affermando:
"La storia è esattamente come le nostre vite: un caos di cose che si sovrappongono, che si contraddicono, di casualità, di azioni altrui. Metterci ordine significa capire, ma significa anche falsificarle un pochino."
"Io, da storico, comincio ad averne abbastanza di questa nostra compulsione a cercare le cause delle cose. Perché tu ricostruisci degli avvenimenti ed è già tanto se riesci a capire come si sono svolti, che cosa è successo. E poi le persone vogliono sapere: perché? E i perché sono difficili da ricostruire e sono sempre provvisori. Ad esempio, nella discussione sulle cause della guerra civile americana si è detto che le cause fossero da ricercare nel fatto che si voleva abolire la schiavitù. Poi per trent’anni si è detto: no non è vero niente; sono gli Stati del sud che hanno un’economia in conflitto con quelli del Nord. Poi si torna a dire: no abbiamo capito che era davvero la schiavitù il problema.
Tutto questo è interessante perché è un esercizio continuo di scavo, di approfondimento e di argomentazione. Ma sono sempre operazioni un po’ artificiali perché mettono ordine nella realtà quando la realtà ordinata non è. La storia è esattamente come le nostre vite: un caos di cose che si sovrappongono, che si contraddicono, di casualità, di azioni altrui. Metterci ordine significa capire, ma significa anche falsificarle un pochino.
...
Quando un evento storico è accaduto, proprio per questa nostra compulsione di trovare le cause, ci precipitiamo alla ricerca dei segni premonitori e, regolarmente, li troviamo.
Io stesso ho scritto che la catastrofe di Adrianopoli è legata alla corruzione del sistema romano nel IV secolo. Ma il sistema romano di 300 anni prima era altrettanto corrotto e non è collassato per niente. Anzi ha conquistato il mondo. Quindi io sarei sempre prudente."
lunedì, maggio 23, 2022
Quei 222,1 miliardi del Fondo per la ripresa e quei 49 milioni rubati
1. Il tuo
paese è in grande difficoltà a causa della pandemia e l’Unione Europea, anche a
seguito di una richiesta del tuo paese, fa un passo inedito e impensabile fino
a qualche mese prima:
a.
Sospende
la maggior parte dei vincoli finanziari del Patto
di stabilità e
b.
Approva
il Next Generation EU (o Fondo per la ripresa) un fondo dal valore di 750
miliardi di euro per
sostenere gli Stati più colpiti dalla pandemia
c.
Di
questi 222,1 miliardi di euro andranno al tuo paese
2.
Ovviamente,
affinché i fondi vengano elargiti l’Unione
Europea impone alcune clausole, tra le quali “un piano per definire un
pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026”.
3.
Il governo
del tuo paese accetta ben volentieri le richieste.
4.
Tu (forse
anche per motivi di convenienza ed elettorali) chiedi di entrare in un governo
che ha tra i principali obiettivi quello di definire il suddetto piano.
5. Quando a distanza di due anni l’Unione Europea pone qualche domanda su quel piano tu strilli: “l’Unione Europea vuole massacrare i lavoratori, le imprese e i risparmiatori italiani!!”, ovviamente per ragioni propagandistiche. Fingendo di dimenticarti di quei 222,1 miliardi di euro e anche di quei 49 milioni di euro che il tuo partito ha rubato ai contribuenti del tuo paese.
domenica, maggio 15, 2022
Padre Martini, i numeri e l'estetica musicale
Nel piacere suscitato dall’ascolto di un brano musicale qual è il ruolo delle sensazioni istintive e quale quello dell’intelletto?
E propone anche delle risposte.
Nella prefazione al suo monumentale progetto – una prima opera completa sulla storia della musica – padre Martini scrive:
“È un’impresa difficile, perché bisognerebbe conoscere la lingua dei popoli di cui mi voglio occupare, la loro poetica, la loro metrica, la loro storia. E, naturalmente, avere anche nozioni scientifiche, di fisica soprattutto. E chissà quali erano i loro strumenti. Però ho letto tutto quello che era possibile leggere.
Anzitutto bisogna dire che esistono tre specie di musica:
- la prima, quella che move ed alletta col mezzo dei nostri sensi;
- la seconda, quella che alletta e move l’intelletto;
- la terza, quella che è l’uno dell’altro, cioè intelletto e sensi move e alletta.
La terza specie quella che move ed alletta sia l’intelletto sia i sensi è la più degna, perché move l’orecchio con la dolce soavità naturale delle voci. Le voci degli strumenti e le voci umane."
mercoledì, aprile 27, 2022
Nipoti e cubo di Rubik
Di certo posso dire che l’allievo decenne, avendo già imparato a memoria tutto l’algoritmo per risolverlo completamente in pochi minuti, ha velocissimamente superato lo zio cinquantenne, che non è ancora arrivato a risolvere l’ultimo strato.
venerdì, aprile 22, 2022
Marino Sinibaldi diuscute sul paragone tra nostra storia partigiana e chi combatte contro l'invasione del proprio paese
Riporto una sintesi della risposta di Marino Sinibaldi a Luciano Canfora.
"Mi meraviglia che uno storico come Luciano Canfora trovi un antefatto che giustifichi quanto accade oggi. La catena degli antefatti in quelle terre martoriate è lunghissima. Gli antefatti sono talmente numerosi che ci paralizzano. Mi sembra che si tenti di risalire indietro nella storia per negare ciò che è così evidente.
Primo che c’è una resistenza. Secondo che non si può usare la categoria della complessità per evitare di vedere la realtà. La realtà è una guerra di annientamento.
Io tenderei a vedere quanto sta accadendo, vedrei il regime di paura e di ferocia che Putin ha esibito nel suo paese. Trovo che le immagini di quel dialogo di ieri con il suo ministro siano qualcosa di spaventoso o di grottesco. Emerge tutta la trama di paura, di ferocia, di obbedienza. E di fronte a questo, un antifascista, un resistente, un democratico, non può che sentirsi scandalizzato. Dopodiché, siamo tutti tormentati da quale scelta fare, però se gli ucraini non avessero resistito Putin avrebbe vinto e avrebbe dimostrato che la guerra paga.
E tutti gli autocrati e i guerrafondai del mondo guardano a Putin e vogliono imitarlo.
Con il sentimento della paura le autocrazie prosperano mentre le democrazie sono in crisi."
martedì, marzo 08, 2022
Un’analisi delle questioni etiche in gioco nella guerra tra Russia e Ucraina - di Vito Mancuso
Contiene un’analisi delle questioni etiche in gioco che mi sento di condividere. Per farsi un’idea precisa delle considerazioni di Mancuso l’articolo andrebbe letto nella sua interezza. Richiede qualche minuto di lettura ma ne vale la pena. Qui riporto solo solo un paio di punti salienti.
«Ci sono domande alle quali non si vorrebbe rispondere perché si conosce la complessità della situazione, non riducibile a un sì o a un no. Eppure a volte rispondere è necessario, assumendosi i rischi della coscienza morale in azione. Mi chiedono: “Sei a favore dell’invio di armi in Ucraina?”. Rispondo: “Sì, sono a favore”. Credo occorra ascoltare il loro appello e non lasciarli soli, condivido la posizione dell’Ue e del governo. Ribattono: “Ma allora tu sei a favore della guerra! Appoggiando l’invio di armi, dici sì alla guerra, versi benzina sul fuoco, alimenti la carneficina!”.
L’obiezione proviene soprattutto da chi dichiara di volere la pace più di ogni altra cosa…
Anch’io però amo la pace, ho speso buona parte della vita a servirla e fondarla eticamente, e non per questo le mie conclusioni sono di lasciare inascoltato l’appello degli ucraini e di non aiutarli militarmente nella loro difesa dall’aggressione russa…
(Tuttavia)… mi ritrovo colmo di perplessità e per sciogliere il nodo cerco di esercitare l’intelligenza spronandola al suo principale lavoro da cui tutto il resto dipende: capire. Ma cosa c’è da capire?…
(Sostengo) che la Storia a volte non consente di optare per la guerra o la pace, come oggi vuole chi, dichiarandosi a favore della pace, è contro l’invio di armi agli ucraini. Talora non si dà guerra “o” pace, bensì guerra “e” pace, con la congiunzione “e” a connettere intimamente i due fenomeni. …
La pace non è mera assenza di guerra, è piuttosto un atteggiamento interiore, io penso sia una diversa volontà di potenza e la definisco “coraggio” nel senso etimologico di “azione del cuore”. Ma l’insegnamento pressoché unanime delle tradizioni spirituali e filosofiche è che la pace, non solo non è mera assenza di guerra, ma, per essere veramente servizio della vita e non imposizione (come la “pax romana”) o ideologia mascherata (come l’odio antioccidentale di alcuni), può essere anche presenza di guerra. In che senso? Nel senso che deve contenere in sé anche la possibilità della guerra come legittima difesa. In questo caso si ha la guerra “giusta”, contemplata unanimemente dalle maggiori tradizioni filosofiche e spirituali.
La guerra di Putin non è giusta perché: 1) l’autorità che la conduce è democraticamente illegittima in quanto regime liberticida che nega la libertà, censura l’informazione, incarcera gli oppositori (Navalny), talora li uccide (Politkovskaja, Nemcov, Litvinenko); 2) la sua causa è palesemente l’attacco, non la difesa, come afferma una dichiarazione sottoscritta da migliaia di scienziati russi e presentata su questo giornale da Elena Cattaneo; 3) ha come finalità il controllo di un Paese sovrano per ridurlo a proprio vassallo. Al contrario, la guerra condotta dall’Ucraina è giusta perché: 1) viene condotta da un governo eletto democraticamente; 2) è motivata dalla naturale volontà di difendere il proprio Paese e la vita dei cittadini; 3) ha come fine la libertà. Ne viene che questa guerra è ingiusta e giusta al contempo, a seconda della posizione, e non è del tutto vero quanto pensava Gino Strada secondo cui “la guerra giusta non c’è: nove vittime su dieci sono civili”: è vero per la guerra di Putin, è vero per la guerra degli Usa che intendevano esportare la democrazia costruendo menzogne, è vero per ogni altra guerra di aggressione. Non è vero però per la guerra degli ucraini e per ogni altra guerra di difesa. Il fenomeno Storia è complesso, richiede un’intelligenza delicata e priva di certezze a priori: si pensi alla Seconda guerra mondiale che fu al contempo aggressione nazifascista e lotta contro il nazifascismo e resistenza, e prima ancora si pensi a tutte le guerre di indipendenza che hanno consentito ai popoli oppressi di raggiungere la libertà. Il che attesta che a volte nella Storia non si dà la possibilità di scegliere o guerra o pace, ma le si deve tenere insieme entrambe: e guerra e pace. Volere la pace significa: a) preparare in tutti i modi la pace; b) essere altresì pronto a una guerra di difesa dall’ingiusto aggressore.
La pace e la guerra sono quindi sullo stesso piano? No, la pace è infinitamente superiore, ma proprio per questo essa contiene la possibilità (estrema ma reale) della guerra. Essa non è il contrario della guerra, ne è il superamento. L’insegnamento da trarre è che le opzioni di guerra non devono essere escluse a priori e che talora purtroppo è necessario ricorrervi. Ha scritto al riguardo Gandhi, il più celebre padre della non-violenza: “Supponiamo che un uomo venga preso da una follia omicida e cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi, e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo. Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole” (Teoria e pratica della non-violenza, p. 69). …
rimane la seconda obiezione di tipo pragmatico secondo cui l’invio di armi agli ucraini contro i russi non serve a nulla a causa della sproporzione delle forze. Si tratta però di un argomento che suppone competenze militari non in mio possesso, io mi posso limitare a dire che se un bambino viene malmenato da un energumeno impazzito non è che io non intervengo perché se no costui si arrabbia ancora di più. …
Occorre inoltre tenere presente che la guerra riguarderà sempre più anche il popolo russo, consegnato dal suo dittatore a un nero futuro: se si vuole la pace, anche i russi sono da aiutare ascoltando le loro ragioni, onorando la loro maestosa cultura, non emarginandoli come reietti. Soprattutto dovremmo sorvegliare attentamente la nostra coscienza per far sì che non vi entri il veleno dell’odio, neppure di fronte alle immagini più strazianti della guerra iniquamente condotta da Putin. I russi infatti, per quanto ora costretti a obbedirgli, non sono Putin, così come i tedeschi non erano riducibili a Hitler, gli italiani a Mussolini, i serbi a Milošević, l’umanità a Caino. Nella Amsterdam occupata dai nazisti, una giovane donna ebrea, Etty Hillesum, poi uccisa ad Auschwitz, scrisse in una lettera datata dicembre 1942: “So che chi odia ha fondati motivi per farlo. Ma perché dovremmo sempre scegliere la strada più corta e a buon mercato? Ho potuto toccare con mano come ogni atomo di odio che si aggiunge al mondo lo rende ancora più inospitale”.»
venerdì, marzo 04, 2022
La linguista Valeria della Valle sulla pronuncia di termini latini usati anche in inglese
"...chiudo la rassegna con media. Parola latina usata per indicare i mezzi di comunicazione. Su questa parola ci sono pareri discordanti.
Molti preferiscono la pronuncia all’inglese, perché il termine ci è arrivato da quella lingua. Ma io continuo a considerarla quello che è, il plurale del latino medium, e a non trovare una buona ragione per pronunciarla all’inglese.
Io manterrei la pronuncia delle parole latine senza anglicizzarle. E questo non solo per rispetto alla tradizione, e in particolare a una lingua importante come quella latina, ma per non cadere nel grottesco camuffando da inglese ciò che è latino."
Tipi di populismo
Uno è concentrato in un’estrema semplificazione della realtà volta a trovare un cattivo e un nemico al di fuori di noi e della nostra comunità.
L’altro, invece, semplifica la realtà concentrandosi nel trovare un cattivo e un nemico interno.
La storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani
È la storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani: cinque anni e raggiungere l’Italia dall’Afghanistan.
La storia è commentata da Pietro del Soldà e Ilaria Gaspari.
lunedì, febbraio 28, 2022
"Empatia in un mondo a rischio"
giovedì, febbraio 17, 2022
I rituali nella fruizione della musica "classica"
Forse ormai è parte della nostra cultura ed è bene conoscerla. Tuttavia mi chiedo se questo alone di sacralità sia davvero utile o piuttosto contribuisca ad allontanare potenziali fruitori da questa musica d'arte.
venerdì, febbraio 04, 2022
Casellati: la seconda carica dello Stato durante lo scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica
Tra l’altro nel 2020 la presidente del senato si era anche resa responsabile di una scenetta degna di una trama da commedia all’italiana:
Era in ritardo per una cerimonia in cui sarebbe dovuta arrivare prima del presidente della Repubblica. e, nel tentativo di sorpassare il corteo presidenziale, l’auto della sua scorta ha speronato la fiancata di un’auto della scorta di Mattarella.
Mattarella a Vo', sorpasso azzardato dell'auto della Casellati. Contatto con il veicolo della scorta del Quirinale
lunedì, gennaio 31, 2022
La fallacia della raccolta delle ciliegie
Ho l'impressione che ne cadiamo vittime molto più spesso di quanto pensiamo.
sabato, gennaio 29, 2022
Elezione del nuovo Presidente della Repubblica
Non credo sussista necessariamente un correlazione del tipo tanti scrutini e tante trattative implicano uno scarso risultato.
Tanto per citare un esempio, Cossiga fu eletto al 1° scrutinio e Pertini al 16°.
A giudicare dall’elenco dei presidenti della Repubblica del passato, e soprattutto degli ultimi tre decenni, i risultati non sembrano pessimi: Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella. E il metodo è stato sempre lo stesso.
E comunque, dalle voci di queste ultime ore, pare proprio che si ripeterà una storia simile a quella del 2013.
lunedì, gennaio 24, 2022
Il controllo delle proprie vite
giovedì, gennaio 20, 2022
"La vera vita" di François Jullien
giovedì, gennaio 13, 2022
La trappola del perfezionismo: Josh Cohen
Citazione di Josh Cohen ascoltata nella puntata "Liberi di non scegliere" della trasmissione radiofonica Zarathustra.
venerdì, gennaio 07, 2022
Ringraziamento all'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia"
Vorrei ringraziare di cuore l'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia" che sta ospitando gratuitamente i miei genitori nella loro Casa di Accoglienza.Strutture simili offrono un sostegno impagabile a chi, malato e spesso anziano, si troverebbe nella situazione di dover viaggiare quotidianamente per sottoporsi a cure mediche.