venerdì, aprile 13, 2007

L'antiromanismo spiegato a mio figlio

Un esempio di come i romani prendono le sconfitte..... diciamo pure disfatte.







Sì, a papà, era sera
Era d'aprile
Er pesce era passato, muto e senza spine

Nell'Albione perfida e a modello
Cavalli mozzicanti invece che er manganello

S'era partiti pe' 'n'impresa, de quelle da racconta' davanti al focolare
Tutto bruciava 'n' petto
Muto, er cellulare

Chi era rimasto in tera sampietrina
Era du' giorni che nun dormiva come dormiva prima

Er traffico nun c'era, i semafori silenti
I dentisti s'erano rifiutati de cava' li denti

I televisori a palla coprivano li piatti apparecchiati
Qualcuno pannellava sciopero dei carboidrati

Poi venne l'ora, quella che non vie' pe' tutti
Eravamo tutti belli, a papà, nun esistevano più li brutti

Nun era un sogno, era reale
Manco li gabbiani sur tetto del Quirinale

Parte l'orologio, fischia l'omo in giallo
Partono le vene, pompa er core de metallo

Manco la prima scarica de adrenalina pura
Che ar decimo più o meno l'idraulico ce stura

Ce stura er lavandino dove nun score niente
Se non nel sangue de chi crede alla panza e no alla mente

Tu penzi: "Daje...daje reca' non è successo niente
E' 'na battaglia, battaglia dirompente

Via la maglia dai calzoni, sporcateve er battente"
Invece niente

Li vedi rotola' su un prato all'inglese
Come 'na balla de fieno a Porta Portese

Poi parte un conto alla rovescia dei manrovesci che ce danno
Penzi: "Daje, basta poco"
Sì...ma quanno

Non c'è er tempo pe' ferma' er tempo boia
Penzi: "Mai, mai un giorno de gloria"

E qui, papà, devi penza'
Sì, che chi dopo 'sta sera d'aprile è annato a festeggia'

La gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui
Pe' 'sta gente non c'è luce, papà, ma solo giorni bui

Perchè chi pe' soride' deve vede piagne uno, mille e centomila
E' uno che nella vita sua starà sempre ‘n fila

Chi invece la prova, la vita, sulla pellaccia
Non starà mai a chiede un sorso da 'n'altra boraccia

Sii orgoglioso, papà, de prova' emozioni davanti a 11 leoni
A volte un pò coglioni

E' raro, amore mio, è raro come te
E come mamma tua
Che dopo er sette a uno c'ha lasciato a sparecchia'
Limortaccisua!


Valerio Mastandrea

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Mastrandrea è un grande, sono un suo fan!
Hai trascritto la poesia dal file audio? L'ho sentito ed è grandioso!
Ciao!!

dioniso ha detto...

Sì, è bravo. A dir la verità la sua intepretazione del Rugantino non mi era piaciuta. Ora però lo apprezzo di più.
No, l'ho sentito ieri da Fiorello e poi oggi mio zio romanista mi ha spedito la poesia.
....penso che qualcuno di cui non faccio il nome avrebbe molto da apprendere in fatto di accettazioni di sconfitte.

Anonimo ha detto...

sul sito di Parla Con Me recupera le recensioni che Mastrandrea fa come critico: fa morì dal ride

dioniso ha detto...

Sì, ogni tanto le guardavamo. Erano proprio divertenti. Toh, una volta tanto siamo d'accordo :-)

Anonimo ha detto...

Bellissima! :D

dioniso ha detto...

Bella eh eulinx?!
Non l'avevi ancora sentita? Non ascolti mai Viva Radio Due?

Anonimo ha detto...

simpatica ...!
ciao

dioniso ha detto...

Ciao Andrea, benvenuto sul blog. Ho provato ad accedere la tua pagina
http://www.aopletal.com/
ma mi dà errore.

Anonimo ha detto...

No, non l'ascolto mai. Devo ricordarmene, ogni tanto!

dioniso ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
dioniso ha detto...

Sì, è molto divertente. Ieri ho registrato tutta la puntata in mp3. L'ho fatto per zucchero che è in Italia e non poteva ascoltarla: non voleva perdersi Bertinotti da Fiorello;-)
Hai saputo che gli hanno fatto recitare dei "versi sull'Italia" e alla fine gli hanno svelato che era l'inno di Forza Italia. Bertinotti ha reagito dicendo: "Beh, se avessi letto Bandiera Rossa se ne sarebbero accorti tutti invece pochissimi si sono accorti che leggevo l'inno di Forza Italia, ma anche cosi' togliamo 'Forza' e ci teniamo 'Italia'!".
Penso che conserverò l'mp3.