La Storia e i grandi eventi, influenzati quasi esclusivamente dai potenti, possono travolgere, schiacciare e distruggere le esistenze di milioni di poveri e piccoli esseri umani, destinati al ruolo di vittime. Un'inevitabile e trascurabile effetto collaterale di imperscrutabili giochi di potere. Come scrive Voltaire nel Candido: "Che importa che ci sia del male e del bene? Quando Sua Altezza spedisce una nave in Egitto, si da ella forse pensiero se i topi che sono nella stiva stanno o non stanno comodi?"; o nel Dizionario filosofico: "Quando noi battiamo il grano, il correggiato è la causa finale della separazione del grano. Ma se questo correggiato, battendo il mio grano, schiaccia mille insetti, ciò non avviene affatto perché lo voglio, e nemmeno per caso: è solo perché quegli insetti si son trovati in quel momento sotto il mio correggiato, e dovevano trovarcisi."
Elsa Morante, nel suo bellissimo romanzo "La Storia", narra magistralmente le vicende di alcune di queste povere vittime, usando come cornice Roma durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da tempo volevo scrivere qualcosa sulle memorie dei miei nonni, trovatisi involontariamente in un contesto geografico-temporale che li ha resi vittime innocenti, infime pedine mosse da giocatori spietati su di un'enorme scacchiera.
Vorrei scrivere quello che mi è rimasto nella memoria di alcune delle storie che mi raccontavano i miei nonni. Le storie dei nonni mi hanno sempre affascinato molto e a volte passavo ore ed ore ad ascoltarle. Me le godevo particolarmente dal mio letto nei pomeriggi invernali di influenza. Vorrei scrivere qualcosa come minimo tributo a queste memorie che altrimenti andrebbero totalmente perdute.
Quella dei miei nonni - in parte anche quella successiva - è stata l'ultima generazione italiana a vivere grandi sofferenze collettive, ma anche grandi speranze per la ricostruzione di un paese e di una società distrutti.
Gli anni di nascita dei miei nonni vanno dal 1912, al 1915, al 1917, fino al 1926.
Riporterò brevemente quello che è rimasto nella mia memoria di alcune delle loro storie in due pezzi che pubblicherò nei giorni seguenti.
Elsa Morante, nel suo bellissimo romanzo "La Storia", narra magistralmente le vicende di alcune di queste povere vittime, usando come cornice Roma durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da tempo volevo scrivere qualcosa sulle memorie dei miei nonni, trovatisi involontariamente in un contesto geografico-temporale che li ha resi vittime innocenti, infime pedine mosse da giocatori spietati su di un'enorme scacchiera.
Vorrei scrivere quello che mi è rimasto nella memoria di alcune delle storie che mi raccontavano i miei nonni. Le storie dei nonni mi hanno sempre affascinato molto e a volte passavo ore ed ore ad ascoltarle. Me le godevo particolarmente dal mio letto nei pomeriggi invernali di influenza. Vorrei scrivere qualcosa come minimo tributo a queste memorie che altrimenti andrebbero totalmente perdute.
Quella dei miei nonni - in parte anche quella successiva - è stata l'ultima generazione italiana a vivere grandi sofferenze collettive, ma anche grandi speranze per la ricostruzione di un paese e di una società distrutti.
Gli anni di nascita dei miei nonni vanno dal 1912, al 1915, al 1917, fino al 1926.
Riporterò brevemente quello che è rimasto nella mia memoria di alcune delle loro storie in due pezzi che pubblicherò nei giorni seguenti.
9 commenti:
Rilevo che utilizzi opportunamente le leggi del marketing, creando magistralmente un clima d'attesa intorno all'evento.
Attendo con curiosità i tuoi racconti, sicuramente avvincenti ed interessanti.
Anche io, ancora oggi, mi emoziono, a volte fino alle lacrime, all'ascolto di questo genere di storie. Anche se magari è la centesima volta che li sento. Dato il rapporto, anche parentale (oltre che di stima ed amicizia), che ci lega, certamente ne condivideremo qualcuno. Ma è comunque bene tenere sempre vivi questi ricordi, alimentarli e, per quanto possibile, tramandarli.
una curiosità: ma la foto è vera?
Io non vi sopporto PIU...;-)))
Adesso non ci crederete, ed io nemmeno ci crederei. Ma proprio due settimane or sono un mio prozio ha tirato fuori durante una visita un album di foto dei miei bisnonni.
Da lì una vera e propria voglia di scoprire le loro esperienze di emigranti calabresi in America anche in relazione ad un libro che ho letto recentemente e che mi è piaciuto molto (proprio per il suo essere un po' romanzo ed un po' storia vera): "Vita" di Melania Mazzucco.
Purtroppo non sono fortunato perchè i ricordi delle mie nonne, (ad oggi in vita) sono quantomeno vaghi.
Dionisio la fai finita di tirar fuori post su argomenti della MIA vita?
Potrei anche citarti per copia di blog non esistente (il mio appunto)!
Scherzi a parte.
Grazie per quest'altra condivisione
Gianluca
Forse nulla accade per caso, le coincidenze non esistono. Di certo non sappiamo quale, ma probabilmente tutto quello che ci accade ha un senso, una logica.
Insomma chiamiamola come vogliamo, ma proprio in questi giorni, avendo appreso che proprio da un libro della Mazzucco:"un giorno perfetto", sarà tratto l'ultimo film di Ozpetek, avevo deciso di comprarlo, per leggerlo prima di vedere il film. Invece pare che da "Vita" ne trarrà un film Virzì.
gianlu,
"dioniso" e non "dionisio"...
altrimenti si arrabbia ;-)))
Cacchio!
grazie infinite ziomassimo!!!
Ho scritto questa cavolata dall'inizio...!
@dioniso
Mi dispiace.
ziomassimo, si è vera. La foto è stata scattata nel 1918. Il bimbo sulla sedia è mio nonno Alfredo che allora aveva tre anni. La madre, Ginevra, aveva invece 29 anni. La mia bisnonna morì nel 1989 a cento anni e due mesi. Mio nonno si ricordava anche chi era la bambina che si scorge alla destra della mia bisnonna.
Io invece, come scritto all'inizio del post, ho l'impressione che tutto accada per caso, ma che noi ci ostiniamo a volerci trovare un senso.
Gianlu, no, ti prego, non mi citare. Ho già altri contenziosi in corso :-)
Non ti preoccupare, non mi ero neppure accorto che mi chiamavi dionisio. Visto che siamo in vena di ricordi, Dionisio (o meglio Diunisiu) era un vecchietto vicino di mia nonna che io amavo in quanto mi distribuiva zollette di zucchero e mi cantava delle filastrocche. Chissà, forse inconsciamente avrò scelto il soprannome in sua memoria.
Ho avuto la fortuna di conoscere tuo nonno Alfredo. Infatti ti chiedevo della veridicità della foto proprio perchè mi sembrava di notare una certa somiglianza.
Forse hai ragione tu sul senso che non c'è, nonostante noi ci ostiniamo a volerlo trovare a tutti i costi.
"Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!
Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha"
Vasco Rossi
La canzone che citi piace molto anche a me.
Mi sono accorto di aver fatto un errore nelle date: mio nonno aveva tre anni, ma la foto è stata scattata nel 1915. Il mio bisnonno, Riccardo, era appena partito alla volta del Piave e di Vittorio Veneto e la mia bisnonna, Ginevra, aveva invece 26 anni.
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