L'idea è partita da Zucchero. È stata lei a pensare di inviare due libri alla redazione di Fahrenheit nel contesto della bella iniziativa Libri per l' Abruzzo.
Zucchero aveva scelto Vita e Destino (Жизнь и судьба) di Vasilij Grossman (Василий Семёнович Гроссман) con la seguente motivazione:
"No ho ancora letto il libro, ma in molti commenti letti ed ascoltati l'ho sentito definire un capolavoro, un libro "necessario". Ha senz'altro anche contribuito la suggestività del titolo e l'idea di "condividere" questa lettura."
(Nota a margine di Dioniso - Pare che qualcuno lo abbia definito il Guerra e pace del '900. Guerra e pace io non l'ho letto: mi spaventa soprattutto la mole. Penso invece che Vita e Destino prima o poi lo leggerò nonostante la mole.)
Dioniso invece aveva scelto: La gang dei sogni di Luca di Fulvio con la motivazione:
"per tornare a sognare"
Dopo aver informato la Redazione di Fahrenheit, Zucchero è stata inaspettatamente contattata:
Cara Zucchero,
potreste essere disponibile a raccontare brevemente in trasmissione i libri che avete scelto di mandare? Potreste mandarci un recapito telefonico?
grazie
a presto
la redazione
Zucchero però ha girato la richiesta a me. Io lavoravo da casa, mentre lei si trovava al lavoro e il collegamento sarebbe risultati un po' più difficile...
Quindi per merito di Zucchero ho avuto il mio momento di notorietà radiofonica ;-)
che potrete riascoltare da qui.
Oppure direttamente da qui.
Gli impazienti che vogliono andare direttamente al punto potranno saltare al quarto minuto più trenta secondi.
Ciò che mi è dispiaciuto di più è stato il fatto che il conduttore non mi abbia dato modo di reinserirmi per parlare anche della scelta e della motivazione di Zucchero. Quindi alla fine il lavoro lo ha fatto lei e i ringraziamenti me li sono presi io.
http://www.archive.org/details/DionisoAFahre
Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
martedì, aprile 28, 2009
sabato, aprile 25, 2009
Automobili tedesche
Ieri sera, come succede spesso nei nostri venerdì sera, sono andato a prendere Zucchero al lavoro. Il venerdì sera è sempre, a meno di occasionali eccezioni, l'unico momento della nostra settimana in cui usiamo la nostra Bora.
Volevamo fare il solito giro di spesette supermercatesche e DMesche
Visto che il nostro viaggio a Francoforte per la serata Benigni aveva esaurito le riserve di carburante, prima di cominciare il giro ci siamo fermati alla pompa Total vicino all'ufficio di Zucchero per il rifornimento.
Dopo aver riempito il serbatoio e pagato il benzinaio mi sono rimesso in macchina. Giro le chiavi, il motore sembra partire, ma poi si spegne. Riprovo. Non parte.
Ah! Si è di nuovo ingolfata!
Riprovo inutilmente, Il rumore del motore risulta molto strano. Dopo vari tentativi formuliamo la diagnosi: la nostra Bora ci ha abbandonato.
Apro il cofano del motore e guardo dentro.
In realtà non ho la minima competenza meccanica. L'azione quindi non ha alcun senso razionale, ma di solito si fa così in queste occasioni e non voglio esimermi dal mio dovere teatral-coreografico.
Scenograficamente e semanticamente però l'azione un senso ce l'ha: lancia un messaggio al benzinaio e agli altri automobilisti: non siamo fermi alla pompa di benzina per una nostra perversione serale: ci si è rotta la macchina.
È la prima volta nelle nostre vite che ci capita una cosa del genere. Mi chiedo: che si fa in questi casi?
Mi viene in mente di chiamare l'ADAC (l'ACI tedesca). Poi mi ricordo di aver letto da qualche parte che la Volkswagen fornisce un servizio di assistenza per i clienti.
Zucchero trova il numero sul libretto delle istruzioni della Bora. Compongo il numero.
Durante l'usuale lunga attesa dei centri di assistenza ai clienti il benzinaio torna con il numero dell'ADAC.
Sto per agganciare quando quelli dell'assistenza Volkswagen rispondono. Racconto l'accaduto. Mi chiedono se per sbaglio non abbia fatto il pieno di gasolio. Mi prende un colpo. Ci ripenso. Sono sicuro: era benzina. Il benzinaio mi conferma.
Il ragazzo del supporto identifica il distributore in cui ci troviamo e mi mette in contatto con il centro Volkswagen più vicino. Il signore del centro che copre il turno del venerdì sera mi dice che un carro attrezzi sarà da noi entro mezzora.
In realtà arriva dopo un quarto d'ora. Carica la Bora, Zucchero e Dioniso e ci trasporta al centro Volkswagen.
Lì il signore con cui avevo parlato al telefono arriva con un "computer" e lo collega alla Bora. Il "computer" non rileva alcun guasto. La Bora comunque non vuole saperne di partire.
Il signore ipotizza che si sia rotta la pompa della benzina. Io invece ipotizzo che il problema sia nella benzina con cui abbiamo riempito il serbatoio della Bora, ma il signore lo esclude.
Pare comunque che il problema non sia facilmente risolubile e che dovremo lasciare la Bora lì.
Cominciamo a chiederci quali mezzi prendere per tornare a casa.
Il signore ci comunica invece che, considerato il fatto che per i controlli e i tagliandi ci siamo sempre rivolti ai centri Volkswagen, abbiamo diritto ad un'automobile sostitutiva gratuita.
Zucchero ed io ci guardiamo sorpresi.
Il signore ci conduce in ufficio, sbriga le questioni burocratiche e ci consegna le chiavi di una Volkswagen Touran.
Zucchero dice al signore: ma non ci sarebbe qualcosa di più piccolo? Noi speravamo in una Lupo!
Volevamo fare il solito giro di spesette supermercatesche e DMesche
Visto che il nostro viaggio a Francoforte per la serata Benigni aveva esaurito le riserve di carburante, prima di cominciare il giro ci siamo fermati alla pompa Total vicino all'ufficio di Zucchero per il rifornimento.
Dopo aver riempito il serbatoio e pagato il benzinaio mi sono rimesso in macchina. Giro le chiavi, il motore sembra partire, ma poi si spegne. Riprovo. Non parte.
Ah! Si è di nuovo ingolfata!
Riprovo inutilmente, Il rumore del motore risulta molto strano. Dopo vari tentativi formuliamo la diagnosi: la nostra Bora ci ha abbandonato.
Apro il cofano del motore e guardo dentro.
In realtà non ho la minima competenza meccanica. L'azione quindi non ha alcun senso razionale, ma di solito si fa così in queste occasioni e non voglio esimermi dal mio dovere teatral-coreografico.
Scenograficamente e semanticamente però l'azione un senso ce l'ha: lancia un messaggio al benzinaio e agli altri automobilisti: non siamo fermi alla pompa di benzina per una nostra perversione serale: ci si è rotta la macchina.
È la prima volta nelle nostre vite che ci capita una cosa del genere. Mi chiedo: che si fa in questi casi?
Mi viene in mente di chiamare l'ADAC (l'ACI tedesca). Poi mi ricordo di aver letto da qualche parte che la Volkswagen fornisce un servizio di assistenza per i clienti.
Zucchero trova il numero sul libretto delle istruzioni della Bora. Compongo il numero.
Durante l'usuale lunga attesa dei centri di assistenza ai clienti il benzinaio torna con il numero dell'ADAC.
Sto per agganciare quando quelli dell'assistenza Volkswagen rispondono. Racconto l'accaduto. Mi chiedono se per sbaglio non abbia fatto il pieno di gasolio. Mi prende un colpo. Ci ripenso. Sono sicuro: era benzina. Il benzinaio mi conferma.
Il ragazzo del supporto identifica il distributore in cui ci troviamo e mi mette in contatto con il centro Volkswagen più vicino. Il signore del centro che copre il turno del venerdì sera mi dice che un carro attrezzi sarà da noi entro mezzora.
In realtà arriva dopo un quarto d'ora. Carica la Bora, Zucchero e Dioniso e ci trasporta al centro Volkswagen.
Lì il signore con cui avevo parlato al telefono arriva con un "computer" e lo collega alla Bora. Il "computer" non rileva alcun guasto. La Bora comunque non vuole saperne di partire.
Il signore ipotizza che si sia rotta la pompa della benzina. Io invece ipotizzo che il problema sia nella benzina con cui abbiamo riempito il serbatoio della Bora, ma il signore lo esclude.
Pare comunque che il problema non sia facilmente risolubile e che dovremo lasciare la Bora lì.
Cominciamo a chiederci quali mezzi prendere per tornare a casa.
Il signore ci comunica invece che, considerato il fatto che per i controlli e i tagliandi ci siamo sempre rivolti ai centri Volkswagen, abbiamo diritto ad un'automobile sostitutiva gratuita.
Zucchero ed io ci guardiamo sorpresi.
Il signore ci conduce in ufficio, sbriga le questioni burocratiche e ci consegna le chiavi di una Volkswagen Touran.
Zucchero dice al signore: ma non ci sarebbe qualcosa di più piccolo? Noi speravamo in una Lupo!
mercoledì, aprile 22, 2009
Benigni a Francoforte
La sala concerti dell'Alte Oper (vecchio teatro dell'opera) era quasi pieno.
L'entrata in scena è come al solito con la Musica della sigla di Nicola Piovani come nel video qui sotto.
Dopo una fase introduttiva di simpatici ringraziamenti e divertenti battute sul tema italiani e tedeschi, Benigni passa alla lettura di uno o due versi alla volta seguita dalla sua spiegazione: interessante, divertente e coinvolgente.
Il canto è il quinto: quello di Paolo e Francesca.
Dopo un'ora e tre quarti di monologo brillante, veloce e continuo (bisognava avere una grande padronanza della lingua italiana per seguirlo) Benigni cambia totalmente registro e passa alla declamazione di tutto il canto.
È molto bravo.
Unico neo secondo me è l'esaltazione un po' esagerata dei meriti storici degli italiani.
L'entrata in scena è come al solito con la Musica della sigla di Nicola Piovani come nel video qui sotto.
Dopo una fase introduttiva di simpatici ringraziamenti e divertenti battute sul tema italiani e tedeschi, Benigni passa alla lettura di uno o due versi alla volta seguita dalla sua spiegazione: interessante, divertente e coinvolgente.
Il canto è il quinto: quello di Paolo e Francesca.
Dopo un'ora e tre quarti di monologo brillante, veloce e continuo (bisognava avere una grande padronanza della lingua italiana per seguirlo) Benigni cambia totalmente registro e passa alla declamazione di tutto il canto.
È molto bravo.
Unico neo secondo me è l'esaltazione un po' esagerata dei meriti storici degli italiani.
lunedì, aprile 20, 2009
Un percorso storico tra Numeri e Geometria - Parte 8: la Biblioteca di Alessandria: Eratostene, Diofanto e Pappo
Quando frequentavate la scuola elementare la maestra vi diceva che prima di Colombo si pensava che la terra fosse piatta? A me sì.
Bè, è un'affermazione totalmente falsa. Ne parlerò in questa puntata.
Nella puntata precedente dicevamo che un nuovo polo del sapere matematico si ricostituì ad Alessandria ed in particolare nella Biblioteca di Alessandria.
Dicevo inoltre che tra i vari nomi di spicco che vorrei ricordare, oltre al già ricordato Archimede, ci sono Eratostene, Diofanto e Pappo.
Di Eratostene di Cirene (Cirene, 276 a.C. – Alessandria d'Egitto, 194 a.C.) vanno citati assolutamente due grandi risultati: il primo relativo alla Matematica ed in particolare alla Teoria dei Numeri, e il secondo relativo alla Geografia.
Il primo grande risultato è un algoritmo e cioè un metodo per la soluzione di un problema. In particolare quello di Eratostene, in seguito denominato il crivello di Eratostene, è un algoritmo per il calcolo di tutti i numeri primi fino ad un certo numero numero prefissato. Se volete vedere una simpatica animazione del metodo cliccate qui.
Il secondo grande risultato è quello che smentisce la vostra maestra delle scuole elementari.
Eratostene, nel III sec a.C., più di un millennio e mezzo prima della nascita di Colombo, misurò con una certa precisione il meridiano terrestre. Misurò cioè la circonferenza massima della sfera (vabbè, non è proprio una sfera, ma allora questo effettivamente non lo sapevano) terrestre. Questo fatto dimostra quindi che già allora la consapevolezza che la terra non fosse piatta era piuttosto diffusa, almeno tra gli intellettuali.
Eratostene stimò una lunghezza del meridiano terrestre di 252.000 stadi.
Si stima che uno stadio fosse compreso tra i 155 e i 160 metri. L'errore di Eratostene è quindi al massimo di solo il -2,4% rispetto al valore corretto.
Eratostene si accorse che a mezzogiorno del giorno del solstizio d’estate l'ombra proiettata da un'asta verticale nella città di Siene, l'odierna Assuan, (che si trova sul Tropico del Cancro) scompariva totalmente, mentre ad Alessandria l'ombra non scompariva. Ergo la superficie della terra non poteva essere piatta. Eratostene assunse che la forma della terra fosse una sfera e usando la misura di un angolo (tra cateto maggiore e ipotenusa) del triangolo rettangolo con asta e ombra come cateti; e cioè l'angolo di incidenza dei raggi solari, misurò lunghezza del meridiano terrestre pari a 252.000 stadi egizi e quindi, secondo le stime, circa 39.375 km (contro i circa 40.000 reali).
Eratostene si cimentò anche nella creazione di mappe. Trovo molto affascinante questa sua mappa (da premettere che io sono un appassionato di mappe, soprattutto se antiche) dell'intero mondo conosciuto allora: dalle isole britanniche fino a Ceylon e dal Mar Caspio fino all'Etiopia.
Anche se non fu un matematico alessandrino, non posso esimermi dal citare molto brevemente anche Apollonio di Perga (Perga, 262 a.C. – Murtina, 190 a.C.) passato alla storia per i suoi importantissimi lavori sulle sezioni coniche (e cioè ellisse (circonferenza), parabola e iperbole).
Diofanto (200 d.C. 284 d.C.) viene denominato a volte "il padre dell'algebra", anche se più spesso come padre dell'algebra si cita il matematico persiano al-Khwārizmī, nato circa mezzo millennio dopo Diofanto.
Pare che effettivamente Diofanto fu il primo ad ideare l'uso di un simbolismo matematico. Prima di Diofanto si usava esclusivamente il linguaggio naturale. Ad esempio, "l’espressione 3x + 7 = 4x veniva enunciata (e scritta) press'a poco in questo modo: tre volte una quantità incognita addizionate a sette unità sono eguali a quattro volte la stessa quantità incognita".
Per snellire tali lunghe parafrasi Diofanto introdusse alcuni simboli per rappresentare gli operatori aritmetici più comuni prendendoli a prestito dall’alfabeto greco.
Alla notorietà di Diofanto contribuì molto un fatto che avvenne quasi due millenni dopo la morte del matematico alessandrino; e precisamente nel 1637, quando Pierre de Fermat, leggendo la traduzione in latino di Bachet del 1621 dell'"Arithmetica" di Diofanto (la prima traduzione in latino dell'"Arithmetica" fu di un italiano, Raffaele Bombelli, nel 1570, ma non venne mai pubblicata) scrisse ai margini della sua copia il seguente celebre enunciato accompagnato dalla non meno celebre frase:
Non esistono quattro numeri interi positivi a, b, c ed n>2 tali che:
Indice della serie
Bè, è un'affermazione totalmente falsa. Ne parlerò in questa puntata.
Nella puntata precedente dicevamo che un nuovo polo del sapere matematico si ricostituì ad Alessandria ed in particolare nella Biblioteca di Alessandria.
Dicevo inoltre che tra i vari nomi di spicco che vorrei ricordare, oltre al già ricordato Archimede, ci sono Eratostene, Diofanto e Pappo.
Di Eratostene di Cirene (Cirene, 276 a.C. – Alessandria d'Egitto, 194 a.C.) vanno citati assolutamente due grandi risultati: il primo relativo alla Matematica ed in particolare alla Teoria dei Numeri, e il secondo relativo alla Geografia.
Il primo grande risultato è un algoritmo e cioè un metodo per la soluzione di un problema. In particolare quello di Eratostene, in seguito denominato il crivello di Eratostene, è un algoritmo per il calcolo di tutti i numeri primi fino ad un certo numero numero prefissato. Se volete vedere una simpatica animazione del metodo cliccate qui.
Il secondo grande risultato è quello che smentisce la vostra maestra delle scuole elementari.
Eratostene, nel III sec a.C., più di un millennio e mezzo prima della nascita di Colombo, misurò con una certa precisione il meridiano terrestre. Misurò cioè la circonferenza massima della sfera (vabbè, non è proprio una sfera, ma allora questo effettivamente non lo sapevano) terrestre. Questo fatto dimostra quindi che già allora la consapevolezza che la terra non fosse piatta era piuttosto diffusa, almeno tra gli intellettuali.
Eratostene stimò una lunghezza del meridiano terrestre di 252.000 stadi.
Si stima che uno stadio fosse compreso tra i 155 e i 160 metri. L'errore di Eratostene è quindi al massimo di solo il -2,4% rispetto al valore corretto.
Eratostene si accorse che a mezzogiorno del giorno del solstizio d’estate l'ombra proiettata da un'asta verticale nella città di Siene, l'odierna Assuan, (che si trova sul Tropico del Cancro) scompariva totalmente, mentre ad Alessandria l'ombra non scompariva. Ergo la superficie della terra non poteva essere piatta. Eratostene assunse che la forma della terra fosse una sfera e usando la misura di un angolo (tra cateto maggiore e ipotenusa) del triangolo rettangolo con asta e ombra come cateti; e cioè l'angolo di incidenza dei raggi solari, misurò lunghezza del meridiano terrestre pari a 252.000 stadi egizi e quindi, secondo le stime, circa 39.375 km (contro i circa 40.000 reali).
Eratostene si cimentò anche nella creazione di mappe. Trovo molto affascinante questa sua mappa (da premettere che io sono un appassionato di mappe, soprattutto se antiche) dell'intero mondo conosciuto allora: dalle isole britanniche fino a Ceylon e dal Mar Caspio fino all'Etiopia.
Anche se non fu un matematico alessandrino, non posso esimermi dal citare molto brevemente anche Apollonio di Perga (Perga, 262 a.C. – Murtina, 190 a.C.) passato alla storia per i suoi importantissimi lavori sulle sezioni coniche (e cioè ellisse (circonferenza), parabola e iperbole).
Diofanto (200 d.C. 284 d.C.) viene denominato a volte "il padre dell'algebra", anche se più spesso come padre dell'algebra si cita il matematico persiano al-Khwārizmī, nato circa mezzo millennio dopo Diofanto.
Pare che effettivamente Diofanto fu il primo ad ideare l'uso di un simbolismo matematico. Prima di Diofanto si usava esclusivamente il linguaggio naturale. Ad esempio, "l’espressione 3x + 7 = 4x veniva enunciata (e scritta) press'a poco in questo modo: tre volte una quantità incognita addizionate a sette unità sono eguali a quattro volte la stessa quantità incognita".
Per snellire tali lunghe parafrasi Diofanto introdusse alcuni simboli per rappresentare gli operatori aritmetici più comuni prendendoli a prestito dall’alfabeto greco.
Alla notorietà di Diofanto contribuì molto un fatto che avvenne quasi due millenni dopo la morte del matematico alessandrino; e precisamente nel 1637, quando Pierre de Fermat, leggendo la traduzione in latino di Bachet del 1621 dell'"Arithmetica" di Diofanto (la prima traduzione in latino dell'"Arithmetica" fu di un italiano, Raffaele Bombelli, nel 1570, ma non venne mai pubblicata) scrisse ai margini della sua copia il seguente celebre enunciato accompagnato dalla non meno celebre frase:
Non esistono quattro numeri interi positivi a, b, c ed n>2 tali che:
an + bn = cn
"Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto di questa pagina".
In realtà questa non era né l'unico enunciato che Fermat scrisse ai margini della sua copia dell'Arithmetica né l'unico enunciato di cui non fornì la dimostrazione. Il suddetto enunciato divenne però celeberrimo in quanto tutti gli altri vennero dimostrati negli anni successivi alla morte di Fermat, mentre questo rimase indimostrato per più di 350 anni. Generazioni di illustri matematici tentarono inutilmente di dimostrarlo. Per questo, da un certo punto in poi venne chiamato l'ultimo (o grande) teorema di Fermat.
Questa storia la vedremo però con maggiori dettagli in diverse delle puntate seguenti.
L'ultimo matematico alessandrino che vorrei ricordare è Pappo di Alessandria (290 d.C. – 350 d.C.)
Pappo di Alessandria visse in un periodo di decadenza degli studi geometrici. Di tutte le sue opere l'unica pervenutaci è quella intitolata Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae.
È in questa opera che Pappo dimostra il teorema dell'esagono che ricopre un ruolo fondamentale nella moderna geometria proiettiva e con cui ho avuto a che fare durante i miei studi nell'esame di Geometria I.
Nella prossima puntata vedremo il declino della Biblioteca di Alessandria ....
In realtà questa non era né l'unico enunciato che Fermat scrisse ai margini della sua copia dell'Arithmetica né l'unico enunciato di cui non fornì la dimostrazione. Il suddetto enunciato divenne però celeberrimo in quanto tutti gli altri vennero dimostrati negli anni successivi alla morte di Fermat, mentre questo rimase indimostrato per più di 350 anni. Generazioni di illustri matematici tentarono inutilmente di dimostrarlo. Per questo, da un certo punto in poi venne chiamato l'ultimo (o grande) teorema di Fermat.
Questa storia la vedremo però con maggiori dettagli in diverse delle puntate seguenti.
L'ultimo matematico alessandrino che vorrei ricordare è Pappo di Alessandria (290 d.C. – 350 d.C.)
Pappo di Alessandria visse in un periodo di decadenza degli studi geometrici. Di tutte le sue opere l'unica pervenutaci è quella intitolata Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae.
È in questa opera che Pappo dimostra il teorema dell'esagono che ricopre un ruolo fondamentale nella moderna geometria proiettiva e con cui ho avuto a che fare durante i miei studi nell'esame di Geometria I.
Nella prossima puntata vedremo il declino della Biblioteca di Alessandria ....
Indice della serie
7 commenti:
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venerdì, aprile 17, 2009
A cena con Carofiglio
Sono abbonato alla lista elettronica dell'Istituto Italiano di Cultura di Francoforte.
Qualche settimana fa ho ricevuto il seguente messaggio:
Per la rassegna di incontri letterari UN LIBRO AL MESE l’Istituto Italiano di Cultura Vi invita alla presentazione del libro Il passato è una terra straniera di Gianrico Carofiglio, alla presenza dell’autore.
CENA CON L’AUTORE GIANRICO CAROFIGLIO
In occasione della rassegna di incontri letterari UN LIBRO AL MESE l’Istituto Italiano di Cultura offre l’opportunitá di trascorrere una serata in compagnia di Gianrico Carofiglio autore del libro Il passato è una terra straniera, presso il Ristorante Verdi, Eschersheimer Landstr. 44.
Io ho letto il suo primo romanzo e mi è piaciuto. Zucchero li ha letti quasi tutti ed è una sua ammiratrice. Quindi non ci siamo fatti sfuggire l'occasione.
Abbiamo prima ascoltato la lettura di alcuni brani del libro. Io non l'ho ancora letto, ma penso che lo faro presto. I passi letti dall'autore mi sono parsi molto stimolanti.
Pare che sia atato anche girata una pellicola ispirata al libro.
Poi c'è stato il commento e il dibattito con domande dal pubblico.
Zucchero ha fatto la prima domanda.
L'umorismo dell'autore mi è piaciuto molto.
Un fatto strano era che le sue battute venivano accolte con delle risa, quando queste venivano poi tradotte in tedesco dalla moderatrice (Dr. Anna Campanile) venivano invece accolte da un silenzio plutonico. Mi sono chiesto se si trattasse di una questione di traduzione oppure di un fatto di diverso senso dell'umorismo.
Dulcis in fundo la cena con l'autore
Alla presentazione eravamo più di cento. Pensavamo che la tavola sarebbe stata affollata.
Giunti invece al Ristorante Verdi il proprietario pugliese ci comunica che i prenotati sono solo sei compreso l'autore.
Dopo di noi arriva il gruppetto che accompagna lo scrittore: la direttrice dell'istituto, la Dr. Anna Campanile con il marito e due ignote signore tedesche. Noi eravamo in compagnia di un nostro vecchio conoscente italiano in Germania da 30 anni.
Alla fine siamo quindi in nove. Zucchero, il nostro amico ed io eravamo già seduti.
La direttrice invita Carofiglio (o forse ora dovrei chiamarlo Gianrico;-) a sedersi alla mia sinistra.
MENÙ:
Entrée
----------
Fusilli primavera o Risotto primavera
----------
Coda di filetto di manzo con verdure di stagione
o filetto di orata alla livornese con verdure di stagione
----------
Il nostro amico italiano esordisce con: "Onorevole Carofiglio! Pensi che loro sono venuti da Heidelberg per lei."
-"Lasciamo perdere l'«onorevole»", risponde l'autore con spirito.
Poi ci chiede di Heidelberg.
Per il resto della serata si discute piacevolmente degli argomenti più disparati.
Un commento sul mio abbigliamento innesca una discussione inizialmente un pochino imbarazzante per me; ma l'imbarazzo passa presto.
A fine serata non poteva mancare la foto con l'autore tra Zucchero e Dioniso.
Mi è stato però vietato di pubblicarla: sia da Zucchero che dall'autore.
Non oserei mai contravvenire.
Qualche settimana fa ho ricevuto il seguente messaggio:
Per la rassegna di incontri letterari UN LIBRO AL MESE l’Istituto Italiano di Cultura Vi invita alla presentazione del libro Il passato è una terra straniera di Gianrico Carofiglio, alla presenza dell’autore.
CENA CON L’AUTORE GIANRICO CAROFIGLIO
In occasione della rassegna di incontri letterari UN LIBRO AL MESE l’Istituto Italiano di Cultura offre l’opportunitá di trascorrere una serata in compagnia di Gianrico Carofiglio autore del libro Il passato è una terra straniera, presso il Ristorante Verdi, Eschersheimer Landstr. 44.
Io ho letto il suo primo romanzo e mi è piaciuto. Zucchero li ha letti quasi tutti ed è una sua ammiratrice. Quindi non ci siamo fatti sfuggire l'occasione.
Abbiamo prima ascoltato la lettura di alcuni brani del libro. Io non l'ho ancora letto, ma penso che lo faro presto. I passi letti dall'autore mi sono parsi molto stimolanti.
Pare che sia atato anche girata una pellicola ispirata al libro.
Poi c'è stato il commento e il dibattito con domande dal pubblico.
Zucchero ha fatto la prima domanda.
L'umorismo dell'autore mi è piaciuto molto.
Un fatto strano era che le sue battute venivano accolte con delle risa, quando queste venivano poi tradotte in tedesco dalla moderatrice (Dr. Anna Campanile) venivano invece accolte da un silenzio plutonico. Mi sono chiesto se si trattasse di una questione di traduzione oppure di un fatto di diverso senso dell'umorismo.
Dulcis in fundo la cena con l'autore
Alla presentazione eravamo più di cento. Pensavamo che la tavola sarebbe stata affollata.
Giunti invece al Ristorante Verdi il proprietario pugliese ci comunica che i prenotati sono solo sei compreso l'autore.
Dopo di noi arriva il gruppetto che accompagna lo scrittore: la direttrice dell'istituto, la Dr. Anna Campanile con il marito e due ignote signore tedesche. Noi eravamo in compagnia di un nostro vecchio conoscente italiano in Germania da 30 anni.
Alla fine siamo quindi in nove. Zucchero, il nostro amico ed io eravamo già seduti.
La direttrice invita Carofiglio (o forse ora dovrei chiamarlo Gianrico;-) a sedersi alla mia sinistra.
MENÙ:
Entrée
----------
Fusilli primavera o Risotto primavera
----------
Coda di filetto di manzo con verdure di stagione
o filetto di orata alla livornese con verdure di stagione
----------
Il nostro amico italiano esordisce con: "Onorevole Carofiglio! Pensi che loro sono venuti da Heidelberg per lei."
-"Lasciamo perdere l'«onorevole»", risponde l'autore con spirito.
Poi ci chiede di Heidelberg.
Per il resto della serata si discute piacevolmente degli argomenti più disparati.
Un commento sul mio abbigliamento innesca una discussione inizialmente un pochino imbarazzante per me; ma l'imbarazzo passa presto.
A fine serata non poteva mancare la foto con l'autore tra Zucchero e Dioniso.
Mi è stato però vietato di pubblicarla: sia da Zucchero che dall'autore.
Non oserei mai contravvenire.
mercoledì, aprile 15, 2009
Tutta colpa di Giuda
Ieri siamo stati al Tibur a vedere Tutta colpa di Giuda.
Ci è piaciuto.
Dopodiché abbiamo chiuso il nostro pomeriggio romano con la visita ad una delle nostre sette basiliche gastronomiche: l'enoteca di Trimani.
Crostini di bufala e lardo di colonnata
Linguine al pesto
Salsicce e patate
Tiramisù
Pie di lamponi con cioccolato
Tutto eccellente.
Ci è piaciuto.
Dopodiché abbiamo chiuso il nostro pomeriggio romano con la visita ad una delle nostre sette basiliche gastronomiche: l'enoteca di Trimani.
Crostini di bufala e lardo di colonnata
Linguine al pesto
Salsicce e patate
Tiramisù
Pie di lamponi con cioccolato
Tutto eccellente.
domenica, aprile 12, 2009
Pasqua gastroenterica
Quest anno non potrò consumare la tradizionale colazione pasquale a base di coratella, frittata con gli asparagi, pizza di pasqua, salame e uova sode.
I sintomi hanno cominciato a manifestarsi venerdì pomeriggio.
Viaggiare per più di tre ore con i mezzi pubblici accompagnati dai suddetti sintomi è un'esperienza indimenticabile.
Ieri la situazione è peggiorata: l'unico pasto che è rimasto soddisfatto del mio stomaco è stata la colazione; il pranzo e la cena invece non hanno apprezzato l'ambiente e hanno voluto abbandonarlo. Non c'è stato verso di fargli cambiare idea.
Tra un po' riproverò con la colazione. Immagino che dovrò rinunciare alla mia amatissima zuppa di latte.
Auguro comunque a tutti i lettori di trascorrere una buona domenica e un buon lunedì di Pasqua (per lo meno meglio di come li trascorrerò io).
I sintomi hanno cominciato a manifestarsi venerdì pomeriggio.
Viaggiare per più di tre ore con i mezzi pubblici accompagnati dai suddetti sintomi è un'esperienza indimenticabile.
Ieri la situazione è peggiorata: l'unico pasto che è rimasto soddisfatto del mio stomaco è stata la colazione; il pranzo e la cena invece non hanno apprezzato l'ambiente e hanno voluto abbandonarlo. Non c'è stato verso di fargli cambiare idea.
Tra un po' riproverò con la colazione. Immagino che dovrò rinunciare alla mia amatissima zuppa di latte.
Auguro comunque a tutti i lettori di trascorrere una buona domenica e un buon lunedì di Pasqua (per lo meno meglio di come li trascorrerò io).
giovedì, aprile 09, 2009
Milk (Harvey)
Come al solito sono andato senza avere idea di quale fosse la trama della pellicola seguendo solo le indicazioni di Zucchero.
Dal titolo pensavo che l'ambientazione fosse in un caseificio.
Invece ho scoperto che Milk era un cognome: quello di Harvey Milk, per l'appunto.
Ho appreso quindi la storia di un politico e di un movimento di cui non sapevo essenzialmente nulla.
Dal titolo pensavo che l'ambientazione fosse in un caseificio.
Invece ho scoperto che Milk era un cognome: quello di Harvey Milk, per l'appunto.
Ho appreso quindi la storia di un politico e di un movimento di cui non sapevo essenzialmente nulla.
mercoledì, aprile 08, 2009
Terremoto in Abruzzo e cattivo gusto mediatico
Terremoto in Abruzzo il TG1 pensa all'audience - Aldo Grasso
Stavolta mi trovo pienamente d'accordo con Aldo Grasso.
Che lo facciano un po' tutti dietro le quinte lo si può intuire, ma che lo si faccia in modo così pubblico, sfacciato e spudorato è proprio vergognoso. Un cattivo gusto che non mi aspetterei neppure da una piccola emittente di provincia. Invece stiamo parlando della prima rete della televisione pubblica.
Poi c'é questa perla di saggezza religiosa segnalatami dall'amico ubik.
Qui però parliamo di Radio Maria, e da questa emittente corbellerie del genere uno un po' se l'aspetta, ma da RAI 1....
Stavolta mi trovo pienamente d'accordo con Aldo Grasso.
Che lo facciano un po' tutti dietro le quinte lo si può intuire, ma che lo si faccia in modo così pubblico, sfacciato e spudorato è proprio vergognoso. Un cattivo gusto che non mi aspetterei neppure da una piccola emittente di provincia. Invece stiamo parlando della prima rete della televisione pubblica.
Poi c'é questa perla di saggezza religiosa segnalatami dall'amico ubik.
Qui però parliamo di Radio Maria, e da questa emittente corbellerie del genere uno un po' se l'aspetta, ma da RAI 1....
martedì, aprile 07, 2009
Terremoto all' Aquila
Abbiamo appreso la notizia ieri mattina verso le 7:30.
Mi ero connesso come al solito al sito di Radio 3 per ascoltare la rassegna stampa mentre preparavo la colazione. Era una colazione speciale in quanto avevamo una celebrazione in famiglia. Non ascoltavo quindi attivamente la rassegna e forse anche per il tono della voce del commentatore ho completamente ignorato le notizie che stavano probabilmente dando.
Mentre consumavamo la colazione e la celebrazione hanno chiamato i miei genitori, attualmente in crociera nel mediterraneo orientale (un nostro regalo per il 40° anniversario), per gli auguri.
Oltre agli auguri mia madre ci comunica anche la terribile notizia.
Il pensiero, oltre che ovviamente alle vittime e ai danni già accertati, va ai parenti e amici che vivono in prossimità della zona colpita.
Cominciano le telefonate e i contatti.
Andiamo alla ricerca dell'epicentro e veniamo a sapere che si trova vicinissimo a Paganica, il paese di un mio amico che legge anche il blog. So che si trova ad Atene per un periodo di lavoro, ma non so se è già tornato a Paganica per le vacanze pasquali.
Sono un po' preoccupato. Gli scrivo un email, ma non ricevo risposta.
Dopo pranzo mi decido a chiamarlo. Mi risponde da Atene. Fortunatamente la casa dei suoi genitori ha tenuto. Hanno dovuto però abbandonarla e percorrendo la Salaria, in quanto la A24 era chiusa, sono riusciti ad arrivare a Roma per trasferirsi nel piccolo appartamento del mio amico.
Lui sarebbe partito stamane per raggiungerli.
Spero che presto mi aggiorni sulla situazione.
Anche nel mio paese di origine la scossa è stata forte, ma fortunatamente senza provocare danni. Ho chiamato mia nonna che mi ha detto di essersi svegliata insieme alla badante e di avere passato la notte vegliando nello spavento.
Per quanto riguarda gli aiuti
Ho appena sentito alla radio che sarebbe meglio attenersi alle comunicazioni della Protezione Civile. Soprattutto per ciò che riguarda volontariato e donazioni di sangue
È encomiabile infatti mostrarsi solidali, ma anche un'esagerazione nelle offerte di aiuti e soccorsi potrebbe creare problemi organizzativi ed intralciare le attività dei soccorritori veri.
Più che una pur lodevole solidarietà pasquale ci sarà sicuramente bisogno di una solidarietà a più lungo termine.
Per contribuire rapidamente e facilmente con una piccola donazione di 1 € alla protezione civile si può mandare un SMS al numero 48580.
Per contribuiti più consistenti:
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 (BIC: CCRTIT2T84A)
Croce Rossa Italiana:
Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati - Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 - Roma,
intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma,
codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020,
causale pro terremoto Abruzzo;
Conto corrente postale n. 300004 intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma,
codice Iban IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004,
causale pro terremoto Abruzzo.
E' anche possibile effettuare dei versamenti online, attraverso il sito web della Cri.
I consigli presi da qui:
Il Dipartimento della Protezione Civile raccomanda di:
- non mettersi in viaggio verso i luoghi colpiti dal terremoto;
- limitare al massimo l'uso del telefono, per agevolare tutte le operazioni di soccorso e lasciare libere le linee agli operatori, evitando sovraccarichi di rete.
Cosa fare in caso di terremoto:
- Cercate riparo all'interno di un vano di una porta inserita sotto un muro portante o sotto una trave: se rimanete al centro della stanza, infatti, potreste essere feriti dalla caduta di vetri, intonaco o altro materiale.
- Non precipitatevi per le scale: dopo una scossa sismica sono la parte più debole di un edificio. Per lo stesso motivo non usate l’ascensore che potrebbe bloccarsi.
- Alla fine della scossa ricordatevi, prima di uscire di casa, di chiudere gli interruttori generali del gas e della corrente elettrica per evitare di innescare incendi e deflagrazioni.
- Da ultimo vi ricordiamo di non bloccare le strade con le auto: lasciatele libere per i mezzi di soccorso.
Mi ero connesso come al solito al sito di Radio 3 per ascoltare la rassegna stampa mentre preparavo la colazione. Era una colazione speciale in quanto avevamo una celebrazione in famiglia. Non ascoltavo quindi attivamente la rassegna e forse anche per il tono della voce del commentatore ho completamente ignorato le notizie che stavano probabilmente dando.
Mentre consumavamo la colazione e la celebrazione hanno chiamato i miei genitori, attualmente in crociera nel mediterraneo orientale (un nostro regalo per il 40° anniversario), per gli auguri.
Oltre agli auguri mia madre ci comunica anche la terribile notizia.
Il pensiero, oltre che ovviamente alle vittime e ai danni già accertati, va ai parenti e amici che vivono in prossimità della zona colpita.
Cominciano le telefonate e i contatti.
Andiamo alla ricerca dell'epicentro e veniamo a sapere che si trova vicinissimo a Paganica, il paese di un mio amico che legge anche il blog. So che si trova ad Atene per un periodo di lavoro, ma non so se è già tornato a Paganica per le vacanze pasquali.
Sono un po' preoccupato. Gli scrivo un email, ma non ricevo risposta.
Dopo pranzo mi decido a chiamarlo. Mi risponde da Atene. Fortunatamente la casa dei suoi genitori ha tenuto. Hanno dovuto però abbandonarla e percorrendo la Salaria, in quanto la A24 era chiusa, sono riusciti ad arrivare a Roma per trasferirsi nel piccolo appartamento del mio amico.
Lui sarebbe partito stamane per raggiungerli.
Spero che presto mi aggiorni sulla situazione.
Anche nel mio paese di origine la scossa è stata forte, ma fortunatamente senza provocare danni. Ho chiamato mia nonna che mi ha detto di essersi svegliata insieme alla badante e di avere passato la notte vegliando nello spavento.
Per quanto riguarda gli aiuti
Ho appena sentito alla radio che sarebbe meglio attenersi alle comunicazioni della Protezione Civile. Soprattutto per ciò che riguarda volontariato e donazioni di sangue
È encomiabile infatti mostrarsi solidali, ma anche un'esagerazione nelle offerte di aiuti e soccorsi potrebbe creare problemi organizzativi ed intralciare le attività dei soccorritori veri.
Più che una pur lodevole solidarietà pasquale ci sarà sicuramente bisogno di una solidarietà a più lungo termine.
Per contribuire rapidamente e facilmente con una piccola donazione di 1 € alla protezione civile si può mandare un SMS al numero 48580.
Per contribuiti più consistenti:
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 (BIC: CCRTIT2T84A)
Croce Rossa Italiana:
Conto corrente bancario C/C n. 218020 presso Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati - Tesoreria - via San Nicola da Tolentino 67 - Roma,
intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma,
codice Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020,
causale pro terremoto Abruzzo;
Conto corrente postale n. 300004 intestato a Croce Rossa Italiana via Toscana 12 - 00187 Roma,
codice Iban IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004,
causale pro terremoto Abruzzo.
E' anche possibile effettuare dei versamenti online, attraverso il sito web della Cri.
I consigli presi da qui:
Il Dipartimento della Protezione Civile raccomanda di:
- non mettersi in viaggio verso i luoghi colpiti dal terremoto;
- limitare al massimo l'uso del telefono, per agevolare tutte le operazioni di soccorso e lasciare libere le linee agli operatori, evitando sovraccarichi di rete.
Cosa fare in caso di terremoto:
- Cercate riparo all'interno di un vano di una porta inserita sotto un muro portante o sotto una trave: se rimanete al centro della stanza, infatti, potreste essere feriti dalla caduta di vetri, intonaco o altro materiale.
- Non precipitatevi per le scale: dopo una scossa sismica sono la parte più debole di un edificio. Per lo stesso motivo non usate l’ascensore che potrebbe bloccarsi.
- Alla fine della scossa ricordatevi, prima di uscire di casa, di chiudere gli interruttori generali del gas e della corrente elettrica per evitare di innescare incendi e deflagrazioni.
- Da ultimo vi ricordiamo di non bloccare le strade con le auto: lasciatele libere per i mezzi di soccorso.
lunedì, aprile 06, 2009
Di nuovo una domenica con ospiti: fiori fritti di Obama, paninetti, pizza e profiterol
Ieri abbiamo avuto di nuovo ospiti.
Per la prima volta in casa nostra si è cenato ad un orario tedesco; e cioè alle 18:30.
Le preparazioni sono cominciate il venerdì sera con i bignettini.
Il sabato è stata la volta delle creme, delle panne e delle cioccolate.
Io ho assistito di nuovo la pasticcera prestando la mia manodopera per compiti di bassa manovalanza come: imburrare le teglie, mescolare, assistere nella farcitura dei bignè, e il solito compito ingrato e frustrante: gli assaggi.
La domenica mattina, mentre io ero impegnato nella mia camminata nordica, Zucchero ha preparato i due diversi impasti per i paninetti e per le pizze.
Per pranzo ci siamo mantenuti leggeri: una polpetta di baccalà a testa ed una bella insalatina primaverile mista.
Dopo pranzo Zucchero ha guarnito il profiterol.
Più tardi ha preparato i paninetti.
Io ho contribuito attivamente solo con uno dei miei cavalli di battaglia: i fiori di zucchina fritti. Li avevo comprati venerdì mattina da Antonio, il mio fruttivendolo italico di fiducia.
Quando li ho presi Antonio mi ha detto:
- lo sai che questi fiori li mangerà pure Obama?
- In che senso li mangerà pure Obama?
- Come! Non sai che Obama verrà a Baden-Baden?
Effettivamente non avevo ancora sentito parlare del vertice NATO di Baden-Baden.
Pare che a cucinare al vertice di Baden-Baden ci sia stato (e che t'oo dico a fa'?!) un cuoco italiano pluristellato che avrebbe ordinato ad Antonio una serie di verdure costosissime tra cui la partita di fiori di zucchina alcuni dei quali sono finiti tra le mie mani....
Stranamente lo sfrigolio della fritura stavolta era un po' diverso.... sembrava una nenia.... quasi una melodia corale..... forse somigliava un po' a questa melodia.
Noi e i nostri ospiti siamo stati deliziati ed onorati da tale corrispondenza spiritual-gastronomica che ci collegava idealmente alla materia prima finita anche in cotanto celebri fauci presidenziali.
Alle 18:30 arrivano gli ospiti e la tavola è pronta per gli antipasti.
Poscia comincia ad arrivare la serie di pizze: cipolla, prosciutto e mozzarella; pomodoro e mozzarella; patate e mozzarella; radicchio, salsiccia e mozzarella; bis di pomodoro e mozzarella.
Infine abbiamo concluso con sua altezza profiterol abbinato con un Moscato d'Asti - Vignaioli di S. Stefano.
Per la prima volta in casa nostra si è cenato ad un orario tedesco; e cioè alle 18:30.
Le preparazioni sono cominciate il venerdì sera con i bignettini.
Il sabato è stata la volta delle creme, delle panne e delle cioccolate.
Io ho assistito di nuovo la pasticcera prestando la mia manodopera per compiti di bassa manovalanza come: imburrare le teglie, mescolare, assistere nella farcitura dei bignè, e il solito compito ingrato e frustrante: gli assaggi.
La domenica mattina, mentre io ero impegnato nella mia camminata nordica, Zucchero ha preparato i due diversi impasti per i paninetti e per le pizze.
Per pranzo ci siamo mantenuti leggeri: una polpetta di baccalà a testa ed una bella insalatina primaverile mista.
Dopo pranzo Zucchero ha guarnito il profiterol.
Più tardi ha preparato i paninetti.
Io ho contribuito attivamente solo con uno dei miei cavalli di battaglia: i fiori di zucchina fritti. Li avevo comprati venerdì mattina da Antonio, il mio fruttivendolo italico di fiducia.
Quando li ho presi Antonio mi ha detto:
- lo sai che questi fiori li mangerà pure Obama?
- In che senso li mangerà pure Obama?
- Come! Non sai che Obama verrà a Baden-Baden?
Effettivamente non avevo ancora sentito parlare del vertice NATO di Baden-Baden.
Pare che a cucinare al vertice di Baden-Baden ci sia stato (e che t'oo dico a fa'?!) un cuoco italiano pluristellato che avrebbe ordinato ad Antonio una serie di verdure costosissime tra cui la partita di fiori di zucchina alcuni dei quali sono finiti tra le mie mani....
Stranamente lo sfrigolio della fritura stavolta era un po' diverso.... sembrava una nenia.... quasi una melodia corale..... forse somigliava un po' a questa melodia.
Noi e i nostri ospiti siamo stati deliziati ed onorati da tale corrispondenza spiritual-gastronomica che ci collegava idealmente alla materia prima finita anche in cotanto celebri fauci presidenziali.
Alle 18:30 arrivano gli ospiti e la tavola è pronta per gli antipasti.
Poscia comincia ad arrivare la serie di pizze: cipolla, prosciutto e mozzarella; pomodoro e mozzarella; patate e mozzarella; radicchio, salsiccia e mozzarella; bis di pomodoro e mozzarella.
Infine abbiamo concluso con sua altezza profiterol abbinato con un Moscato d'Asti - Vignaioli di S. Stefano.
domenica, aprile 05, 2009
Salvatore
Dopo il primo contatto con Salvatore, il cui vero nome è come quello del bambino de "La Storia" privato degli estremi, ne sono seguiti altri.
Gli ho inizialmente spiegato che per le notizie più dettagliate, visto soprattutto che il tedesco non è la mia lingua, avrebbe dovuto aspettare qualche giorno.
La sua risposta è stata: perché non ci sentiamo al telefono?! Una voce può dire molto sulla natura di un uomo.
Ho risposto dandogli un po' di mie notizie più dettagliate, soprattutto sugli ultimi quattro anni e concludendo che, pur condividendo la sua osservazione, non mi sento ancora pronto per un contatto telefonico.... ho paura che usando il tedesco non riuscirei ad esprimergli alcune delle sensazioni e dei sentimenti di cui vorrei parlargli.
Ho lasciato comunque la possibilità aperta: magari sono troppo riflessivo....
Forse dopo Pasqua. Vorrei però pianificarlo. Non vorrei trovarmi in situazioni del tipo che sto per uscire per andare ad un appuntamento per il quale sono in ritardo e ricevo una chiamata di Salvatore.
La sua risposta è stata promettente: ti capisco completamente e dopo questa risposta conosco anche qualcosa in più su di te. Non sentirti assolutamente obbligato. Possiamo continuare a scriverci e sentirci quando ne avrai voglia.
Gli ho inizialmente spiegato che per le notizie più dettagliate, visto soprattutto che il tedesco non è la mia lingua, avrebbe dovuto aspettare qualche giorno.
La sua risposta è stata: perché non ci sentiamo al telefono?! Una voce può dire molto sulla natura di un uomo.
Ho risposto dandogli un po' di mie notizie più dettagliate, soprattutto sugli ultimi quattro anni e concludendo che, pur condividendo la sua osservazione, non mi sento ancora pronto per un contatto telefonico.... ho paura che usando il tedesco non riuscirei ad esprimergli alcune delle sensazioni e dei sentimenti di cui vorrei parlargli.
Ho lasciato comunque la possibilità aperta: magari sono troppo riflessivo....
Forse dopo Pasqua. Vorrei però pianificarlo. Non vorrei trovarmi in situazioni del tipo che sto per uscire per andare ad un appuntamento per il quale sono in ritardo e ricevo una chiamata di Salvatore.
La sua risposta è stata promettente: ti capisco completamente e dopo questa risposta conosco anche qualcosa in più su di te. Non sentirti assolutamente obbligato. Possiamo continuare a scriverci e sentirci quando ne avrai voglia.
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