Come ogni anno tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre nella nostra città arriva la rassegna Cinema! Italia!.
Questo è il programma del 2009
EX
GALANTUOMINI
GIULIA NON ESCE LA SERA
IL PAPÀ DI GIOVANNA
LA RAGAZZA DEL LAGO
SI PUÒ FARE
Come al solito, prima della visione non voglio sapere assolutamente nulla sulla trama. Quindi, con alcune eccezioni, come nel caso di Ipazia-Agorà (post precedente) cerco di non leggere mai descrizioni, non vedere mai trailers e non leggere mai critiche anticipatamente. A volte lo faccio dopo la visione.
La prima pellicola che abbiamo visto è stata Galantuomini
di Edoardo Winspeare.
Il film complessivamente mi è piaciuto abbastanza. A Zucchero un po' meno.
L'intreccio è sicuramente molto interessante e promettente. Ci sono state però un paio di scene che non mi hanno convinto. Una non l'ho proprio capita. (Magari se qualcuno ha visto il film e l'ha capita me la potrebbe spiegare. È quella con i protagonisti bambini sulla barca sul fiume con l'uomo e la vecchia). L'altra non mi ha convinto dal punto di vista della logica dello sviluppo della trama.
Qui c'è un piccolo estratto di scene della pellicola.
Potevamo esprimere dei giudizi. Ho dato buono.
Qui troverete trama e recensione.
Stasera vedremo "Si può fare" con seguito di cena con o da amici.
Venerdì 27 abbiamo visto Si Può Fare. Pellicola "ispirata alle storie vere delle cooperative sociali nate negli anni ottanta per dare lavoro ai pazienti dimessi dai manicomi in seguito alla Legge Basaglia, in particolare a quella della cooperativa "Noncello" di Pordenone. Il film è dedicato alle oltre 2.500 cooperative sociali esistenti in Italia e ai 30.000 soci diversamente abili che vi lavorano."
Mi è piaciuto. A Zucchero più che a me. Io ho dato tra buono e ottimo. Zucchero ha dato ottimo.
Qui troverete trama, interviste e recensioni.
Intervista al regista.
Intervista a Claudio Bisio e Anita Caprioli.
Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
venerdì, novembre 27, 2009
martedì, novembre 24, 2009
Un percorso storico tra Numeri e Geometria - Parte 9 bis: ascea e declino della Biblioteca di Alessandria: Ipazia
"Inventò l'astrolabio, il planisfero e l'idroscopio. Poi un giorno, qualcuno ordinò: 'uccidete Ipazia'".
Viste le discussioni che recentemente si sono generate intorno alla figura di Ipazia di Alessandria (tra il 350 e il 370 – marzo 415 - Alessandria d'Egitto) mi sento in dovere di colmare una lacuna della nona puntata di questa mia serie.
Qui sicuramente vi chiederete, com'è possibile che nel XXI secolo si sia generata una discussione sulla figura di una donna matematica e filosofa vissuta tra il IV e il V secolo? Chi dobbiamo ringraziare per questo miracolo? Bè, certamente buona parte dei meriti vanno al regista spagnolo Alejandro Amenábar, direttore dalla pellicola Agorà. Agorà è stata girata in lingua inglese ed è uscita il 9 Ottobre in Spagna. La pellicola racconta per l'appunto la vita di Ipazia e il suo assassinio perpetrato da una folla di cristiani inferociti nel Marzo del 415.
La discussione è stata innescata sia dalla pellicola in se - che lodevolmente riaccende i riflettori su una figura quasi dimenticata anche se storicamente, culturalmente ma anche simbolicamente importante - che dal fatto che il film non è ancora stato distribuito in Italia.
Dicevo di voler colmare una lacuna della nona puntata di questa mia serie.
La vicenda di Ipazia va infatti sicuramente inquadrata tra gli eventi della fase di declino della Biblioteca di Alessandria (o da un punto di vista più generale tra gli eventi della fase di declino della cultura antica spazzata gradualmente via dalle nuove idee della società cristianizzata). Nella nona puntata di questa mia serie avevamo per l'appunto parlato dell'ascesa e del declino della Biblioteca di Alessandria. E fu proprio nell'ambito di quell'eccezionale contesto culturale che Ipazia si formò, introdotta alla Scienza da suo padre Teone, geometra e filosofo d’Alessandria.
Ipazia è ricordata come la prima donna matematica storicamente nota e come una delle scienziate più famose dell'epoca. Arrivò addirittura ad essere direttrice della Biblioteca di Alessandria.
Sul motivo per cui la pellicola di Amenábar probabilmente non giungerà in Italia ci sono sostanzialmente due interpretazioni.
C’è chi sostiene che questo dipenda soprattutto dal fatto che la Chiesa si opporrebbe alla distribuzione, visto che il mandante del barbaro assassinio di Ipazia sarebbe stato Cirillo di Alessandria, santo, dottore e padre della Chiesa celebrato il 27 Giugno.
Citando il Numero 130 della rivista Rudi Mathematici "La figura di Cirillo non è secondaria, se appena due anni fa, da piazza San Pietro, papa Benedetto XVI ha ribadito la sua perfetta aderenza al pensiero cristiano".
Per quanto riguarda l'altra interpretazione cito di nuovo la rivista Rudi Mathematici: "Non vogliamo crederci (n.d.D. alla prima interpretazione): paradossalmente, sarebbe quasi una lusinga speciale, per il pubblico
matematico italiano, quella di essere riusciti ad attrarre l’attenzione preoccupata del Vaticano. Temiamo che la ragione sia più banale, persino più triste: ovvero che i distributori del film pensino che distribuire Agorà in Italia sia semplicemente un cattivo affare, che non ne valga la pena."
A ancora sulla figura di Ipazia: "Certo è che ci piacerebbe davvero che di Ipazia si tornasse a parlare. È un personaggio dal fascino e dalla bellezza assoluti, non solo per i cultori della matematica e della scienza. È il simbolo della conoscenza e della propagazione della conoscenza, e come tale un simbolo profondamente femminile. È una martire, ma martire pagana, civile, oseremmo dire martire della ragione, e sicuramente martire della scienza. Anche se rinunciamo a prendercela con Sant’Agostino, per il quale “matematici” era un insulto, vorremmo però quantomeno avere la libertà di innamorarci di questa donna che viveva di libri e di scienza, di matematica e di filosofia."
Quale che sia l'interpretazione voglio comunque pubblicizzare su questo blog la petizione affinché la pellicola di Amenabar venga distribuita in Italia. Riporto quindi la locandina con la petizione.
http://www.petitiononline.com/agorait/petition.html
Qui invece troverete la puntata del Terzo Anello: Radio3 Scienza dedicata ad Ipazia: Tutti pazzi per Ipazia
E questo infine è il trailer (madonna mi è scappato un anglicismo! ;-):
Puntata successiva della serie
Indice della serie
Viste le discussioni che recentemente si sono generate intorno alla figura di Ipazia di Alessandria (tra il 350 e il 370 – marzo 415 - Alessandria d'Egitto) mi sento in dovere di colmare una lacuna della nona puntata di questa mia serie.
Qui sicuramente vi chiederete, com'è possibile che nel XXI secolo si sia generata una discussione sulla figura di una donna matematica e filosofa vissuta tra il IV e il V secolo? Chi dobbiamo ringraziare per questo miracolo? Bè, certamente buona parte dei meriti vanno al regista spagnolo Alejandro Amenábar, direttore dalla pellicola Agorà. Agorà è stata girata in lingua inglese ed è uscita il 9 Ottobre in Spagna. La pellicola racconta per l'appunto la vita di Ipazia e il suo assassinio perpetrato da una folla di cristiani inferociti nel Marzo del 415.
La discussione è stata innescata sia dalla pellicola in se - che lodevolmente riaccende i riflettori su una figura quasi dimenticata anche se storicamente, culturalmente ma anche simbolicamente importante - che dal fatto che il film non è ancora stato distribuito in Italia.
Dicevo di voler colmare una lacuna della nona puntata di questa mia serie.
La vicenda di Ipazia va infatti sicuramente inquadrata tra gli eventi della fase di declino della Biblioteca di Alessandria (o da un punto di vista più generale tra gli eventi della fase di declino della cultura antica spazzata gradualmente via dalle nuove idee della società cristianizzata). Nella nona puntata di questa mia serie avevamo per l'appunto parlato dell'ascesa e del declino della Biblioteca di Alessandria. E fu proprio nell'ambito di quell'eccezionale contesto culturale che Ipazia si formò, introdotta alla Scienza da suo padre Teone, geometra e filosofo d’Alessandria.
Ipazia è ricordata come la prima donna matematica storicamente nota e come una delle scienziate più famose dell'epoca. Arrivò addirittura ad essere direttrice della Biblioteca di Alessandria.
Sul motivo per cui la pellicola di Amenábar probabilmente non giungerà in Italia ci sono sostanzialmente due interpretazioni.
C’è chi sostiene che questo dipenda soprattutto dal fatto che la Chiesa si opporrebbe alla distribuzione, visto che il mandante del barbaro assassinio di Ipazia sarebbe stato Cirillo di Alessandria, santo, dottore e padre della Chiesa celebrato il 27 Giugno.
Citando il Numero 130 della rivista Rudi Mathematici "La figura di Cirillo non è secondaria, se appena due anni fa, da piazza San Pietro, papa Benedetto XVI ha ribadito la sua perfetta aderenza al pensiero cristiano".
Per quanto riguarda l'altra interpretazione cito di nuovo la rivista Rudi Mathematici: "Non vogliamo crederci (n.d.D. alla prima interpretazione): paradossalmente, sarebbe quasi una lusinga speciale, per il pubblico
matematico italiano, quella di essere riusciti ad attrarre l’attenzione preoccupata del Vaticano. Temiamo che la ragione sia più banale, persino più triste: ovvero che i distributori del film pensino che distribuire Agorà in Italia sia semplicemente un cattivo affare, che non ne valga la pena."
A ancora sulla figura di Ipazia: "Certo è che ci piacerebbe davvero che di Ipazia si tornasse a parlare. È un personaggio dal fascino e dalla bellezza assoluti, non solo per i cultori della matematica e della scienza. È il simbolo della conoscenza e della propagazione della conoscenza, e come tale un simbolo profondamente femminile. È una martire, ma martire pagana, civile, oseremmo dire martire della ragione, e sicuramente martire della scienza. Anche se rinunciamo a prendercela con Sant’Agostino, per il quale “matematici” era un insulto, vorremmo però quantomeno avere la libertà di innamorarci di questa donna che viveva di libri e di scienza, di matematica e di filosofia."
Quale che sia l'interpretazione voglio comunque pubblicizzare su questo blog la petizione affinché la pellicola di Amenabar venga distribuita in Italia. Riporto quindi la locandina con la petizione.
http://www.petitiononline.com/agorait/petition.html
Qui invece troverete la puntata del Terzo Anello: Radio3 Scienza dedicata ad Ipazia: Tutti pazzi per Ipazia
E questo infine è il trailer (madonna mi è scappato un anglicismo! ;-):
Puntata successiva della serie
Indice della serie
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sabato, novembre 21, 2009
Ricetta di un sabato autunnale: risotto alla zucca gialla
Questa è una ricetta che mangiamo una o due volte l'anno in questo periodo: il periodo delle zucche.
Ingredienti: per 4 persone
Riso per risotti (non quello che non scuoce) 350 g., zucca gialla 450 g., cipolla 50g., 2 scalogni, grana grattugiato 70 g., burro 30 g., brodo vegetale 1 litro, olio extravergine d'oliva, sale, pepe.
Preparazione:
Preriscaldate il forno a 180-190°, affettate la mezza zucca e infornatela per 30 minuti.
Eliminate la buccia dalle fette di zucca e riducetele a dadini. Quindi schiacciatela con una forchetta. Fate attenzione ad eliminare bene anche la parte interna della zucca che è caratterizzata da uno sgradevole sapore amaro.
Versate due cucchiai d'olio in una pentola e fate appassire gli scalogni e la cipolla a fuoco molto basso. Alzate la fiamma, unite il riso tostatelo per 2' e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco.
Aggiungete quindi la zucca, mescolate, bagnate con il brodo bollente versandolo gradatamente. Completate la cottura mescolando e aggiungendo il brodo spesse volte.
A fine cottura spegnate la fiamma, salate e mantecate con burro e grana mescolando in modo da creare la giusta cremosità.
Una volta servito si possono aggiungere una o più tritate di pepe fresco che conferiscono una connotazione briosa a questo piatto autunnale.
Buon appetito!
Ingredienti: per 4 persone
Riso per risotti (non quello che non scuoce) 350 g., zucca gialla 450 g., cipolla 50g., 2 scalogni, grana grattugiato 70 g., burro 30 g., brodo vegetale 1 litro, olio extravergine d'oliva, sale, pepe.
Preparazione:
Preriscaldate il forno a 180-190°, affettate la mezza zucca e infornatela per 30 minuti.
Eliminate la buccia dalle fette di zucca e riducetele a dadini. Quindi schiacciatela con una forchetta. Fate attenzione ad eliminare bene anche la parte interna della zucca che è caratterizzata da uno sgradevole sapore amaro.
Versate due cucchiai d'olio in una pentola e fate appassire gli scalogni e la cipolla a fuoco molto basso. Alzate la fiamma, unite il riso tostatelo per 2' e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco.
Aggiungete quindi la zucca, mescolate, bagnate con il brodo bollente versandolo gradatamente. Completate la cottura mescolando e aggiungendo il brodo spesse volte.
A fine cottura spegnate la fiamma, salate e mantecate con burro e grana mescolando in modo da creare la giusta cremosità.
Una volta servito si possono aggiungere una o più tritate di pepe fresco che conferiscono una connotazione briosa a questo piatto autunnale.
Buon appetito!
venerdì, novembre 20, 2009
La sagra della primavera
Forse sono un po' fuori stagione, ma vorrei spendere solo un paio di parole sul capolavoro di Stravinsky.
Ecco quello che scrisse Leonard Bernstein negli anni '70 su La sagra della primavera:
"Questa pagina è stata scritta sessanta anni fa, ma non è mai stata superata per la sua sofisticata elaborazione di ritmi primitivi..." La sagra della primavera "contiene anche le migliori dissonanze mai immaginate, e le migliori asimmetrie, politonalità, poliritmie e quant'altro possiate elencare."
Parrebbe che il titolo italiano sia frutto di un equivoco. Infatti la traduzione, ormai storicizzata, di "sacre" con "sagra" non sarebbe corretta 'in quanto il significato del termine francese è "rituale": la traduzione giusta sarebbe dunque "Il rituale della primavera".'
Quando Stravinsky negli anni '50 apprese anche della lingua inglese scrisse che una migliore traduzione in inglese del titolo sarebbe state "The Coronation of Spring" invece che "The Rite of Spring".
La prima messa in scena del balletto avvenne a Parigi il 29 maggio 1913 al Theatre des Champs-Elysées dai Balletti russi di Djaghilev, per la coreografia di Vačlav Nižinskij.
Sembra che l'uso estremamente innovativo dei ritmi e dei timbri e le scene primitive della Russia pagana scioccarono il pubblico abituato a balletti molto più classici.
A Stravinsky però le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto.
Ecco quello che scrisse Leonard Bernstein negli anni '70 su La sagra della primavera:
"Questa pagina è stata scritta sessanta anni fa, ma non è mai stata superata per la sua sofisticata elaborazione di ritmi primitivi..." La sagra della primavera "contiene anche le migliori dissonanze mai immaginate, e le migliori asimmetrie, politonalità, poliritmie e quant'altro possiate elencare."
Parrebbe che il titolo italiano sia frutto di un equivoco. Infatti la traduzione, ormai storicizzata, di "sacre" con "sagra" non sarebbe corretta 'in quanto il significato del termine francese è "rituale": la traduzione giusta sarebbe dunque "Il rituale della primavera".'
Quando Stravinsky negli anni '50 apprese anche della lingua inglese scrisse che una migliore traduzione in inglese del titolo sarebbe state "The Coronation of Spring" invece che "The Rite of Spring".
La prima messa in scena del balletto avvenne a Parigi il 29 maggio 1913 al Theatre des Champs-Elysées dai Balletti russi di Djaghilev, per la coreografia di Vačlav Nižinskij.
Sembra che l'uso estremamente innovativo dei ritmi e dei timbri e le scene primitive della Russia pagana scioccarono il pubblico abituato a balletti molto più classici.
A Stravinsky però le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto.
mercoledì, novembre 18, 2009
Riunione
Venerdì Zucchero ed io abbiamo partecipato (in modo molto attivo e a tratti veemente) alla riunione di un circolo di cui facciamo parte.
Ci è capitato di assistere increduli ad una manovra che con tutto lo sforzo e la buona volontà non sono riuscito ad interpretare nella sua completezza.
Qualcuno ce ne aveva già parlato, ma sia Zucchero che io ci eravamo mostrati piuttosto scettici e molto aperti al dialogo con la controparte supposta manovrata/manovratrice. Tanto che qualche settimana fa era stata proprio Zucchero a proporre una riunione chiarificatrice. Abbiamo avuto l'impressione che la controparte avesse preso sul serio la proposta riconciliatrice. Ci siamo quindi accordati sulla data: il 13 novembre.
Il giorno dell'appuntamento, non solo la controparte non si è presentata senza darci neppure un preavviso, ma ad un certo punto della riunione uno dei partecipanti, che conoscevamo come persona semplice, seria e impegnata, ci ha esternato il suo ruolo di portavoce della controparte assente, la quale ci mandava a dire che avrebbe partecipato alle nostre riunioni future solo se avessimo accettato delle condizioni di una irragionevolezza, ma direi pure di una infantilità e irrispetosità, assurda e paradossale.
Ovviamente il portavoce ha dovuto giustamente subire attacchi su tutti i fronti e nonostante ciò continuava a non rendesi conto dell'irrazionalità del suo ruolo di portavoce di pretese incoerenti e inaccetabili e della figura da marionetta che stava facendo.
A quel punto mi sono detto: o questa persona è estremamente ingenua tanto da non accorgersi della manovra, oppure lo fa consapevolmente ma allora a quel punto è una persona sciocca.
Parrebbe poi che dietro al primo burattinaio ci sia un secondo super-burattinaio che trama dall'alto con degli obiettivi degni della vecchia politica correntistica democristiana. Preferirei proprio credere che l'ipotesi del super-burattinaio sia un'invenzione, ma purtroppo ci sono molte evidenze che corroborano tale ipotesi.
Certo che in ogni caso sto super-burattinaio potrebbe pure scegliersi dei sotto-burattinai e dei burattini un po' più scaltri.
Ci è capitato di assistere increduli ad una manovra che con tutto lo sforzo e la buona volontà non sono riuscito ad interpretare nella sua completezza.
Qualcuno ce ne aveva già parlato, ma sia Zucchero che io ci eravamo mostrati piuttosto scettici e molto aperti al dialogo con la controparte supposta manovrata/manovratrice. Tanto che qualche settimana fa era stata proprio Zucchero a proporre una riunione chiarificatrice. Abbiamo avuto l'impressione che la controparte avesse preso sul serio la proposta riconciliatrice. Ci siamo quindi accordati sulla data: il 13 novembre.
Il giorno dell'appuntamento, non solo la controparte non si è presentata senza darci neppure un preavviso, ma ad un certo punto della riunione uno dei partecipanti, che conoscevamo come persona semplice, seria e impegnata, ci ha esternato il suo ruolo di portavoce della controparte assente, la quale ci mandava a dire che avrebbe partecipato alle nostre riunioni future solo se avessimo accettato delle condizioni di una irragionevolezza, ma direi pure di una infantilità e irrispetosità, assurda e paradossale.
Ovviamente il portavoce ha dovuto giustamente subire attacchi su tutti i fronti e nonostante ciò continuava a non rendesi conto dell'irrazionalità del suo ruolo di portavoce di pretese incoerenti e inaccetabili e della figura da marionetta che stava facendo.
A quel punto mi sono detto: o questa persona è estremamente ingenua tanto da non accorgersi della manovra, oppure lo fa consapevolmente ma allora a quel punto è una persona sciocca.
Parrebbe poi che dietro al primo burattinaio ci sia un secondo super-burattinaio che trama dall'alto con degli obiettivi degni della vecchia politica correntistica democristiana. Preferirei proprio credere che l'ipotesi del super-burattinaio sia un'invenzione, ma purtroppo ci sono molte evidenze che corroborano tale ipotesi.
Certo che in ogni caso sto super-burattinaio potrebbe pure scegliersi dei sotto-burattinai e dei burattini un po' più scaltri.
martedì, novembre 17, 2009
Influenza... H1N1? A? suina? - Nomen omen
Il dubbio è già inscritto nel suo nome
La situazione relativa all'influenza suina non è totalmente chiara a nessuno. Questo è dovuto probabilmente a fattori oggettivi che non voglio (e non sarei neppure in grado di) affrontare.
Sono abbastanza certo però che sicuramente non aiutano le autorità che cercano di sminuire o allarmare a seconda degli interessi e non aiutano neppure le decine di catene di S. Antonio che girano in rete ripetendo sempre gli stessi mantra che vanno in giro da anni e che dipingono le case farmaceutiche come l'incarnazione del Male.
Non voglio negare che l'obiettivo delle case farmaceutiche sia quello comune ad ogni azienda privata. Però non mi sentirei neppure di indicarle come uno dei mali peggiori del nostro tempo. Visto soprattutto che personalmente gli devo la vita.
Dicevo quindi che la situazione relativa all'influenza suina non è totalmente chiara a nessuno. Credo però che ci siano delle fonti che cercano di affrontare l'argomento con un approccio un po' più serio, imparziale e scientifico.
Esempi:
Pandemic (H1N1) 2009: Current pandemic risk assessment
Ricerca con parola chiave H1N1 presso lo European Centre for Disease Prevention and Control
Post del blog "DIVULGAZIONE SCIENTIFICA - Gravità Zero" su "L'OSSERVATORIO DI DARWIN SULLA PANDEMIA"
DarwinFlu: un portale dedicato alla pandemia di influenza H1n1
Articolo interessante su DarwinFlu: Avremo più o meno morti della stagionale?
Divertente analisi sul blog Rudi Matematici: Il vaccino? È un gioco (in un certo senso…)
INFLUWEB: Un Sistema Collaborativo di Vigilanza Epidemiologica
Scendendo al mio livello personale, le mie due specialiste di riferimento mi hanno consigliato il vaccino. Senza molta convinzione mi sono messo in lista. Non sono ancora totalmente convinto, ma penso che alla fine me lo farò iniettare. Magari andrò ad incrementare le statistiche che in questi giorni arrivano dalla Germania. Lascerò disposizioni ;-)
lunedì, novembre 16, 2009
Spätzle al dente
No, questa non è una recensione del divertente libro di Luigi Brogna
(Ho appena letto sulla voce di wikipedia che Brogna è morto prematuramente nel 2008. Non lo sapevo. Mi dispiace.).
Volevo solo citare il fatto che dopo 10 anni di vita teutonica ci siamo finalmente cimentati (anzi, Zucchero si è cimentata, visto che io non ho fatto altro che comprare i funghi e assaggiare [ruolo comunque dignitoso e non trascurabile]) nella preparazione di un piatto tedesco: gli Spätzle (nella pagina inglese sono presenti molti più dettagli).
In realtà il piatto era italo-tedesco, sia a causa dello stile culinario di Zucchero che per il fatto che la ricetta è stata presa da La Cucina Italiana. Zucchero alla fine l'ha comunque un po' rigermanizzata sintetizzandola con una ricetta tedesca.
Devo ammettere che il risultato è stato ottimo. L'unico effetto collaterale indesiderato si è manifestato durante la prova con l'orchestra che avevo dopo pranzo. Suonare i fortissimi trombonistici dei compositori russi con la panza piena di spätzle non è propriamente un'attività musicale molto leggera.
Comunque finalmente potremo rispondere qualcosa di diverso a quegli amici/parenti/conoscenti che ci chiedono: ma quando state lì cucinate cose tedesche? Come se bastasse trasferirsi in un paese per cambiare le proprie abitudini culinario/alimentari.
(Ho appena letto sulla voce di wikipedia che Brogna è morto prematuramente nel 2008. Non lo sapevo. Mi dispiace.).
Volevo solo citare il fatto che dopo 10 anni di vita teutonica ci siamo finalmente cimentati (anzi, Zucchero si è cimentata, visto che io non ho fatto altro che comprare i funghi e assaggiare [ruolo comunque dignitoso e non trascurabile]) nella preparazione di un piatto tedesco: gli Spätzle (nella pagina inglese sono presenti molti più dettagli).
In realtà il piatto era italo-tedesco, sia a causa dello stile culinario di Zucchero che per il fatto che la ricetta è stata presa da La Cucina Italiana. Zucchero alla fine l'ha comunque un po' rigermanizzata sintetizzandola con una ricetta tedesca.
Devo ammettere che il risultato è stato ottimo. L'unico effetto collaterale indesiderato si è manifestato durante la prova con l'orchestra che avevo dopo pranzo. Suonare i fortissimi trombonistici dei compositori russi con la panza piena di spätzle non è propriamente un'attività musicale molto leggera.
Comunque finalmente potremo rispondere qualcosa di diverso a quegli amici/parenti/conoscenti che ci chiedono: ma quando state lì cucinate cose tedesche? Come se bastasse trasferirsi in un paese per cambiare le proprie abitudini culinario/alimentari.
sabato, novembre 14, 2009
L’Europa: violati i diritti del filosofo «eretico» escluso dalla Cattolica - La Corte di Strasburgo accoglie il ricorso di Luigi Lombardi Vallauri: 10 mila euro di risarcimento
Oltre ad ammirare il suo impegno in una giusta battaglia, trovo molto affascinante la dialettica razionale, analitica ed ironica di questo uomo.
Videointervista a Luigi Lombardi Vallauri from To Honolulu on Vimeo.
Carnevale della Matematica #19
Oggi è il 14 novermbre. Non può quindi mancare l'appuntamento con il Carnevale della Matematica. Il numero di oggi è il 19.
Stavolta ad ospitarlo è il blog Prooof.
Come al solito ci sono moltissimi articoli interessanti.
Il mio umile contributo viene introdotto in questo modo:
dioniso continua, dal suo blogghetto, a raccontarci un percorso storico tra numeri e geometria: siamo alla dodicesima parte, in cui si parla di Al-Khwārizmī.
Stavolta ad ospitarlo è il blog Prooof.
Come al solito ci sono moltissimi articoli interessanti.
Il mio umile contributo viene introdotto in questo modo:
dioniso continua, dal suo blogghetto, a raccontarci un percorso storico tra numeri e geometria: siamo alla dodicesima parte, in cui si parla di Al-Khwārizmī.
domenica, novembre 08, 2009
Rinascita (Wiedergeburtstag)
Citando un ignoto signore che sulla spiaggia di Ostia stappava la sua quarta bottiglia di vino: ....
... "e sò quattro!"
Aggiungo fotografia:
... "e sò quattro!"
Aggiungo fotografia:
venerdì, novembre 06, 2009
Spammatori
Da qualche giorno qualcuno si diverte a scrivere qua e là commenti sgrammaticati e senza senso.
Ho inserito la moderazione per i post più vecchi per vedere se riesco ad eliminare il fenomeno.
Ho inserito la moderazione per i post più vecchi per vedere se riesco ad eliminare il fenomeno.
mercoledì, novembre 04, 2009
Norvegia 8: da Bergen a Ålesund
Mercoledì 3 giugno
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Verso le 18 ci imbarchiamo sulla Hurtigruten.
La nave è la MS Lofoten, la più vecchia (1964) e più piccola della flotta. Il signore che dirige la baracca mi risulta un po’ antipatico: ha un atteggiamento piuttosto laido e porconesco.
Purtroppo più tardi ci troveremo a rimpiangere la disponibilità dell’equipaggio della Lofoten.
Per questa notte abbiamo una cabina senza bagno.
Essendo la prima esperienza marittima del nostro viaggio passiamo molto tempo sul ponte della Lofoten nonostante il freddo.
Il sole tramonta ancora a queste latitudini, ma la luce rimane comunque durante tutta la notte. La fotografia che vedete è stata scattata dopo la mezzanotte.
Giovedì 4 giugno
Alle 8:30 lasciamo la Lofoten scendendo al porto di Ålesund. Il nostro albergo è il Radison SAS. Dopo una bella doccia partiamo per la visita della città dello Jugendstyl.
Nella storia di Ålesund c’è un evento che stravolgerà e rivoluzionerà il futuro della città: un incendio che distrusse completamente la città (realizzata quasi interamente con costruzioni in legno). Era il 23 gennaio 1904. Bruciarono circa 850 edifici e 10.000 persone rimasero senza casa. Incredibilmente non ci fu neppure un morto. È facile però immaginare quali potessero essere i disagi di 10.000 persone senza casa nel pieno dell'inverno norvegese.
In quell'anno l’imperatore (l'ultimo) dell’impero tedesco era Guglielmo II. Egli nutriva una passione per la Norvegia; mobilitò ed inviò quindi immediatamente quattro navi cariche di mezzi e uomini per la ricostruzione della città.
Essendo lo Jugendstyl lo stile architettonico predominante tra gli architetti tedeschi di quegli anni, Ålesund venne interamente ricostruita secondo i canoni estetici di questo stile. Le conseguenze della catastrofe alla fine furono quindi quelle di rendere la città un caso urbanistico probabilmente unico al mondo conferendole così qualità di ambita meta turistica.
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Verso le 18 ci imbarchiamo sulla Hurtigruten.
La nave è la MS Lofoten, la più vecchia (1964) e più piccola della flotta. Il signore che dirige la baracca mi risulta un po’ antipatico: ha un atteggiamento piuttosto laido e porconesco.
Purtroppo più tardi ci troveremo a rimpiangere la disponibilità dell’equipaggio della Lofoten.
Per questa notte abbiamo una cabina senza bagno.
Essendo la prima esperienza marittima del nostro viaggio passiamo molto tempo sul ponte della Lofoten nonostante il freddo.
Il sole tramonta ancora a queste latitudini, ma la luce rimane comunque durante tutta la notte. La fotografia che vedete è stata scattata dopo la mezzanotte.
Giovedì 4 giugno
Alle 8:30 lasciamo la Lofoten scendendo al porto di Ålesund. Il nostro albergo è il Radison SAS. Dopo una bella doccia partiamo per la visita della città dello Jugendstyl.
Nella storia di Ålesund c’è un evento che stravolgerà e rivoluzionerà il futuro della città: un incendio che distrusse completamente la città (realizzata quasi interamente con costruzioni in legno). Era il 23 gennaio 1904. Bruciarono circa 850 edifici e 10.000 persone rimasero senza casa. Incredibilmente non ci fu neppure un morto. È facile però immaginare quali potessero essere i disagi di 10.000 persone senza casa nel pieno dell'inverno norvegese.
In quell'anno l’imperatore (l'ultimo) dell’impero tedesco era Guglielmo II. Egli nutriva una passione per la Norvegia; mobilitò ed inviò quindi immediatamente quattro navi cariche di mezzi e uomini per la ricostruzione della città.
Essendo lo Jugendstyl lo stile architettonico predominante tra gli architetti tedeschi di quegli anni, Ålesund venne interamente ricostruita secondo i canoni estetici di questo stile. Le conseguenze della catastrofe alla fine furono quindi quelle di rendere la città un caso urbanistico probabilmente unico al mondo conferendole così qualità di ambita meta turistica.
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