sabato, maggio 24, 2014

Mumbai: Gateway of India, namaskar e Totti-Balotelli indiani

23/5/20014
Essendo riuscito a terminare il corso con un po' di anticipo oggi sono andato via dopo il pranzo in ufficio. Una delle particolarità di questi pranzi, a parte il cibo, sono le usanze conviviali. I colleghi si comportano come noi ci comporteremmo forse solo in famiglia. Con offerte di assaggio e iniziative di assaggio. Per cui capita spesso di vedere un viavai di piatti e posate che s'incrociano sul tavolo. Due colleghe, con molta gentilezza, hanno puro offerto pure a me. E così ho potuto constatare che, effettivamente, il loro cibo casalingo era superiore. Comunque, a tavola, sono stati tutti ospitali e cordiali con me. Anche se capitavo vicino a persone con cui non avevo nulla a che fare. E questo conferma la mia tesi: India e Germania sono agli antipodi. L'Italia forse è un po' nel mezzo.
Al ritorno in albergo mi sono imbattuto di nuovo con il Totti indiano. Anzi ho scoperto che oltre al Totti c'era pure il Balotelli indiano. Infatti, oltre alla squadra di cricket di Mumbai, ospite nel mio albergo c'era anche quella di Delhi.
Verso le 16:30 ho deciso di uscire. Mi sono così immerso nel clima infuocato, ma fortunatamente oggi un po' meno umido. Stavolta la meta era il Gateway of India.

Nei due chilometri percorsi ho visto cose interessanti.











Ho attraversato mercatini e folle variopinte e multietniche. E credo di aver visto pure il lato più autentico della città.


Venditori di cocco. Calzolai e barbieri ambulanti.











David Sassoon Library

Per l'ingresso alla piazza del Gateway of India c'era il controllo degli zaini e lì un poliziotto (o militare) anziano mi ha parlato in hindi. Io l'ho guardato un po' interdetto mentre pensavo: non si vede che è un po' improbabile che io capisca l'hindi? Mi aspettavo che a breve passasse all'inglese. Poi ho capito che quello era il saluto. Namaskar. Namaskar. Ripeteva con le mani giunte sul petto E non ha smesso fino a quando non l'ho imitato.
Torre del Taj Mahal Palace Hotel
Gateway of India. Cominciato nel 1911 e terminato nel 1924. Dall'apertura del canale di Suez all'avvento degli aerei di linea era qui che le navi inglesi sbarcavano in India. E quale luogo migliore per mostrare la potenza dell'impero britannico con questo imponente arco di trionfo di basalto in stile indo-saraceno.
Posto turistico e affollato. Ma di soli turisti locali. E anche di fotografi, accattoni, mendicanti e procacciatori. Ecco, lì mi sono sentito un po' osservato. Nell'ordine mi hanno offerto: foto, cartoline, hashish e marijuana. E il venditore di cartoline non riuscivo a togliermelo di torno. Alla fine ho dovuto scartarlo con delle finte tra la folla che manco Totti...

Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya (ex Museo del Principe di Galles dell'India Occidentale)
Quartier generale della polizia di stato di Maharashtra.
La sera, tornato in albergo, ho scoperto una cosa triste e un po' inquietante. Il mio albergo è stato uno dei dieci obiettivi degli attentati del 26 novembre 2008. Degli altri nove, tre li ho visitati.

2 commenti:

Juhan ha detto...

Namaskar. Io ogni tanto rivedo come un incubo la scena di una studentessa (probabilmente del Poli) che per dirmi che mi era caduto qualcosa sul pullman mi saluta con un inchino; non me lo aspettavo e sono rimasto imbambolato. Poi mi sono ripreso e ho visto che sorrideva con le amiche (di questi nasi lunghi imbranati).

dioniso ha detto...

Namaskar. Mi inchino a te.
Come ti capisco. Io vorrei pure farlo, ma poi mi trovo quasi sempre con le mani impegnate in qualcos'altro e non riesco quasi mai a farlo con le tempistiche e la mimica giusta.