mercoledì, agosto 02, 2006

Bosco e cascate


Il laghetto non era niente di speciale: una pozza artificiale di un centinaio di metri di diametro con la terrazza di un ristorante che vi si affaccia e un parco giochi per bambini.
Il laghetto è stata però solo la conclusione della mia passeggiata. Ho preso un sentiero che risale le cascate. In effetti queste cascate sono alte. Una volta arrivato alla sommità ho letto che sono alte circa 160 metri. Non c'è però un salto netto ad angolo retto, ma sono costituite da un'alternarsi di piccole cascate e brevi percorsi semipianeggianti. Le piccole cascate non superano mai i dieci metri.
È stato molto piacevole attraversare questo sentiero completamente deserto. Mi ha infuso un senso di libertà. Il bosco è meno uniforme di quello che sembrerebbe a prima vista; oltre ai pini, ci sono anche molti faggi. Ci sono inoltre uccelli che somigliano ai tordi e scoiattoli abbastanza abituati alla presenza umana. Uno scoiattolo mi si è avvicinato a poco più di un metro di distanza. Evidentemente viene spesso alimentato dai turisti.
Nel bosco ci sono vari cartelli che forniscono spiegazioni relative a flora, fauna, storia, geologia. Ho trovato particolarmente interessante uno di questi cartelli, in quanto emblematico della differenza culturale tedesca. Parlava degli alberi morti spiegando che costituiscono l'habitat per una particolare flora e fauna, le quali alla fine fanno rientrare l'albero nel continuo processo di trasformazione dell'ecosistema. Concludeva dicendo che quindi, vedendo un bosco con degli alberi morti, non bisogna pensare che questo sia un bosco sporco e disordinato perché tutto rientra nei cicli della natura.
Sui cartelli e gli avvisi tedeschi bisognerebbe scrivere un libro. I più amati sono quelli di negazione di responsabilità: nessuna responsabilità per il guardaroba; questo sentiero non viene pulito dalla neve e dal ghiaccio, se lo attraversate vi assumete tutte le responsabilità; e così via.
L'albero che muore mi ha anche riportato alla mente in libro di Terzani: "La fine è il mio inizio" e mi ha suscitato un po' di pensieri esistenziali.

Nessun commento: