Nell'appendice numero uno dicevamo che tra le principali differenze della Logica intuizionista rispetto alla Logica classica c'è sia la 
non validità del principio del  terzo escluso che la 
non validità dell'equivalenza tra affermazione e doppia negazione (I ↔ ¬¬I).
Usando quindi gli strumenti della  Logica intuizionista, 
non sì potrà ad esempio dedurre la profezia Italia '14 (P="o l'Italia vincerà il mondiale del 2014 oppure l'Italia non vincerà  il mondiale del 2014").
Inoltre,  usando l'intuito, molti di voi probabilmente direbbero che affermare  che l'Italia vincerà il mondiale del 2014 è equivalente a dire che 
non è vero che l'Italia 
non vincerà il mondiale del 2014.
O detto in termini simbolici: 
I ↔ ¬¬I
Invece nella Logica intuizionista, dal fatto che l'Italia vincerà il mondiale del 2014 si potrà sì dedurre che 
non  è vero che  l'Italia 
non vincerà il mondiale del 2014 ( 
I → ¬¬I ), ma non vale il viceversa. Cioè dal fatto che 
non  è vero che  l'Italia 
non vincerà il mondiale del 2014
 non si potrà dedurre che  l'Italia vincerà il mondiale del 2014 (¬¬I → I).
A questo punto risulta sicuramente interessante vedere molto brevemente qualche cenno di 
semantica per la Logica intuizionista. È infatti grazie ad essa che possono essere verificate le suddette affermazioni. 
Il primo a fornire una semantica per la Logica intuizionista fu 
Heyting, un allievo di 
Brouwer.
In modo simile alla semantica per la Logica proposizionale classica, in cui l'
algebra booleana  viene usata per stabilire se una formula sia vera o falsa, Heyting  pensò di introdurre un nuovo tipo di algebra, chiamata in seguito 
algebra di Heyting, per stabilire se una formula sia vera o falsa nell'ambito della Logica intuizionista.
La Logica proposizionale classica,  come la maggior parte dei sistemi di Logica  matematica, è costituita da 
una parte sintattica ed una parte  semantica.La 
parte  sintattica  è quella che si occupa di definire la corretta  struttura delle  formule; e nella quale si include di solito anche  l'apparato deduttivo  che definisce gli 
assiomi  e le regole che consentono di dedurre i 
teoremi a partire dagli  assiomi.
Mentre la 
parte  semantica, che risulta di solito più semplice ed intuitiva, è  quella che si occupa di definire il significato dei simboli.
Per definire una semantica della Logica proposizionale classica si può partire ad esempio da 
una funzione di valutazione che va dall'insieme 
L  delle formule all'insieme {
V,
F} (vero, falso). O detto in termini più semplici, 
si definisce un meccanismo per determinare in quali casi una formula sia vera o falsa. La funzione la si definisce nel seguente modo:
- v : L → {V,F}
 
tale che per ogni coppia di formule 
A e 
B valgano le  seguenti condizioni (
sse sta per 
se e solo se):
- v(¬A) = V sse v(A) = F  (¬A è vera sse A è falsa)
 - v(¬A) = F sse v(A) = V  (¬A è falsa sse A è vera)
 - v(A∧B)  = V sse v(A) = V e v(B)  = V  (A∧B è vera sse A è vera e B è vera)
 - v(A∨B)  = V sse v(A) = V oppure v(B)  = V  (A∨B è vera sse A è vera oppure B è vera)
 - v(A→B) = V sse v(A)  = F oppure v(B) = V  (A→B è vera sse A è falsa oppure B è  vera)
 
Ciò che 
collega la sintassi con la semantica sono i 
teoremi di completezza, il cui scopo è dimostrare l'
equivalenza tra il concetto di 
dimostrabilità sintattica ed il concetto di 
verità semantica. Nel caso particolare della Logica classica (sia proposizionale che predicativa) interviene il 
 Teorema di completezza di Gödel (da non confondere con il 
Teoremi di incompletezza di  Gödel) ad asserire che una formula è dimostrabile sse è vera per ogni funzione di valutazione.
Similmente,  anche nel caso della Logica proposizionale intuzionista si può definire  una funzione di valutazione, ma di tipo un po' diverso. Invece di  essere correlata ad un'algebra  booleana la funzione di valutazione  della Logica proposizionale intuzionista è correlata ad un'algebra  di  Heyting.
Ad esempio si può definire la 
funzione di valutazione che va  dall'insieme 
L  delle formule all'insieme dei sottinsiemi 
aperti della 
retta reale:
- v : L → {int(S) : S ⊆  R} dove int(S) è la parte interna di S
 
tale  che per ogni coppia di formule 
A e 
B valgano  le  seguenti condizioni:
- v(A) = int(v(A))
 - v(¬A) = int(v(A)C) dove XC  è il complemento di X
 - v(A∧B)  = v(A) ∩ v(B)
 - v(A∨B)  = v(A) ∪ v(B)
 - v(A→B) = int(v(A)C  ∪ v(B))
 
Anche  in questo caso intervengono teoremi di completezza a dirci che le  formule dimostrabili della Logica intuzionista coincidono con quelle  valide e che queste ultime sono esattamente quelle per cui 
v(
A) = 
R per ogni scelta di 
v. Cioè quelle a cui la funzione di valutazione associa l'insieme più grande: tutta la retta reale.
Grazie a questi teoremi  si può facilmente verificare che
 la formula ¬(A ∧ ¬A) è valida. Il fatto che questa formula risulti valida è un 
requisito minimale  affinché un sistema di Logica  matematica possa destare qualche  interesse. Se essa risultasse non valida infatti esisterebbero delle 
A per cui il sistema potrebbe dimostrare sia 
A che ¬
A. 
Il sistema risulterebbe quindi contraddittorio.
La validità di ¬(
A ∧ ¬
A) si può dimostrare in quanto 
ponendo v(A) = X, indipendentemente dall'insieme 
X che viene scelto come valore della formula 
A,  il valore di ¬(
A ∧ ¬
A) sarà sempre uguale all'intera retta reale 
R. Infatti 
- v(¬(A ∧ ¬A)) =
 - int((v(A ∧ ¬A))C) =
 - int((v(A) ∩ v(¬A))C) =
 - int((X ∩ int((v(A))C))C) =
 - int((X ∩ int(XC))C) =
 - (Siccome int(XC) è un sottinsieme di XC allora
 - X ∩ int(XC) = ∅)
 - int((∅)C)=int(R)=R
 
Invece si può facilmente mostrare che 
il principio del  terzo escluso (A ∨ ¬A) non è valido. A tal scopo è sufficiente trovare una particolare funzione di valutazione 
v per cui risulti 
v(
A ∨ ¬
A) ≠ 
R.
Basta scegliere 
v(
A) = {
x ∈ 
R : 
x > 0 }. Si avrà infatti:
- v((A ∨ ¬A)) =
 - v(A) ∪ v(¬A) =
 - v(A) ∪ int(v(A)C) = 
 - {x ∈ R : x > 0 }  ∪ int({x ∈ R : x ≤ 0 }) = 
 - {x ∈ R : x > 0 } ∪ {x ∈ R : x < 0 }) = 
 - {x ∈ R : x ≠ 0 } ≠ R che è ciò che si voleva dimostrare
 
Potremo quindi finalmente concludere che 
usando gli strumenti della Logica intuizionista, non sì può dedurre la profezia Italia '14.
Ho anche provato a dimostrare che nella Logica intuizionista vale (
I → ¬¬I), ma non vale il viceversa
 (¬¬I → I). Per chi fosse interessato può dare uno sguardo a 
questo mio tentativo di dimostrazione.