giovedì, dicembre 29, 2011

Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo

Riprendo il post di Giovanna Cosenza del 21/12 (Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo) che ha generato un'interessante discussione. Riposto qui alcuni stralci del post iniziale e della discussione.
Lunedì sera (19/12), in chiusura di un’intervista a «L’infedele», Umberto Eco dice una frase che immediatamente suscita la protesta di Matteo Salvini, della Lega, presente in studio.
Dice Eco: «Ogni posizione politica crea i propri folli marginali. Se in Italia esiste la Lega, poteva esistere anche Casseri».
Al che Salvini subito si altera: ....
Ora, di solito Eco pesa bene le parole che usa. E anche in questo caso l’ha fatto.
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Eco ha detto che, all’interno dello sfondo culturale in cui la Lega si muove, possono nascere forme di «follia marginale» come quella di Casseri, il che non solo è vero, ma qualifica il fenomeno come «marginale», e dunque fa il contrario di una generalizzazione, che vuol dire attribuire alla totalità di un insieme le caratteristiche di un suo sottoinsieme o, peggio, di un solo esemplare di quell'insieme.
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In altre parole, se Eco fosse stato un politico o un giornalista, avrebbe dovuto evitare la frase o fare una ulteriore precisazione. Aggiungere una spiegazione. Ma nella sua posizione non credo debba spiegare nulla. Basta semplicemente rivedere l’intervista.
Commenti
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27122011
Dioniso 
Io sono un grande ammiratore di Eco. Alcuni dei suoi libri hanno segnato il mio sviluppo intellettivo... Da un punto di vista logico quello che dice Eco non mi sembra sbagliato. E di sicuro non ha detto che tutti i leghisti sono come Casseri. Quello che a me pare un punto debole dell’argomentazione di Eco è il legame molto sfuggente tra premessa minore e conclusione.
Ecco come io interpreterei i passaggi:

Premessa maggiore: Ogni posizione politica crea i propri folli marginali
Premessa minore: La lega esprime una posizione politica
Conclusione: La lega crea i propri folli marginali

Il che non fa una piega e non la farebbe sostituendo qualsiasi altro partito o movimento politico a “la lega”. Ciò che mi risulta difficile comprendere è che come conclusione Eco abbia detto: “poteva esistere anche Casseri”. Ma non mi pare che Casseri sia un leghista. Oppure ho capito male?
Se non ho capito male il sillogismo corretto sarebbe dovuto essere:

Premessa maggiore: Ogni posizione politica crea i propri folli marginali
Premessa minore: Casa Pound esprime una posizione politica
Conclusione: Casa Pound crea i propri folli marginali

Parafrasando: «Ogni posizione politica crea i propri folli marginali. Se in Italia esiste Casa Pound, poteva esistere anche Casseri»
Oppure come dice Ugo, bisogna leggere tra le righe e trovare gli anelli di congiunzione reconditi?

28122011
MarcoT 
Per capire la posizione di Eco, io proporrei di tenere ben distinti due i piani:
1) quello che ha capito Salvini
2) quello che voleva dire Eco
1. Salvini ha creduto di fare un’inferenza logica, ma, come ha rilevato Giovanna, si è sbagliato. Al massimo, quello che lui ha capito si fonda su un’implicatura conversazionale alla Grice, che è comunque distorta, perché Eco non voleva suggerire che gli elettori leghisti siano come Casseri (su questo tornerò nel secondo punto). ...
2. Cosa voleva dire Eco? Io ritengo che per capire il modo in cui Eco intende il rapporto Lega/Casseri sia utile rileggere le pagine 135 (e dintorni) e 230 (e dintorni) del “Nome della rosa”, dove si parla rispettivamente di “sillogismo pratico” e di “perfido sillogismo”. Eco, per bocca dell’abate (nel primo caso) e di Guglielmo (nel secondo) discute il rapporto tra francescani e dolciniani. Ebbene, lì è chiaro che i dolciniani sono degli esempi perfetti di “folli marginali”, cioè individui che dalla premessa che la chiesa debba essere povera traggono la conclusione delirante che tutti i preti ricchi devono essere massacrati. E si noti che in quelle pagine Eco alludeva chiarissimamente al rapporto tra sinistra istituzionale e brigate rosse, sicché il rapporto che lui suggerisce oggi tra Lega e pazzi criminali come Casseri diventa più chiaro. A mio parere, in tutti e tre i casi Eco raccomanda ai “maestri” (francescani, comunisti e leghisti) di stare attenti a come formulano le loro dottrine, per evitare che i seguaci paranoici entrino nel gorgo cognitivo del “perfido sillogismo” e si mettano a fare fuoco all’impazzata.
Per la versione completa dell'interessante commento di MarcoTEco e la logica zoppa della Lega

29122011
Dioniso 
luziferszorn, giusto per essere più chiari. Volevo far capire che Eco è un mio mito e la lega è agli antipodi della mia visione politico/sociale. Ma ciò non basta a farmi accettare qualsiasi cosa Eco dica a proposito della lega anche se quello che dice non lo capisco. Così ho voluto sfruttare l’opportunità di questa interessante discussione per capire meglio.


MarcoT, grazie. La tua interpretazione mi sembra la più chiara, lucida e comprensibile. E dando uno sguardo al tuo blog, che non conoscevo, si capisce perché.
Attraverso questa discussione sto imparando cose interessanti. Come dicevo, conosco un po’ di logica, soprattutto dalla prospettiva matematica, ma ignoravo il lavoro di Grice. Qualcuno potrebbe consigliarmi qualche testo (anche in rete) per avere un’idea della sua teoria?
Una considerazione conclusiva che mi viene in mente è la seguente. Se per trovare un’interpretazione plausibile delle parole di Eco è stato necessario scomodare la regola della quantità di Grice il “sillogismo pratico” e il “perfido sillogismo”, che cosa può aver capito l’ascoltatore medio?

29122011
giovannacosenza 
Dioniso: su Grice nel 2002 ho pubblicato io un intero libro con Bompiani (ndD La pragmatica di Paul Grice. Intenzioni, significato, comunicazione). Non è per citarmi, ma è l’unica introduzione in italiano che c’è. :-)
È un libro accademico, ma comunque è scritto in modo chiaro. Lo trovi seguendo il link «Pubblicazioni», nel menù in alto. 
Per la versione completa di post e discussione: Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo.

3 commenti:

Juhan ha detto...

"che cosa può aver capito l’ascoltatore medio?"
Questo non riguarda il leghista: loro (almeno tutti quelli che conosco e qui i contadini lo sono tutti) non hanno bisogno di capire. Hai presente Calderoli, Borghezio oltre allo stesso Salvini?

dioniso ha detto...

E l'ascoltatore medio non leghista?
Quello che intendo è che secondo me Eco avrebbe pure potuto fare un discorso un po' più articolato e comprensibile.

Titti ha detto...

Oddio, i leghisti me li immagino tutti come il Trota. Già, cosa avranno capito??