Oggi ho letto un'interessante discussione su Gramellini e il suo articolo del 6 novembre: “Abbasso gli algoritmi”. Già un paio d'anni fa, sentendolo citare da Fazio il dato che gli asili in Germania sono numerosissimi e gratuiti, mi ero fatta l'idea che a volte i dati citati da Gramellini non fossero proprio tra i più attendibili. In quest'ultimo articolo, invece che di inattendibilità, mi pare che il giornalista pecchi un po' di superficialità. Il passo più discusso del suddetto articolo è il seguente:
La dittatura dell’algoritmo è l’ultimo rifugio di un certo tipo di persone, per lo più maschi intellettuali con il cuore a forma di granchio e gli occhi a forma di dollaro, che non riuscendo più a sentire niente si illudono di domare le loro insicurezze con una serie di algide formulette attinte dalla marea di dati personali che le nuove tecnologie mettono a disposizione.
Siamo di nuovo di fronte a una manifestazione dell'annoso problema della mancanza di cultura scientifica tra gli intellettuali italiani?
Vabbè, riporto gli articoli che ho letto proponendo qualche estratto interessante.
Chi ha paura degli algoritmi?
La dittatura dell’algoritmo è l’ultimo rifugio di un certo tipo di persone, per lo più maschi intellettuali con il cuore a forma di granchio e gli occhi a forma di dollaro, che non riuscendo più a sentire niente si illudono di domare le loro insicurezze con una serie di algide formulette attinte dalla marea di dati personali che le nuove tecnologie mettono a disposizione.
Siamo di nuovo di fronte a una manifestazione dell'annoso problema della mancanza di cultura scientifica tra gli intellettuali italiani?
Vabbè, riporto gli articoli che ho letto proponendo qualche estratto interessante.
Chi ha paura degli algoritmi?
Qui .mau. suggerisce qualche chiave di lettura delle motivazioni di Gramellini.
Qui, invece, lo stesso .mau. fornisce qualche risposta alle valide obiezioni dei lettori del suo precedente articolo.
Qui, invece, lo stesso .mau. fornisce qualche risposta alle valide obiezioni dei lettori del suo precedente articolo.
"Bene: analizziamo un po' il pezzo di Gramellini. Spero che si possa essere d'accordo su queste sue affermazioni:
- Usa la parola "algoritmo" a sproposito (l'articolo originale parla di correlazioni, al più si può dire che ci sono delle formule)
- Non ha letto l'articolo dei due ricercatori, ma qualche altro articolo che ne parlava (io voto per questo)
- È partito a scrivere sul Buongiorno quello che voleva scrivere senza curarsi che ci fosse un'effettiva correlazione con l'articolo da lui letto.
Il primo punto per me è grave: a mio parere non sapere cosa sia un algoritmo è tanto grave quanto non sapere cosa sia un endecasillabo. Certo, si può vivere tranquillamente senza conoscere entrambe le parole: ma una persona di buona cultura dovrebbe conoscerle entrambe.
Il secondo punto di per sé non è un problema... (ma), se la mia ipotesi è corretta, Gramellini si è limitato a leggere titolo e occhiello...: e Ciò È Male. Gramellini è un giornalista, e dovrebbe sapere perfettamente che titolo e occhiello possono essere fuorvianti, persino quando ci sono le migliori intenzioni.
Infine, lungi da me il voler impedire a Gramellini le sue tirate luddiste. Però abbia l'onestà intellettuale di farlo senza mettere in mezzo delle consequenzialità fasulle e fallaci, che fanno sì che il suo lettore tipico prenda come oro colato affermazioni come "ci sono due ricercatori - magari anche pagati con i nostri soldi - che sprecano il loro tempo a dimostrare matematicamente delle ovvietà". Sono questi i veri danni."
- Usa la parola "algoritmo" a sproposito (l'articolo originale parla di correlazioni, al più si può dire che ci sono delle formule)
- Non ha letto l'articolo dei due ricercatori, ma qualche altro articolo che ne parlava (io voto per questo)
- È partito a scrivere sul Buongiorno quello che voleva scrivere senza curarsi che ci fosse un'effettiva correlazione con l'articolo da lui letto.
Il primo punto per me è grave: a mio parere non sapere cosa sia un algoritmo è tanto grave quanto non sapere cosa sia un endecasillabo. Certo, si può vivere tranquillamente senza conoscere entrambe le parole: ma una persona di buona cultura dovrebbe conoscerle entrambe.
Il secondo punto di per sé non è un problema... (ma), se la mia ipotesi è corretta, Gramellini si è limitato a leggere titolo e occhiello...: e Ciò È Male. Gramellini è un giornalista, e dovrebbe sapere perfettamente che titolo e occhiello possono essere fuorvianti, persino quando ci sono le migliori intenzioni.
Infine, lungi da me il voler impedire a Gramellini le sue tirate luddiste. Però abbia l'onestà intellettuale di farlo senza mettere in mezzo delle consequenzialità fasulle e fallaci, che fanno sì che il suo lettore tipico prenda come oro colato affermazioni come "ci sono due ricercatori - magari anche pagati con i nostri soldi - che sprecano il loro tempo a dimostrare matematicamente delle ovvietà". Sono questi i veri danni."
"...Ma c'è almeno un altro errore, secondo me: quello di farsi guidare da un (purtroppo molto diffuso) senso di superiorità della cultura umanistica rispetto a quella scientifica, e dalla assurda convinzione che ciò che è scientifico è per forza arido, grigio, privo di passione. Il non possedere una sufficiente preparazione scientifica e una sensibilità per questo genere di conoscenza non dovrebbe portare a sminuirla a priori, sottovalutando le sue conquiste e disprezzando i suoi protagonisti."
Aggiornamento dell'11/11
Beh, bisogna riconoscere l'onestà di Gramellini. Copio di seguito la risposta che il giornalista ha scritto su facebook.
Cari amici,
ho letto tante e giustificate critiche al mio Buongiorno di mercoledì scorso, "Abbasso gli algoritmi".
Quando scrivi tutti i giorni (e d'altronde il Buongiorno è un corsivo quotidiano) capita inesorabilmente di incappare in qualche giornata no, in cui il pezzo ti esce diverso da quello che avevi in testa. Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo.
Pubblico qui sotto, a titolo generale, la risposta che ho mandato a un gentile lettore (e scienziato).
Egregio dottore,
evidentemente l'articolo mi è uscito storto, perché non era mia intenzione attaccare gli scienziati, ma i nuovi sacerdoti della Tecnologia (semplici opinionisti come me) nevroticamente attratti da tutto ciò che è nuovo.
Gli scienziati seri come lei sanno valutare l'importanza delle loro scoperte, ma sanno anche che l'essenziale è invisibile agli occhi (lo diceva la volpe del Piccolo Principe), cioè non è percepibile dai sensi e quindi non è sperimentabile.
Lei per primo deve il suo successo a un afflato di entusiasmo e di passione che l'ha portata a fare qualcosa di mai fatto prima, e questo afflato ha che fare con la passione e con l'amore. Entità non misurabili scientificamente. I due campi - fisico e metafisico - vanno tenuti insieme, non contrapposti l'uno all'altro. In nome di una superiore armonia. E io armonicamente mi scuso con lei e la saluto.
Massimo Gramellini
Aggiornamento dell'11/11
Cari amici,
ho letto tante e giustificate critiche al mio Buongiorno di mercoledì scorso, "Abbasso gli algoritmi".
Quando scrivi tutti i giorni (e d'altronde il Buongiorno è un corsivo quotidiano) capita inesorabilmente di incappare in qualche giornata no, in cui il pezzo ti esce diverso da quello che avevi in testa. Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo.
Pubblico qui sotto, a titolo generale, la risposta che ho mandato a un gentile lettore (e scienziato).
Egregio dottore,
evidentemente l'articolo mi è uscito storto, perché non era mia intenzione attaccare gli scienziati, ma i nuovi sacerdoti della Tecnologia (semplici opinionisti come me) nevroticamente attratti da tutto ciò che è nuovo.
Gli scienziati seri come lei sanno valutare l'importanza delle loro scoperte, ma sanno anche che l'essenziale è invisibile agli occhi (lo diceva la volpe del Piccolo Principe), cioè non è percepibile dai sensi e quindi non è sperimentabile.
Lei per primo deve il suo successo a un afflato di entusiasmo e di passione che l'ha portata a fare qualcosa di mai fatto prima, e questo afflato ha che fare con la passione e con l'amore. Entità non misurabili scientificamente. I due campi - fisico e metafisico - vanno tenuti insieme, non contrapposti l'uno all'altro. In nome di una superiore armonia. E io armonicamente mi scuso con lei e la saluto.
Massimo Gramellini
4 commenti:
Riporto da FB
Daniela De Stefano peccato, sembrava uno bravo
32 minutes ago · Like
Dioniso Dionisi Sicuramente è un bravo giornalista. Solo che a volte si lascia un po' prendere la mano e scrive i suoi bei corsivi basandosi su dati di dubbia provenienza, come nel caso degli asili, oppure su titoli relativi a cose che non conosce, come in questo caso.
Ieri Gramellini ha scritto una nota in proposito, sul suo profilo FB
E non potevi copincollarla? Adesso devo andarmela a cercare :-)
Me l'avevi condivisa su FB. Grazie. Beh, bisogna riconoscere l'onestà di Gramellini. Copio la sua risposta di seguito.
Cari amici,
ho letto tante e giustificate critiche al mio Buongiorno di mercoledì scorso, "Abbasso gli algoritmi".
Quando scrivi tutti i giorni (e d'altronde il Buongiorno è un corsivo quotidiano) capita inesorabilmente di incappare in qualche giornata no, in cui il pezzo ti esce diverso da quello che avevi in testa. Non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo.
Pubblico qui sotto, a titolo generale, la risposta che ho mandato a un gentile lettore (e scienziato).
Egregio dottore,
evidentemente l'articolo mi è uscito storto, perché non era mia intenzione attaccare gli scienziati, ma i nuovi sacerdoti della Tecnologia (semplici opinionisti come me) nevroticamente attratti da tutto ciò che è nuovo.
Gli scienziati seri come lei sanno valutare l'importanza delle loro scoperte, ma sanno anche che l'essenziale è invisibile agli occhi (lo diceva la volpe del Piccolo Principe), cioè non è percepibile dai sensi e quindi non è sperimentabile.
Lei per primo deve il suo successo a un afflato di entusiasmo e di passione che l'ha portata a fare qualcosa di mai fatto prima, e questo afflato ha che fare con la passione e con l'amore. Entità non misurabili scientificamente. I due campi - fisico e metafisico - vanno tenuti insieme, non contrapposti l'uno all'altro. In nome di una superiore armonia. E io armonicamente mi scuso con lei e la saluto.
Massimo Gramellini
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