- Questo nuovo taglio ti dona davvero - le disse Yaron quel mattino.
- Grazie - rispose Linda non riuscendo a frenare un po' di rossore.
Aveva deciso di cominciare una nuova fase. Voleva cambiar registro. Voleva scrollarsi di dosso quel pessimismo che la stava progressivamente pervadendo. E per cominciare aveva pensato di cambiare pettinatura. Via i ricci! Da oggi in poi capelli corti.
- Senti, mi è venuta in mente una cosa - riprese Yaron. - Credo che tu non abbia ancora provato la cucina israeliana, vero?
- Bè... solo poche cose.
- Che ne diresti allora se ti portassi in un buon ristorante nella parte vecchia di Giaffa, qui a due passi da Tel Aviv?
- Mi pare un'ottima idea! - rispose Linda mentre un fremito le attraversava il basso ventre.
Nella sera successiva la cena fu preceduta da una visita al bazar di Giaffa. Dove una profusione di colori e odori; di spezie, stoffe, cibi e tappeti l'aveva quasi stordita. Più tardi, dopo essersi accomodato a un tavolo insieme a Linda, la prima cosa che Yaron fece fu chiedere al cameriere menù e spiegazioni in inglese.
- Gli antipasti sono la nostra specialità - disse subito il cameriere. E, poco dopo l'ordinazione, l'uomo tornò con un vassoio pieno di piatti.
- Tahina, hummus, matbucha e insalata di melanzane con fegatini - disse il cameriere mentre disponeva i piatti sul tavolo. - La tahina è una crema ricavata da una farina di semi di sesamo, tostati e triturati,q diluita in olio di sesamo - continuò notando lo sguardo interrogativo di Linda. - L'hummus è una crema a base di ceci, aglio, limone e tahina. Gli ingredienti della matbucha sono invece pomodori, peperoni arrostiti, olio di oliva e aglio. L'ultimo piatto - proseguì indicando i fegatini - è una ricetta nata proprio in Israele; a differenza di tutti gli altri piatti. Poi ci sono le salse: skhug, harissa e pilpelchuma; a base di peperoncino e aglio. E per accompagnare il tutto la pita - concluse mostrando un cesto contenente spicchi di una sorta di focaccia - il nostro pane.
Linda si tuffò subito, con entusiasmo e avidità, in quella sinfonia di sapori e aromi sconosciuti e deliziosi. La penetrante freschezza delle foglie spezzettate di coriandolo la inebriò. Il vellutato sentore di tostatura della tahina l'avvolse. Il travolgente ardore dell'harissa la infiammò. E poi arrivarono la shakshuka e le falafel, il labaneh e lo shashlik. I dolci haklava e halva. E infine il caffè. Nero come la notte che precedette la creazione del firmamento. E profumato come gli alberi da incenso.
- È il cardamomo che sprigiona quell'aroma - le disse Yaron guardandola negli occhi.
- Grazie - rispose Linda non riuscendo a frenare un po' di rossore.
Aveva deciso di cominciare una nuova fase. Voleva cambiar registro. Voleva scrollarsi di dosso quel pessimismo che la stava progressivamente pervadendo. E per cominciare aveva pensato di cambiare pettinatura. Via i ricci! Da oggi in poi capelli corti.
- Senti, mi è venuta in mente una cosa - riprese Yaron. - Credo che tu non abbia ancora provato la cucina israeliana, vero?
- Bè... solo poche cose.
- Che ne diresti allora se ti portassi in un buon ristorante nella parte vecchia di Giaffa, qui a due passi da Tel Aviv?
- Mi pare un'ottima idea! - rispose Linda mentre un fremito le attraversava il basso ventre.
Nella sera successiva la cena fu preceduta da una visita al bazar di Giaffa. Dove una profusione di colori e odori; di spezie, stoffe, cibi e tappeti l'aveva quasi stordita. Più tardi, dopo essersi accomodato a un tavolo insieme a Linda, la prima cosa che Yaron fece fu chiedere al cameriere menù e spiegazioni in inglese.
- Gli antipasti sono la nostra specialità - disse subito il cameriere. E, poco dopo l'ordinazione, l'uomo tornò con un vassoio pieno di piatti.
- Tahina, hummus, matbucha e insalata di melanzane con fegatini - disse il cameriere mentre disponeva i piatti sul tavolo. - La tahina è una crema ricavata da una farina di semi di sesamo, tostati e triturati,q diluita in olio di sesamo - continuò notando lo sguardo interrogativo di Linda. - L'hummus è una crema a base di ceci, aglio, limone e tahina. Gli ingredienti della matbucha sono invece pomodori, peperoni arrostiti, olio di oliva e aglio. L'ultimo piatto - proseguì indicando i fegatini - è una ricetta nata proprio in Israele; a differenza di tutti gli altri piatti. Poi ci sono le salse: skhug, harissa e pilpelchuma; a base di peperoncino e aglio. E per accompagnare il tutto la pita - concluse mostrando un cesto contenente spicchi di una sorta di focaccia - il nostro pane.
Linda si tuffò subito, con entusiasmo e avidità, in quella sinfonia di sapori e aromi sconosciuti e deliziosi. La penetrante freschezza delle foglie spezzettate di coriandolo la inebriò. Il vellutato sentore di tostatura della tahina l'avvolse. Il travolgente ardore dell'harissa la infiammò. E poi arrivarono la shakshuka e le falafel, il labaneh e lo shashlik. I dolci haklava e halva. E infine il caffè. Nero come la notte che precedette la creazione del firmamento. E profumato come gli alberi da incenso.
- È il cardamomo che sprigiona quell'aroma - le disse Yaron guardandola negli occhi.
- È caldo e sensuale - rispose Linda quasi sussurrando.
Poi Yaron le si avvicinò, le sfiorò delicatamente una mano e, come governate da un'ineluttabile legge gravitazionale, le due bocche si attrassero e si congiunsero istantaneamente in una bramosa ricerca della delizia mancante che avrebbe completato quel tripudio di sapori
2 commenti:
Bravo! Anche se una cosa così non me la sarei aspettata sul tuo blog.
E non dico nemmeno "c'è gente che dovrebbe essere a dieta qui!".
Grazie. Infatti l'ho scritta per conto terzi :-)
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