Lunedì 8 giugno 2015
È il giorno di Ellis Island ma prima di imbarcarci visitiamo il memorial dell'11 settembre costruito nelle fondamenta delle torri gemelle. Lì, oltre a tutti i tristi dettagli sugli attentati, apprendiamo anche che il muro di spinta, ancora in vista, per sostenere la pressione dell'Hudson fu progettato da un ingegnere milanese negli anni '60. In seguito scopriremo che questo paese è costellato di memorials. Li si trova dappertutto. Sono un po' l'equivalente dei nostri monumenti ai caduti - anche se il concetto mi pare un po' più esteso. E, considerando che questo paese ha combattuto almeno altre cinque guerre dopo la seconda guerra mondiale, si può capire anche il perché.
Dopo essere riemersi dalle fondamenta delle torri gemelle ci spostiamo verso il Financial District e, lungo la strada, troviamo il cimitero più vecchio di New York. Una tomba risale addirittura al XVII secolo.
Raggiungiamo poi il Battery Park da cui ci imbarchiamo per Liberty Island.È il giorno di Ellis Island ma prima di imbarcarci visitiamo il memorial dell'11 settembre costruito nelle fondamenta delle torri gemelle. Lì, oltre a tutti i tristi dettagli sugli attentati, apprendiamo anche che il muro di spinta, ancora in vista, per sostenere la pressione dell'Hudson fu progettato da un ingegnere milanese negli anni '60. In seguito scopriremo che questo paese è costellato di memorials. Li si trova dappertutto. Sono un po' l'equivalente dei nostri monumenti ai caduti - anche se il concetto mi pare un po' più esteso. E, considerando che questo paese ha combattuto almeno altre cinque guerre dopo la seconda guerra mondiale, si può capire anche il perché.
Dopo essere riemersi dalle fondamenta delle torri gemelle ci spostiamo verso il Financial District e, lungo la strada, troviamo il cimitero più vecchio di New York. Una tomba risale addirittura al XVII secolo.
Non avendo prenotato con sufficiente anticipo riusciamo a salire solo sul piedistallo della statua da cui c'è comunque una stupenda vista su Lower Manhattan.
Dopo il pasto riprendiamo il cammino e raggiungiamo il ponte di Brooklyn. Attraversandolo notiamo che anch'esso è affetto dal morbo dei lucchetti.
E, a proposito di metropolitana di New York, mi vengono in mente due considerazioni.
La prima è che fa una certa impressione passare dal fasto miliardario, da capitale dell'impero, della quinta strada, o di molte altre zone della Manhattan centro-meridionale, al degrado da terzo mondo delle rispettive stazioni della metropolitana. D'altra parte, essendo una delle più antiche al mondo, e dovendo servire una città con 5 distretti (Borough) quasi tutti con dimensioni superiori a Roma, Milano o Napoli, la cosa è pure comprensibile.
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