sabato, ottobre 17, 2015

Viaggio a Tropea: un ode alla Salerno - Reggio Calabria

La scorsa estate ho percorso la Salerno - Reggio Calabria. Sì, proprio quella! L'autostrada che da decenni incarna l'archetipo dello spreco di denaro pubblico. Quella che viene continuamente citata per la perenne presenza di lavori, interruzioni, restringimenti e crolli. Migliaia di pagine di stampa, milioni di bit di informazione spesi per esporre alla pubblica auto-flagellazione da autobus quella vergogna nazionale; quell'esempio di corruzione e sfascio.
Io nell'ultimo decennio quell'autostrada l'ho attraversata almeno cinque volte. E per la precisione tre volte 7-8 anni fa e due volte l'estate scorsa.

Lasciata la A1 e oltrepassato Salerno mi aspettavo di ritrovare il ben noto paesaggio autostradale. Ma, invece di code e cantieri, man mano che avanzavamo, continuavo a vedere una serie di gallerie nuove ampie e illuminate e un liscio mantello di asfalto drenante che si dispiegava su tre corsie e che non troveresti neppure nella migliore delle autostrade della Germania del sud-ovest. E siamo andati avanti così per tutta la Campania, la Basilicata e per 150 Km circa all'interno della Calabria, dove, per un tratto, all'altezza di Altilia, l'autostrada torna a essere quella di dieci anni fa. La differenza  è che si vedono molti cantieri aperti per la costruzione di gallerie e viadotti che, presumibilmente, presto renderanno anche il seguito dell'autostrada simile a quello precedente. Insomma, una vera e propria metamorfosi rispetto a qualche anno fa!
Tornato a casa ho controllato su Wikipedia e lì ho scoperto che "il 24 luglio 2015, con l'apertura del lotto della galleria Fossino, sono stati completati 350,75 km, 20,5 km sono in fase di ammodernamento o ricostruzione, mentre 98,65 km devono ancora essere cantierizzati."
Per non parlare poi della spettacolarità del paesaggio: alture e vallate, mare e montagna, boschi e scogli in rapida successione. Ma quella c'era già da prima, mi direte. Certo. Ma è anche quella la causa degli enormi costi di costruzione di quell'autostrada che, data la conformazione del territorio, deve necessariamente avere un susseguirsi di gallerie e mastodontici viadotti. È facile immaginare la differenza che può esserci tra la costruzione di un chilometro di autostrada in Calabria e la costruzione di un chilometro di autostrada nella pianura padana o renana.
E visto che pariamo di viadotti, ecco la sezione wikipediana che ne parla.

Particolarmente interessante il viadotto Italia (1967-1973), quello che era crollato.
L'altezza masima di quel viadotto è di 261 metri. "Tale quota altimetrica ha reso questo viadotto il più alto d'Europa fino al 2004, quando il Viaduc de Millau in Francia strappò il primato svettando a 271 metri. Resta il quarto ponte al mondo come viabilità ordinaria,"

Ad ogni modo, il fatto di cui ero rimasto un po' stupito in tutto questo era quello di non aver mai sentito parlare negli ultimi mesi o anni di tale metamorfosi della Salerno - Reggio Calabria. Poi Zucchero ha trovato questo video in cui, effettivamente, se ne parla bene.Qualcuno ha un'esperienza diversa? Qualcuno ne aveva già sentito parlare dai media o in qualche discussione?
Per concludere, sicuramente questa autostrada ha rappresentato per decenni l'emblema del fallimento se perfino il New York Times ha scritto: “nulla incarna i fallimenti dello Stato italiano più nettamente dell’autostrada da Salerno a Reggio Calabria”.  (Ho sentito, ad esempio, dire che un errore dal punto di vista ingegnaristico fu quello di voler far passare l'autostrada per Cosenza. E che quella fu una scelta di un politico per accontentare il suo elettorato. Non ho però trovato nessun articolo a riguardo. Qualcuno ne sa qualcosa? Forse il percorso migliore sarebbe stato qualcosa di più simile a quello della SS18 evitando così il Parco Nazionale del Pollino?)(vedi nota)* Ma perché adesso non diciamo al New York Times che non è più così? Evviva la Salerno - Reggio Calabria! :-)

* Aggiornamento del 21/10/15
Zucchero ha trovato questa puntata de Il Tempo e La Storia che parla della A1 e, dal minuto 33 della A3.Al minuto 33 in un documentario proiettato durante la puntata si dice che nella scelta del tracciato si preferisce quello interno a quello costiero forse "per favorire il feudo elettorale di qualche politico" e i lavori si presentano subito molto difficili.
Poi l'ospite, Galli della Loggia, commenta: Giacomo Mancini impose la scelta suicida del tracciato dell'autostrada e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze (soprattutto i calabresi). Ora aggiorno il post.

Per quanto riguarda il nostro viaggio lascio solo qualche foto.
Tramonto dietro a Stromboli.
Mare calabro.
Banani in via di maturazione.
Rifugiati africani che ballano la tarantella calabrese al Vibo Tarantella Festival.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La leggenda narra che il progetto originario dell’autostrada prevedeva un tracciato litoraneo (circa la vecchia SS18, come ricordi tu) ma soprattutto narra che furono Giacomo Mancini (e, con meno rilevanza, Riccardo Misasi) a cambiare le carte in tavola e a far preferire un percorso interno che consentisse all’A3 di passare da Cosenza. Questo si racconta qua (a Cosenza) da sempre ma non saprei dirti la percentuale di verità.

dioniso ha detto...

Grazie per il commento Anonimo.

dioniso ha detto...

Zucchero ha trovato questa puntata de Il Tempo e La Storia che parla della A1 e, dal minuto 33 della A3.
Al minuto 33 in un documentario proiettato durante la puntata si dice che nella scelta del tracciato si preferisce quello interno a quello costiero forse "per favorire il feudo elettorale di qualche politico" e i lavori si presentano subito molto difficili.
Poi l'ospite, Galli della Loggia, commenta: Giacomo Mancini impose la scelta suicida del tracciato dell'autostrada e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze. Ora aggiorno il post.