lunedì, luglio 10, 2023

La scelta di Rut di restare con Noemi e il significato della spiga sospesa - Luigino Bruni a Uomini e Profeti

Ho ascoltato la puntata della spigolatrice ("Uomini e Profeti | S2023E1 | La scelta di Rut di restare con Noemi e il significato della spiga sospesa") proprio in un momento in cui siamo circondati da mietiture.

L'attività biblica al centro della puntata era ancora in uso nel mio paese quando io ero bambino. Dopo la raccolta delle olive passavano le donne a “raccapezzare“. Cioè a raccogliere le olive che rimanevano dopo l'attività dei braccianti.

"Era il tempo della mietitura dell’orzo a Betlemme. Una mietitura che arrivava dopo una lunga carestia. Rut era donna straniera e vedova diventata povera. In tempo di mietitura poteva sopravvivere spigolando. Cioè, racimolando, dietro i mietitori.

La legge di Mosè prevedeva questo istituto economico di solidarietà, di ridistribuzione della ricchezza. Perché? Come funzionava?

I mietitori, gli operai passavano per primi, prendevano le spighe con la mano sinistra e, con la falce sulla destra tagliavano il mannello. Che è la quantità di spigole contenute in una mano. E lasciavano in terra le spighe falciate. Dietro di loro passavano le donne operaie, che non sono ancora spigolatrici, donne dipendenti da padroni, che raccoglievano le spighe cadute, le legavano e formavano i covoni. 

Infine, arrivavano le spigolatrici che spigolavano, quanto era rimasto ai bordi dei campi. La loro era una battuta di terzo ordine. E quanto raccoglievano dipendeva dall’azione di chi passava prima.
Ma attenzione! Non raccogliere le spighe ai margini, non è qualcosa che accade per caso o per distrazione o per inefficienza. Quelle spighe sono lasciate in modo intenzionale.
Non restano lì per incuria. Nemmeno una spiga cattiva per caso. Quel grano rimane perché doveva restare. Era un residuo cercato perché la legge lo prevedeva per i poveri della comunità. Era, per usare una parola molto amata anche da me, un grano sospeso.

Dal Levitico: quando abbacchierai i tuoi ulivi non tornare a ripassare i rami. Ciò che resta sarà per il forestiero, per l’orfano per la vedova. La regola riguardava, quindi, i principali prodotti della campagna. Era un vera propria istituzione sociale di ridistribuzione della ricchezza.

La spigolatura della Bibbia è una cosa molto seria. Un’autentica profezia economica. Ed è un’espressione di una grande legge biblica: la terra è di Dio
Voi siete tutti i possessori di seconda battuta. La terra, prima di essere proprietà privata è dono. È un dono che viene prima dei vostri sforzi e dei vostri meriti. Se la terra e i suoi frutti sono dono, allora distribuirne una parte non è filantropia, è giustizia. La spigolatura è un istituzione di giustizia economica, non è altruismo. Quelle spighe lasciate ai bordi non sono proprietà privata di qualcuno che viene donata ai poveri. No, sono un pezzo di bene comune che spetta di diritto ai poveri perché la terra è di Dio e noi siamo soltanto utilizzatori provvisori e temporanei.

Certo, le democrazie moderne e lo sviluppo delle civiltà hanno aumentato la quota di spigolatura che va ai poveri. Ci sono: lo stato sociale, i diritti, le tasse. Molte più risorse rispetto alle spighe lasciate alle spigolatrici. Ma forse abbiamo perso il secondo aspetto della spigolatura. E cioè, che c’è un diritto superiore a quello dei proprietari. Perché un capitalismo che non riconosca la limitazione alla proprietà assoluta di chi possiede un bene, è un capitalismo che consuma e distrugge. È un capitalismo che diventa l’economia di Mazzarò. Il protagonista della novella di Verga che, alla fine della sua vita, dopo essere diventato ricchissimo, si rende conto che sta morendo e che non può tenersi tutta la sua roba. E allora esce con un bastone, va nell’aia e uccide tutti i tacchini e tutte le oche. Dice: roba mia vieni con me!

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