...anche se questa vita un senso non ce l’ha
Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Recentemente questo è diventato un po' il nostro inno.
Solo una cosa non approvo di questa canzone: l'ultimo verso.
Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l’ha
Bastava aggiungere una "n" alla fine e si sarebbe salvata sia la metrica che la grammatica ;-)
Si prevede una fine di settimana di trepidanti attese.
Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
sabato, maggio 31, 2008
mercoledì, maggio 28, 2008
Spostamenti dalla Sinistra arcobaleno alla Lega? I flussi elettorali raccontano un'altra storia
Cito dei passi interessanti tratti da questo documento pubblicati dall’Istituto Cattaneo che analizzano i recenti risultati elettorali e offrono interessanti chiavi di lettura. Il documento più recente ridimensiona le valutazioni circa il travaso dei voti dalla Sinistra Arcobaleno alla Lega.
Ringrazio Gennaro per avermi inviato i documenti.
Un’analisi dei flussi elettorali in sette città della Lombardia e dell’Emilia-Romagna
Non c’è stato alcun passaggio significativo di voti da Sinistra arcobaleno a Lega nord
Modesti i «passaggi di area», ossia che coinvolgono elettori che da destra sono passati a sinistra o viceversa
Importanti i passaggi da/verso l’astensione
...risalire ai reali flussi elettorali non è facile, in quanto è evidente che se un partito A perde il 5% di voti verso il partito B e questo ne perde altrettanti verso il partito C, dai saldi finali – che sono gli unici elementi immediatamente
disponibili – emergerebbe una stasi del partito B che invece ha avuti sommovimenti all’interno del suo corpo elettorale. Un’interpretazione ingenua e semplicistica potrebbe far pensare, erroneamente, a un travaso diretto di voti fra A e C (che hanno ceduto e acquistato voti nella stessa misura).
Il mero confronto fra gli stock di voti di due elezioni non è dunque sufficiente a spiegare gli spostamenti di voto effettivamente avvenuti; anzi, come mostreremo, può essere gravemente fuorviante. L’individuazione dei reali flussi elettorali può avvenire mediante due tecniche.
La prima consiste nell’intervistare un campione di elettori sul voto dato e sul voto precedente.
La seconda consiste nella stima statistica dei flussi condotta sui risultati delle sezioni elettorali di singole città (la tecnica – detto «modello di Goodman» – non è applicabile sull’intero paese, né su aggregati territoriali troppo ampi, come potrebbero essere le regioni del Nord, ecc.).
L’Istituto Cattaneo ha applicato il secondo dei due metodi sopra esposti per effettuare la stima dei flussi elettorali su 4 città della Lombardia e 3 dell’Emilia-Romagna.
Sia nelle città della Lombardia come in quelle dell’Emilia-Romagna, emerge, con riferimento ai due fatti elettorali più rilevanti, che:
a. la Sinistra arcobaleno ha perso voti quasi unicamente verso il Partito democratico e verso l’area dell’astensione;
b. la Lega nord ha preso voti soprattutto da Forza Italia e da Alleanza nazionale.
In tutte le città i due flussi di perdita più importanti per la Sinistra arcobaleno sono stati quelli diretti verso l’astensione e verso il Partito democratico (con le sole eccezioni di Varese, dove la Sinistra arcobaleno non perde verso l’astensione, e di Como, dove c’è un flusso verso il Popolo della libertà maggiore di quello verso il Partito democratico). Una terza direzione (minore) verso la quale la Sinistra arcobaleno ha perso voti è stata verso l’Italia dei valori.
In nessuna città appare un flusso diretto di voti dalla Sinistra arcobaleno verso la Lega nord (fa parziale eccezione Brescia, dove però il flusso in uscita dalla Sinistra arcobaleno verso la Lega è compensato da un flusso di segno opposto e della stessa entità). In tutte le città le acquisizioni della Lega vengono quasi esclusivamente da elettori che nel 2006 avevano votato Alleanza nazionale o Forza Italia.
In tutte le città prese in esame l’Udc perde consensi (una media di 2 punti percentuali). Si tratta di perdite nettamente orientate verso il Pdl. Anche quando esistono flussi positivi verso il Pd, essi restano per entità assai inferiori ai flussi da Udc verso il Pdl.
Scarsi sono i flussi elettorali rappresentati da elettori che hanno effettuato un «passaggio di campo», e cioè da un partito della sinistra a uno della destra, o viceversa. Passaggi da sinistra a destra si presentano nella forma dall’Ulivo al Pdl (Brescia, Reggio, Bologna) e dall’Ulivo alla Lega (Modena, Reggio); in qualche sporadico caso si hanno flussi dalla Sinistra arcobaleno al Pdl (Varese, Como). I passaggi da destra a sinistra sono ancor più rari e si presentano nella forma
sorprendente di passaggi da An al Pd (Brescia, Varese), con un solo caso di flusso da Forza Italia al Pd (Reggio Emilia).
Dunque, in molte città del Nord Italia si è manifestato un curioso parallelismo fra le perdite della Sinistra arcobaleno e le acquisizioni della Lega nord (per esempio, a Milano la Sinistra arcobaleno ha perso 5,3 punti percentuali e la Lega ne ha guadagnati 5,4; andamenti simili si hanno a Varese e a Como). Questa coincidenza ha portato parecchi commentatori (anche autorevoli e su prestigiosi quotidiani) a concludere frettolosamente che c’era stato un travaso diretto fra le due formazioni e ad azzardare analisi «sul voto operaio diventato leghista». Di fatto si tratta di interpretazioni senza alcun fondamento empirico, smentite dalle analisi qui presentate.
Gli stessi dati, specularmente, ci dicono che il successo della Lega nord si è costruito sulla base di voti di provenienza da ex-elettori di Forza Italia e Alleanza nazionale.
Ringrazio Gennaro per avermi inviato i documenti.
Un’analisi dei flussi elettorali in sette città della Lombardia e dell’Emilia-Romagna
Non c’è stato alcun passaggio significativo di voti da Sinistra arcobaleno a Lega nord
Modesti i «passaggi di area», ossia che coinvolgono elettori che da destra sono passati a sinistra o viceversa
Importanti i passaggi da/verso l’astensione
...risalire ai reali flussi elettorali non è facile, in quanto è evidente che se un partito A perde il 5% di voti verso il partito B e questo ne perde altrettanti verso il partito C, dai saldi finali – che sono gli unici elementi immediatamente
disponibili – emergerebbe una stasi del partito B che invece ha avuti sommovimenti all’interno del suo corpo elettorale. Un’interpretazione ingenua e semplicistica potrebbe far pensare, erroneamente, a un travaso diretto di voti fra A e C (che hanno ceduto e acquistato voti nella stessa misura).
Il mero confronto fra gli stock di voti di due elezioni non è dunque sufficiente a spiegare gli spostamenti di voto effettivamente avvenuti; anzi, come mostreremo, può essere gravemente fuorviante. L’individuazione dei reali flussi elettorali può avvenire mediante due tecniche.
La prima consiste nell’intervistare un campione di elettori sul voto dato e sul voto precedente.
La seconda consiste nella stima statistica dei flussi condotta sui risultati delle sezioni elettorali di singole città (la tecnica – detto «modello di Goodman» – non è applicabile sull’intero paese, né su aggregati territoriali troppo ampi, come potrebbero essere le regioni del Nord, ecc.).
L’Istituto Cattaneo ha applicato il secondo dei due metodi sopra esposti per effettuare la stima dei flussi elettorali su 4 città della Lombardia e 3 dell’Emilia-Romagna.
Sia nelle città della Lombardia come in quelle dell’Emilia-Romagna, emerge, con riferimento ai due fatti elettorali più rilevanti, che:
a. la Sinistra arcobaleno ha perso voti quasi unicamente verso il Partito democratico e verso l’area dell’astensione;
b. la Lega nord ha preso voti soprattutto da Forza Italia e da Alleanza nazionale.
In tutte le città i due flussi di perdita più importanti per la Sinistra arcobaleno sono stati quelli diretti verso l’astensione e verso il Partito democratico (con le sole eccezioni di Varese, dove la Sinistra arcobaleno non perde verso l’astensione, e di Como, dove c’è un flusso verso il Popolo della libertà maggiore di quello verso il Partito democratico). Una terza direzione (minore) verso la quale la Sinistra arcobaleno ha perso voti è stata verso l’Italia dei valori.
In nessuna città appare un flusso diretto di voti dalla Sinistra arcobaleno verso la Lega nord (fa parziale eccezione Brescia, dove però il flusso in uscita dalla Sinistra arcobaleno verso la Lega è compensato da un flusso di segno opposto e della stessa entità). In tutte le città le acquisizioni della Lega vengono quasi esclusivamente da elettori che nel 2006 avevano votato Alleanza nazionale o Forza Italia.
In tutte le città prese in esame l’Udc perde consensi (una media di 2 punti percentuali). Si tratta di perdite nettamente orientate verso il Pdl. Anche quando esistono flussi positivi verso il Pd, essi restano per entità assai inferiori ai flussi da Udc verso il Pdl.
Scarsi sono i flussi elettorali rappresentati da elettori che hanno effettuato un «passaggio di campo», e cioè da un partito della sinistra a uno della destra, o viceversa. Passaggi da sinistra a destra si presentano nella forma dall’Ulivo al Pdl (Brescia, Reggio, Bologna) e dall’Ulivo alla Lega (Modena, Reggio); in qualche sporadico caso si hanno flussi dalla Sinistra arcobaleno al Pdl (Varese, Como). I passaggi da destra a sinistra sono ancor più rari e si presentano nella forma
sorprendente di passaggi da An al Pd (Brescia, Varese), con un solo caso di flusso da Forza Italia al Pd (Reggio Emilia).
Dunque, in molte città del Nord Italia si è manifestato un curioso parallelismo fra le perdite della Sinistra arcobaleno e le acquisizioni della Lega nord (per esempio, a Milano la Sinistra arcobaleno ha perso 5,3 punti percentuali e la Lega ne ha guadagnati 5,4; andamenti simili si hanno a Varese e a Como). Questa coincidenza ha portato parecchi commentatori (anche autorevoli e su prestigiosi quotidiani) a concludere frettolosamente che c’era stato un travaso diretto fra le due formazioni e ad azzardare analisi «sul voto operaio diventato leghista». Di fatto si tratta di interpretazioni senza alcun fondamento empirico, smentite dalle analisi qui presentate.
Gli stessi dati, specularmente, ci dicono che il successo della Lega nord si è costruito sulla base di voti di provenienza da ex-elettori di Forza Italia e Alleanza nazionale.
lunedì, maggio 26, 2008
Boicotta MediaMarkt boykottieren
In passato ho citato l'autoironia come una qualità degli italiani. Quando però l'ironia proviene dall'esterno ed ha caratteristiche così becere e pregiudiziali si può anche avere il diritto di offendersi e di protestare.
Per quanto mi riguarda scriverò a MediaMarkt (per ora sono riuscito a trovare sono l'indirizzo email per i contatti con la stampa presse@mediamarkt.de) per esprimere la mia protesta e comunicargli che non acquisterò più prodotti da loro e che gli farò pubblicità negativa.
Sinceramente questa campagna pubblicitaria di MediaMarkt va molto oltre il mio senso dell'umorismo. Detto in altri termini mi fa proprio incazzare. Mi dispiace, ma vivendo in un paese in cui una cattiva immagine degli italiani è già piuttosto diffusa non riesco proprio a prendere queste pubblicità con ironia.
Riporto stralci dell'articolo di Repubblica. Date uno sguardo ai video e fatemi sapere.
"Una catena di elettrodomestici (MediaMarkt) reclamizza le sue offerte per i Campionati Europei affidandosi ai peggiori stereotipi sugli italiani
Il protagonista dei quattro spot si chiama Toni: tuta, canottiera, catena d'oro e scudetto tricolore. E un maccheronico accento italiano.
Nel primo spot, Toni cerca un commesso di sesso maschile perché ''solo gli uomini s'intendono di tecnologia e di calcio''. Ma quando passa un'avvenente commessa, il latin-lover che è in lui esce allo scoperto."
In un crescendo di stereotipi...
"Nel secondo spot, Toni dice: 'I tedeschi sono impazziti per gli Europei, non fanno che comperare televisori, frigoriferi e pc. Invece noi italiani compriamo gli arbitri.' Per poi aggiungere: 'Si fa per scherzare!'"
Fino ad arrivare alla fiera del pregiudizio offensivo...
"Nel terzo spot, Toni riceve una chiamata da un amico che gli chiede di informarsi sul prezzo di un televisore. Dopo aver domandato ad un commesso, che gli risponde: '799 Euro', Toni riferisce all'amico: 'Solo mille Euro'
Si lascia intendere che Toni farà la cresta sulla differenza."
Volevo aggiungere che ho l'impressione che di recente scrivere dell'Italia come di un paese sull'orlo del baratro, senza più valori e senza più alcunché di buono, ma solo ricettacolo di rifiuti, bassezze e putrefazione, sia diventato un po' il passatempo preferito della stampa internazionale.
Esempi (se ne potrebbero citare altre centinaia):
Deutsches Desinteresse an Italien
Die amerikanische Bestsellerautorin Donna Leon schreibt seit Januar 2008 etwa alle sechs Wochen exklusiv für uns ihre Notizen aus Venedig..
Per quanto mi riguarda scriverò a MediaMarkt (per ora sono riuscito a trovare sono l'indirizzo email per i contatti con la stampa presse@mediamarkt.de) per esprimere la mia protesta e comunicargli che non acquisterò più prodotti da loro e che gli farò pubblicità negativa.
Sinceramente questa campagna pubblicitaria di MediaMarkt va molto oltre il mio senso dell'umorismo. Detto in altri termini mi fa proprio incazzare. Mi dispiace, ma vivendo in un paese in cui una cattiva immagine degli italiani è già piuttosto diffusa non riesco proprio a prendere queste pubblicità con ironia.
Riporto stralci dell'articolo di Repubblica. Date uno sguardo ai video e fatemi sapere.
"Una catena di elettrodomestici (MediaMarkt) reclamizza le sue offerte per i Campionati Europei affidandosi ai peggiori stereotipi sugli italiani
Il protagonista dei quattro spot si chiama Toni: tuta, canottiera, catena d'oro e scudetto tricolore. E un maccheronico accento italiano.
Nel primo spot, Toni cerca un commesso di sesso maschile perché ''solo gli uomini s'intendono di tecnologia e di calcio''. Ma quando passa un'avvenente commessa, il latin-lover che è in lui esce allo scoperto."
In un crescendo di stereotipi...
"Nel secondo spot, Toni dice: 'I tedeschi sono impazziti per gli Europei, non fanno che comperare televisori, frigoriferi e pc. Invece noi italiani compriamo gli arbitri.' Per poi aggiungere: 'Si fa per scherzare!'"
Fino ad arrivare alla fiera del pregiudizio offensivo...
"Nel terzo spot, Toni riceve una chiamata da un amico che gli chiede di informarsi sul prezzo di un televisore. Dopo aver domandato ad un commesso, che gli risponde: '799 Euro', Toni riferisce all'amico: 'Solo mille Euro'
Si lascia intendere che Toni farà la cresta sulla differenza."
Volevo aggiungere che ho l'impressione che di recente scrivere dell'Italia come di un paese sull'orlo del baratro, senza più valori e senza più alcunché di buono, ma solo ricettacolo di rifiuti, bassezze e putrefazione, sia diventato un po' il passatempo preferito della stampa internazionale.
Esempi (se ne potrebbero citare altre centinaia):
Deutsches Desinteresse an Italien
Die amerikanische Bestsellerautorin Donna Leon schreibt seit Januar 2008 etwa alle sechs Wochen exklusiv für uns ihre Notizen aus Venedig..
mercoledì, maggio 21, 2008
I prezzi della stampa nell'Unione Europea
Spesso in questi anni mi sono posto una domanda. Qual'è il motivo per cui se compro Repubblica qui in Germania lo pago 1,85 € invece di 1 € come in Italia? Qui mi si accuserà di essermi germanizzato, visto che sto facendo tanto rumore per 85 centesimi. In realtà stiamo parlando dell'85% e moltiplicando gli 85 centesimi per 365 avrete un'idea della differenza nel costo di un abbonamento.
La differenza può diventare ancora più grande se parliamo di riviste. Mi sembra di ricordare che quando eravamo abbonati a Diario pagavamo quasi il triplo. Allora scrissi alla redazione per lamentarmi e mi risposero che il costo aggiuntivo era dovuto alle spese di spedizione. Possibile che incidano così tanto?
So che sicuramente ci sono problemi molto più seri di questo soprattutto in questo momento, ma la presenza di problemi più seri non dovrebbe comunque far dimenticare quelli più piccoli. Anzi, a volte potrebbe forse essere più opportuno partire dal piccolo.
Vorrei quindi rivolgere una domanda ai politici ma anche ai cittadini europei: pagare lo stesso prezzo per la stampa all'interno dell'Unione Europea non sarebbe un piccolo contributo a favore dell'integrazione? Se a Los Angeles compro il New York Times lo pago il triplo del prezzo che pagherei a New York? Eppure la distanza è molto più grande della distanza Milano-Francoforte.
La differenza può diventare ancora più grande se parliamo di riviste. Mi sembra di ricordare che quando eravamo abbonati a Diario pagavamo quasi il triplo. Allora scrissi alla redazione per lamentarmi e mi risposero che il costo aggiuntivo era dovuto alle spese di spedizione. Possibile che incidano così tanto?
So che sicuramente ci sono problemi molto più seri di questo soprattutto in questo momento, ma la presenza di problemi più seri non dovrebbe comunque far dimenticare quelli più piccoli. Anzi, a volte potrebbe forse essere più opportuno partire dal piccolo.
Vorrei quindi rivolgere una domanda ai politici ma anche ai cittadini europei: pagare lo stesso prezzo per la stampa all'interno dell'Unione Europea non sarebbe un piccolo contributo a favore dell'integrazione? Se a Los Angeles compro il New York Times lo pago il triplo del prezzo che pagherei a New York? Eppure la distanza è molto più grande della distanza Milano-Francoforte.
giovedì, maggio 15, 2008
Godimento intellettuale e godimento gastronomico
Durante un viaggio in auto verso l'aeroporto di Baden-Baden, discutevo con Zucchero dei vari tipi di godimento che può sperimentare il fruitore di un'opera d'arte.
Penso che queste mie considerazioni e classificazioni, che fanno ormai parte da tempo del mio bagaglio culturale, siano state innescate dalla lettura di un qualche saggio di Umberto Eco, uno o due decenni fa.
Mi sembra quindi di ricordare (ma non sono più tanto sicuro se lo dicesse Eco o se questa è l'elaborazione del mio neurone zoppo) che Eco distinguesse tra godimento gastronomico, che io chiamo anche di pancia, e godimento intellettuale o di testa.
Il godimento gastronomico è quello che si prova senza l'intervento delle sovrastrutture culturali (almeno in modo consapevole, perché alla fine le sovrastrutture culturali in un qualche modo intervengono sempre); o forse una definizione migliore potrebbe essere quella di godimento a prima vista, immediato, senza pensare o riflettere: vedo un quadro e immediatamente rimango ammirato, ascolto un pezzo di musica e mi vengono i brividi, leggo un libro e non riesco a smettere; senza che nessuno debba stare a spiegarmi perché dovrebbe piacermi e quali sono le tecniche che si celano dietro l'opera. Ovviamente questo tipo di godimento è molto soggettivo, anche se qui si potrebbe discutere sui parametri del bello assoluto.
Anche nell'ambito del godimento gastronomico penso che si possano distinguere delle sottoclassi: il godimento gastronomico evocativo e quello gastronomico immediato.
Il godimento evocativo è ad esempio quello che si potrebbe provare quando si riascolta dopo decenni la canzone che ci cantava nostra madre durante l'infanzia (e che magari ci faceva commuovere); è ad esempio quello che si può provare ritrovando un sapore od un odore che ci riporta ad un momento passato che per definizione è quasi sempre struggente. Diciamo che è un po' l'esperienza della madeleine, magistralmente descritta da Marcel Proust.
Il godimento immediato è quello che si manifesta quando entriamo a contatto con qualcosa di nuovo che ci rapisce immediatamente.
Ho l'impressione che il godimento gastronomico si manifesti molto meno frequentemente in relazione alle espressioni artistiche dal novecento in poi. Infatti, molto spesso, per poter godere a pieno molta dell'arte moderna è necessario aver ricevuto un'educazione che sveli quali tecniche, disegni, piani o intenzioni si celino dietro l'opera.
Il godimento intellettuale o di testa. Anche qui distinguerei tra due tipi di godimento intellettuale: quello indotto dalla conoscenza delle tecniche o del disegno dell'artista e quello indotto da convinzioni pregiudiziali che possono essere di vario tipo: ho letto delle critiche che lodano il pezzo in questione come capolavoro, e quindi deve piacermi; ho deciso che un certo artista mi piace o che un certo genere mi piace e quale che sia l'opera che verrà fuori da questo mio cortile d'elezione, essa dovrà piacermi.
Ho scritto che il godimento intellettuale si manifesta molto più spesso in relazione all'arte moderna. Aggiungerei però anche che non è esclusivo appannaggio di essa. Si può infatti citare come esempio molta della musica di Bach. La quale produce spesso un godimento particolare nel caso in cui si conoscano le tecniche contrappuntistiche usate dal compositore. In quel caso si può godere sia della bellezza gastronomico-musicale che della bellezza astratta (direi quasi geometrico-matematica(1)) di molte delle sue opere. Per citare solo qualche esempio si possono ricordare: L'arte della fuga, Il clavicembalo ben temperato, Variazioni Goldberg e Offerta musicale. Non a caso la musica di Bach viene qualche volta definita come musica per la mente.
Un esempio interessante di godimento intellettuale musicale viene fornito da Odifreddi nella puntata dell'otto aprile di Gargantua.
Il logico-matematico fa eseguire al pianoforte al pianoforte dei brevi pezzi di limitato interesse gastronomico, ma il cui interesse intellettuale consiste proprio nell'applicazione delle suddette tecniche contrappuntistiche ad un breve, semplice e notissimo tema musicale. Solo alla fine il tema verrà eseguito e svelato nella sua forma originale.
È interessante notare che il precedente discorso potrebbe anche essere traslato quasi pari pari dall'arte all'attrazione sessualsentimentale.
(1) Più di un decennio fa avevo abbozzato un articolo suggeritomi da un'idea di Hofstadter su come le varie tecniche contrappuntistiche (inversione, specularizzazione, a gambero, ecc.) potessero essere descritte come degli isomorfismi tra due strutture matematiche (assiomatiche).
Altro riferimento interessante: Armonia celeste e dodecafonia.
Penso che queste mie considerazioni e classificazioni, che fanno ormai parte da tempo del mio bagaglio culturale, siano state innescate dalla lettura di un qualche saggio di Umberto Eco, uno o due decenni fa.
Mi sembra quindi di ricordare (ma non sono più tanto sicuro se lo dicesse Eco o se questa è l'elaborazione del mio neurone zoppo) che Eco distinguesse tra godimento gastronomico, che io chiamo anche di pancia, e godimento intellettuale o di testa.
Il godimento gastronomico è quello che si prova senza l'intervento delle sovrastrutture culturali (almeno in modo consapevole, perché alla fine le sovrastrutture culturali in un qualche modo intervengono sempre); o forse una definizione migliore potrebbe essere quella di godimento a prima vista, immediato, senza pensare o riflettere: vedo un quadro e immediatamente rimango ammirato, ascolto un pezzo di musica e mi vengono i brividi, leggo un libro e non riesco a smettere; senza che nessuno debba stare a spiegarmi perché dovrebbe piacermi e quali sono le tecniche che si celano dietro l'opera. Ovviamente questo tipo di godimento è molto soggettivo, anche se qui si potrebbe discutere sui parametri del bello assoluto.
Anche nell'ambito del godimento gastronomico penso che si possano distinguere delle sottoclassi: il godimento gastronomico evocativo e quello gastronomico immediato.
Il godimento evocativo è ad esempio quello che si potrebbe provare quando si riascolta dopo decenni la canzone che ci cantava nostra madre durante l'infanzia (e che magari ci faceva commuovere); è ad esempio quello che si può provare ritrovando un sapore od un odore che ci riporta ad un momento passato che per definizione è quasi sempre struggente. Diciamo che è un po' l'esperienza della madeleine, magistralmente descritta da Marcel Proust.
Il godimento immediato è quello che si manifesta quando entriamo a contatto con qualcosa di nuovo che ci rapisce immediatamente.
Ho l'impressione che il godimento gastronomico si manifesti molto meno frequentemente in relazione alle espressioni artistiche dal novecento in poi. Infatti, molto spesso, per poter godere a pieno molta dell'arte moderna è necessario aver ricevuto un'educazione che sveli quali tecniche, disegni, piani o intenzioni si celino dietro l'opera.
Il godimento intellettuale o di testa. Anche qui distinguerei tra due tipi di godimento intellettuale: quello indotto dalla conoscenza delle tecniche o del disegno dell'artista e quello indotto da convinzioni pregiudiziali che possono essere di vario tipo: ho letto delle critiche che lodano il pezzo in questione come capolavoro, e quindi deve piacermi; ho deciso che un certo artista mi piace o che un certo genere mi piace e quale che sia l'opera che verrà fuori da questo mio cortile d'elezione, essa dovrà piacermi.
Ho scritto che il godimento intellettuale si manifesta molto più spesso in relazione all'arte moderna. Aggiungerei però anche che non è esclusivo appannaggio di essa. Si può infatti citare come esempio molta della musica di Bach. La quale produce spesso un godimento particolare nel caso in cui si conoscano le tecniche contrappuntistiche usate dal compositore. In quel caso si può godere sia della bellezza gastronomico-musicale che della bellezza astratta (direi quasi geometrico-matematica(1)) di molte delle sue opere. Per citare solo qualche esempio si possono ricordare: L'arte della fuga, Il clavicembalo ben temperato, Variazioni Goldberg e Offerta musicale. Non a caso la musica di Bach viene qualche volta definita come musica per la mente.
Un esempio interessante di godimento intellettuale musicale viene fornito da Odifreddi nella puntata dell'otto aprile di Gargantua.
Il logico-matematico fa eseguire al pianoforte al pianoforte dei brevi pezzi di limitato interesse gastronomico, ma il cui interesse intellettuale consiste proprio nell'applicazione delle suddette tecniche contrappuntistiche ad un breve, semplice e notissimo tema musicale. Solo alla fine il tema verrà eseguito e svelato nella sua forma originale.
È interessante notare che il precedente discorso potrebbe anche essere traslato quasi pari pari dall'arte all'attrazione sessualsentimentale.
(1) Più di un decennio fa avevo abbozzato un articolo suggeritomi da un'idea di Hofstadter su come le varie tecniche contrappuntistiche (inversione, specularizzazione, a gambero, ecc.) potessero essere descritte come degli isomorfismi tra due strutture matematiche (assiomatiche).
Altro riferimento interessante: Armonia celeste e dodecafonia.
domenica, maggio 11, 2008
Montserrat Caballé
Un paio di settimane fa ho visto che Montserrat Caballé si sarebbe esibita ad Heilbronn, a circa 70 Km da qui. Sapendo che era uno dei più grandi soprano non volevo perde l'occasione e anche se i biglietti erano un po' cari, li ho presi.
Il concerto ha avuto luogo ieri sera alle 20:00. Ci eravamo prefissati di partire alle 18:30, così magari avremmo avuto anche l'opportunità di dare uno sguardo ad Heilbronn, dove non eravamo mai stati. Per vari piccoli contrattempi però siamo finiti ad uscire di casa verso le 19. Vabbè, ci siamo detti, elimineremo lo sguardo alla città! Ci siamo quindi incamminati verso il posto un po' distante nel quale io avevo parcheggiato la macchina il giorno prima. In quella via però la macchina non c'era. A quel punto mi è venuto un dubbio. Abbiamo provato con un'altra strada, ma la macchina non era neppure lì. A quel punto sono tornato a casa, ho inforcato la Dulcinea e mi sono messo a perlustrare la zona, trovando infine il luogo del misfatto.
Questo ulteriore contrattempo che ci ha portato via un altro quarto d'ora.
Ho dovuto quindi sfruttare un po' l'assenza (regolamentata) dei limiti di velocità dall'autostrada tedesca per arrivare alle 20:00 in punto, parcheggiare la macchina su un marciapiede e correre affannosamente verso la Festhalle Harmonie. Aggiungendo che due delle cose che stressano di più la mia Zucchero sono i ritardi e le corse automobilistiche, vi lascio immaginare come eravamo rilassati.
Una volta entrati nella Festhalle Harmonie la prima delusione è stata che, nonostante i prezzi, eravamo seduti nell'ultima fila della piccionaia.
La seconda delusione è stata la Caballé. La povera donna ha ormai 75 anni (il concerto era per festeggiarli) e purtroppo ci è sembrato che la sua voce si sia ridotta ad una ridicola parodia di quello che deve essere stata decenni fa. Il che è comprensibile. Meno comprensibile ci è sembrato però il prezzo del biglietto.
Diciamo che è stata pure colpa mia. Preso dall'entusiasmo non ho considerato che probabilmente la Montserrat Caballé di qualche decennio fa non sarebbe venuta a cantare alla Festhalle Harmonie di Heilbronn.
Quello che poi mi ha un po' rincuorato è stato leggere che "negli ultimi anni, si è dedicata a varie attività benefiche ed è ambasciatrice dell'UNESCO e ha creato una fondazione in favore dei bambini bisognosi di Barcellona". Spero che parte dei nostri soldi vadano a finire ai bambini bisognosi di Barcellona.
Il concerto ha avuto luogo ieri sera alle 20:00. Ci eravamo prefissati di partire alle 18:30, così magari avremmo avuto anche l'opportunità di dare uno sguardo ad Heilbronn, dove non eravamo mai stati. Per vari piccoli contrattempi però siamo finiti ad uscire di casa verso le 19. Vabbè, ci siamo detti, elimineremo lo sguardo alla città! Ci siamo quindi incamminati verso il posto un po' distante nel quale io avevo parcheggiato la macchina il giorno prima. In quella via però la macchina non c'era. A quel punto mi è venuto un dubbio. Abbiamo provato con un'altra strada, ma la macchina non era neppure lì. A quel punto sono tornato a casa, ho inforcato la Dulcinea e mi sono messo a perlustrare la zona, trovando infine il luogo del misfatto.
Questo ulteriore contrattempo che ci ha portato via un altro quarto d'ora.
Ho dovuto quindi sfruttare un po' l'assenza (regolamentata) dei limiti di velocità dall'autostrada tedesca per arrivare alle 20:00 in punto, parcheggiare la macchina su un marciapiede e correre affannosamente verso la Festhalle Harmonie. Aggiungendo che due delle cose che stressano di più la mia Zucchero sono i ritardi e le corse automobilistiche, vi lascio immaginare come eravamo rilassati.
Una volta entrati nella Festhalle Harmonie la prima delusione è stata che, nonostante i prezzi, eravamo seduti nell'ultima fila della piccionaia.
La seconda delusione è stata la Caballé. La povera donna ha ormai 75 anni (il concerto era per festeggiarli) e purtroppo ci è sembrato che la sua voce si sia ridotta ad una ridicola parodia di quello che deve essere stata decenni fa. Il che è comprensibile. Meno comprensibile ci è sembrato però il prezzo del biglietto.
Diciamo che è stata pure colpa mia. Preso dall'entusiasmo non ho considerato che probabilmente la Montserrat Caballé di qualche decennio fa non sarebbe venuta a cantare alla Festhalle Harmonie di Heilbronn.
Quello che poi mi ha un po' rincuorato è stato leggere che "negli ultimi anni, si è dedicata a varie attività benefiche ed è ambasciatrice dell'UNESCO e ha creato una fondazione in favore dei bambini bisognosi di Barcellona". Spero che parte dei nostri soldi vadano a finire ai bambini bisognosi di Barcellona.
venerdì, maggio 09, 2008
Quali sono secondo voi le cose per cui vale la pena di vivere.... in Germania?
L'idea me l'ha suscitata il commento di Eli.
Ripeto il tema precedente, ma questa volta per la Germania.
Il sondaggio è aperto a tutti: tedeschi, italiani che vivono in Germania e italiani che hanno visitato la Germania e si sentono di esprimere un giudizio.
Escluderei solo gli italiani che non hanno visitato la Germania: non si può giudicare qualcosa per sentito dire.
Apro quindi le danze proponendo la pentalista teutonica del mio punto di vista di emigrante nostalgico:
Fuori lista citerei anche la polizei.
(1) Da tutte le possibili prospettive: la priorità e il tempo che gli si assegna all'interno della propria vita, il modo di gestirlo, il modo di gestire i relativi diritti ma anche i relativi doveri, la fiducia che c'è tra lavoratore e datore di lavoro, il modo in cui vengono gestiti i sindacati, la protezione dei lavoratori, ecc.
(2) Tra cui anche quello sanitario. La nota negativa qui è forse il sistema scolastico, che anche se pubblico e garantito a tutti, ha una forma molto rigida e selettiva che penalizza fortemente immigrati e classi sociali meno scolarizzate.
(3) Qui forse devo aggiungere che quando questo rispetto diventa un'ossessione può facilmente migrare verso la lista delle cose per cui vale la pena andarsene dalla Germania. Qui ho elencato alcuni dei simpatici aneddoti che ci sono capitati.
(4) In particolare la vivibilità di Heidelberg.
(5) Qui devo fare un mea culpa. Quando nel '99 giunsi qui guidavo da romano e consideravo gli automobilisti tedeschi come una massa di imbranati. Poi lentamente mi sono convertito ed ora sono un grande ammiratore del loro stile e rispetto (vedi anche nota 2)... anche se a volte li considero ancora un po' imbranati ;-)
Ripeto il tema precedente, ma questa volta per la Germania.
Il sondaggio è aperto a tutti: tedeschi, italiani che vivono in Germania e italiani che hanno visitato la Germania e si sentono di esprimere un giudizio.
Escluderei solo gli italiani che non hanno visitato la Germania: non si può giudicare qualcosa per sentito dire.
Apro quindi le danze proponendo la pentalista teutonica del mio punto di vista di emigrante nostalgico:
- Il lavoro(1)
- Il sistema sociale(2)
- Il rispetto delle regole di convivenza civile(3)
- La vivibilità delle città tedesche(4)
- Lo stile di guida tedesco(5)
Fuori lista citerei anche la polizei.
(1) Da tutte le possibili prospettive: la priorità e il tempo che gli si assegna all'interno della propria vita, il modo di gestirlo, il modo di gestire i relativi diritti ma anche i relativi doveri, la fiducia che c'è tra lavoratore e datore di lavoro, il modo in cui vengono gestiti i sindacati, la protezione dei lavoratori, ecc.
(2) Tra cui anche quello sanitario. La nota negativa qui è forse il sistema scolastico, che anche se pubblico e garantito a tutti, ha una forma molto rigida e selettiva che penalizza fortemente immigrati e classi sociali meno scolarizzate.
(3) Qui forse devo aggiungere che quando questo rispetto diventa un'ossessione può facilmente migrare verso la lista delle cose per cui vale la pena andarsene dalla Germania. Qui ho elencato alcuni dei simpatici aneddoti che ci sono capitati.
(4) In particolare la vivibilità di Heidelberg.
(5) Qui devo fare un mea culpa. Quando nel '99 giunsi qui guidavo da romano e consideravo gli automobilisti tedeschi come una massa di imbranati. Poi lentamente mi sono convertito ed ora sono un grande ammiratore del loro stile e rispetto (vedi anche nota 2)... anche se a volte li considero ancora un po' imbranati ;-)
mercoledì, maggio 07, 2008
Quali sono secondo voi le cose per cui vale la pena di vivere.... in Italia?
Su proposta di gianlu apro il referendum proponendo la pentalista del mio punto di vista di emigrante nostalgico:
- 1. La gastronomia
- 2. Il clima
- 3. I tesori d'arte
- 4. Il senso innato dell'autoironia e del non prendersi sul serio
- 5. La residua umanità della gente
martedì, maggio 06, 2008
Nuovo esempio di civiltà tedesca
Stamane ho sentito il nostro citofono suonare. La mattina di solito citofonano solo i postini e i netturbini. Ho quindi pensato che fossero già arrivati i CD degli Afterhours che avevo ordinato per approfondire la mia recente scoperta.
Invece una voce con un tono quasi autoritario mi chiede se sono il proprietario di una Bora grigia e poi dice qualcos'altro che non riesco a capire bene. Capisco solo che devo scendere per un qualche motivo che riguarda la mia macchina. Chiedo ulteriori delucidazioni e la voce mi spiega che avrei lasciato un finestrino completamente aperto.
Ringrazio, dico che sarei sceso subito e mi affaccio alla finestra. La voce apparteneva ad uno di quei signori dipendenti comunali addetti a fare le multe.
Sono sceso un po' più tardi per andare in piscina con Dulcinea e ho chiuso il finestrino.
Sarebbe realistico pensare che un fatto del genere possa verificarsi in Italia?
Forse sono anche queste piccole esperienze che contribuiscono a far percepire al cittadino le istituzioni come qualcosa di non ostile. Ti multano, ma sei hai un problema ti aiutano.
Invece una voce con un tono quasi autoritario mi chiede se sono il proprietario di una Bora grigia e poi dice qualcos'altro che non riesco a capire bene. Capisco solo che devo scendere per un qualche motivo che riguarda la mia macchina. Chiedo ulteriori delucidazioni e la voce mi spiega che avrei lasciato un finestrino completamente aperto.
Ringrazio, dico che sarei sceso subito e mi affaccio alla finestra. La voce apparteneva ad uno di quei signori dipendenti comunali addetti a fare le multe.
Sono sceso un po' più tardi per andare in piscina con Dulcinea e ho chiuso il finestrino.
Sarebbe realistico pensare che un fatto del genere possa verificarsi in Italia?
Forse sono anche queste piccole esperienze che contribuiscono a far percepire al cittadino le istituzioni come qualcosa di non ostile. Ti multano, ma sei hai un problema ti aiutano.
domenica, maggio 04, 2008
Demetrio Stratos e Area
Conobbi la musica degli Area circa 15 anni fa. Fu un amore a prima vista.
Ad affascinarmi di più fu sicuramente la straordinaria e unica voce di Demetrio Stratos.
"Il suo studio della voce come strumento lo portò a raggiungere risultati al limite delle capacità umane: nella sua massima esibizione raggiunse i 7000 Hz (un tenore "normale" può arrivare mediamente a 523 Hz, mentre un soprano - quindi una donna - può raggiungere i 1046 Hz) ed era in grado di padroneggiare diplofonie, trifonie e quadrifonie (due, tre e quattro suoni contemporaneamente emessi con la voce). Compì ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova e studiò le modalità canore dei popoli asiatici".
Diplofonie, trifonie e quadrifonie! Vi rendete conto?!
"Morì prematuramente al Memorial Hospital di New York all'età di 34 anni affetto da una leucemia dirompente (causa della morte fu un collasso cardiocircolatorio) il 13 giugno 1979, il giorno precedente al grande concerto di Milano che era stato promosso per raccogliere fondi da utilizzare nella costosa degenza."
A quei tempi purtroppo non esistevano ancora le cure mediche che 26 anni dopo hanno consentito a me di sopravvivere. Peccato!
Qualche giorno fa mi sono messo per la prima volta a cercare gli Area su youtube (ricerca 1, ricerca 2) e ho fatto delle scoperte interessanti.
Conoscendo i loro testi ed i loro orientamenti, non avrei mai pensato ad esempio che avessero mai avuto la possibilità di suonare in RAI.
E invece...
Area - Hommage à Violette Nozières
Area ospiti del programma RAI Strix, 1978
Area - Luglio, agosto, settembre (nero)/La mela di Odessa
Da uno special RAI del '76 0 '77. Demetrio spiega inoltre l'ambizione dietro al progetto Area: "Abolire le differenze fra musica e vita". Non ci sono Tavolazzi al basso e Capiozzo alla batteria, forse i due musicisti che li sostituiscono sono Hugh Bullen e Walter Calloni, che avevano suonato nel disco Maledetti.
Area - Live in studio + intervista 1977
Area, dal programma RAI Sabato Due, probabilmente della fine del 1977
Area - Gerontocrazia
Da uno special RAI del '76 o '77. Il brano è tratto dal concept album fanta-politico Maledetti (Maudits)
AREA - GIOIA E RIVOLUZIONE
arrangiato un video per certe mancanze
Area - L'Internazionale
Infine questa ricerca mi ha portato alla scoperta degli Afterhours. Scoperta che dovrò approfondire.
Afterhours: gioia e rivoluzione, omaggio agli Area.
Ad affascinarmi di più fu sicuramente la straordinaria e unica voce di Demetrio Stratos.
"Il suo studio della voce come strumento lo portò a raggiungere risultati al limite delle capacità umane: nella sua massima esibizione raggiunse i 7000 Hz (un tenore "normale" può arrivare mediamente a 523 Hz, mentre un soprano - quindi una donna - può raggiungere i 1046 Hz) ed era in grado di padroneggiare diplofonie, trifonie e quadrifonie (due, tre e quattro suoni contemporaneamente emessi con la voce). Compì ricerche di etnomusicologia ed estensione vocale in collaborazione con il CNR di Padova e studiò le modalità canore dei popoli asiatici".
Diplofonie, trifonie e quadrifonie! Vi rendete conto?!
"Morì prematuramente al Memorial Hospital di New York all'età di 34 anni affetto da una leucemia dirompente (causa della morte fu un collasso cardiocircolatorio) il 13 giugno 1979, il giorno precedente al grande concerto di Milano che era stato promosso per raccogliere fondi da utilizzare nella costosa degenza."
A quei tempi purtroppo non esistevano ancora le cure mediche che 26 anni dopo hanno consentito a me di sopravvivere. Peccato!
Qualche giorno fa mi sono messo per la prima volta a cercare gli Area su youtube (ricerca 1, ricerca 2) e ho fatto delle scoperte interessanti.
Conoscendo i loro testi ed i loro orientamenti, non avrei mai pensato ad esempio che avessero mai avuto la possibilità di suonare in RAI.
E invece...
Area - Hommage à Violette Nozières
Area ospiti del programma RAI Strix, 1978
Area - Luglio, agosto, settembre (nero)/La mela di Odessa
Da uno special RAI del '76 0 '77. Demetrio spiega inoltre l'ambizione dietro al progetto Area: "Abolire le differenze fra musica e vita". Non ci sono Tavolazzi al basso e Capiozzo alla batteria, forse i due musicisti che li sostituiscono sono Hugh Bullen e Walter Calloni, che avevano suonato nel disco Maledetti.
Area - Live in studio + intervista 1977
Area, dal programma RAI Sabato Due, probabilmente della fine del 1977
Area - Gerontocrazia
Da uno special RAI del '76 o '77. Il brano è tratto dal concept album fanta-politico Maledetti (Maudits)
AREA - GIOIA E RIVOLUZIONE
arrangiato un video per certe mancanze
Area - L'Internazionale
Infine questa ricerca mi ha portato alla scoperta degli Afterhours. Scoperta che dovrò approfondire.
Afterhours: gioia e rivoluzione, omaggio agli Area.
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