sabato, dicembre 31, 2011

Casa: la cucina

Oggi abbiamo parlato con il nostro architetto italiano di fiducia per decidere disposizione e composizione della cucina, in modo tale da capire anche la posizione delle prese e dei punti luce che dovremo poi comunicare all'architetto tedesco per la modifica del progetto.
Nelle tre ore mattutine siamo riusciti a decidere disposizione e composizione della cucina. E nelle due ore pomeridiane abbiamo organizzato il salone.
Purtroppo siamo arrivati alla conclusione che forse dovremo rinunciare al gas in cucina. Un altro pezzetto d'italianità che se ne va.
La situazione è la seguente. Nel nuovo quartiere in costruzione, in cui stanno costruendo anche la nostra casa, non è previsto il passaggio del gas. Tutto il quartiere è costruito con il concetto di casa passiva. Ci è stato assicurato che l'accensione dei riscaldamenti sarà necessaria solo per brevi periodi. In quei casi e anche per l'acqua calda verrà usato il teleriscaldamento. Visto quindi che i tedeschi usano esclusivamente le cucine elettriche (che personalmente penso siano un abominio) ai progettisti della citta di Heidelberg è parso inutile prevedere il passaggio delle tubature del gas nel nuovo quartiere. A quel punto, per evitare gli scomodissimi e inefficientissimi fornelli a gas, abbiamo pensato alla cucina a induzione.
Tuttavia, anche l'induzione presenta svantaggi nei confronti del gas. Si perde in immediatezza e sensibilità della regolazione. E proprio per questo avevamo pensato a una soluzione intermedia che ci consentisse di non perdere del tutto i vantaggi del gas: un piano cottura con quattro fornelli a induzione e due a gas, alimentati da bombola, da usare solo nei casi in cui il gas è indispensabile.
Ma oggi, dopo la chiacchierata con l'architetto, abbiamo capito che questa soluzione comporterebbe una serie di svantaggi pratici. Quindi, forse decideremo rinunciare ai fornelli a gas.
Tra le varie cose, questo implicherà la rinuncia alle caldarroste e alle moke di alluminio. Per le seconde ho pensato che il problema si potrebbe aggirare facendomi costruire dei dischi di acciaio da interporre tra induttore e moka. Per le seconde ci vedremo costretti ad usare il forno. Oppure un fornelletto da campo. Se a qualcuno venissero in mente altri suggerimenti sarò ben lieto di accoglierli.
Comunque alla fine mi ha dato molta soddisfazione vedere l'immagine tridimensionale creata insieme dell'aspetto che più o meno avrà la nostra cucina. I colori che vedete non sono quelli scelti. Probabilmente la parte inferiore sarà scura. Interessante è stata anche la decisione del materiale per il piano di lavoro. L'architetto ci ha detto che l'opzione marmo o granito presenta degli svantaggi: assorbono liquidi e quindi cambiano colore. Come soluzione ottimale ci ha proposto l’okite: "uno speciale materiale a base di quarzo, resine e pigmenti realizzato con una speciale lavorazione di vibrocompattazione sottovuoto". Sembra che non si macchi, non si graffi, non assorba e resista alle alte temperature: una benedizione di dio per la cucina in poche parole.
Ora vado ad aiutare Zucchero nella preparazione delle lenticchie e della focaccia a rosette con la scarola.
Vi saluto augurandovi una buona fine di 2011.

giovedì, dicembre 29, 2011

Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo

Riprendo il post di Giovanna Cosenza del 21/12 (Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo) che ha generato un'interessante discussione. Riposto qui alcuni stralci del post iniziale e della discussione.
Lunedì sera (19/12), in chiusura di un’intervista a «L’infedele», Umberto Eco dice una frase che immediatamente suscita la protesta di Matteo Salvini, della Lega, presente in studio.
Dice Eco: «Ogni posizione politica crea i propri folli marginali. Se in Italia esiste la Lega, poteva esistere anche Casseri».
Al che Salvini subito si altera: ....
Ora, di solito Eco pesa bene le parole che usa. E anche in questo caso l’ha fatto.
...
Eco ha detto che, all’interno dello sfondo culturale in cui la Lega si muove, possono nascere forme di «follia marginale» come quella di Casseri, il che non solo è vero, ma qualifica il fenomeno come «marginale», e dunque fa il contrario di una generalizzazione, che vuol dire attribuire alla totalità di un insieme le caratteristiche di un suo sottoinsieme o, peggio, di un solo esemplare di quell'insieme.
...
In altre parole, se Eco fosse stato un politico o un giornalista, avrebbe dovuto evitare la frase o fare una ulteriore precisazione. Aggiungere una spiegazione. Ma nella sua posizione non credo debba spiegare nulla. Basta semplicemente rivedere l’intervista.
Commenti
...

27122011
Dioniso 
Io sono un grande ammiratore di Eco. Alcuni dei suoi libri hanno segnato il mio sviluppo intellettivo... Da un punto di vista logico quello che dice Eco non mi sembra sbagliato. E di sicuro non ha detto che tutti i leghisti sono come Casseri. Quello che a me pare un punto debole dell’argomentazione di Eco è il legame molto sfuggente tra premessa minore e conclusione.
Ecco come io interpreterei i passaggi:

Premessa maggiore: Ogni posizione politica crea i propri folli marginali
Premessa minore: La lega esprime una posizione politica
Conclusione: La lega crea i propri folli marginali

Il che non fa una piega e non la farebbe sostituendo qualsiasi altro partito o movimento politico a “la lega”. Ciò che mi risulta difficile comprendere è che come conclusione Eco abbia detto: “poteva esistere anche Casseri”. Ma non mi pare che Casseri sia un leghista. Oppure ho capito male?
Se non ho capito male il sillogismo corretto sarebbe dovuto essere:

Premessa maggiore: Ogni posizione politica crea i propri folli marginali
Premessa minore: Casa Pound esprime una posizione politica
Conclusione: Casa Pound crea i propri folli marginali

Parafrasando: «Ogni posizione politica crea i propri folli marginali. Se in Italia esiste Casa Pound, poteva esistere anche Casseri»
Oppure come dice Ugo, bisogna leggere tra le righe e trovare gli anelli di congiunzione reconditi?

28122011
MarcoT 
Per capire la posizione di Eco, io proporrei di tenere ben distinti due i piani:
1) quello che ha capito Salvini
2) quello che voleva dire Eco
1. Salvini ha creduto di fare un’inferenza logica, ma, come ha rilevato Giovanna, si è sbagliato. Al massimo, quello che lui ha capito si fonda su un’implicatura conversazionale alla Grice, che è comunque distorta, perché Eco non voleva suggerire che gli elettori leghisti siano come Casseri (su questo tornerò nel secondo punto). ...
2. Cosa voleva dire Eco? Io ritengo che per capire il modo in cui Eco intende il rapporto Lega/Casseri sia utile rileggere le pagine 135 (e dintorni) e 230 (e dintorni) del “Nome della rosa”, dove si parla rispettivamente di “sillogismo pratico” e di “perfido sillogismo”. Eco, per bocca dell’abate (nel primo caso) e di Guglielmo (nel secondo) discute il rapporto tra francescani e dolciniani. Ebbene, lì è chiaro che i dolciniani sono degli esempi perfetti di “folli marginali”, cioè individui che dalla premessa che la chiesa debba essere povera traggono la conclusione delirante che tutti i preti ricchi devono essere massacrati. E si noti che in quelle pagine Eco alludeva chiarissimamente al rapporto tra sinistra istituzionale e brigate rosse, sicché il rapporto che lui suggerisce oggi tra Lega e pazzi criminali come Casseri diventa più chiaro. A mio parere, in tutti e tre i casi Eco raccomanda ai “maestri” (francescani, comunisti e leghisti) di stare attenti a come formulano le loro dottrine, per evitare che i seguaci paranoici entrino nel gorgo cognitivo del “perfido sillogismo” e si mettano a fare fuoco all’impazzata.
Per la versione completa dell'interessante commento di MarcoTEco e la logica zoppa della Lega

29122011
Dioniso 
luziferszorn, giusto per essere più chiari. Volevo far capire che Eco è un mio mito e la lega è agli antipodi della mia visione politico/sociale. Ma ciò non basta a farmi accettare qualsiasi cosa Eco dica a proposito della lega anche se quello che dice non lo capisco. Così ho voluto sfruttare l’opportunità di questa interessante discussione per capire meglio.


MarcoT, grazie. La tua interpretazione mi sembra la più chiara, lucida e comprensibile. E dando uno sguardo al tuo blog, che non conoscevo, si capisce perché.
Attraverso questa discussione sto imparando cose interessanti. Come dicevo, conosco un po’ di logica, soprattutto dalla prospettiva matematica, ma ignoravo il lavoro di Grice. Qualcuno potrebbe consigliarmi qualche testo (anche in rete) per avere un’idea della sua teoria?
Una considerazione conclusiva che mi viene in mente è la seguente. Se per trovare un’interpretazione plausibile delle parole di Eco è stato necessario scomodare la regola della quantità di Grice il “sillogismo pratico” e il “perfido sillogismo”, che cosa può aver capito l’ascoltatore medio?

29122011
giovannacosenza 
Dioniso: su Grice nel 2002 ho pubblicato io un intero libro con Bompiani (ndD La pragmatica di Paul Grice. Intenzioni, significato, comunicazione). Non è per citarmi, ma è l’unica introduzione in italiano che c’è. :-)
È un libro accademico, ma comunque è scritto in modo chiaro. Lo trovi seguendo il link «Pubblicazioni», nel menù in alto. 
Per la versione completa di post e discussione: Umberto Eco e Matteo Salvini a «L’infedele»: su leghisti e razzismo.

martedì, dicembre 27, 2011

Omaggio di Saviano al Presidente Napolitano

La puntata natalizia di Pagina 3 si apre con la lettura dell'interessante articolo di Roberto Saviano sul Presidente Napolitano (l'Espresso, pp. 68-71): io e il Presidente. Ne consiglio a tutti la lettura. O, per i più pigri, l'ascolto della lettura che si trova all'inizio della puntata natalizia di Pagina 3.

Eccone qualche stralcio.

Pur non essendo una Repubblica presidenziale o forse proprio per questo, l'Italia ha avuto sempre un legame fortissimo con la figura del Presidente della Repubblica. Ma è vero che alcuni Presidenti sono entrati in armonia con il popolo italiano più di altri. Credo che la passione per Napolitano si debba ad alcune sue caratteristiche che lo rendono una persona umana e in grado di esprimere, persino nella fisicità, autorevolezza. Non autorità ma autorevolezza. E' un uomo che riesce a entrate in empatia con l'altro. 

Un'empatia che non si risolve in un po' di intimità godereccia, all'italiana. E' un'empatia legata principalmente alla sua curiosità, alla sua voglia di capire. Il Presidente Napolitano mi è parso un uomo in grado di incuriosirsi davvero per qualsiasi cosa. Dal principio universale al dettaglio all'apparenza più insignificante del costume, tutto in lui sembra suscitare interesse e curiosità, e questa è una rarità in chi ha vissuto di politica. E poi conta la sua eleganza, il suo modo di essere alla sua età, sua moglie e la sua famiglia, tutto genera una sorta di immedesimazione del Presidente con la nazione stessa.


E in questi anni di difficoltà, di fronte allo sfascio della maggioranza berlusconiana, alle crisi, alle compravendite, le istituzioni si erano vestite di un'immagine sporca, compromessa oserei dire quasi per sempre. Napolitano è stato lì a ricordarne l'autorevolezza. Non a ricordare semplicemente la regola - non è un Presidente del "sorvegliare e punire" - ma a ridare importanza all'azione politica. Sottrarla al mercanteggiare perenne. In Napolitano avviene una sorta di sintesi in grado di mostrare che le istituzioni non sono autorevoli per legge, per decreto, per decisione, ma per comportamento, dedizione e senso. Ecco, credo che il talento di Napolitano come Presidente stia nell'averci restituito il senso delle istituzioni. Dove per le istituzioni avere senso significa essere in coerenza con la storia, con il percorso e l'obiettivo di un ruolo istituzionale indipendentemente dalle debolezze e persino dalle opinioni o dal pensiero di chi quel ruolo sta ricoprendo. Avere senso delle istituzioni non è obbedire al contesto o alla maggioranza, ma cercare di agire nel migliore dei modi come se la massima delle tue azioni possa divenire universale (per citare il vecchio Immanuel).

sabato, dicembre 24, 2011

Blogghetto e Pitagora citatati da Pagina 3 su Radio 3

Alcuni tra i lettori e gli amici del Blogghetto conoscono già la mia passione per Radio Tre. La mia quotidianità, anche lavorativa, è accompagnata dalle trasmissioni della più interessante tra le radio italiane. Fortunatamente il lavoro che faccio mi consente di tenere la radio accesa quasi tutto il giorno. Che poi, in realtà, risiedendo in Germania, non uso la radio tradizionale per l'ascolto, bensì la diretta web. Ma visto che in questi giorni mi trovo in Italia stamane stavo ascoltando Radio 3 usando l'apparecchio radiofonico tradizionale.
E con grande sorpresa, alla fine di Pagina 3 - una delle mie trasmissioni preferite - ho sentito la conduttrice - Alessandra Tarquini - citare il Blogghetto e i miei lavori su Pitagora e dintorni. Ora il riferimento al Blogghetto si trova anche sulla pagina della puntata. Per riascoltare la puntata: PAGINA 3 del 24/12/2011
Per scaricarla: PAGINA 3 del 24/12/2011
La citazione del Blogghetto si trova alla fine intorno al minuto 28.

Penso che non ci sarebbe potuto essere regalo di Natale migliore per il Blogghetto e  Pitagora e dintorni.

giovedì, dicembre 22, 2011

Le lezioni di Eratocle: triangoli e terne

Segue da: Le lezioni di Eratocle: il teorema di Pitagora (terza parte)

Il giorno successivo Eratocle trovò Eurito già in aula. Il giovane cessò immediatamente i suoi esperimenti, depose stilo e tavolette e salutò il maestro con riverenza. Eratocle rispose con un cenno di finta noncuranza.
Ieri abbiamo dimostrato il teorema di Pitagora attraverso semplici manipolazioni di figure geometriche: senza mai usare i numeri - cominciò Eratocle. - Oggi aggiungeremo a quelle figure delle considerazioni numeriche e ti mostrerò come numeri e figure geometriche siano inestricabilmente interconnessi. Ti accorgerai che i numeri rappresentano l'essenza delle figure geometriche.

Eratocle tirò fuori dalla sacca cinque bastoncini e li dispose sullo scrittoio in ordine di lunghezza.
 - Il più piccolo di questi bastoncini è lungo un dito - disse Eratocle. - Secondo te quanto misurano gli altri?
Eurito prese il primo e il secondo. Li affiancò e li fece scorrere uno sull’altro: - A occhio mi sembra che il secondo sia il doppio del primo - disse. Poi giustappose il primo e il secondo e li affiancò al terzo. - Il terzo è uguale al secondo più il primo - osservò - e perciò è tre volte il primo. - Ripetendo l’operazione per i rimanenti due bastoncini Eurito trovò che il quarto era quattro volte il primo e il quinto cinque volte il primo. - Le lunghezze sono quindi uno, due, tre, quattro e cinque dita - disse Eurito mentre scriveva le cifre sulla tavoletta.

1 2 3 4 5

- Ora vorrei che tu provassi a costruire un triangolo rettangolo usando questi cinque bastoncini - disse Eratocle.
Eurito prese il primo, il secondo e il terzo bastoncino. Li affiancò, li spostò, li ruotò. - È impossibile - osservò infine. - Non si può costruire un triangolo con i lati di lunghezza uno, due e tre. - L'unica possibilità sarebbe quella di schiacciare i due lati corti su quello lungo fino a farli coincidere. Ma così otterremmo un segmento e non un triangolo. - Rifletté un attimo e poi continuò: - In realtà le combinazioni di bastoncini con cui posso costruire triangoli sono tre. E per la precisione quelle ottenute usando il secondo, il terzo e il quarto; il secondo, il quarto e il quinto; e il terzo, il quarto e il quinto. Infatti, la somma dei due latti più piccoli deve essere sempre più grande del lato più lungo, altrimenti ci si ritroverebbe in situazioni simili a quella precedente.
Poi Eurito prese il secondo, il terzo e il quarto bastoncino, ed ottenne rapidamente un triangolo. Lo osservò un istante. - Due degli angoli non sono sicuramente retti - disse - e non mi sembra che lo sia neppure il terzo.
- Se non sei totalmente sicuro, puoi provare a misurarlo - disse Eratocle indicando uno gnomone che giaceva sullo scrittoio.
- No, non si tratta di un angolo retto - disse Eurito dopo aver misurato. L'allievo costruì quindi un nuovo triangolo sostituendo il terzo bastoncino con il quinto e ridisponendo il secondo e il quarto.
- Su questo non ho dubbi! - esclamò. - Nessuno dei suoi angoli è retto.
Il giovane eliminò poi il secondo bastoncino, lo rimpiazzò con il terzo, spostò il quarto e il quinto e ottenne il triangolo di lati tre, quattro e cinque.
Eurito osservò la figura e dopo un istante le sue labbra e la sua fronte si distesero in un sorriso. Prese lo gnomone e lo dispose sull'angolo tra i lati di lunghezza tre e quattro: i bastoncini coincidevano perfettamente con i lati dello strumento. Senza proferir parola l'allievo andò a cercare nel volto del maestro la gratificazione attesa che egli, in uno scambio vicendevole di compiacimento, non gli negò.
- Bene - disse infine Eratocle. - Adesso cerchiamo di trarre qualche conclusione dagli esperimenti che abbiamo compiuto.
- Be', una cosa che ho appreso è che date le lunghezze dei tre lati possiamo distinguere tre casi. Con alcune lunghezze è proprio impossibile costruire il triangolo. Quando invece la somma delle lunghezze più piccole è maggiore della lunghezza più grande, allora è possibile costruire il triangolo. Ma solo con alcune lunghezze specifiche il triangolo costruito potrà essere rettangolo.
- Bravo! - lo lodò Eratocle. - E poi? Ti viene in mente qualcos'altro? Eurito stilò dei segni sulla tavoletta. Poi guardò i bastoncini: tre, quattro e cinque.
- Considera che tu hai trovato un criterio per distinguere due categorie di terne di numeri - riprese Eratocle - quelle con cui si può costruire un triangolo, come 2, 4 e 5, e quelle per cui la costruzione del triangolo risulta impossibile, come 1, 2 e 3.
 - Sì - confermò immediatamente Eurito - e posso anche scrivere quel criterio. - Il giovane prese una nuova tavoletta. - Se indico le lunghezza dei bastoncini corti con a e b e quella del bastoncino lungo con c, allora, affinché si possa costruire un triangolo, è necessario che:

a più b sia maggiore di c

- Perfetto. - disse Eratocle. - Ma tu non avevi individuato anche un'altra categoria di terne di numeri?
- Be', non ho trovato una vera e propria categoria. Ho trovata una sola terna, 3, 4 e 5, che dà luogo ad un triangolo rettangolo. - Eurito gettò uno sguardo sulla tavoletta con la formula e poi ai bastoncini disposti a triangolo. - Ho capito! - esclamò infine l'allievo - Mi state esortando a trovare un altro criterio per individuare la categoria di terne che danno luogo ai triangoli rettangoli.
- Precisamente - confermò Eratocle. - Ma credo che prima avremo bisogno di riguardare insieme i numeri triangolari e i numeri quadrati. Lo faremo nel pomeriggio. Ora ho degli impegni da sbrigare.

Buon Solstizio!

Quest'anno capita il 22 alle 5:30



mercoledì, dicembre 21, 2011

Chi ha creato il debito pubblico?

Rilancio questo video che Giuseppe Lipari ha pubblicato sul suo blog. La parte relativa agli anni della seconda repubblica comincia al minuto 6.

domenica, dicembre 18, 2011

L’Italia sono anch’io: raccolta di firme per i diritti di cittadinanza

Ho già espresso la mia opinione in materia di cittadinanza ai bambini nati in Italia nel post: Napolitano e la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti in Italia.

Qui volevo segnalare che sabato 17 (ormai passato) e domenica 18 in molte piazze Italiane saranno presenti i banchetti dell'associazione "L’Italia sono anch’io" per una raccolta straordinaria di firme. Le firme servono per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare:
la prima è una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e la seconda è una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni. E la raccolta di firme non si fermerà oggi.
Per per presentare le due proposte di legge saranno necessarie 50mila firme entro la fine di febbraio 2012. Ci sono oltre cento città al lavoro con altrettanti comitati e migliaia di volontari che stanno raccogliendo firme.

Noi non abbiamo ancora firmato ma lo faremo presto.

sabato, dicembre 17, 2011

Benvenuti al Sud: Bozza di discorso introduttivo per un cineforum

Ho buttato giù una bozza di discorso introduttivo per il primo cineforum della nostra associazione Volare e.V. Heidelberg. Siamo alla nostra prima esperienza e tutti poco abituati a parlare in pubblico. Ogni consiglio sarà ben accetto.

Benvenuti a questa prima rassegna cinematografica di Volare. Io sono XY: uno dei soci fondatori di Volare. Volare è un'associazione culturale italo-tedesca fondata agli inizi del 2011 con l’ambizione di favorire e diffondere una conoscenza più approfondita della cultura italiana e di promuovere il dialogo tra Italia e Germania soprattutto attraverso l’organizzazione di eventi culturali. 


Questa prima rassegna cinematografica di Volare è dedicata alla nuova commedia italiana. Come prima pellicola abbiamo scelto Benvenuti al Sud in quanto ci è sembrato che il tema trattato avesse molta  assonanza con le finalità della nostra associazione. 


Benvenuti al Sud è un film italiano del 2010, diretto da Luca Miniero, ed è un rifacimento di un film francese del 2008 che s'intitola Giù al Nord. 


Perché ci è sembrato che il tema trattato fosse aderente agli obiettivi della nostra associazione? 


In realtà la versione italiana ripercorre in larga parte la trama e i dialoghi dell'originale francese, specialmente per quanto riguarda la prima parte. Nella seconda parte, invece, molte situazioni sono state modificate per aderire di più agli stereotipi italiani. 
Ad esempio, in entrambi i film, sia il protagonista sia sua moglie appartengono a quella fascia sociale di cittadini di regioni ricche in cui sono diffusi stereotipi e pregiudizi nei confronti di altre regioni. E in entrambi i film, dopo aver vissuto per un po' nelle regioni incriminate, i due protagonisti vedranno il proprio bagaglio di pregiudizi crollare sulle fondamenta fasulle che lo sostenevano. Ed è interessante il fatto che nel passaggio dalla Francia all'Italia sia bastato cambiare pochi elementi affinché le situazioni si ricreassero quasi identiche nella loro specularità. In Francia è il protagonista provenzale a pensare che tutti i settentrionali siano rozzi e alcolizzati, mentre in Italia è il protagonista lombardo a credere che i meridionali siano tutti fannulloni o ancor peggio criminali. È come dire che in ogni luogo se ci si adagia sui facili modelli dello stereotipo e del pregiudizio, purtroppo a volte incoraggiati ad arte per puro tornaconto, ci si può creare il proprio sud da additare e usare all'occorrenza come capro espiatorio.


Come dicevo quindi, il messaggio del film ci è sembrato in totale accordo col nostro obiettivo di promuovere il dialogo tra culture italiana e tedesca attraverso una conoscenza reciproca più approfondita. Da sempre i pregiudizi nei confronti dell'altro sono germinati dall'ignoranza e noi di Volare speriamo di apportare un piccolo contributo all'eliminazione di tali pregiudizi attraverso la conoscenza e il dialogo. 


A nome dell'associazione vi auguro una buona visione.

mercoledì, dicembre 14, 2011

Carnevale della Matematica #44

Il Carnevale della Matematica del 14 dicembre, il numero 44, è ospitato da Popinga. Il tema facoltativo dell'edizione è "Storia e storie della matematica".

Così Marco Fulvio Barozzi introduce il mio contributo (stavolta in tema):

Primo in ordine cronologico, Dioniso segnala dal suo Blogghetto i link alle tre parti della prima giornata di lezione del neo-insegnante Eratocle al neo-matematico Eurito, relativi al teorema di Pitagora. L’amico blogger per ottenere il testo ha dovuto impegnarsi in una catabasi nell'Ade, sulle orme del suo collega musicista Orfeo. “Con audace sprezzo del pericolo e maschia determinazione”, il nostro è riuscito così ad avere da Cerbero una copia della biografia di Pitagora, che ci propone in esclusiva: Le lezioni di Eratocle: il teorema di Pitagora (prima parte), (seconda parte) e (terza parte). .


Il Carnevale numero 45 di gennaio sarà ospitato da Annarita Ruberto sul suo Matematic@mente (notate che di recente Matematic@mente ha cambiato indirizzo ed è ora su http://www.lanostra-matematica.org/). Il tema sarà "teoria della computazione (informatica moderna; algoritmi e computazione; grammatiche; automi...)"

martedì, dicembre 13, 2011

Capo Nord: il bar glaciale (Norvegia 24)


10 giugno 2009

La storia che ci racconta la ragazza alla fine dell'escursione riguarda la distruzione di Honningsvåg per mano dei nazisti. Pare che la cittadina fu bruciata e rasa al suolo e fu dato l'ordine di fucilare tutti gli abitanti. I pochi superstiti si rifuggiarono più a sud. Quando tornarono dopo la guerra, della città non era rimasto che un cumulo di ceneri.

Un unico edificio si era salvato: la chiesa di legno della foto. I superstiti vollero ricostruire Honningsvåg. Ma fino a quando le prime abitazioni non furono disponibili essi dovettero adattarsi a condividere la chiesa come dimora. È facile immaginare che cosa possa rappresentare questa chiesa per la comunità di Honningsvåg.
Ho trovato la storia molto interessante. Non immaginavo che anche a queste latitudini si fossero svolte cruente battaglie durante la guerra.

Nel percorso per tornare in albergo mi accorgo che Honningsvåg ha un aspetto piuttosto cadente.
Dopo la chiesa visitiamo l'Artico Ice Bar. Siamo consapevoli che potrebbe trattarsi di una meta un po' da turisti di massa. E per alcuni versi lo è. Quello che manca è la massa. Infatti Zucchero ed io siamo gli unici clienti. Però alla fine è stato molto interessante conoscere la storia dell'ideatore del bar glaciale.
Il signore ci approccia in italiano. Dalle prime parole mi sembra un accento del Sud Italia ma poi affiorano chiaramente le esse spagnole.


Ci intratteniamo un po' con lui. Il signore ci dice di essere castigliano e la prima cosa che mi viene in mente è che si sia trasferito a Honningsvåg per amore. E invece no. O meglio, sì, ma non per l'amore nei confronti di una donna. Anche sua moglie infatti è castigliana. L'amore che nutre sin da bambino e che l'ha mosso a trasferirsi è stato l'amore per il ghiaccio.
Visto che siamo gli unici clienti si diletta a raccontarci come ha ideato e avviato l'Artico Ice Bar.

Ha comprato una vecchia casa di legno e l'ha ristrutturata creando i due ambienti: il negozio di souvenir e l'Ice Bar. Dato che il secondo ambiente viene mantenuto ad una temperatura costante di -5°, il ghiaccio necessario ad arredare il bar potrebbe essere semplicemente prodotto in loco.
Invece la passione spinge l'iberico verso la ricerca del ghiaccio vissuto ed esteticamente bello. Quello da cui si possono leggere gli eventi atmosferici dell'anno precedente: le bollicine indicano un periodo ventoso, le venature ramificate testimoniano un periodo d'irraggiamento solare...
E questo tipo di ghiaccio egli se lo procura ogni anno nel mese di febbraio attraverso la spedizione verso i laghi ghiacciati di Magerøya. Partono con camion e motoseghe, scelgono il luogo, segano i blocchi, li trasportano nel locale e costruiscono la struttura dell'arredamento. Poi lui la rifinisce nei dettagli.

Verso fine marzo compiono una seconda spedizione dopo le prime piogge per selezionare il ghiaccio bianco usato per la costruzione dell'igloo e di altre parti del bar. Tra aprile e maggio comincia la stagione con i turisti delle crociere che vede il suo picco tra luglio e agosto per poi spegnersi gradatamente a settembre. A ottobre il signore chiude tutto e va a svernare in Spagna con la famiglia.

A Honningsvåg vediamo anche i primi sami. Nella foto: piccolo negozio di una signora che vende artigianato sami.

Giornate precedenti ....


martedì, dicembre 06, 2011

Gli scontemporanei

Chi sono gli scontemporanei?

"Sono tutti quei critici che ormai senza paura bollano certa arte contemporanea come conformista e insignificante. Quelli che credono ancora di avere un pensiero forte e che sia venuto il momento di cominciare a distinguere il grano dal loglio."

Ne ho appena sentito parlare nella puntata di Qui comincia... del 18 novembre (interessante il commento che comincia nel dodicesimo minuto sul balloon dog di versailles) e mi è sembrato un tema di discussione interessante.

Sembra che il vocabolo sia stato coniato da Vincenzo Trione (giornalista del Corriere della Sera) come traduzione di un termine francese.

In rete sono riuscito a trovare solo un articolo che ne parla: Nota a "Gli s-contemporanei" di Vincenzo Trione
Non sono invece riuscito a trovare l'articolo originale di Vincenzo Trione.

Mario Monti: autarchia natalizia?

Mario Monti invita a comprare prodotti italiani per le spese natalizie:

"Quando si acquista un bene o un manufatto prodotto in Italia non solo si sceglie la qualità delle esperienze e delle conoscenze del nostro Paese, ma si contribuisce a tenere in vita aziende e sostenere posti di lavoro sul nostro territorio".
Sarà autarchia superata e sciovinista? Non servirà a nulla?
Boh! A me di pancia mi viene da sostenere questa iniziativa ed estenderla anche alla più italiana Befana.

Concludo con un paio di interessanti citazioni dalla rassegna stampa di oggi di Francesca Sforza:

" Non sono stati colpiti tutti quelli che dovevano essere colpiti, ma sono stati colpiti tutti quelli che potevano essere colpiti."

"Quello che stiamo pagando non è la finanziaria di Monti, ma le mancate finanziarie degli anni passati."
A cui io aggiungerei la mancata ICI tolta per scopi puramente populisti ed elettorali che ha fortemente contribuito a portarci sull'orlo del tracollo.

sabato, dicembre 03, 2011

Leghismo tedesco

Rispondo qui al mio amico Ubik, che mi ha segnalato questo post di Gad Lerner

Questa è la seconda parte del post:

Alla fine mi avvicina una gentile signora seduta fra il pubblico: “Sono un’italiana che da trent’anni vive in Germania. Ora mio figlio deve avviare un’impresa per cui necessita di credito bancario. Giuro che se gli verrà negato, o fatto pagare troppo, solo perchè dobbiamo destinare soldi al mio paese d’origine popolato da lavativi, io per protesta vado a iscrivermi alla Npd (il partito neonazista, ndr)”.

Be' diciamo che la signora è una cretina totalmente calata nella vulgata imperante in questo momento in Germania. Vulgata che nella sua essenza leghista - noi siamo i ricchi e paghiamo per i paesi della Dolce Vita - dimentica i mastodontici vantaggi di cui ha goduto e continua a godere il loro paese proprio grazie all'Euro e soprattutto a spese dei paesi del mediterraneo.
Questo modo di pensare è leghista anche per la miopia ed assenza di solidarietà insita in esso. Ed è agli antipodi della mia visione politica e sociale.
Sono dodici anni che io sto pagando la tassa di solidarietà per la Germania dell'est. Avrei potuto dire: ma perché devo pagare? Che me ne frega a me di quelli là? Ma non l'ho mai detto.
Che mi risponderebbe la signora se le dicessi che un operaio italiano paga la stessa percentuale di tasse del suo collega tedesco ma su uno stipendio che è la metà? E che se l'operaio italiano viene licenziato non continua a ricevere lo stipendio per un anno pagato dallo stato? Se la Germania se lo può permettere è anche grazie a l'euro che ha reso le sue merci più concorrenziali e ha fatto crescere fortemente la sua economia.

Mi trovo invece d'accordo con  l’economista Alexander Grasse:

Durante il dibattito l’economista Alexander Grasse critica la cancelliera Merkel: “Per reagire alla recessione in casa nostra, negli anni scorsi abbiamo fatto ricorso a una ricetta keynesiana, preoccupati di non deprimere l’economia e acuire il disagio sociale, a costo di violare più volte il patto di stabilità. Con che faccia ora pretendiamo dalla Grecia e dall’Italia che applichino una ricetta neo-liberista?”

venerdì, dicembre 02, 2011

Italy: Love It, or Leave It

"...Abbiamo scoperto che c'è un'altra Italia. Totalmente invisibile e misconosciuta. Che non viene raccontata dai media che non trovi in televisione, né sui giornali, né sulle fiction. E ci sembrava giusto raccontare questa Italia. Dargli finalmente voce."

Due giovani registi-giornalisti italiani - Gustav Hofer, altoatesino e Luca Ragazzi, romano - hanno attraversano l'Italia a bordo di una Fiat 500 per scoprire che c'è da salvare e da dove si può far ripartire questa Italia in crisi.

Questa è l'immagine dell'Italia che dovremmo far riaffiorare anche all'estero. Troppo spesso vedo invece connazionali impegnati nello sport preferito di molti italiani: gettar fango sul proprio paese. E questo fa male. Soprattutto quando si è ospiti di un paese il cui sport preferito è: atteggiarsi a primi della classe.
M'impegnerò per far arrivare questa pellicola anche qui a Heidelberg.

Per vedere il video: Non tutti i cervelli fuggono: docufilm di Gustav e Luca - Video Repubblica - la Repubblica.it

giovedì, dicembre 01, 2011

Pesto-Nudeln Carbonara: die Antwort (la risposta)

Qui troverete risposta alla domanda esistenziale delle settimana scorsa:

Che cos'è la Pesto-Nudeln Carbonara mit Schinken und Champignons garniert?

Allora, rullo di tamburi.
L'ipotesi di Bruna, che coincideva poi con quella di Zucchero, anche se molto sensata, era sbagliata.
I Pesto-Nudeln Carbonara non erano una pasta con il pesto nell'impasto, bensì penne condite con pseudo-carbonara, boscaiola incorporata, e spruzzi di pesto.
Mi raccomando prendete appunti, perché sembra che la Merkel lo voglia imporre come piatto unico delle mense europee.

Veti incrociati

Silvio Berlusconi pone veto su patrimoniale.

Susanna Camusso pone veto su pensioni.

Emma Marcegaglia: veti improponibili!

Si riferira ai secondi, al primo, o a entrambi?

Sarkozy attacca Merkel «Così ci porta alla catastrofe»

Allora non è solo la stampa italiana a pensarla così...

Da Rassegna stampa Governo Italiano:

L`affondo subito dopo il trilaterale con Monti: «Angela ci crea grandi problemi» Sarkozy attacca Merkel «Così ci porta alla catastrofe» Nuovo fuori onda del presidente francese rilanciato dal Canard Enchainé di FRANCESCA PIERANTOZZI PARIGI - Davanti baci e abbracci, scambi di orsacchiotti e foto della piccola Giulia, patti d`acciaio su rigore di bilancio e integrazione fiscale ma dietro, suona tutta un`altra musica tra Parigi e Berlino. Tra i due gendarmi dell`Europa l`intesa non è per niente cordiale, almeno secondo alcuni istruttivi fuorionda di Nicolas Sarkozy pubblicati ieri dal settimanale francese Le Canard Enchainé. «La Merkel ci sta creando un casino in Europa. Sta diventando tutto complicato. Ci porta dritta alla catastrofe», avrebbe detto martedì il presidente francese durante una colazione all`Eliseo con membri della maggioranza di governo, al ritorno da Strasburgo, dove il 24 novembre ha incontrato la cancelliera e il presidente del Consiglio Mario Monti.

giovedì, novembre 24, 2011

Menù del giorno: Pesto-Nudeln Carbonara?

Oggi Zucchero ha dato uno sguardo al menù del giorno della mensa e ha trovato:

Pesto-Nudeln Carbonara mit Schinken und Champignons garniert

Che tradotto sarebbe più o meno:

Pasta al pesto alla carbonara con prosciutto e funghi

Nonostante la decennale abitudine alla creatività teutonica in fatto di gastronomia pseudo-italiana siamo rimasti entrambi basiti. E immediatamente si innescato un dibattito famigliare: ma forse sono in realtà due piatti diversi?
Per trovare evidenze a favore di una o dell'altra ipotesi sono andato a cercare sulla grande G. A giudicare dai risultati che ho trovato potrebbe anche trattarsi di un piatto unico.
Purtroppo la consorte si è poi accorta che quello che stava leggendo non era il menù di oggi bensì quello della prossima settimana. Quindi per dirimere l'ardua quistione dovremo aspettare la settimana prossima.

Nel frattempo si accettano scommesse. Il palato dei nostri futuri padroni si spingerà a tanto? Oppure c'è ancora speranza e si tratta di due piatti distinti?

mercoledì, novembre 23, 2011

Napolitano e la cittadinanza ai bambini nati e cresciuti in Italia

‎"Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione", ha detto Napolitano al Quirinale.

Ancora una volta mi trovo in totale accordo con Napolitano. Se continueremo a gestire male l'immigrazione saremo destinati al declino totale. E quello della cittadinanza è uno dei temi fondamentali.

Ecco le attuali norme per l'acquisto e perdita della cittadinanza italiana. Come potete vedere attualmente la legge italiana propende molto di più verso lo ius sanguinis piuttosto che verso lo ius soli. (Pagina di approfondimento del ministero dell'interno sullo ius sanguinis e ius soli).

In particolare l'invito di Napolitano si riferisce a questo punto:

La cittadinanza italiana si può acquisire su domanda, per esser nati in Italia (da genitori non cittadini italiani) e avervi risieduto ininterrottamente fino al compimento della maggiore età.

Sostanzialmente il bambino nato e cresciuto in Italia, che ha frequentato scuole italiane e che nella maggior parte dei casi si sente italiano, per prendere la cittadinanza deve aspettare di aver compiuto 18 anni e rischia di non ottenerla solo per il fatto di aver trascorso una vacanza estiva nel paese di origine dei genitori. Di casi ce ne sono molti. Con una ricerca veloce ho trovato questo caso ad esempio.
Quindi ci troviamo nella situazione paradossale in cui invece, a causa di quest'altro punto:

La cittadinanza italiana si può acquisire se l'antenato italiano nato prima del 17 marzo 1861 (proclamazione del Regno d'Italia) deve essere morto dopo tale data ed essere morto in possesso della cittadinanza italiana

un australiano di quinta generazione, nato e cresciuto in Australia può ottenere la cittadinanza perché vanta antenati italiani.
Qui ci sono delle informazioni sull’acquisto della nazionalità in altri paesi. Addirittura la Germania, che da sempre ha applicato lo ius sanguinis più puro, si è accorta che negare la cittadinanza a immigrati di terza generazione per concederla invece ai discendenti dei coloni emigrati in Russia nel '700 non era il modo migliore per gestire l'immigrazione nel XXI secolo. Così dopo la riforma di Schröder i bambini nati a partire dal 2000 sul territorio tedesco da genitori non tedeschi acquisiscono la nazionalità se almeno uno dei due genitori ha il permesso di soggiorno permanente da almeno tre anni ed è residente in Germania da almeno 8 anni.

Visto che si cita sempre il diritto romano come fonte d'ispirazione, forse anche in questo caso ci dovremmo ispirare un po' di più a quelle norme.

Concludo con un invito all'ascolto della trasmissione radiofonica di Radio Tre, Tutta la città ne parla, che in questo momento sta trattando il tema con varie testimonianze. Le puntate si possono anche riascoltare come podcast.

martedì, novembre 22, 2011

Le lezioni di Eratocle: il teorema di Pitagora (prima parte)


Purtroppo l'intervista che avevo programmato per questo nuovo racconto è saltata. Per quale motivo? Il  motivo è che l'ultimo sistema operativo rilasciato da Mῆλον conteneva un baco che ha fatto bloccare tutti gli adePhone 5. Tutti i centralini di Mῆλον sono intasati e circola già qualche voce di possibile bancarotta e di sostituzione del consiglio di amministrazione con un consiglio tecnico. Ma questa è un'altra storia.
Tornando all'intervista, alla fine ho pensato che l'unica possibilità per salvare il pezzo sarebbe stata quella di impegnarmi in una catàbasi: la leggendaria discesa (non in campo ma bensì) nell'Ade. E così, come fece il mio collega Orfeo molti anni or sono, mi sono recato a Cuma, sono disceso nell'Ade ed ho convinto Cerbero a cedermi una copia della biografia di Pitagora; quella che il giovane pitagorico Fulivao scrisse basandosi sulle memorie narrategli dal maestro pochi giorni prima della sua dipartita verso i Campi Elisi.
Convincere Cerbero non è stato facile. Il guardiano/centralinista ha ceduto solo dopo una serie di acquisti che mi ha ridotto quasi sul lastrico. Mi ha inoltre fatto firmare la postilla secondo cui avrei dovuto mantenere il libro dietro alle spalle per tutto il percorso di ritorno al mondo dei vivi: senza mai voltarmi a guardarlo; pena la pietrificazione istantanea. Non contento, il perfido cane tricefalo ha anche immediatamente mobilitato i suoi fratelli Idra, Ortro e Chimera disseminando il percorso di insidie e trabocchetti per farmi infrangere il patto. Ma io ho resistito, anche se le agghiaccianti urla di Idra a pochi metri dietro le mie spalle stavano per farmi voltare; e ora sono qui a leggervi la storia delle lezioni di Eratocle. L'unico problema è che da quando sono tornato dall'Ade sento una strana pesantezza su tutto il corpo. Per cui mi risulta poco agevole sfogliare le pagine. Quindi tra la lettura di una pagina e l'altra potrebbe trascorrere qualche giorno. Cominciamo con la prima pagina.


Quella mattina Eratocle si era svegliato molto presto, aveva mangiato e quindi si era messo a girovagare per le stanze senza uno scopo preciso. Poi aveva deciso di avviarsi lentamente verso la scuola. Quando giunse sulla porta d'ingresso vide che il cortile era semideserto. Diede uno sguardo all'ombra che lo gnomone proiettava sulla superficie sferica dell'orologio solare e si accorse che era ancora presto. La cosa non gli dispiacque: avrebbe avuto più tempo per controllare che tutto fosse predisposto per la lezione. Come si aspettava, l'aula era vuota. Cominciò a disporre stili, tavolette cerate e figure geometriche di legno. Quello era tutto il materiale che gli sarebbe servito per la prima lezione. La lezione in cui venivano fornite le basi aritmetiche e geometriche dei pitagorici. Le lezioni successive le avrebbero usate per esplorare le molteplici manifestazioni dei numeri: nella musica, nel moto degli astri, nell'universo. Era la prima volta che ad Eratocle veniva affidato il compito di impartire un ciclo di lezioni a un giovane matematico. Eurito era stato appena giudicato idoneo per il passaggio dal ruolo di acusmatico a quello di matematico e quel ciclo gli sarebbe servito per apprendere la versione più recondita delle conoscenze dei pitagorici: quella a cui si accede solo dopo essere stati iniziati ed aver compreso la profondità del concetto di dimostrazione; quella necessaria per poter accedere alle lezioni del maestro e comprenderle.
Le lezioni erano individuali e segrete in quanto in esse veniva esplorato e disvelato tutto il sapere dai pitagorici. Anche quello potenzialmente pericoloso che veniva custodito con la massima cautela. Eratocle era cosciente dell'importanza del suo ruolo. Ne sentiva la responsabilità e subiva la pesantezza di quel gravoso fardello. Proprio per questo voleva dare il meglio di sé e aveva speso giorni per prepararsi nel modo che riteneva più appropriato.
Eurito bussò alla porta ed entrò.
 - Accomodati pure - gli disse Eratocle. Dopo aver simulato per qualche istante un'impegnata lettura, il samio continuò: - Eurito, penso che tu sia consapevole dell'importanza di queste lezioni e di quanto esse siano fondamentali per acquisire le basi necessarie al tuo nuovo ruolo di matematico. Solo attraverso esse potrai arrivare ad incarnare tale ruolo in tutta la sua appagante interezza.
- Sì maestro, ne comprendo appieno l'importanza - rispose il giovane annuendo.
Sentirsi chiamare maestro lo metteva sempre di buon umore. Soprattutto quando a farlo era un matematico. - Per cominciare dovremo affrontare gli aspetti fondamentali del nostro pensiero - riprese Eratocle. - Partiremo dalla geometria e dall'aritmetica. E in particolare dalla prima importante nozione geometrica acquisita dal maestro: il teorema di Pitagora.
- Sì, la formula che il maestro apprese dai sacerdoti di Tebe - rispose Eurito.
- Ecco, finora quella per te è stata una formula - replicò Eratocle con un sorriso di commiserazione - ma da oggi essa diventerà un teorema. E vedendo come da semplice formula la trasformeremo in teorema comincerai anche ad appropriarti del concetto di dimostrazione. Quel concetto che Pitagora imparò a Mileto dal grande Talete e che applicò a quella formula elevandola così, primo tra tutti gli uomini, al rango di teorema. Quello che tutti avevano usato in precedenza per scopi pratici egli lo dimostrò. Svelando in tal modo l'intima natura di una così profonda correlazione universale che sussisteva sia tra le figure geometriche sia tra i numeri.
- Sarà un onore e una gioia per me apprendere cotanta sapienza - rispose Eurito con un'intonazione altisonante. Il giovane non mentiva. Nei sui occhi ampli e illuminati Eratocle lesse l'impazienza e l'entusiasmo del giovane assetato di sapere; ma ciò che lo gratificò ancora di più fu l'ammirazione per il maestro che traspariva dallo sguardo del giovane.

...continua...

lunedì, novembre 21, 2011

venerdì, novembre 18, 2011

Il mio pensiero sul governo Monti espresso in estrema sintesi su FB




    • Luciano Coluccia devo dire che con Monti mi sono definitivamente reso conto che non solo la destra era indecente, ma a sinistra non abbiamo nesusno di così credibile (il mio giudizio va oltre se farà cose giuste o meno) mi riferisco allo spessore, alla serietà, al rigore insomma alla sostanza
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    • Dioniso Dionisi Sì, è lo stesso atteggiamento mio. Giudicherò su quello che faranno. E spero, spero molto nell'efficacia e nell'equità delle loro misure. E questo dovrebbero sperarlo tutti. Forse non tutti si rendono conto del significato che avrebbe una bancarotta dell'Italia.
      In ogni caso sono molto contento che non ci sia più quell'accolita di puttanieri.

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